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Autore: Barbie Klaus    03/08/2013    17 recensioni
Una storia d'amore.
Shiller: l'unico ragazzo che fa crollare le certezze di Roxane.
Roxane: l'unica ragazza che procurerà tanti bei guai a Shiller.
L'inizio di una storia fra due semplici teenager che cresceranno insieme affrontando tutto quello che la vita gli mette di fronte. Diventeranno due ragazzi, due adolescenti alle prese con il primo amore che sembra ostacolato, riusciranno a stare insieme nonostante tutto?
E se succedesse qualcosa più grande di loro? Affronteranno tutto a testa alta?
-
“Magari lei non era affatto la donna della tua vita…”
“Sì che lo era.”
“Perché?”
“Perché era matta, era tutta sbagliata. Era vera, se capisce
quello che voglio dire. Era una strada piena di curve assurde,
che correva in aperta campagna, senza preoccuparsi mai di
tornare. Senza nemmeno sapere bene dove stava andando.
Era una di quelle strade su cui ci si ammazza.”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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1.Un mare di guai; 



Erano almeno tre mesi che Roxane conosceva Shiller, subito tra loro due si era creata una sintonia, erano diventati immediatamente amici, anzi quasi migliori amici oramai tutti nel gruppo li definivano così, avevano scoperto di poter contare l’uno sull’altro in qualsiasi momento, anche se qualcuno non era contento che avessero legato; l’invidia è una brutta bestia si sa.
Da qualche tempo però tra i due ragazzi sembrava esserci più di una semplice amicizia, i genitori di Roxane però non sembravano apprezzare questa cosa o almeno suo padre,infatti, la ragazza aveva accennato più volte che il suo papà pensasse che Shiller fosse una cattiva compagnia e che doveva smettere di vederlo, ma Roxane era una ragazza testarda e quindi non ci pensò neanche alle richieste del padre; iniziando a frequentare anche durante le ore di scuola il ragazzo, marinando la scuola. Però dopo diverso tempo i professori chiamarono a casa sia di Shiller che di Roxane, che finirono nei guai con i genitori e il ragazzo pure con la preside della sua scuola.
 
Quel giorno, un venerdì il moro avrebbe dovuto affrontare tutti, sia gli insegnanti, i suoi genitori e la preside, che aveva organizzato una riunione nel suo ufficio, per prendere provvedimenti. Quella mattina Shiller era teso non sapeva cosa inventarsi per giustificare la sua assenza di tre settimane, ma l’ora della riunione era già giunta e accompagnato da Sharon e Kevin i suoi genitori entrò in presidenza, trovando tutti i professori compresa la preside attorno ad un tavolo; non appena furono tutti seduti la preside iniziò a parlare per prima illustrando la situazione a tutti:“Oggi siamo tutti qui, perché questo ragazzo, Shiller, è stato assente per ben tre settimane, tutti pensavamo a una normale influenza la prima settimana, ma alcuni insegnanti non vedendolo dopo due settimane hanno deciso di chiamare casa e i genitori non erano a conoscenza delle assenze fatte dal ragazzo e così eccoci qui a decidere una decisione sul da farsi, non solo hai mentito a noi Shiller, ma anche ai tuoi genitori e reso complici i tuoi amici che sapevano quello che stavi facendo e quella povera ragazza”;
Intervenne una professoressa: “Ragazza?! Ora si spiega tutto!”.
 
