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Autore: Gwen Kurosawa    04/08/2013    4 recensioni
(Versione più elaborata della mia vecchia long, ripresa dopo un bel po' d'anni)
Una ragazza di quasi quindici anni intraprende, con anni di ritardo, il viaggio di formazione che la porterà in tutte le città di Johto, per conquistare tutte le medaglie ed eventualmente vincere la Lega. Il suo sogno è diventare un membro dei Superquattro nel futuro. Accompagnata da Angelo, Valerio e Chiara, tre capipalestra suoi amici, Marina scoprirà i segreti che avvolgono l'abbandono di sua madre e si ritroverà in mezzo all'avventura meno immaginata da lei.
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelo, Chiara, Nuovo personaggio, Recluta, Valerio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime, Videogioco
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Capitolo cinque: Unione (Angelo/Gengar) 
 
"Ti trovo carina anche quando sei appena sveglia, con i capelli tutti arruffati!"
Due calde braccia avvolsero il corpo di Marina, completamente rossa in faccia e incapace di reagire.
-Marina!
La voce calda di lui fece sussultare la ragazza, che alzò il viso per vedere il suo amato.
Quegli occhi viola erano capaci di vedere oltre. Oltre l'apparenza.
-Io ti...
 
-Mamma, per favore!
Una voce molto conosciuta fece svegliare la povera Marina.
Incapace di capire chi fosse il 'disturbatore' del suo bellissimo sogno, gridò a squarciagola:
"Dannazione, non puoi parlare al Pokégear fuori, razza di imbecille che non sei altro?!"
Il disturbatore si rivelò essere Angelo che, dopo aver detto alla madre di aspettare in linea, si girò e fulminò l'amica con lo sguardo.
-Cretina, svegli gli altri!
Effettivamente, Chiara e Valerio ancora dormivano e, a giudicare dalle loro espressioni, stavano facendo dei bei sogni.
"Si, peccato che quel cretino ha interrotto il mio..." pensò la castana, avvolgendosi ancora di più tra le coperte.
Ricordò il sogno, ogni minimo dettaglio e divenne rossissima.
-Comunque, volevo dirti solamente di far rientrare mio fratello ad Amarantopoli... con questa storia del Team Rocket...- riprese il Capopalestra, continuando la conversazione interrotta con la madre.
-Beh... non me l'aspettavo proprio... Ah, tuo padre vuole parlarti!
A sentire la frase "Tuo padre vuole parlarti!", gli si gelò il sangue nelle vene.
Suo padre, sebbene avesse lo stesso carattere del figlio, era anche severo: probabilmente, sarebbe dovuto tornare a casa.
-Angelo...
La voce dell'uomo lo fece sobbalzare e rispose con un "sì?" pieno di insicurezza.
-Eugenius è scappato dalla Palestra. 
Ufficialmente, il Capopalestra di Amarantopoli era caduto nella depressione più profonda.
-CHE COSA?
-State zitti, è tre ore che gridate!
La voce impastata di Valerio fece spaventare sia il biondo sia Marina che seguiva la telefonata.
-Comunque papà, se vuoi, puoi pensarci tu alla Palestra?Io sono in viaggio con Marina...
-La piccola Marina?- esordì l'uomo, con una voce da cupa a intenerita.
-Mi ricorda tanto Kaede... trattala bene!
Dopo una frase che Angelo non capì bene, la telefonata finì.
-Erano il signor Toshiro e la signora Kaede?- domandò ingenuamente la castana, mettendosi seduta sul suo letto.
Il Capopalestra posò il Pokégear sul suo comodino e si buttò a letto.
-Si, li ho chiamati io per via di mio fratello... fin tanto che con te ci siamo io e gli altri, non fa nulla... mio fratello ha dieci anni ed è da solo...- cominciò a spiegare il biondo, molto preoccupato.
Marina sorrise: chissà che sensazione doveva provare il suo migliore amico quando pensava a suo fratello.
-Comunque, sono le 07.30... sei sicura di non dormire un altro po'?- chiese preoccupato il sedicenne,  volgendo il suo sguardo viola verso gli occhi castani di lei.
La giovane cominciò a sentire caldo, troppo caldo, sebbene fossero negli ultimi giorni di Novembre.
-Ehm... no, tanto mi dovevo svegliare alle 08.00, quindi non c'è problema... Anzi, adesso comincio a sistemarmi...
La castana si alzò dal letto, si dirisse verso il suo zaino viola dove, all'interno, stavano un dolcevita bianco e una maglietta, che lasciava le spalle scoperte. Dato che era un tipo che sentiva sempre freddo, decise di mettersi entrambe le maglie.
Mentre si dirigeva al bagno, Angelo le prese il polso.
-Marina, io... io ti proteggerò! A qualunque costo! Sappilo!
Quelle parole impressionarono Marina che, con un sorriso, ringraziò il ragazzo e uscì dalla stanza.
 
