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Autore: BloodGirl    02/08/2013    4 recensioni
Salve ragazzi/e!!
Qui è la vostra BloodGirl che vi parla!!
avete mai pensato che cosa accadrebbe se una ragazza entrasse a far parte dell'Inazuma Japan? No? Bene e allora questa è la fic che fa per voi!!
Coppia: Het(assolutamente) Sorprese: tante!!
Buona lettura!!!
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Dal testo
"- La palla non può farti del male…!- scherzo cercando di tirarla un po’ su con qualche risata ma ottengo la reazione opposta.
- E invece si! È colpa di un pallone da calcio che ho perso tutto!- mi urla in faccia in lacrime."
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PS: spero di avervi fatti incuriosire...recensite !!!!
PPS: ci sarà anche qualcuno che si credeva morto!!!
Genere: Avventura, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Nuovo personaggio, Shawn/Shirou, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 6: UN PO’ DI RIPOSO…


Sono già passati due giorni dalla semifinale contro Palladia ed oggi è la giornata in cui si deciderà la squadra migliore del mondo. Stamani mi sono svegliata abbastanza presto, sia per l’ansia sia per quell’incubo che continuo a fare. Sono sul balconcino della mia stanza e guardo il sole sorgere mentre ripenso alla decisione che ho preso, anche se mi inquieta un po’: non indosserò più la benda. Lo so che questa scelta potrebbe essere banale ma per migliorare, per il bene della squadra, devo ampliare ancora di più le mie potenzialità. Infatti, dopo aver indossato la divisa, l’ho riposta in valigia, in una tasca abbastanza nascosta in modo da non poterla prendere più.
Rientro e guardo l’ora sul mio cellulare: sono ancora le sette e mezza, così decido di scendere. Per l’allenamento manca ancora un’ora e mezza. Dopo che ho raggiunto la cucina mi accorgo che è deserta, cosa molto strana perché, di solito, le ragazze dello staff scendono piuttosto presto per preparare la colazione. Così decido di prepararla io. Dopo la mia, ovviamente, la preparo anche al resto della comitiva. Il primo che scende è Axel, insieme ai suoi compagni di stanza, Mark e Nathan. Non si accorgono di me.
-          Buongiorno ragazzi!- esclamo con lo sguardo chino sui fornelli.
-          Buongiorno Aida…come mai sei tu a prepararci la colazione?- mi chiede Mark perplesso.
-          Sylvia, Cammy e Nelly non si sono ancora svegliate, credo- gli rispondo.
Si siedono e cominciano a parlare piano, così che non possa sentirli. Chissà cosa dovranno da  dirsi di così importante. Gli servo la colazione e senza smettere di chiacchierare mi ringraziano in un modo alquanto distaccato. Dopo qualche minuto arrivano anche le ragazze che si precipitano in cucina, dopo essersi insospettite a veder i ragazzi mangiare.
-          Aida! Che ci fai tu qui?- mi fa Nelly.
-          Io veramente mi aspettavo un buongiorno. Comunque, ho pensato di preparare la colazione  e farvi riposare un po’- spiego. Alzo lo sguardo verso di loro e rimangono di sasso. Cammy, l’unica tra le ragazze a conoscenza del mio precedente segreto , si avvicina e mi chiede sottovoce:
-          Che fine ha fatto la tua benda?-
-          Diciamo che l’ho nascosta e non la rimetterò più-
-          Sul serio?-
Io annuisco e guardo le altre totalmente spiazzate. Le rassicuro dicendo che non è un occhio finto, di vetro e loro, sembra, che siano più sollevate. Si avvicinano e mi aiutano a preparare la colazione. Dopo qualche secondo che ci siamo messe ai fornelli arrivano anche i ragazzi, che si trovavano dall’altra parte a fare colazione.
-          Ragazze che succede?-
-          Niente Nathan, perché?- rispondo, con lo sguardo chino,  a Nathan davanti ai due.
-          Abbiamo sentito Nelly, prima…-
-          Non è successo niente, solo che Aida vuole preparare la colazione. Ma ora se ne deve andare perché ci pensiamo noi qui!-  disse Sylvia con uno sguardo di intesa con le altre due, spingendomi fuori dalla cucina.