Il professore di matematica intervenne anche lui per dare la propria opinione: “Dato che sembra che il ragazzo in questione, non sia di molte parole o sta cercando di difendere qualcuno e di non metterlo nei guai, ora faremmo delle domande riguardanti le tue assenze esclusivamente su di te, mio caro Shiller e gli altri che sapevano di queste tue assenze non saranno coinvolti”
“Certo signore” rispose Shiller;
Uno per uno i componenti del gruppo fecero una domanda alle quali il moro dovette rispondere per forza, non poteva mettere in mezzo i suoi amici in questa storia.
“Allora Shiller, ammetti di esserti assentato per tre settimane senza che i tuoi genitori lo sapessero?” domandò la professoressa di letteratura, famosa per la sua severità.
“Sì” rispose Shiller un pò scocciato, lo stavano mettendo con le spalle al muro e questo non gli piaceva affatto.
“Ed è vero che non eri da solo? Di certo non sarai stato tutti giorni ha divertiti da solo” fece sempre la famigerata professoressa che incrociò le braccia al petto con aria di superiorità.
 “Sì, ma …” tentò invano il ragazzo di spiegare.
“E sei cosciente che ora verrai sospeso e non solo tu perché noi sappiamo con chi sei andato a divertire in queste settimane?” intervenne,finalmente un altro professore, quello di scienze;
“Sì, ma vedete io…” e venne di nuovo zittito, quella situazione e quel comportamento iniziavano a dargli sui nervi.
“Sai anche che dopo questo avvenimento pensiamo che non sia una buona idea che continui a frequentare una ragazza del genere e che dovresti smettere di vederla?!” Riprese il discorso la preside, in fondo era lei che prendeva decisioni in quella gabbia di matti.
“No, questo è troppo!” sbottò Shiller, non erano i suoi genitori non potevano decidere chi doveva frequentare, non era un loro diritto.
“Che cosa dici ragazzo?!” stupita e sbalordita come se non avesse mai sentito quelle parole uscire da una persona, domandò l'insegnante di letteratura.
 “Dico la verità, non mi sembra di aver fatto niente di male, siamo ragazzi, siamo andati a divertirci durante le ore di lezione, ma non abbiamo fatto male a nessuno, dateci la nostra punizione e basta, non intendo smettere di vedere Roxane solo perché voi professori pensate che sia una cattiva influenza” urlò quasi rabbioso Shiller, no non gli piaceva affatto che qualcuno gli mettesse i bastoni fra le ruote.
“Aspetta un attimo, qui è chiaro che non si tratta di una semplice amicizia, perché se fosse così accetteresti quello che ti stiamo proponendo dato che la conosci da poco più di tre mesi. Ma è evidente che provi qualcosa di più” si impicciò di nuovo il professore di scienze, chiedeva solo dei fatti superflui, cosa gli interessava a lui sapere cosa provava Shiller per quella ragazza. 
“Qualcosa provo”  disse il moro, era pur sempre la sua vita privata e di certo quelli non era dei parenti benevolti che per curiosità domandava una cosa del genere.
“Che cosa di preciso?” chiese l'impicciona di turno, la prof. di educazione fisica. 
 “Ad essere sinceri non lo so nemmeno io, è una situazione strana, non so, io con lei sto bene sento che mi posso fidare ed è così, quando la vedo sono felice e dimentico chi sono, dimentico tutto è … bho, non lo so” volevano la verità, eccola la verità. pensò tra se Shiller quando diede la risposta, almeno avrebbero finito che stupide domande per lo più inutili e l'avrebbero fatto andare a casa.
“ Shiller saremmo chiari con te, per un ragazzo di appena quindici anni è una cosa bellissima questa sensazione che tu provi, ma tu sei innamorato della ragazza sbagliata” ri-eccola la vecchia vegera di letteratura, cosa ne sapeva lei di Roxane che neanche la conosceva...
“Questo lo dite voi! Per me non è sbagliata, è una ragazza meravigliosa e dolce” scattò di nuovo sull'attenti Shiller, non erano nessuno per poterla giudicare così a priori.
“Comunque la decisione è stata presa, sei sospeso per tre settime a partire da lunedì” chiuse il discorso la preside, si era stancata anche lei di tutto quell'impicciarsi in faccende amorose.
“tre settimane?!” chiese il quindicenne quasi a bocca aperta. tre settimane erano tantissimo tempo. 
 “Sì esattamente. ah ragazzo, forse è meglio che tu interrompa ogni tipo di rapporto con quella ragazza, fidati.” commento finale della zitella di letteratura.
 “ Va bene, Arrivederci” non voleva ribattere ancora o avrebbe perso le staffe. 