Erano le nove e già i ragazzi si trovavano davanti al Centro Pokemon.
Stranamente, Marina e Chiara avevano finito di sistemarsi prima del tempo previsto da Angelo.
-Oddio, questo Centro Pokémon lo ricorderò per sempre!- sbadigliò la castana, come se fosse rassegnata.
-Come mai?- chiese la Capopalestra, incuriosita da quell'affermazione dell'amica.
L'allenatrice si rese conto di aver pensato ad alta voce, quindi non rispose e il suo viso diventò rossissimo.
La quindicenne affianco a lei la guardò un po' sconvolta: non riusciva proprio a capire la ragazza!
I due ragazzi davanti a loro erano abbastanza tranquilli: parlavano tra di loro su un argomento che nemmeno Chiara capiva.
Il gruppo si avviò verso il bosco di Lecce: avevano infatti programmato di attraversare tutto il bosco, per poi andare ad Amarantopoli e dirigersi verso Olivinopoli.
-Sprechiamo energie così! Perché non usiamo i Pokémon di Valerio?- cominciò a lamentarsi la ragazza dai capelli rosa, suscitando la rabbia del Capopalestra di Violapoli.
-Quindi voi considerate i miei Pokémon come un mezzo di trasporto?
Mentre l'amante degli Uccelli cominciava a spiegare la 'vera' utilità dei Pokemon volanti, Marina guardava il bosco.
Pieno di quegli alberi che, ogni tanto, vedeva ad Amarantopoli; quel sentiero che si accostava perfettamente con il prato. Alcuni Pokémon sbucavano fuori dagli alberi e, sebbene assomigliassero a dei ragni, la giovane non se ne accorse e continuava a contemplare il luogo.
Improvvisamente, si rese conto che, in lontananza, c'era un piccolo santuario.
Che fosse dedicato a qualche divinità?
-Ehi Angelo! Quel santuario per chi è?- domandò, allora, la castana ad Angelo che stava tranquillamente assistendo alla discussione tra Valerio e Chiara.
-Quello? E' dedicato a Celebi. Celebi è un Pokémon Leggendario che può viaggiare attraverso il tempo. Si dice che lui risieda qui e sia la 'Voce della Foresta'.
Come c'era da aspettarsi da un asceta come il Capopalestra: Marina capì quella leggenda e incitò gli altri a continuare a camminare.
 
Era passata un'ora e il gruppo si trovava nelle vicinanze di Amarantopoli.
-Finalmente stiamo arrivando... devo fare una cosa... - disse Angelo, con un tono stranamente arrabbiato e deluso.
Valerio e Chiara non compresero la ragione di quelle parole; ma Marina si, infatti cominciò a ridacchiare.
-Fossi in te, non riderei, Miyazaki...
Una voce femminile alle spalle della ragazza fece sobbalzare tutti e si trovarono davanti una donna dai lunghi capelli color magenta e, dietro di lei, un enorme Gyarados rosso e, sopra quel Pokémon, si trovava un uomo dai capelli bianchi.
-Permetteteci di presentarci di nuovo: siamo i due Comandanti del Team Rocket, Karin e Kaoru.
Detto questo, Karin si avvicinò alla castana che non riusciva a muoversi dalla paura.
Lo stesso valeva per la Capopalestra di Fiordoropoli, che stringeva la mano dell'amico di Violapoli con una forza sovrumana.
Quando arrivò davanti la ragazza, le prese il viso e lo avvicinò al suo.
-Sai che assomigli, per alcuni lineamenti, alla mia maestra?- le disse, sprezzante e menefreghista dell'enorme paura che stava provando l'allenatrice.
"Maestra"? Cosa voleva dire quella donna?
 
-Non ho bisogno di una famiglia. E' solo un peso inutile. L'unica cosa che voglio... è il Potere!-
 