Con fare annoiato, mi dirigo verso la sala da pranzo divisa dalla cucina da un muro in cui vi compare un’apertura che permette alle cuoche di vedere la sala. Mi siedo su una delle sedie del tavolo e lo fisso pensando alla partita di questo tardo pomeriggio. Quando finalmente distolgo il mio sguardo dalla tavola di legno è solo perché il resto della squadra è arrivata e anche il mio compagno di stanza. Non dico niente però i nuovi arrivati ( e soprattutto l’unico che già conosce l’aspetto del mio occhio precedentemente bendato)  si accorgono del piccolo dettaglio  che ora mi contraddistingue e si sorprendono non poco. Shawn si siede accanto a me e mi chiede preoccupato:
-          Te ne sei accorta, vero, che non indossi la benda?-
-          Stai tranquillo. Non la indosso per scelta-
-          Come mai?-
-          È per esservi più utile durante la partita di oggi-
Infatti nella partita precedente e nelle partite amichevoli che abbiamo disputato con Palladia, ho avuto parecchie difficoltà a ricevere i passaggi dei miei compagni. L’occhio bendato mi impediva di calcolare correttamente le distanze e la profondità. Shawn rimane un po’ perplesso, ma poi scuote le spalle e inizia a mangiare la sua colazione. Dopo qualche istante, Hurley, dal fondo del tavolo mi chiede,  attirando l’attenzione di tutti i presenti (anche delle cuoche):
-          Aida, che cosa ti sei fatta all’occhio destro?-
E ora? Non ho certo voglia di ricadere in quel baratro di tristezza che mi differenziava quando giravo nelle diverse scuole e orfanotrofi, ricordando quel fatto!
Ma non posso neanche rimanere in silenzio altrimenti si insospettirebbero, soprattutto il regista della squadra ,dall’infallibile intuito.  Tutti mi fissano incuriositi e con la coda dell’occhio cerco un disperato aiuto da Shawn, l’unico che conosce veramente le cose ma anche lui sembra spiazzato.
Per fortuna, durante questo silenzio così imbarazzante, entra il mister che sorprendentemente (e per dispiacere di Mark) esclama per poi andarsene in un batter di ciglio:
-          Gli allenamenti di questa mattina sono annullati. Avete bisogno di riposo prima della finale…ci alleneremo questo pomeriggio subito dopo pranzo. È tutto!-
Io non ci posso credere: oggi avevo deciso di lavorare su tutto quello che ho imparato in questa squadra e perfezionarlo rendendolo impeccabile, o almeno accettabile per la finale, e il mister elimina l’allenamento mattutino per un po’ di insulso riposo?! Non essendo d’accordo cerco di controbattere ma l’allenatore ha già lasciato la stanza. Tutti si alzano molto felici di avere un po’ di tempo libero e si avviano da tutte le parti: chi verso le stanze per sonnecchiare, chi in sala per vedere la TV e chi fuori per allenarsi(ossia solo io).
Giunta in campo, prendo un pallone e inizio a correre con quest’ultimo ai piedi per riscaldarmi. Gli altri non so dove siano andati ma intuisco che siano andati in qualunque posto che non abbia a che fare con il calcio. Mentre avanzo con palla ai piedi penso alla squadra che dobbiamo affrontare per diventare i migliori: la Snow Empire, la nazionale russa. Sono i favoriti del girone e si dice che durante la fase di qualificazione abbiano battuto tutti gli avversari a un risultato di 4-0. Sono anche molto resistenti alle diverse condizioni climatiche e hanno dei tiri potentissimi, quindi noi non possiamo essere da meno.
Finito il momento del riscaldamento , inizio a perfezionare il dribling, la tecnica in cui faccio pena. Prendo dei coni e li dispongo sparsi per il campo e inizio a driblare i finti avversari. Eseguo questo allenamento per un’ora finché non stramazzo a terra dalla fatica, non avvantaggiata dal caldo afoso di oggi. Per rinfrescarmi vado a una fontanella immurata  vicino al campo, non molto distante dall’entrata degli spogliatoi. Mentre l’acqua fresca bagna il mio viso percepisco qualcuno avvicinarsi. In quel momento non ci faccio caso a causa del rumore dell’acqua che sgorga.
