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Autore: Piccola_stella1997    04/08/2013    2 recensioni
Gwen ripensa da anziana alla sua vita dopo il reality, ai suoi amori, amicizie, problemi e mille altre cose, raccontando tutto a sua nipote! La storia è principalmente un flashback, che riporterà in vita tutti i pensieri di Gwen...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Passarono alcuni mesi da quel giorno in cui Thomas ed io diventammo amici, il nostro progetto andò alla grande ma io non fui presente il giorno della consegna, lui venne subito dopo scuola a farmi visita per dirmi che avevamo preso una bella A. Notò subito che non stavo molto bene, ero bianca cadaverica per tutte le volte che correvo in bagno, ma non mi scoraggiai, avevo deciso che avrei continuato la scuola, almeno fino a quando la pancia non sarebbe diventata molto visibile e il bimbo mi avrebbe fatta rimanere al letto. Thomas era un amico fantastico, sapeva farmi ridere anche nei momenti più bui, come quando aspettavo paziente la telefonata di Duncan che però non arrivava mai, e anche quando ero io a provare a chiamarlo ma diceva che il suo telefono era spento. Da quando ero li lo avevo sentito più o meno tre volte e non riuscivo a capire il motivo. Si era forse stufato della nosta distanza? Avrei dovuto dirglielo da subito del bambino?

Un giorno decisi di chiamare Courtney, forse lei mi avrebbe dato delle spiegazioni. Non pensai al fuso orario, solo quando mi rispose con una voce impastata dal sonno capì che li erano le 3 di notte.

-pronto chi è?- fortunatamente aveva il cellulare acceso

-Courtney scusami per l'orario sono Gwen- passarono alcuni secondi, forse si era riaddormentata

-Gwen?? ciao come stai? Scusa se non ti ho chiamata ma qui a Toronto Chris ci ha fatto partecipare a un sacco di programmi televisivi non ho avuto un secondo libero, anche Duncan, però ti pensa sempre, lo sto aiutando con lo studio, ha detto che vuole finire la scuola per poi trovare un lavoro e venire da te. Io invece ho fatto un corso per la rabbia, ora sono molto più calma, non mi vengono più quegli attacchi di ira! Sai mi sono fidanzata, con un ragazzo fantastico. Però questo corso mi fa parlare a macchinetta quando inizio non smetto più!- “ho notato” pensai fra me e me anche se la mia mente era rimasta nelle sue parole VENIRE DA TE, quindi Duncan ancora mi amava

-sono contenta, infatti mi ero un po' preoccupata, ogni volta che lo chiamavo mi dava spento, e non ho ricevuto nessuna sua telefonata-

-non ti preoccupare, parla sempre di te!-

-grazie, ora sono molto più risollevata!-

Per la sua forte stanchezza la telefonata finì li anche se volevo dirle un sacco di cose. Il giorno dopo fortunatamente mi richiamò e mi confidai con lei, parlando soprattutto del bambino. Saputa la notizia la sentì molto felice, voleva subito dirlo a Duncan ma poi le venne in mente una cosa, quanto avrei voluto dirle di no.

 

-allora Gwen, mi raccomando stai tranquilla che penso a tutto io, Duncan non sa nulla, e forse è solo quello il problema, è da giorni che mi sta dicendo di quanto ti avrebbe voluta li, ma non posso dirgli che tu ci sarai-

-quindi è arrabbiato? Non verrà?-

-certo che ci andrà, o lo andrò a prendere a casa con le mie mani, avrò anche fatto un corso per la rabbia ma se le cose non vanno come dico io ancora non mi va giù- mi faceva quasi paura, io ero comunque agitata, ecco il piano di Courtney, sarei andata a Toronto per il ballo che fanno nella loro scuola, e li mi sarei fatta notare da Duncan che vedendomi con la mia pancia ormai visibilissima mi avrebbe abbracciata e detto quanto mi amava, o almeno lo speravo.

-ma come sei organizzata? Parti con Mary giusto?- continuò Courtney

-si, come hai deciso tu, dormiremo a casa di una nostra amica e..-

-il giorno dopo, verso la sera di passerò a prendere, se vuoi ti porto un vestito-

-no, io con un vestito, quando mai, mi metterò la mia comoda gonna nera con i miei anfibi-

-no per favore! Almeno una maglia carina, elegante, stai andando a un ballo!-

-vedo quello che ho!-

-con te non si può ragionare!- e attaccò, ma che ci posso fare se odio i vestiti, se mai dovrò sposarmi lo farò in gonna e stivali!

La partenza era vicina, Mary ed io preparammo uno zaino con il minimo indispensabile, non saremmo rimaste li a lungo, soldi, un cambio e qualcosa da sgranocchiare nel lungo viaggio in aereo, presi le mie cuffiette e il mio blocco da disegno.

Mia madre prima della partenza ci fece un sacco di raccomandazioni e l'avrei dovuta chiamare appena atterrate.