Di nuovo, le vennero in mente le parole che usò la madre quando abbandonò lei e il padre.
Ma cosa c'entrava sua madre, adesso?
-Lasciala...
Una voce maschile incuriosì la Comandante, che si rivolse verso Angelo.
-Kurosawa Angelo, Capopalestra di Amarantopoli... sei infastidito?- chiese, schernendo il ragazzo che, nemmeno lui, riusciva a muoversi.
-Kaoru, vieni qui e guarda questa ragazza!
Quando Karin si girò per chiamare il compagno, Marina cominciò davvero a temere il peggio. 
Infatti, l'albino si avvicinò alla castana e fece la stessa azione della compagna.
-Assomigli davvero alla nostra maestra... sai, io amo la mia maestra, posso approfittare di te, adesso...
Gli occhi della ragazza trasmettevano tutta la paura che provava: quell'uomo doveva approfittare di lei? Così sarebbe finito il suo viaggio di formazione?
-NON TOCCARLA!
Immediatamente, il Capopalestra di Amarantopoli richiamò l'attenzione del Comandante e gli diede un pugno ben assestato in pieno volto.
-Non osare mai più a toccarla!- gridò nuovamente il biondo, stringendo il corpo dell'amica con il suo braccio destro.
-Vuoi una battaglia?
Tutti sapevano che quella non era una domanda, ma un'affermazione... Tutti e tre Capipalestra accettarono la sfida.
Dovevano solo sconfiggere la paura. Anche la castana percepì in loro quell'idea e si unì a loro.
-Esci, Pidgeot!
-Fa' vedere loro la tua tenerezza, Clefairy!
-Mismagius!
-Gengar!
Tutti i Pokémon si misero davanti i loro rispettivi allenatori, pronti per una battaglia.
Karin era con il suo Gyarados, mentre Kaoru fece apparire l'Ariados di Raffaello.
-Gyarados, usa Tuono!
Quell'attacco stava per colpire Pidgeot, ma l'Uccello volò in alto ed evitò l'attacco.
-Un Pokémon d'acqua che usa attacchi elettrici?- fece Marina, sorpresa da quell'attacco.
Angelo, affianco a lei, spiegò la natura del Pokémon.
-Gyarados è uno dei pochi Pokémon d'Acqua a padroneggiare attacchi elettrici.
Continuarono a combattere, Mismagius e Gengar erano occupati con l'Ariados.
Il Ragno li colpiva con mosse a caso, spesso non erano molto efficaci, ma li indeboliva comunque.
I due spettri, sotto ordine dei loro allenatori, crearono due Palla Ombra che colpirono il Pokémon. 
Il Ragno era ancora in piedi, però.
Nel frattempo, un Eterelama di Pidgeot aveva colpito Gyarados. 
-Pidgeot, continua così! Adesso usa Aereoattacco!
L'uccello si avvicinò al Drago e stava per colpirlo, ma Karin se ne accorse e ordinò al suo Pokemon un attacco Tuono.
L'attacco colpì Pidgeot, che ne uscì seriamente ferito.
-Clefairy, aiuta Pidgeot! Usa Doppiasberla!
L'attacco colpì Gyarados, ma non sortì un grande effetto.
-Capopalestra di Fiordoropoli, cerchi di disorientarmi con attacchi inutili come questo?- la schernì la Comandante, non notando che Clefairy era sparita.
-Hai ragione... che ne dici di un attacco Elettrico? La mia Clefairy ne ha appena imparato uno!
Infatti, dietro Gyarados si trovava Clefairy che aveva appena lanciato l'attacco Fulmine.
quell'attacco colpì il Drago e risultò essere molto efficace.
-Questo è per Valerio!- disse, non rendendosi conto che l'amico, dietro di lei, arrossì lievemente.
Nel frattempo...
-Mismagius, usa Ipnosi!
L'attacco colpì Ariados che, incredibilmente, non attaccò più.
Karin, che era stata quasi sconfitta da una ragazzina come Chiara, ordinò a Gyarados di rialzarsi.
-Gyarados, usa Iperraggio contro quel Mismagius!
Prontamente, Marina fece rientrare il suo Pokémon nella Pokéball, però l'Iperraggio colpì lei.
Il corpo dell'allenatrice andò dritto a sbattere contro un albero.
Angelo, che si trovava affianco alla ragazza, assistì alla scena.
"Marina? Marina è ancora viva?"
Immediatamente, abbandonò la battaglia per concentrarsi sulla compagna di viaggio.
-Marina! Marina, apri gli occhi!
Il Capopalestra si sentiva malissimo: aveva mal di testa e poi non era stato in grado di proteggere l'amica.
Non l'aveva protetta.
-Che c'è? La tua amata è morta?
Il biondo si girò: i suoi occhi brillavano di un viola mai visto prima e, ogni tanto, si vedeva una scintilla rossa.
 
Ehi, Angelo, hai visto?
Per la tua impotenza, Marina non si sta riprendendo.
Non hai Potere.
Che ne dici di guadagnarne un po' con il tuo Pokémon?
Devi solamente dire "Unione"!
 
Non capiva cos'era quella voce all'interno della sua testa, ma decise di ascoltarla.
 