Dopo che mi sono ripresa, pronta per riprendere l’allenamento intensivo, alzo lo sguardo e vedo Shawn che mi guarda appoggiato alla muro. Non avendolo mai visto in vesti quotidiane, mi sorprendo un po’: indossa una maglia azzurro cenere, un gilet blu mare aperto con le maniche arrotolate fino al gomito e un paio di pantaloni corti verde fondale.  Mi avvicino a lui, chiedendogli:
-          Che ci fai qui? Credevo fossi andato con gli altri in giro per l’isola…-
-          Infatti è così. Ma mi sono dimenticato di prendere il cellulare e sono dovuto tornare…-
-          Alcune volte mi chiedo dove tu abbia la testa…-lo interrompo sospirando, con un non so che di divertito.
-          Perché ti alleni tutta sola?-
-          Perché vorrei migliorare ancora di più-
-          Ma troppo allenamento non fa bene. Dovresti saperlo. Che ne dici di venire…con noi? Ti divertirai molto di più che stare qui sola!- mi propone arrossendo e sorridendo.
-          Non so…- ci penso su un attimo ma poi annuisco convinta- Va bene! Però prima mi cambio: non posso di certo venire con la divisa!-
Mi dirigo verso il l’interno dei nostri alloggi seguita da Shawn (che deve prendere il cellulare). Entro in camera, spalanco il mio armadio e afferro le prime cose che capitano. Entro in bagno e indosso una maglia ,  a righe orizzontali blu e bianche, con le maniche a pipistrello, fino ai gomiti e scollatura a barca e un paio di pantaloncini  bianco panna abbinati alle ballerine blu ed a un paio di scaldamuscoli anch’essi dello stesso colore delle scarpe. Esco dal bagno e, con Shawn, ci rechiamo nel luogo misterioso dove si trova anche il resto della squadra.
Dopo circa dieci minuti da quando siamo partiti, stiamo camminando in una zona a me familiare, ma non ricordo quando ho già visto questo quartiere. Mentre penso, Shawn lo nota e mi chiede:
-          A cosa stai pensando?-
-          Ci sono già passata qui una volta ma non ricordo quando. Dove stiamo andando precisamente?-
-          Percorrendo lungo questa strada abbiamo trovato un pala-ghiaccio e così ci siamo fermati lì-
-          E come si chiama?- chiedo avendo uno strano presentimento riguardante questo luogo.
-          Se non ricordo male…”Angelo di Ghiaccio”…ho qualcosa di simile-
Ora mi ricordo perfettamente  dove ho già visto questa strada: era il giorno in cui sono scappata e così ho saltato la partita contro l’Italia. Mi si illumina il volto al solo pensiero di scivolare sul ghiaccio e lasciarmi trasportare dai sogni e dalle emozioni che provo pattinando.
Arrivati finalmente a destinazione, entriamo ed è come me lo ricordavo: l’enorme distesa di ghiaccio al centro, circondata da una ringhiera blu e un piccolo bar alla sinistra della pista.
I nostri compagni sono già a pattinare e per poco non li riconosco essendo anche loro vestiti normalmente. Evitando di cadere, si avvicinano al muretto blu del bordo pista, dove vi siamo noi  affacciati.
-          Vi unite anche voi alla gara di cadute?- ci chiese Xavier e dopo un secondo dalla sue parole caddero insieme Sylvia e Hurley, in perfetta sincronia e anche Jordan rischia un bellissimo capitombolo se non si trova un appiglio saldo.
In risposta alla domanda di Xavier, annuiamo e insieme, io e Shawn, andiamo a noleggiare i pattini (io bianchi e lui neri). Li indossiamo ed entriamo in pista pattinando perfettamente (si vede che veniamo da Hokkaido). Con questo caldo è bellissimo stare a contatto con il ghiaccio ( provatelo a chiedere a Sylvia e Hurley). Subito Sylvia si aggrappa a me e mi chiede:
-          Mi insegni a pattinare?-
Ci penso un po’ e, quando sono sul punto di dirle di no perché non è che sia tanto brava a insegnare, mi fa cambiare idea guardandomi con occhi dolci e mi fa tenerezza.   

