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Autore: larryssouls    03/08/2013    1 recensioni
-Puoi ingannare tutti qui, ma non me: perché sei tornato?-
-Te l'ho detto, mi andava di tornare a casa. Questo posto mi mancava-
-SMETTILA DI DIRE STRONZATE! Perché sei tornato?-
-Sono tornato perché ho bisogno di te-
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-Buongiorno piccola-
-Buongiorno-
Che bella sensazione: sentì uno spiffero d'aria solleticarmi il collo, ma non mi dava fastidio, per niente, perché c'era qualcos'altro che mi riscaldava; qualcun'altro.
-Da quanto sei sveglio?-
-Da un po'. Non sei mai stata una tipa mattiniera- ma da quanto tempo era sveglio?
-Da un po' quanto?-
-Il tempo di un caffè e di tornare qui da te a vederti dormire. Non mi ero mai accorto di quanto fossi bella- e così dicendo posò la testa sul mio petto stringendomi poi in uno di quei suoi tanto improvvisi quanto meravigliosi abbracci.
-E io non mi ero mai accorta di quanto tu potessi essere dolce- gli riposi io abbracciandolo con entrambe le braccia e soffermandomi poi ad accarezzargli la schiena.
-E' così bello stare qui-
No Louis, sei tu che sei bellissimo.
Il suo corpo nudo vicino al mio, il suo tocco su di me, sentire le sue labbra poggiarsi sul mio collo, le nostre gambe intrecciate, sembrava il Paradiso; lui era e rimane il mio Paradiso.
Quella notte ci eravamo riscoperti per quello che eravamo: due persone che si cercano, che si vogliono, che si amano. Sì, Louis ed io avevamo fatto l'amore quella notte, non semplice sesso.
Lui aveva detto di amarmi ed io gli ho creduto, gli ho creduto così come gli credevo in quel momento, guardandolo qui accoccolato su di me.
-Dai Boo, è ora di alzarsi. Prima di andare da mio padre vorrei almeno fare colazione e una doccia-
-Non voglio-
-Non vuoi cosa? Che io faccia colazione o la doccia? Io ho fame Boo!!-
-Non voglio andare da tuo padre- e adesso che gli prendeva? Sapeva che quell'uomo era l'unica possibilità per noi di uscire puliti da quella storia! Non c'era altra soluzione.
-E invece ci andremo. Lo sai, non possiamo fare altrimenti-
-Ma tu...tu non...!- era capace di preoccuparsi per me in ogni momento, anche se quello con la merda fino al collo era lui.
Certo, di sicuro non fremevo di gioia all'idea di rivedere l'uomo che aveva rovinato la vita di mia madre, ma se per una volta poteva rendersi utile, questa era la volta buona.
-Abbiamo bisogno di lui o dei suoi soldi, vedila come ti pare. Non darti pena per me, non saranno di certo poche ore in sua compagnia ad uccidermi- lui si tirò su portandosi vicino al mio viso in modo che potessi sentire il suo odore salirmi lungo le narici, così buono e fresco.
-Non so cosa farei senza di te. Mi dispiace per essermi comportato da coglione due anni fa, avevo una fottuta paura di deluderti. Avevo ormai raggiunto il fondo e se fossi rimasto ti avrei trascinato giù con me e io non lo volevo, non te lo meritavi, e non dovrei essere qui nemmeno adesso. Ti sto rovinando la vita-
-Smettila di dire stronzate Tomlinson- misi il mio indice sopra le sue labbra intimandogli di tacere -E' vero, sei stato un coglione, ma adesso sei qui e grazie al cielo che sei qui! Louis, ti ho aspettato a lungo, ho passato giorni, settimane, mesi davanti alla porta di casa mia sperando di vederla spalancarsi davanti a me mostrandomi la tua figura, il tuo sorriso, i tuoi occhi. Sei qui Lou e hai fatto l'amore con me, nulla ora potrà farmi cambiare idea- ed era vero: qualsiasi cosa fosse successa tra me e il castano d'ora in poi, non avrebbe cambiato nulla.
Ero finalmente felice e niente e nessuno mi avrebbe impedito di continuare ad esserlo.
Lui sorrise, mi lascio un dolce e delicato bacio sulla guancia, per poi spostarsi sulle mie labbra ad approfondire quel contatto.
"Scusa"
"Grazie"
"Resto"
"Ti amo"
Quante cose mi stai dicendo con questo bacio Louis.
Lo sento, ti ascolto.
Parlami Lou, continua a farlo.
