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Autore: Piccola_stella1997    03/08/2013    1 recensioni
Gwen ripensa da anziana alla sua vita dopo il reality, ai suoi amori, amicizie, problemi e mille altre cose, raccontando tutto a sua nipote! La storia è principalmente un flashback, che riporterà in vita tutti i pensieri di Gwen...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Quella sera non mi addormentai facilmente, pensavo e ripensavo a quel minuscolo bambino che sarebbe stato 9 mesi nella mia pancia, pensavo alla scuola, avrei dovuto lasciarla, ma più di tutti pensavo a Duncan, lontano 6000kilometri da me ignaro di tutto, e forse ora si era già dimenticato di me. Tutti questi pensieri mi fecero addormentare solamente alle 5 di notte per poi svegliarmi di mala voglia poche ore dopo. Dovevo andare a scuola, erano i miei primi giorni di scuola non potevo assentarmi da subito, e poi non era neanche sicuro che io fossi incinta, o almeno quello era la mia speranza. Sarei andata di pomeriggio con mia madre e Mary a fare le analisi, molto più sicure e da li avrei avuto notizie molto più precise.

A scuola cercai di non farmi notare, come se avessi già il pancione e un bambino di 9 mesi che sta per nascere, con le braccia incrociate come per difendermi corsi nell'aula di lettere che fortunatamente trovai subito, mi sedetti all'ultimo banco e sospirai accucciandomi sul banco. Entrò una professoressa con dei capelli grigi a caschetto e dei buffi occhiali sul naso, bassa e magrolina con una maglietta rosso fuoco e una gonnella blu, di primo impatto, a vederla entrare nella classe con a tracolla una grande borsa, forse più grande di lei mi fece scappare una risatina che per fortuna nessuno sentì, ma appena arrivò alla cattedra tutti i presenti si alzarono dicendo in coro 'buongiorno' per poi sedersi dopo il suo cenno. Eppure dall'aspetto non sembrava una professoressa temuta da tutti, per gli altri professori che avevo visto nessuna si era mai alzato o augurato un buongiorno.

-Gwen Smith- per un attimo il cuore perse un battito, per poi cominciare a battere all'impazzata, odiavo parlare con la gente, preferivo starmene in disparte e al massimo parlare solamente nelle interrogazioni -Gwen Smith è presente?-

mi alzai dal banco tremando, con una mano che continuava a coprire la pancia come inconsciamente

-s-sono io- dissi con voce tremante, tutti si girarono e vidi alcune ragazze che guardandosi si misero a ridere

-perfetto, benvenuta in questa scuola, vuoi raccontarci qualcosa della tua vita?- era la prima che me lo chiedeva eppure non mi faceva molto piacere, le avrei risposto molto volentieri di no

-ehm, allora, io, io mi chiamo Gwen-

-lo abbiamo capito!- disse una di quelle ragazze di prima, già la odiavo

-zitti!- disse la professoressa e tutti si misero composti sulla sedia

-prima di venire in questa scuola vivevo a Toronto, ma per problemi familiari mi sono dovuta trasferire qui a Londra, amo disegnare e ho avuto negli anni precedenti voti abbastan..-

-ok, basta così, io sono la professoressa Stander e insegno lettere e psicologia- feci un timido sorriso e lei cominciò la lezione.

-Che imbarazzo, non puoi capire Mary!- dissi alla mia amica durante la pausa pranzo mentre cercavo di mangiare un hamburger con una strana sostanza dentro -tutti che mi guardavano, e alcune ragazze si sono messe anche a ridere, e continuavo a coprirmi la pancia, io non so che mi succede-

-stai calma Gwen, oggi farai le analisi e scopriremo tutto, sei solo nervosa tutto qui-

-non sei di aiuto!-

-si molto nervosa!- disse ridendo prima di addentare una mela.

Dopo il suono della campanella mi alzai velocemente dalla sedia cercando di arrivare nell'aula di scienze prima di ritrovarmi sola nei corridoi senza sapere dove andare, più avanti per fortuna scorsi una lunga massa di capelli rossi, corsi da Scarlett che come sempre era vicino a Oscar

-ragazzi, aula di scienze?-

-ehi Gwen. Ci stiamo andando anche noi seguici!- disse sorridendo la ragazza.

Dopo le lunghe ore a scuola finalmente l'ultima campanella della giornata mi faceva capire che potevo avviarmi fuori, Mary mi venne vicina e mi prese una mano, insieme entrammo nella macchina che Franc aveva comprato a mia madre e andammo dirette all'ospedale.