***

Dopo che ebbe insegnato a Sylvia a, per lo meno, stare in piedi sul ghiaccio, Aida iniziò a pattinare molto veloce lungo tutto il perimetro della pista. Non mi spiego quale ragione l’ha portata a pattinare così, ma , si da il caso, che sembra un angelo. Il capelli volano accompagnando il corpo che esegue dolci movimenti. Mentre sono ipnotizzato a guardarla, Hurley e Axel mi si avvicinano e, riportandomi alla realtà, il primo mi chiede:
-          Perché non fate un duetto?-
-          Già…potremmo chiedere agli addetti alla pista di mettere una canzone romantica, o che vi piace- aggiunge Axel, incoraggiandomi. Hanno uno sguardo furbo questi due e questa cosa non mi piace.  Per mia grande sfortuna anche Nelly e Cammy hanno sentito le parole dei due e si avvicinarono chiedendomi:
-          Che canzone ti piace?-
-          Per favore ragazzi, un attimo. Non so neanche se ad Aida va bene! E poi io non ho mai pattinato in coppia!- esclamo a disagio. Mi va benissimo pattinare insieme ad Aida ma non so se ha lei va bene e, sinceramente, non so neanch’io che fare. Ma la fortuna volle che in questo istante si ferma davanti a noi Aida che ha sentito le mie ultime parole, probabilmente.
-          Chi deve pattinare in coppia?- chiede, come avevo intuito.
-          Tu e Shawn. Ti va?- le domanda Nelly.
Ci pensa un attimo e annuisce. Mentre gli altri si dirigono fuori pista per scegliere la canzone, Aida mi dice, intanto che pattiniamo per raggiungere il centro della pista:
-          Ti avviso che non ho mai pattinato in coppia, questa è la prima volta…-
-          Allora siamo in due!- esclamo per poi scoppiare entrambi in una risata.
Mentre danziamo sul ghiaccio, in perfetta sincronia, come se avessimo provato questa danza un centinaio di volte, i nostri compagni sono tutti schierati lungo il perimetro e ci fissano. Lo stesso vale per le altre persone che pattinavano. È da tanto che non metto piede sul ghiaccio e non mi ricordavo le emozioni, il senso di libertà che si prova: una sensazione bellissima che non è paragonabile a nessuna parola se non a “libertà”.
Dopo aver finito la coreografia con una specie di inchino, con Aida tra le mie braccia, come in un casqué, si innalza un fragoroso applauso che dura anche per un po’.
Ci avviciniamo agli altri che subito aumentano il volume dell’applauso.
-          Dovreste andare ai campionati mondiali di pattinaggio! Sono sicuro che vincereste il primo premio!- esclama entusiasta Mark ma subito lo smentico sottolineando un piccolo particolare:
-          Lì sono ad altri livelli!-
-          Però sarebbe bellissimo! Immaginatevi il titolo in prima pagina: Aida e Shawn i più giovani campioni di pattinaggio!- vaga con la fantasia Sylvia, con uno sguardo sognate per poi muovere le labbra in un “Che romantico!”.
-          Vero sarebbe bello…- approva Aida, diventando leggermente rossa e anch’io non sono da meno.
Dopo una manciata di minuti Cammy si accorge dell’ora e decidiamo di tornare a casa per il pranzo.

***

Mentre camminiamo per tornare a casa, io e le ragazze rimaniamo un po’ indietro rispetto ai ragazzi e così ne approfittano.
-          Aida, posso farti una domanda?-
-          Certo Cammy…dimmi!-
-          Chi ti piace?-
Rimango totalmente spiazzata da questa domanda. Non me l’aspettavo.
Sento le guance andarmi a fuoco e, improvvisamente, divento timida.
-          …P-perché lo v-vuoi s-sapere?-
-          Così, per curiosità!- ma anche le altre sono molto interessate a questa conversazione tra me e Cammy (e molto è dir poco).
Mi guardo intorno , soprattutto davanti, per assicurarmi che nessuno mi senta e, dopo aver preso un bel respiro, dico tutto d’un fiato:
-          Mi piace Shawn!-
Sul volto delle ragazze spunta uno strano sorrisetto furbo, che mi dice che stanno tramando qualcosa. Qualcosa che non saprei dire con certezza…




*Note D'Autrice*
Spero che possiate perdonarmi del ritardo...è colpa dll'ispirazione che si è fatta una vacanza
Spero anche che vi sia piaciuto questo capitolo anche se è di passaggio
In origine doveva essere la prima parte dell'ultimo capitolo ma mi sono detta: " Perchè non lo divido? E' molto più semplice e poi altrimenti diventa troppo lungo l'ultimo chappy!"
Detto fatto!!
Spero (continuo a sperare perchè l speranza è l'ultima a morire) che continuerete a seguire la fic fino all'ultimo capitolo!!
Alla Prossima!!!
   
 
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