Sono qui, non me ne vado, e la mia presa attorno al suo collo vuole solo confermare tutto questo.
Sono qui, ancora una volta.
-Forza pigrone! Dobbiamo vestirci- dissi io mandando a farsi fottere l'idea della doccia; avremmo fatto troppo tardi.
-Mmm...un altro po'- cercò di nascondere la testa sotto le lenzuola, ma con scarsi risultati.
-Muoviti! Io vado a chiamare mia madre, quando torno voglio trovarti pronto!- spostai da sopra di me le coperte prendendo la camicia di Lou da terra per mettermela addosso.
-Signore! Vatti a vestire, ti prego!- esclamò lui d'improvviso portandosi le mani sugli occhi.
-Si può sapere che c'è?!-
-C'è che se entro cinque secondi non sei in bagno a vestirti, prendo e ti salto addosso e dopo col cazzo che andiamo da tuo padre!-
-Ma non ci penso proprio! Fermo lì!- presi gli indumenti lasciati a terra la sera precedente per poi correre diretta verso il bagno nascondendomi al suo interno -E vestiti, PERVERTITO!- così dicendo, chiusi e sbattei la porta impedendogli di poter entrare chiudendola pure a chiave: Tomlinson è pericoloso, non si sa mai.
Ci preparammo e fummo pronti in qualche minuto.
Mio padre aspettava.

-Sei sicura?-
-Sì. Suona- suonammo il campanello e poco dopo sentimmo la serratura della porta scattare.
Ci siamo.
-Francy?-
-Mark...ti vedo bene- non feci in tempo a dire altro che me lo ritrovai addosso.
Era un ragazzino fantastico mio fratello, il nostro rapporto è sempre stato puro, sincero. Mark ed io ci volevamo davvero un gran bene, siamo sempre stati molto uniti, ma da quando i nostri genitori divorziarono riuscivamo a sentirci solo per telefono, erano anni che non lo vedevo. Mi era mancato davvero molto.
-Louis? LOUIS TOMLINSON?- la sorpresa negli occhi di mio fratello era grande.
Quand'era più piccolino aveva una vera e propria ossessione per Louis, era il suo modello, il suo idolo: "Da grande voglio diventare proprio come Lou" così diceva. Quei due insieme non perdevano occasione per combinare disastri.
-Ehi peste! Ma pensa te, ormai sei diventato alto quasi quanto me- disse il più grande accarezzandogli la testa.
-Sei tornato- rispose il più piccolo abbracciandolo stretto -Mia sorella mi aveva detto che eri partito, dove sei stato?- sentì la sua mano stringersi attorno alla mia mentre con l'altra cominciò a grattarsi nervosamente la nuca.
-In giro. Ma ora sono qui, è questo l'importante, no?- finì Louis spostando lo sguardo su di me, cercando un qualche tipo di aiuto per far sviare il discorso. Annuì.
-Certo. Senti Mark, papà è in casa? Dovrei parlargli- lui si fece subito cupo in volto abbassando il capo e guardandosi i piedi.
-Sì, ma...- solo allora capii: merda.
-C'è anche lei?-
-Sì. Se vuoi le dico di...!-
-No, tranquillo. Possiamo entrare?- a mio fratello gli si illuminarono gli occhi; aveva paura che me ne andassi dopo aver saputo che c'era anche lei in casa, la compagna di mio padre, Nicole.
Odiavo quella donna: reincarnava tutto il dolore che aveva provato mia madre, aveva distrutto la mia famiglia portandoci via Mark e mio padre, e aveva sempre cercato di provarci anche con me, trovandosi ogni volta un muro davanti.
Entrammo in casa e il mio dolce fratellino ci condusse in salotto, dove papà e quell'oca della sua compagna stavano discutendo.
-Papà, papà! Guarda che è venuto a trovarci!- questo si voltò nella direzione indicatogli dalla voce del figlio, rimanendo di stucco davanti a quelle due figure immobili nel suo salone, mano nella mano, che eravamo noi.
-Francesca e...Louis Tomlinson?-
-Ciao papà- non mi preoccupai nemmeno di salutare Nicole; non che lei lo fece, chiaro! Era un odio reciproco il nostro, per fortuna.
-Tesoro, che bella sorpresa! E tu, ti vedo in forma ragazzo! Ma c'è forse qualcosa che dovrei sapere?- disse l'uomo indicando le nostre mani ancora unite.
-Beh, noi...-
-Nulla che ti riguardi- la vita era la mia e lui non ne faceva più parte. Era stata una sua scelta abbandonarci, non gli dovevo nulla.