Essendo molto amante dell'horror un piccolo ago nella mia vena non mi ha mai spaventata più di tanto, eppure quel giorno comincia a tremare, tanto che la dottoressa dovette mettermi sdraiata, dopo pochi secondi il mio sangue era stato preso e l'ansia cresceva a dismisura.

-potrete venire a ritirare le analisi fra pochi giorni!- disse la ragazza a mia madre che annuì.

Sapevo che quelli sarebbero stati i giorni più lunghi della mia vita, e l'idea che in quel momento stavano analizzando il mio sangue mi terrorizzava, non volevo andare a scuola ma mia madre mi costrinse ad andarci.

 

-Ragazzi fate silenzio- cercava di urlare il professore di informatica mentre tutti i ragazzi facevano tutto tranne che stare attenti.

-se non fate silenzio vi mando subito dal preside, per favore!- si decisero almeno a girarsi verso il professore -finalmente, allora ragazzi ho deciso che come compito per casa dovrete fare tutti un progetto a coppie per il prossimo mese, ho scritto alcuni argomenti e ho già formato le coppie quindi niente litigi, a sorteggio sceglierete l'argomento-

Cominciò ad elencare tutte le coppie e ogni volta i due si alzavano per pescare argomenti come, la globalizzazione, i rischi di internet, anoressia, non capivo perchè un professore di informatica faceva lavorare su quelle cose!

-so che non sono inerenti all'informatica- disse come leggendomi nella mente il professore -però l'importante è lavorare bene col computer, quindi fare una bella presentazione, mettere immagini, comunque Smith con-

Sentito il mio cognome mi allarmai un secondo, chissà con chi mi avrebbe messo, non mi piaceva nessuno del corso di informatica, tutte snob altezzose, mentre diceva il secondo cognome qualcuno bussò alla porta, era Thomas, che tranquillamente si sedette al suo banco

-potrebbe anche scusarsi del ritardo Stander, non sta in casa sua che entra e esce come le pare e piace, mi dispiace Smith ma starete insieme- no no no tutti tranne lui, si guardò in torno non sapendo ancora il mio cognome fino a trovare la mia faccia disperata che lo fissava e mi fece l'occhiolino, mi alzai solo io e presi uno dei pochi bigliettini rimasti “la gravidanza nell'adolescenza”, era uno scherzo del destino? Thomas e un argomento che mi riguardava alla grande, fissavo il foglio incredula

-deve leggerlo ad alta voce signorina!-

-oh si mi scusi, la gravidanza nell'adolescenza-

-perfetto, continuiamo- l'ora continuò con alcuni accorgimenti sul progetto ed io mi accorsi che Thomas continuava a fissarmi, già lo detestavo. Finita l'ora corse subito vicino a me

-allora casa mia o casa tua?- disse facendomi saltare i nervi

-nessuna delle due!-

-senti so che non sono molto presente nelle lezioni, e la mia media dei voti non è altissima, però ho fatto una scommessa con un mio amico, in informatica devo riuscire a prendere B, o devo prestargli il motorino per tre mesi, e lui non è un fenomeno e ho paura che-

-senti, a me non va di lavorare con me penso quanto a te di lavorare e basta, quindi prima finiamo questo progetto e meglio è, quindi se vuoi domani pomeriggio vieni da me cerchiamo di fare il meglio possibile hai capito?-

-ok, ma non te lo dice nessuno che sei un po' acida, datti una calmata!-

-io acida? Ahahaha no tesoro sei tu che rompi-

-adoro la tua risata finta!-

-e io adoro il fatto che ora te ne vai- ok forse ero stata un po' troppo dura, ma ha iniziato lui col dirmi che ero acida, però forse un po' lo ero.

La giornata continuò lentamente, non vedevo l'ora di uscire, avevo deciso che sarei andata all'ospedale a vedere se le risposte dell'analisi fossero pronte e appena suonata l'ultima campanella scattai fuori! Mandai un messaggio a Mary che non sarei tornata a pranzo e presi il primo autobus per l'ospedale, avevo ragione, erano già pronte. Quando mi ritrovai tutti quei fogli in mano cominciai a tremare, entrai nell'Hyde Park, il parco più grande di Londra, ancora non ci ero mai andata, e avevo un po' il terrore di perdermi, a quell'ora il parco era deserto, solo qualche coppietta che si teneva per mano, o qualche vecchietta seduta sulle panchine che dava da mangiare ai scoiattoli, trovai una panchina vuota e mi ci buttai posando la borsa per terra, comincia a sfogliare tutte quelle carte, non capendo nulla di quelle scritte e numeri, finalmente nell'ultimo foglio c'era scritto, finalmente per modo di dire, come mi sentivo da quando avevo vomitato la prima volta, su quel foglio, c'era scritto che il test era risultato positivo. Non mi venne da piangere, ormai quella era solamente una sicurezza, mi incamminai lentamente perso l'uscita del parco e strascicando tornai a casa.

