“No! Quello che sto cercando di dirti è che tre anni
fa, esattamente il 26 Luglio 2005, hai avuto un incidente che ti ha quasi
ucciso!”
Rimango in silenzio, stordito da quelle parole.
Quel turbinio di pensieri che mi affollava la mente
sono scomparsi in un momento, tutti insieme.
“Un… incidente?” balbetto sgomento e confuso.
Com’è possibile? Io non ricordo niente di tutto questo!
Io non… ricordo niente…!
Alzo improvvisamente gli occhi su quelli di Draco. Un interrogativo,
anzi ormai una certezza, si fa largo fra tutti quei pensieri sopiti schiacciandomi
con la sua inammissibile chiarezza ed ovvietà.
É con opprimente timore che aspetto una risposta da
Draco all’ implicita domanda ormai chiara attraverso i miei occhi persi e increduli.
“Per tre lunghi anni sei stato steso immobile in quel
letto d’ospedale, sembrando quasi che stessi dormendo, e ora…sei qui…”
Ti interrompi un attimo prendendoti la testa tra le
mani, come a cercare di riunire quell’ultimo briciolo di forza per affrontare
tutto quello che sta accadendo, ma soprattutto tutto quello che immagino avrai passato
in questi ultimi tre anni.
Io rimango immobile e in silenzio, quasi potessi
comprendere tutta la sofferenza che hai affrontato. Mi sento terribilmente in
colpa di averti lasciato improvvisamente solo di fronte a tutto quello, ma mi
chiedo anche che cosa sia successo in questi tre anni…e tremo al pensiero…
“In pratica ti sei risvegliato con il ricordo che
sarebbe stato il giorno del tuo compleanno, il 27 Luglio 2005, come se fosse
passata solo una notte… solo una maledetta notte…”
Ti interrompi ancora con un pesante sospiro.
“Invece sono trascorsi tre anni, tre interminabili anni,
in cui io non ho potuto fare altro che rassegnarmi all’idea che non saresti più
tornato da me e in cui…”
“Ma io sono tornato, no? Eccomi qui!” dico fiducioso,
ma l’espressione amara sul viso di Draco non mi rassicura affatto.
“… in cui io non ho potuto fare altro che andare avanti.
E anche se con fatica sono andato avanti, mi sono rifatto una vita, una vita in
cui tu non eri previsto, una vita senza di te, Harry”
Il mio cuore perde un colpo. Sento l’aria mancarmi. La
mia mente perde quella poca lucidità che aveva riacquistato, confusa di nuovo
da mille pensieri assurdi ma in questo momento così reali e tangibili.
Ancora una volta non riesco a proferire parola, ma
stavolta perché mi manca il respiro e continuo ad arrancare aria, pregando che
non uno di quei terribili pensieri possa essere la realtà, ma invano…
“Harry, io… io mi sono sposato, con una donna e abbiamo
una figlia”