Salimmo sull'aereo e partì, ormai era andata, dovevo dirlo a Duncan, e finalmente lo avrei rivisto, erano mesi che non mi perdevo in quegli occhi di ghiaccio, ormai mi ero abituata a quelli di Thomas, ma lui lo ritenevo come un fratello, il fratello maggiore che non ho. Giocherellone, divertente, simpatico....ehi ehi cosa mi prendeva, devo pensare a Duncan, eppure mi addormentai pensando a due occhi, non erano azzurri, ma verdi

-Gwen siamo arrivate!- disse euforica Mary con lo sguardo fisso verso in finestrino con un'aria sognante -siamo tornate nella nostra Toronto!-

Ad aspettarci in aeroporto c'era la nostra amica, quella di sempre, quella che ti vuole sempre bene, anche dopo quasi un anno che non ci sentiamo più. Jennifer ci venne incontro, non era cambiata, aveva i suoi soliti tatuaggi sulle braccia, e forse due, tre nuovi, jeans attillati e felpa nera, aveva un cartellone con scritto i nostri nomi

-ahaha in caso non vi riconosca, Londra a volte fa brutti scherzi- sapevo bene a cosa si riferiva, anni fa era partita con sua madre per Londra, ma proprio durante la vacanza la madre aveva avuto un incidente e quando Jennifer era tornata non sembrava più lei, cupa, silenziosa, scavata in viso. Ecco cosa univa tutte e tre, la consapevolezza di aver sofferto, ci teneva strette più che mai.

Respirai bene l'aria canadese, ancora non ci credevo di essere tornata nel mio paese. Arrivammo a casa di Jennifer dopo pochi minuti, e passammo la serata come quando stavamo tutte e tre insieme, raccontandoci storie dell'orrore e vedendo film horror.

Il giorno dopo pensai esclusivamente al ballo, forse Courtney aveva ragione, mi sarei dovuta vestire un po' più elegante, però Duncan se era stato con me vestita sempre con gonna e stivali era giusto rimetterli anche per il ballo.

Quindi avevo deciso, il mio solito trucco nero e gonna nera, stivali, e maglia verde non troppo elegante o non sarei stata me stessa. Courtney arrivò in serata, lei al contrario mio era elegantissima, con un vestitino azzurro e i capelli castani raccolti da una parte da una spilla bianca, il suo sguardo oltre a puntarsi sulla mia pancia si fermò sulla mia maglia

-e questa secondo te è elegante? Una semplice maglietta a mezze maniche verde è elegante?-

-ciao Courtney anche tu mi sei mancata!- ma era troppo scandalizzata per come ero vestita per salutarmi come si deve.

Alle 9 precise arrivammo alla festa e io cominciai a tremare

-oddio Courtney ho paura!-

-hai paura che Duncan non accetti vostro figlio o che appena ti vede vestita così gli venga da vomitare?-

-la puoi smettere! Non sei di aiuto!-

-ok scusa, stai tranquilla! Inspira, espira, inspira, espira! Io vado li che ci sono delle mie amiche, buona fortuna!-

-come te ne..- non finì la frase che sia per colpa della folla che della musica assordante persi di vista Courtney, me la sarei dovuta cavare da sola, mi immersi nella folla di gente impegnati a ballare o a ubriacarsi, più che ballo scolastico sembrava una discoteca, più in la, intravidi una cresta, un ragazzo ballava con una ragazza e le cingeva i fianchi mentre si baciavano, assomigliava moltissimo a Duncan, mi girai dalla parte opposta, non poteva essere lui, oppure si! Mi rigirai dalla sua direzione e focalizzai bene, era proprio Duncan, come aveva potuto? Una lacrima rigò la mia guancia, volevo scomparire da quel posto, volevo tornare a Londra, da Thomas, però una parte di me diceva “affronta i problemi, vai e fagliela pagare”, mi avvicinai, disgustata. Vederlo baciare con un'altra mi faceva venire il voltastomaco, feci la prima cosa che mi venne in mente, presi un bicchiere che stava sul bancone e glielo buttai addosso, subito si girò con una faccia che voleva dire ''chi cazzo sei? E come ti permetti di buttarmi addosso dello champagne'' ma quando mi vide cambiò espressione.

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<> corsi via inseguita da lui, uscì dalla scuola e cominciai a correre, non sapevo dove andare correvo solo per non sentire le sue urla . <> piangevo in silenzio ma tanto non si sarebbe sentito tra i suoi urli e la pioggia che aveva cominciato a bagnarmi dalla testa ai piedi<> continuava lui. Avevo attraversato un piccolo parco e mi ritrovai in una strada grande e buia, sentivo ancora dietro Duncan, corsi per la strada, quando vidi un camion sempre più vicino a me, ero paralizzata, non sapevo se andare a destra o a sinistra, i piedi erano come incollati alla strada, ora Duncan non mi chiedeva più scusa.

<> tutto sembrò andare più lento, mi girai verso Duncan e subito dopo verso il camion, poi subito dopo pensai al bambino. Vidi una luce bianca, forse ero morta, invece era il camion che mi stava per venire addosso per poi fortunatamente fermarsi. Duncan corse verso di me come il camionista non riuscivo a tenermi in piedi vidi tutto sbiadito, sentivo parlare ma non riuscivo a muovere la bocca o ad emettere nessun suono e subito dopo il buio.




Ciao!! Strano eh, due capitoli in due giorni! Ecco avevate detto che volevate Duncan, ecco Duncan! Forse non lo volevate così...scusate! :/ ahahaha un bacio, e spero vi sia piaciuto! Al prossimo capitolo! <3

  
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