La reazione di mia madre non cambiò, mi abbracciò dicendomi che sarebbe andato tutto bene.

Il giorno dopo sarebbe venuto a casa Thomas, quando lo raccontai a Mary scoppiò a ridere, dicendo che ci avrebbe lasciato la camera visto che voleva farsi un giro per Londra. Durante il tragitto verso casa cercai di rivolgere il meno possibile la parola a Thomas, anche se con lui era impossibile, continuava a farmi domande e non la smetteva anche se io rispondevo con monosillabi, in casa c'era solo Addy che ma senza voltarmi corsi in camera con dietro Thomas che guardava a bocca aperta la casa

-la tua casa è immensa-

-non è casa mia, è del compagno di mia madre-

-ah capisco, e tuo padre?-

-non mi va di parlarne, dai cominciamo, non siamo venuti qui per chiacchierare!-

-ok, cominciamo prendendo qualche spunto su internet che ne dici?-

-ottimo, accendo il computer!- eravamo tutti e due imbarazzati, questo era palese, strano però che lui non facesse le sue solite battutine

-allora avevo chiesto un consiglio a mia sorella, e lei mi ha detto che potremmo iniziare parlando appunto del rischio sempre più comune nelle adolescenti di diventare mamme, i pro e i contro di una gravidanza a questa età, e di intervistare ragazze che hanno vissuto o stanno vivendo questa esperienza- non riuscivo a concentrarmi, a parte il fatto che i suoi occhi verdi mi avevano come rapita, ma cosa più importante io potevo essere intervistata e questo mi faceva stare molto a disagio, abbassai il capo

-tutto bene? Dimmi se quello che dico va bene oppure no-

-va benissimo, è un'ottima idea-

-ok e poi possiamo trovare foto di ragazze incinte e

-e potremmo fare una statistica tra le ragazze che dopo aver scoperto di essere incinte hanno avuto il supporto della famiglia, degli amici del padre del figlio oppure no-

-si anche, ok abbiamo un sacco di idee possiamo iniziare!- avevo un peso sul cuore, mi sentivo male e tenere questo segreto mi stava distruggendo, soprattutto il quel momento

-scusami ma non mi sento tanto bene!- perchè l'avevo detto?? le parole mi erano come uscite da sole dalla bocca

-cos'hai che non va?-

-penso.che.devo.andare a vomitare!- dissi prima a scatti e poi tutto d'un fiato, come l'altra volta con Mary corsi in bagno, Thomas rimase seduto per un attimo ma poi si alzò per aiutarmi

-stai bene Gwen?- disse tutto allarmato, forse anche un po' troppo

-si non ti preoccupare!-

-sei sicura? Per favore dimmelo se hai qualcosa! Stai bene?- disse cominciando a tremare, ma cosa stava succedendo?

-si Thomas, ma perchè ti stai agitando così?- subito si alzò calmandosi

-no niente, lascia perdere-

-no, dai, cioè, se vuoi parlare- mi faceva pena con quel muso lungo, chissà cosa gli girava per la testa

-ti annoierei solamente!-

-ok se proprio non..-

-mia madre è morta, e per colpa della sua malattia non faceva altro che rimettere e io non posso vedere gente che lo fa, mi preoccupo e penso che potrebbe succedere la stessa cosa di mia madre-

-oh non lo sapevo, mi dispiace io, io non vomito perchè sto male o non ho digerito il pranzo, ecco vedi, sono incinta!- rimase sconvolto quasi quanto mia madre, e mi abbracciò, fu un abbraccio dolce, sincero, caldo e da quel giorno io e Thomas diventammo amici.




Ciao ragazzuoli! Che dite sempre in ritardo questi capitoli?? Ok ok avete ragione, però in Grecia non potevo scrivere!! Eh si sono stata proprio in Grecia, ancora non ci credo, che posti stupendi. Comunque avete visto che sotto sotto Thomas nascondeva qualcosa?? Ma non preouccupatevi presto si sentirà parlare di Duncan, forse nel prossimo capitolo o forse no! Devo ancora decidere, spero che questo capitolo sia di vostro gradimento! Bacioni <3

  
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