 
Shiller tornò a casa con i suoi genitori che per tutto il viaggio e per tutta la riunione non avevano parlato, neanche lui sapeva cosa pensare, non sapeva se li aveva delusi o se la pensassero come i professori riguardo Roxane; quando arrivò a casa andò nella sua camera e preso dalla rabbia per poco non ruppe l’armadio, non era riuscito neanche a parlare con i suoi genitori e dirgli quello che era accaduto, ciò lo faceva arrabbiare ancora di più, si distese sul letto cercando di mantenere la calma e di ricordare a se stesso chi era, chiuse per pochi gli occhi, li riapri solo quando il cellulare posto sul comodino iniziò a vibrare a causa di un messaggino, non aveva proprio voglia di scocciature, ma appena vide il nome che compari sullo schermo del cellulare tutti i pensieri svanirono…era Roxane!


 
Da Roxane:Ehi cucciolo,
com’è andata la riunione?

 
-Solita rottura, mi hanno sospeso per tre settimane a te come è andata?
 
-così tanto? solo a causa mia? mi sento in colpa,
comunque niente, mi hanno detto che dato che non avevo fatto
nessuna assenza fino ad ora me la cavo recuperando le lezioni
perse due volte a settimana al pomeriggio, per tre settimane.

-Smettila di dire sciocchezze, la colpa è di tutte e due, non solo tua.
 
-Ora si che mi sento meglio, ma adesso che cosa farai?
 
-Semplice starò con la mia ragazza preferita.
 
- Wow, vedo che già hai trovato qualcosa da fare,
come si chiama questa fortunata ragazza?

-Perché lo vuoi sapere?
 
-Così semplice curiosità.

-Non è che sei gelosa?
 
-Ma chi io? No no no, voglio solo sapere chi è questa ragazza
che può stare con te, dato che io non
posso farlo
- Anch’io vorrei stare con te, dai,
ora vado devo aiutare mia madre a fare delle faccende,
ci vediamo stasera per mangiare qualcosa insieme?

 
-Ma non eri in punizione?
-Non sono mai uscite quelle parole dalla mia bocca.
 
-D’accordo, passi tu a prendermi però alle sei,
puntuale mi raccomando, un bacio.

-A stasera



Il giovane dopo quei pochi minuti passati a scrivere quei messaggi con la sua ‘amica’ iniziò ad aiutare sua madre fino all’ora di pranzo quando si ritrovò a tavola con leie suo padre che era tornato per il pranzo stranamente, decise di parlarle, era comunque la sua mamma poteva dargli qualche consiglio se non era delusa o arrabbiata.
“Mamma, ti ho deluso?” disse in modo diretto alla madre senza girarci troppo intorno.
“No tesoro, ero solo sorpresa che avessi saltato così tanti giorni di scuola, ma lo so sei un ragazzo a cui piace una ragazza e che vuole stare con lei più tempo possibile, era così anche tuo padre con me, con la differenza che eravamo all’ultimo anno e non al secondo” rispose Sharon aggiungendo un timido sorriso a quella conversazione.
“Davvero?” domandò Shiller, in effetti sua madre non era mai stata una tipa da strilli e oggetti che volano. Cercava sempre di vedere il lato positivo in tutto. 
“Certamente sia io che lui eravamo stati sospesi a quei tempi per il nostro comportamento” disse indicando il marito li affianco che in quel momento stava bevendo e per poco non sputò tutto. 
“Stasera esco con Roxane” non era una richiesta quella del ragazzo, più che altro un'affermazione che non voleva repliche. 
“Ci scommettevo sei sempre stato un tipo testardo. Più ti si dice di non fare una cosa e più la fai, però penso che i tuoi professori non siano i tuoi genitori e che non ti possono proibire di vedere questa Roxane nel tempo libero, quindi se mi stai chiedendo il permesso per vederla la risposta è sì puoi” affermò Sharon, conosceva bene le intenzioni del figlio, non voleva perdere la sua autorità quindi disse comunque la sua sul potere o non potere uscire.
“Grazie mamma sei la migliore” disse il ragazzo abbracciandola.
“Però prima o poi me la farai conoscere questa ragazza, soprattutto se le cose si fanno serie tra di voi, giusto?” domandò la donna con molta curiosità, di quella ragazza sapeva ben poco.
“Certo, spero veramente che le cose si facciano serie tra di noi” disse Shiller prima di sparire defintivamente dal 'radar' dei genitori.

