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Autore: ValeDowney    03/08/2013    1 recensioni
Cosa sarebbe successo dopo Aladdin e il Re dei Ladri ? Immaginate se Cassim e Iago, fossero tornati indietro ed aggiungete Casim ( la "s" si legge più come una "z"), l'unica figlia sempre in cerca di guai, di Aladdin e Jasmine: avrete un sequel della trilogia, che ho immaginato; con nuove avventure e personaggi che potreste anche aver visto nella serie televisiva del 1994
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Agrabah stava passando un brutto periodo di siccità; dopo aver riportato a “casa” i cinque amici di Casim, il gruppetto se ne ritornò a Palazzo, per poi incominciare a pensare ad un modo per ritrovare la preziosa acqua, prima che possa accadere il peggio alla gente della città: “No, così non va; no, non va proprio” disse Casim, mentre se ne stava nell’enorme biblioteca del Palazzo, insieme ad Abu, Tappeto e Genio; quest’ultimo, se ne stava seduto su di una poltrona, vestito molto elegantemente, con occhiali da vista e libro tra le mani: “Essere davvero un bel problema, questo che teniamo per le mani; se acqua non trovare, noi tutti morire” disse Genio, con accento tedesco. “Genio, ti prego, non è il momento di scherzare” disse Casim, guardandolo. Genio ritornò se stesso, dicendo: “Scusami, principessa, ma questo è proprio un bel problema”; Casim sospirò e, mentre camminava verso il mappamondo, disse: “Un giorno, sarò sovrana di Agrabah e, se sarò così, bè allora i paesani sono proprio messi bene” e fece girare il mappamondo. “Bè, ma quel giorno è ancora molto lontano: ora sei ancora una bambina ed hai tutta una vita davanti” disse Genio e, dopo essersi trasformato in una vecchietta, aggiunse dicendo: “Quando sarai vecchia, allora sì che dovremmo preoccuparci” e ritornò normale; Casim lo guardò malamente, ma poi, rivoltò lo sguardo verso il mappamondo e vide che si era fermato nelle due America, per poi dire: “Ehi, mi viene in mente una storia”. “Uhhhhhhhhhh adoro le storie” disse Genio e fece comparire un libro di favole; lo aprì, sfogliandolo velocemente per poi fermarsi su una delle storie, ma dalle pagine ne venne fuori acqua, un granchio ed una coda da sirena: “No, questa no” disse Genio e sfogliò, ma nella storia successiva, appena si fermò su di essa, uscì fuori la testa di un leone, ruggendo: “Decisamente no” aggiunse Genio e sfogliò nuovamente le pagine.

“Il nonno mi ha raccontato spesso questa storia, anche se si può definire più una leggenda: parla di un uccello mitologico, che vive nella foresta pluviale ed è proprio lui a far piovere; se solo esistesse veramente, potremmo andare da lui e chiedergli di portare la pioggia ad Agrabah” spiegò Casim. Genio sfogliò velocemente il libro di favole, per poi dire: “Mi dispiace, ma non trovo nulla di simile in questo libro” e lo fece scomparire. “Forse neanche esiste un uccello così e la gente di Agrabah morirà di sete, compresi noi” disse tristemente Casim; Genio si avvicinò a lei e, mettendole una mano sulla spalla, le disse: “Su, su, non ti disperare, piccina: vedrai che troveremo un modo”. “E come ?” domandò Casim. “Andando a cercare questo uccello mitologico” rispose Genio; Casim lo guardò, dicendo: “Ma è solo una leggenda”. “Anche la mano d’oro di Re Mida era solo una leggenda, eppure tuo padre e tuo nonno l’hanno trovata; suvvia, principessa, rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo questo uccello” disse Genio. “I miei genitori non mi lasceranno mai partire per la foresta amazzonica” disse Casim. “Ma è logico che non partirai da sola: verrò io con te…e qualcun altro, ovvio” disse Genio. “Ed io so esattamente chi verrà con noi” disse sorridendo Casim. Poco dopo… “No, no ed ancora no” disse Iago. “Suvvia Iago, non ti costa nulla” disse Casim. “Sono un pappagallo che ama il caldo, essendo anche a sangue caldo” disse Iago. “Ogni uccello è a sangue caldo e, poi, anche nella foresta dell’amazzonia c’è caldo” spiegò Casim. “Invece piove sempre ed io non voglio bagnarmi le mie amate piume; grazie tante per l’offerta, ma preferisco rimanere qua” disse Iago; Casim e Genio si guardarono; poi, riguardarono Iago e Casim gli disse: “ Va bene, fa come vuoi: noi non ti costringeremo a venire, ma mi trovi costretta a dire al nonno, chi qualche giorno fa, gli ha rubato il suo pugnale per utilizzarlo nel tagliare della gustosa frutta, visto che in quel momento, il ladro non trovava niente con cui tagliarla”. “Tu sei una piccola ricattatrice” replicò Iago. “Allora, vieni con noi ?” chiese sorridendo Casim. “Vengo se tu non spifferi nulla a tuo nonno” rispose Iago. “Ho la bocca cucita: non dirò una parola” disse Casim. “Sarebbe meglio, se no mi ritroverò senza piume in un batter d’occhio” disse Iago.