-Vedo che non sei ancora riuscita a perdonarmi- dispiaciuto della mia fredda risposta, lasciò cadere le braccia lungo i  fianchi arrendendosi ai miei modi bruschi -Allora, a cosa devo questa visita? Dubito che siate passati per un saluto- diretta e decisa: era Louis la mia priorità, nient'altro.
-Mi servono soldi papà. Il college, i libri, l'appartamento in cui mi trasferirò, le varie spese che dovrò affrontare: mamma non può farcela da sola e io non ho ancora trovato un lavoro. Puoi aiutarmi?-
-Sai che posso farlo e che lo farò. Quanto ti serve?- era diventato davvero così arrendevole? Meglio per me.
-Diecimila sterline-
-Diecimila? Davvero?-
-Non mi credi?-
-Nono, so quanto è cara la vita al college, solo che non credevo fosse così cara. Entro quanto ti servono?-
-Il prima possibile. Ho già cominciato ad inviare alcune domande di iscrizione-
-Sono fiero di te, piccola. Come...come sta tua madre?- voleva farmi credere che davvero gli importava ancora qualcosa  di lei? Che ipocrita.
-Come vuoi che stia? E' andata avanti, ma non è stato facile- vidi Nicole sbuffare da dietro e allora persi la pazienza. Non doveva azzardarsi neanche lontanamente a pensare a mia madre -Che c'è Nicole? Ti annoia così tanto sentir parlare di lei?-
-Mi disturba sentir parlare di lei in casa mia-
-Casa tua? Ma sentitela. Non hai di certo investito tu i soldi per comprare questa casa! E' di mio padre, quindi è più mia che tua e nomino mia madre quanto e dove mi pare e piace!-
-Senti, quand'è che te ne vai? Mi dai noia-
-Razza di...!-
-BASTA! Nicole smettila, non hai il diritto di offendere Laura e mia figlia, restano pur sempre la mia famiglia- ora basta, con questo ha passato ogni limite; Louis notò subito il mio nervosismo, tant'è che fu lui a prendere la parola cercando di salvare il salvabile.
-Signore, noi...!-
-Louis, ti prego, dammi del tu-
-John, noi dovremo andare. Abbiamo delle faccende da sbrigare e non mi sembra il caso di rimanere qui- mio padre, sconsolato, annuì soltanto trovandosi in accordo con le parole del ragazzo e porse a Lou un foglio di carta che doveva essere l'assegno di diecimila sterline.
-Ecco, tieni. Mi dispiace, per tutto quanto. Louis, prenditi cura di lei-
-Sicuramente lo farà meglio di te. Andiamo?- ero abbastanza scocciata, non volevo stare un minuto di più là dentro.
L'unica persona per cui mi sentivo in colpa era Mark: mi allontanai da Louis per avvicinarmi al mio fratellino.
-Ehi piccolo. Tornerò, ok?-
-No, non lo farai...non finché ci sarà lei-
-A me non interessa di lei: un giorno vengo qui e andiamo via, una giornata solo io e te, come ai vecchi tempi-
-Me lo prometti?-
-Te lo giuro Mark- mi era mancato davvero tanto abbracciare mio fratello, dava un'aria così familiare.
-Ti voglio bene sorella-
-Anch'io fratellino-

-Stai bene?-
-Non le sono saltata addosso strappandole i capelli, mi sono contenuta- presi il cellulare dalla sua tasca -Chiamalo. Prima finiamo, meglio è-
-Non posso- mi rispose lui subito dopo.
-Come non puoi?-
-Non funziona così: è lui che ha le redini del gioco-
-E quindi?-
-E quindi torniamo a casa. Voglio solo stare con te ora, nient'altro-






*Spazio Autrice*
Buongiorno gente! ^^
Non vi aspettavate di vedermi così presto, eh?
Ma dovevo farmi perdonare uu
Ecco qui il nuovo capitolo, tutto incentrato sulla Famiglia, come vi avevo detto c:
Io adoro Mark, sul serio *-*
A parte questo, Fra e Nicole non vanno molto d'accordo e con il padre ha un rapporto molto conflittuale.
Insomma, ha le sue buone ragioni!
Louis tenta di fare il diplomatico, ma con scarsi risultati lol
Cosa succederà ora con Max? Boh lol
Ragazzi, grazie a tutti, come sempre c:
Ora scappo, ci risentiamo presto!
Un bacio,
KaananX3

  
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