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Autore: yellowloid    04/08/2013    4 recensioni
Si asciugarono le lacrime, si presero per mano e fuggirono ancora.
-Tratto dal primo capitolo-
{Len/Rin, lieve Kagamincest}
****
[Fiction attualmente SOSPESA per mancanza di ispirazione. Quando questa tornerà, SE tornerà proprio per questa storia, vedrete normalmente l'aggiornamento.
Grazie per l'attenzione e Grazie a tutti coloro che mi sopportano nonostante io sia così lunatica dal sospendere dal nulla una storia.]
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Violenza
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La ragazza dai capelli  biondi si svegliò tra le braccia del fratello, che ancora dormiva profondamente.

“Nee, Len!” esclamò la ragazza. Non ottenendo nessuna risposta, guardò storto il biondo, per poi sorridere e avvicinarsi alle sue labbra, facendo aderire su di esse le proprie.

“Eh…? Ma cosa-

“Ben svegliata, Bella Addormentata” disse Rin, scherzando, mentre staccava le sue labbra da quelle di  Len.

“Ah, Rin… Sei tu.” Len socchiuse gli occhi, ignorando la battuta della sorella e stringendola a sé, facendola arrossire e non poco.

“Beh, su, è ora di muoversi, altrimenti quello ci troverà.” Continuò il biondo, riferendosi al padre.

Si alzarono, pulendosi gli abiti un po’ sporchi di terra, e si avviarono verso… Chissà dove.

 

Dopo un po’ di camminata, Rin si fermò, sentendo delle gocce che iniziavano a scendere dal cielo, bagnandole i capelli.

“Piove…” commentò, osservando il cielo nuvoloso.

“Già...” continuò Len, mentre si avvicinava alla sorella, rimasta indietro.

“Senti Len… Ieri…”

“Cosa?” domandò il ragazzo, un po’ imbarazzato.

“Mi chiedevo… Perché? Insomma… Perché mi ami? Non sono nemmeno così attraente, perché…?”.

Rin indietreggiò verso il tronco di un albero, per poi lasciarsi andare lungo tutta la sua lunghezza, finendo col sedersi a terra. Sorrise con amarezza, rivolgendo lo sguardo all’amato e portandosi le ginocchia al petto.

Len ci mise un po’ a capire dove voleva arrivare la sorella. Quando finalmente capì quel che gli era stato appena detto dalla bionda, le si avvicinò e si inginocchiò di fronte a lei, accarezzandole con dolcezza una guancia e guardandola, comprensivo.

“Vuoi sapere perché ti amo, eh? Beh… Semplicemente perché sei tu, Rin.” Disse il ragazzo.

“E non mi importa del fatto che siamo gemelli, ok? Non mi importa.” Continuò.

Rin sperò vivamente di non essere arrossita. Ma dal caldo che sentiva, constatò che sì, era diventata color porpora.

Cercò di distogliere lo sguardo, gli occhi del fratello puntati sui suoi la facevano sentire strana. Prima che lo distogliesse, però, Len le afferrò il mento e la costrinse a continuare a guardarlo negli occhi.

“L-Len…” sussurrò la bionda.

“Ti basta come risposta?” le chiese il ragazzo, deciso.

La bionda annuì, e l’espressione di Len si addolcì visibilmente, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa Rin lo attirò a sé, trascinandolo in un bacio poco casto.

Fu la stessa Rin che, per mancanza d’aria di entrambi, dopo qualche secondo si allontanò da Len, ansimando.

“Rin… Ti amo…” ansimò Len, le guance leggermente imporporate.

“A-Anche io…” disse Rin, per poi sorridergli.

 

Mano nella mano, i gemelli camminavano nella la foresta. Ormai non sapevano nemmeno dove andare, si limitavano a vagare per la boscaglia, fuggendo dal padre che sicuramente li cercava.

Per qualche giorno si erano nutriti di bacche e piante commestibili. Le sapevano riconoscere grazie alla madre, esperta in quel tipo di cose, che aveva insegnato loro a distinguere le piante velenose da quelle commestibili.

Però, era raro trovare molte bacche, e soprattutto commestibili, e di certo per due quattordicenni non bastava così poco cibo.

Len si avvicinò ad un cespuglio, controllò per bene le bacche che aveva prodotto e, dopo aver appurato che erano commestibili, le raccolse, per poi porgerle alla sorella.