Poco dopo, i tre, più Tappeto, si trovavano nella camera da letto di Casim, la quale stava ripetendo gli oggetti che avrebbero portato con se: “Dunque abbiamo la borraccia, viveri, una tenda, bussola, sacco a pelo….sì, credo che abbiamo tutto”. “Scusa, ma perché dovremmo portarci dietro così tante cose ?” domandò Iago. “Per sopravvivere” rispose Genio, trasformandosi in esploratore e facendo comparire su Iago, tantissime cianfrusaglie da campeggio. In quel momento, le porta della camera si aprirono, ed entrò un Cassim alquanto arrabbiato: “Ciao nonnino”; Cassim camminò verso di loro e, quando vi fu di fronte, chiese: “Qualcuno ha visto il mio pugnale ? L’ho cercato dappertutto, ma non l’ho trovato”. Casim guardò Genio, il quale guardò Iago, anche se il pappagallo non si poteva vedere, visto che si trovava sotto la catasta di roba che aveva fatto comparire Genio; quindi, riguardarono avanti, quando Cassim aggiunse dicendo: “Allora, sto aspettando una risposta”. “Io non centro nulla” disse Iago, tirando fuori un’ala da sotto quella roba. “Come mai Iago ha tutta quella roba sopra di lui ?” domandò Cassim. “Stava facendo ginnastica e gli sono cadute addosso tutte quelle cose” mentì Casim. “Casim, ti abbiamo insegnato a non dire le bugie” disse Cassim. “E va bene nonnino: io, Genio, Tappeto e Iago stavamo partendo per l’Amazzonia” disse Casim. “E cosa ci volevate andare fare là giù ?” chiese stupito Cassim, quando sentì piovere su di lui; alzò lo sguardo per vedere Genio trasformato in nuvoletta grigia, che faceva piovere, per poi rispondere: “A cercare il famoso uccello mitologico della pioggia, che poi non sarà più famoso se non lo troviamo” e ritornò normale, andando accanto a Casim. “Piccola, ascoltami bene: le storie che ti racconto ogni sera per farti addormentare, sono solo storie e non c’è nulla di vero in esse” spiegò Cassim, abbassandosi e mettendo una mano sulla spalla di Casim, la quale disse: “Però, anche la mano d’oro di Re Mida era solo una storia, eppure tu ed il papà l’avete trovata, così come l’Isola Evanescente; perché non dovrebbe esistere anche un uccello capace di far piovere ?”. “Semplice: perché nessuno lo ha mai visto e, per questo motivo, non si può ritenere reale” rispose Cassim, rimettendosi in posizione eretta. “E tu ritenevi reali, per esempio, quelle creature di fango ?” domandò Casim. “Finché non le ho viste con i miei occhi, no” rispose Cassim. “Anche ciò che non si vede, può essere ritenuto reale” disse Casim. “E, questo, chi te lo ha detto ?” chiese Cassim. “Tu” rispose Casim; Cassim guardò da una parte e Casim aggiunse spiegandogli: “Ti prego nonnino: quell’uccello mitologico, è l’unica soluzione per salvare Agrabah; ti prometto, che dopo averlo trovato, non mi caccerò più in nessun guaio”. “Non ascoltarla; è una trappola” disse Iago, uscendo, per metà, da sotto tutti gli oggetti; Genio gli fece una magia ed a Iago gli crebbe il becco lungo, come se fosse stato il naso di Pinocchio.

“Piccola, è che non voglio che ti accada qualcosa; sai che ti voglio molto bene” disse Cassim, guardandola. “Bisogna anche rischiare, per ottenere qualcosa, ma so che con te, il Genio, Tappeto e Iago, riusciremo a salvare Agrabah” disse Casim; Cassim sorrise e, abbassandosi, la abbracciò e, mentre si abbracciavano, Iago, a fatica, riuscì ad uscire da tutte le cianfrusaglie sotto alle quali stava; poi, volò dai due e disse: “Scusate se interrompo questo dolce momento, ma prima ce ne andiamo in Amazzonia e prima i tuoi genitori non si accorgono che non ci sei”. “Tranquillo, Iago: ci sarà Abu a distrarli” disse Casim, guardandolo. “Perfetto, così finisce come l’ultima volta, che spiffera tutto !” replicò Iago. “Allora, potresti sempre rimanerci tu, qua a Palazzo, insieme ad Abu” propose sorridendo Casim. “Giusto, così puoi anche accertarti che la scimmia non spifferi nulla” aggiunse dicendo Cassim. “Voi due, siete dei ricattatori belli e buoni, ma io non me ne rimarrò qua, perché so già che la colpa la prenderò io, quindi preferisco venire con voi e farla prendere alla scimmia” disse Iago; Casim e Cassim si guardarono sorridendo.



NOTE DELL'AUTRICE: questo capitolo è ispirato all'episodio "La Regina della Pioggia" della prima serie di Aladdin
  
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