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Autore: littlepony94    03/08/2013    0 recensioni
gli dei e le dee esistono.
e se fossi una di loro ?
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con, Triangolo
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Non mi aspettavo nulla di buono.

Sentivo gli occhi dei due ragazzi puntati su di me.
Quelli di Ares erano due punti infuocati sulla mia schiena, Ermes era seduto al suo banco ma con il corpo era rivolto nella mia direzione.
Continuai ad ignorarli, ci misi tutta la mia buona voltontà.
Durante la prima ora di matematica dell'anno, la mia gomma da cancellare cadde per terra e rimbalzò sul pavimento, posandosi proprio accanto al banco di Ares.
Mi voltai per evitare che fosse raccolta dal ragazzo ma, non avevo mai avuto grandi riflessi, i miei movimenti furono troppo lenti.
La mia mano sfiorò quella del ragazzo moro che stringeva la mia piccola gomma rossa e blu.
Lentamente si rialzò, mentre io lo feci di scatto, e allungò la sua mano, chiusa a pugno intorno alla mia gomma, per poterla lasciar cadere nella mia, che automanticamente aveva il palmo rivolto verso di lui.
Avevo fatto quel movimento senza pensarci e arrossiì leggermente mentre un sorriso sghembo, estremamente sensuale, si apriva sul volto del ragazzo.
"G-Grazie.." balbettai sottovoce, e immediatamente mi rivolsi verso la lavagna. 
Avevo paura di rimanere incantata dalla sua voce, che avevo già sentito nel mio sogno, se lo avessi fatto rispondere.
Appena suonò la campanella, infilai velocemente le poche cose che avevo portato per il primo giorno nella mia borsa e, salutando distrattamente le mie due migliori amiche, mi allontanai a passo svelto dall'edificio scolastico, diretta verso casa.
L'ipod nelle orecchie mi isolava dal mondo esterno ed ero così distratta dai mille pensieri nella mia testa ("perché i due ragazzi del mio sogno erano lì ? e perché avevano continuato a fissarmi per tutta la giornata ? cosa avevano a che fare con me ?") che finii addosso a qualcuno che camminava più lentamente di me. 
La borsa scivolò giù dalla mia spalla e io finii con il sedere per terra.
Non riuscii ad emettere alcun suono, quando trovai davanti a me Ermes, sul suo viso un'espressione sorpresa.
Sembrava anche più shockato di me.
Mentre mi rialzavo, il biondo si chinava per raccogliere la mia borsa.
"Spero tu non ti sia fatta male.. Venus, giusto ?" 
La sua voce mi fece venire un piacevole brivido lungo la schiena, come se un leggero vento estivo mi avesse sfiorato la pelle.
Annuii in silenzio, prendendo dalle sue mani la borsa che mi era caduta.
Scese un silenzio imbarazzante fra di noi.
Cercai di non sembrare maleducata, ma lo salutai ugualmente in fretta e furia.
"Grazie mille, sono così sbadata. Ehm..ci vediamo domani a scuola, ok ? ciao."
Mi allontanai veloce come un fulmine.
Arrivai a casa con il fiatone, salutai mia madre distrattamente e corsi su per le scale per chiudermi in fretta in camera.
Mi buttai sul letto e non riuscii nemmeno a spogliarmi.
Le poche ore di sonno della notte precedente e la tensione della giornata, mi fecero cadere subito nel mondo dei sogni.

Ermes ed Ares erano lì ad aspettarmi.
Mi trovai in una stanza circolare, sembrava un tempio greco, circondato da colonne doriche, al centro del quale era posto un tavolo circolare.
Numerosi triclinii erano posizionati intorno al tavolo e su due di essi erano sdraiati Ermes ed Ares.
Nel primo sogno non avevo fatto caso al loro abbigliamento, in questo invece notai le loro vesti: quella di Ermes era bianca, così bianca che sembrava risplendere; quella di Ares era rossa, un rosso scuro, sanguineo.
Portavano sandali alla schiava, corone fatte di foglie d'alloro dorate, bracciali fatti di fili di cuoio intrecciati.
Anche io ero vestita più o meno allo stesso modo.
Stessi sandali, una lunga veste di un azzurro chiarissimo, i capelli biondi erano raccolti in una complicata acconciatura fatta di tante piccole trecce, un lungo bracciale a forma di serpente si attorcigliava intorno al mio braccio destro, mentre le dita della mano sinistra erano decorate con molti anelli di diversa grandezza.
Ares staccò un acino d'uva da un grappolo che sembrava delizioso, maturo al punto giusto, e lanciandolo in aria, reclinò leggermente il capo per farlo finire direttamente nella sua bocca.
Masticò e lo ingoiò in mezzo secondo, poi mi sorrise.
"Allora, Venus, ti è piaciuta la sorpresa?"
Ero confusa.
"Così la stai solo confondendo!"
Ermes apostrofò il fratello con tono imperioso.
La sua voce era dolce, la stessa che avevo sentito quando ci eravamo scontrati.
"Ma, fratello, non sto fecendo niente di male!" gli rispose il bel moro in modo arrogante, per scoppiare subito dopo in una fragorosa risata.
Ermes gli lanciò un'occhiataccia, sbuffò.
Poi si alzò dal triclinio e si mosse nella mia direzione.
Nel momento in cui solo un suo passo separava il mio corpo da quello del ragazzo vestito di bianco, Ares, muovendosi ad una velocità sovrannaturale, impedì al fratello di raggiungermi.
"Qui non puoi toccarla, rispetta le regole, sta a lei scegliere." 
Il ragazzo moro sembrava sul punto di esplodere.
Ares ed Ermes si stavano guardando in cagnesco, ero spaventata, iniziai a respirare affannosamente quando..
spalancai gli occhi e mi ritrovai a fissare il soffitto nella mia stanza.
  
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