Dopo la conversazione a tavola l’atmosfera si fece più rilassata, infatti, nel pomeriggio non tra Shiller e sua madre non c’era più il silenzio della mattina, riuscirono anche a montare la piscina all’interno del garage molto ampio, come se fossero dei ricconi con la piscina incorporata dentro casa, cogliendo di sorpresa  Kevin non appena tornò dal lavoro, anche se Shiller lo vide per pochi minuti perché corse al piano di sopra a fare una doccia e a prepararsi per la serata con Roxane. Non appena scese per salutare i genitori, prendere le chiavi della moto per uscire, quando suo padre lo richiamò pensò che gli avrebbe fatto una bella ramanzina e invece gli aveva chiesto una descrizione e di portargli una foto della ragazza, dopo di che gli aveva fatto i complimenti lo lasciò andare, in effetti, Roxane era una gran bella ragazza, aveva i capelli lunghi e neri, mossi, ma che spesso lisciava, era magra, con gli occhi verdi, l’unica cosa di cui si lamentava anche lei era l’altezza, infatti, non era molto alta; Shiller però aveva ammesso in più occasioni però che le ragazze basse gli erano sempre piaciute e che erano tenere, secondo lui, soprattutto quando le doveva baciare si mettevano sulle punte. Il ragazzo quella sera per il suo ‘appuntamento’ con Roxane, si mise un paio di pantaloni stretti a vita bassa neri, e una camicia color blu elettrico e delle scarpe da ginnastica anch’esse nere, conciato così sembrava ancora più bello, non che non lo era prima, ma in tiro era uno spettacolo in poche parole, aveva i capelli neri con il suo ciuffo ribelle come cresta, anche lui con gli occhi verdi, alto a confronto di Roxane era altissimo, magro con un fisico piuttosto atletico. Arrivato a casa di Roxane bussò e… fu proprio quest’ultima ad aprirgli; Tutti e due quella sera erano uno schianto, lei aveva un vestitino blu con le pagliette a tubino e un paio di tacchi non troppo alti neri, per essere a inizio ottobre, le temperature erano rimaste quelle estive. La ragazza prese la borsetta e salutò sua madre;
“Andiamo a mangiare qualcosa qui vicino?” domandò la ragazza mentre si avviavano verso il fondo della strada.
“Certo, ah Roxy dopo vorrei parlarti di una certa cosa” disse serio Shiller.
“Va bene Shiller, mi devo preoccupare?” chiese la ragazza reclinando la testa in modo da guardarlo in faccia.
“No no, tranquilla, allora andiamo al solito posto?!” tentò di rassicurarla, infatti, non era una cosa di cui preoccuparsi era semplice, più o meno.
“certo!” rispose con un sorriso Roxane.


Roxane e Shiller dopo il breve tratto di strada, si fermarono nel ‘loro’ locale, dove la prima volta si erano incontrati e da dove era nato tutto, era un locale per adolescenti, infatti, non c’era nemmeno l’ombra di un adulto all’orizzonte, il nome di quel posto era ‘Fuck the world’;
i due ragazzi si sedettero ad un tavolo, che era situato ad un angolo del ristorante e ordinarono una pizza, mentre aspettavano che la cena gli fosse servita decisero di fare due chiacchiere:
“Allora, Shiller di che cosa mi dovevi parlare?” azzardò a chiedere Roxane.
“Ecco… riguarda noi, me e te” disse Shiller.
 



 
***


 
l'angolo di Barbie:
Macciao! 
Chiedo scusa in anticipo se ci sono degli errori, non volevo C: 
Spero vi piaccia.
Che cosa ne pensate?
Al prossimo capitolo.
 
un bacio, barbie klaus. ♥


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