“Tieni, mangia.” Le disse, mettendogliele nelle mani.

“Ehi Len! Così tu rimani senza!” Esclamò preoccupata Rin “Prendine un po’…”.

Il fratello la osservò, rimanendo incantato dalla dolcezza della gemella.

“Tranquilla, tu pensa per te, io posso benissimo farne a meno!” le disse, sorridente.

“Ehi! E’ da qualche giorno che non mangi, guarda che me ne sono accorta! Se continui così, non ti reggerai nemmeno più in piedi!”.

In effetti Rin aveva ragione. Len non mangiava da due giorni, e a poco a poco stava perdendo le forze.

Ma io devo pensare solo a difendere lei… Non importa se sto male.

“N-Non ti preoccupare, io sto bene” si affrettò a rispondere il ragazzo.

Rin era seriamente preoccupata. Dopo aver sentito l’affermazione del fratello, non resistette più e gli si buttò addosso prima che lui potesse fare qualcosa.

“Ora… Tu… Mangi!” urlò, mentre Len si dibatteva sotto di lei, per poi ficcargli in bocca tutte le bacche.

“N-Non riesco a respirare!” sibilò Len, le bacche gli stavano andando di traverso e Rin sopra il suo torace non lo aiutava di certo a respirare meglio.

“Oh! Scusa!” squittì Rin, alzandosi di scatto e cercando di aiutare il fratello a riprendersi.

Dopo essersi ripreso, Len la guardò e vide che era completamente rossa in viso, e aveva gonfiato le guance. Le lacrime stavano per sgorgare a cascate dai suoi grandi occhi azzurri. Il ragazzo trovò quella reazione estremamente degna di Rin, e scoppiò a ridere.

“Perché ridi?!” esclamò Rin, imbarazzata e leggermente stizzita.

“Perché…” Len smise di ridere, per quanto fosse estremamente difficile “Sei carinissima, Rin.”.

La bionda sbuffò, abbassando il volto per non farsi vedere così paonazza. Le lacrime avevano iniziato a rigarle le guance.

“Ehi, ma perché piangi? Perché mi hai quasi ucciso con delle bacche?” scherzò Len.

“Zitto.” Lo fulminò la sorella, arrabbiata.

“Allora, perché?”

“P-Perché… Ogni volta che cerco di aiutarti finisco solo per essere d’intralcio, e ti metto anche in pericolo…” sussurrò Rin, per poi singhiozzare forte.

“Ehi…” Len le alzò il capo, asciugandole le lacrime. “Tranquilla. Non sei mai d’intralcio.”.

Rin lo guardò, sollevata. Len si avvicinò lentamente a lei, e la baciò dolcemente, abbracciandola, la pioggia che bagnava loro i capelli d’oro.

 

LE NOTE DELL’AUTRICE!

Allora. No, devo scusarmi. Scusarmi per l’enorme ritardo e soprattutto, scusarmi per le carie che vi saranno venute in seguito alla lettura di questo capitolo. Sul serio, adesso ci cadranno tutti i denti.

Eh ehm, intanto Salve a tutti coloro che stanno leggendo! Parliamo del chapter, che è meglio. ù__ù’’

E’ più corto degli altri, mi dispiace, ma non ho avuto abbastanza forza per continuare. ‘Sti due gemelli mi uccidono con il loro Fluff fluffuoso. Non ce l’ho fatta. X°°D

Poi, che dire… Ah, sì. So che tutti mi starete maledicendo urlando:

“Autrice, i Kagamine stanno fuggendo da un pazzo psicopatico, ‘sta fiction è Angst, facci vedere l’Angst! E non farci cariare i denti con tutto questo Fluff incestuoso!”.

Ma io non ce la faccio, popoloh. ;^; Non resisto, il Fluff ci deve essere in dosi industriali! Ma nei prossimi capitoli vedrete l’Angst, ve lo prometto.

… Forse. UwU

Recensite e ditemi che ne pensate di questa cosa zuccherevole [?], chu!

Ibby

PS: Questi giorni sono molto ispirata. Finalmente, dopo tanto che l’ispirazione non si faceva sentire, è tornata. ^__^ *Niente, ci teneva a dirlo.*

  
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