Origini svelate
“A |
lice? Tu sei Alice?”
“Sì… E tu sei mio nonno, vero?
La nonna mi ha fatto vedere molte volte delle vostro foto insieme, dicendomi
che eri morto!”
“Lo credo bene che te l’abbia
detto, era l’unico modo per salvarti… Ma adesso non capisco perché ti abbia
fatto andar via dalla tua stanza!”
Alice allora non riuscì quasi a
ribattere, pensando alla povera defunta nonna.
“Ecco
” incominciò lei. Il
vecchio però decifrò il silenzio della giovane e, senza più guardarla in viso, le
chiese di uscire.
“Ma perché, nonno?”
“Vattene subito da casa mia, tu
non sei mia nipote!”
Alice però non mosse un solo
passo.
“Ti decidi ad and…” fece il
nonno bloccandosi subito dopo aver risollevato lo sguardo, incrociando quello
della nipote. Adesso era certo, senza quegli occhiali che le coprissero quelle
perle azzurre. Non riusciva quasi a crederci, aveva davanti a lui l’adorata
nipotina che era certo non avrebbe mai più rivisto.
“Nonno, che devo fare? Ho
paura!” ammise la ragazza sull’orlo del pianto. Il vecchio quasi non sapeva
cosa rispondere, ma poco dopo prese a parlare.
“A questo punto è inutile
nasconderti la verità. Volevamo tenere questo segreto ancora per qualche anno,
ma a quanto pare non ne siamo stati capace. Siediti” e così Alice si sedette,
esattamente come il nonno, che prese a raccontare.
“Devi sapere, mia cara Alice,
che la maledizione che ha portato via il blu dal mondo prevedeva che qualunque
cosa esistente sarebbe stata privata di questo colore, e che nient’altro nel
futuro avrebbe potuto possederlo…”
“E cosa ha fatto in modo che i
miei occhi non perdessero il loro colore?”
“È semplice… Quando
l’incantesimo stava agendo, tua madre ti stava mettendo al mondo. In questo
modo il sortilegio non ha agito su di te in quanto, seppur esistevi, non eri
ancora effettivamente nata”
Finalmente la ragazze ebbe le
spiegazioni che pretendeva, ma che non avrebbe mai immaginato minimamente.
“Sei nata proprio nel momento
esatto per conservare i tuoi meravigliosi occhi, ma questa non si rivelò altro
che una disgrazia. Tua madre morì subito per il parto, e affidò a me e a tua nonna
il compito di proteggerti. Così decidemmo di nasconderti in quella grande
dimora nel bosco, per evitare che qualcuno scoprisse che la maledizione non
avesse avuto effetto su di te”
Alice capì e perdonò le azioni
dei nonni, e si rese conto del peso che fece gravare su di loro. La ragazza
aveva però ancora troppe domande, e quel che era certo era che non sarebbe
tornate a vivere nella sua prigionia.
“Ma nonno… Perché tu sei
rimasto qui e non hai vissuto con me e con la nonna?”
“Non potevo farlo… Ma non posso
dirti il perché”
Alice non capiva proprio cosa
nascondesse il nonno, ma questi era del tutto restio a dirle la verità.
“Almeno puoi dirmi cos’è questo
simbolo?” chiese indicando la collana.
“È da sempre il simbolo della
tua famiglia”
“Vuoi dire che i miei genitori
erano nobili?”
“No. O almeno non entrambi. Tuo
padre era un duca, tua madre solo una serva. Comunque basta con le domande, hai
saputo fin troppo per oggi”
“Ma nonno, io ancora ho molte
cose da chiederti”
“Alice, no!. Va a riposarti, siamo
ancora nel cuore della notte, e domani, quando sarai in forze e dormiranno
tutti, andrai di nuovo nella tua vera casa”
“Ma nonno!”
“Niente ma! Adesso va a
dormire, c’è un letto più là in fondo”
Alice non replicò e andò via,
in direzione del letto. Si mise sdraiata e iniziò a rimuginare sui suoi
genitori, addormentandosi però quasi subito, mentre il nonno, in silenzio,
piangeva la scomparsa dell’amata moglie.