Unione
 
Gengar che, fin'ora, era rimasto accanto ad Ariados, si avvicinò al suo allenatore ed entrò dentro il suo corpo.
Tutti i presenti cominciarono a percepire un'energia strana proveniente dal Capopalestra.
I suoi occhi erano ancora più viola.
Nemmeno il tempo di capire cosa fosse successo e già Angelo era davanti a Gyarados.
Sulla sua mano destra apparve un attacco Palla Ombra, che colpì il Pokémon e lo mise K.O.
Ma a lui non bastava questo, continuò ad attaccarlo con vari Palla Ombra, tant'è che Karin dovette far rientrare il suo Pokémon mezzo morto.
Kaoru era come divertito da quel potere che stava mostrando Angelo ma, sotto supplica di Karin, andò via, promettendo che sarebbe ritornato.
Chiara e Valerio erano sconvolti: credevano che, appena il Team Rocket sarebbe andato via, Angelo sarebbe tornato come prima... e invece il Capopalestra cominciò a distruggere tutto ciò che vedeva.
-Angelo, basta!
Per quante volte la Capopalestra invocava il suo nome, il biondo non voleva proprio fermarsi.
 
Cos'è questa sensazione?
Mi sento vuoto... come se mi mancasse qualcosa...
 
Nel frattempo, Marina riuscì ad aprire gli occhi e vide l'orribile spettacolo davanti a sé: alberi che bruciavano, alcuni che erano caduti, Pokémon che andavano al riparo più vicino.
Chi aveva fatto tutto questo?
Chi poteva farlo?
I suoi occhi castani si fermarono sulla figura di Angelo, che levitava sopra quelle fiamme create dalgli attacchi di tipo Spettro.
-Marina!
La figura di Chiara, accompagnata da Valerio, si avvicinava a lei.
-Cosa sta succedendo?- chiese, sconvolta, la castana, continuando ad osservare lui, il suo migliore amico.
-Da quando ti hanno colpita con l'Iperraggio, lui e Gengar si sono fusi insieme... sono così spaventosi...- spiegò la Capopalestra, triste.
Il ragazzo per cui provava qualcosa... 
Ma davvero provava amore nei confronti del biondo? Perché, quando pensava all'amore, appariva nella sua mente il volto di Valerio?
-ANGELO!!
 
Sento una voce... chi mi chiama?
 
-Adesso basta! Torna! Torna qui!
Avrebbe fatto la qualunque cosa, pur di riportare Angelo come prima. Sarebbe stata disposta a sopportare tutto, pur di salvarlo.
"In fondo, lui ha salvato me!" pensò Marina, sorridendo.
Appena sentì quella voce, il Capopalestra di Amarantopoli si avvicinò alla castana.
 
Marina...
 
E non vide più nulla.
 
 
 
Marina stava lì,  vegliando su Angelo, ormai tornato come prima.
Anche Gengar stava abbastanza bene, infatti, con qualche Pokémon acquatico, aiutò a spegnere l'incendio.
In base al racconto di Chiara, il biondo aveva fatto tutto ciò per lei. 
"Come può lui fare una cosa così per me? Per una come me, che non conta?"
Mentre pensava, il Capopalestra si risvegliò.
Trovandosi davanti l'amica, le chiese se era morto pure lui.
-Idiota, non sono mica morta!- si infuriò la castana, alzando la voce come al suo solito.
Il diciassettenne ridacchiò: era davvero felice che l'Allenatrice stesse bene.
Il suo sguardo, in seguito, si spostò sull'ambiente circorstante e, non vedendo Chiara e Valerio, chiese il motivo.
Marina gli spiegò che l'Ipnosi aveva fatto recuperare ad Ariados la ragione e, in quel momento, Chiara e Valerio lo stavano portando a Raffaello.
Appena tornarono, la Capopalestra si avvicinò all'Allenatrice e le porse una medaglia.
-Questa te l'ha data Raffaello come segno di ringraziamento per aver liberato Ariados!
Appena la ragazza mise la sua quarta medaglia nel cofanetto, decisero insieme di andare ad Amarantopoli e fermarsi a chiedere del potere Unione alla persona che sostituiva Angelo alla palestra: Kurosawa Toshiro.
 
 



Spazio Autrice:

2129 parole. Davvero, questo è il primo capitolo che faccio più lungo .-.
Mi sono lasciata trasportare xD
Allora, chiarisco un paio di cose che, ora, non avete capito (credo): il fratellino di Angelo (Per il quale ancora non ho un nome) sarebbe Unhappines :D Toshiro e Kaede, come ho scritto, sono i genitori di Angelo (avrete modo di conoscerli nel prossimo capitolo); quella che dice la frase  "
-Non ho bisogno di una famiglia. E' solo un peso inutile. L'unica cosa che voglio... è il Potere!-"  
e la madre di Marina e sarà coinvolta con il Team Rocket. Le frasi in viola sono i pensieri di Angelo. Mi sembra di aver detto tutto xD Se qualcosa non vi è chiara, chiedete!

Prossimo Capitolo: La famiglia Kurosawa (Vorrei farlo comico, ma non so se ci riuscirò xD)

Sulle note di I love the way you lie, vi saluto!

Gwen Kurosawa
   
 
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