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Autore: MystMG    04/08/2013    4 recensioni
Dimenticate i pokemon allegri che vivono in un mondo immaginario, passando allegramente il tempo con i propri allenatori. Immaginate il mondo di oggi, dove i pokemon si sono integrati perfettamente in una società piena di malviventi. Ray è un ragazzo di diciassette anni, nato con un occhio rosso e un azzurro, nato per fare l'investigatore e sventare i piani dei gruppi di malviventi. Ma il suo tutore decide di fargli cambiare aria, iscrivendolo ad una scuola normale. Cosa combinerà questo ragazzo, abituato alla morte e ai misteri, in un mondo per lui tutto nuovo, un mondo normale?
Genere: Azione, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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-Bene, siamo arrivati!-
Leon spalanca la porta dell’auto nera, uscendo dal posto di guidatore. Poco dopo anche Ray esce dallo sportello opposto, sbuffando. Il ragazzo tiene chiuso il suo occhio destro, come da abitudine. Indossa un paio di jeans blu chiaro e una felpa gialla che, a quanto detto dal suo tutore, sono l’uniforme scolastica della ‘’Aruseus School’’. Ovviamente non manca la Poké Ball di Lucario attaccata alla catenella dei pantaloni. I due si mettono dietro la macchina, e Leon apre il bagagliaio della stessa, al cui interno sono conservati numerosissimi oggetti.
-Allora, vediamo…-
L’uomo si sporge in avanti, infilando il busto nell’automobile e iniziando a frugare tra gli oggetti.
-Borsa con i libri!-
Dice lanciando all’indietro una tracolla nera. Ray la afferra al volo, osservandone l’interno: contiene cinque quaderni e un paio di libri dai nomi strani.
-Borsellino con i soldi!-
Questa volta lancia un piccolo astuccio. Ray lo apre, e nota che esso contiene qualche banconota di poco valore.
-Chiavi di casa!-
Ray afferra le chiavi, scettico.
-Chiavi di quale casa?-
-Della tua nuova casa, a proposito, ecco l’indirizzo!-
Dice l’uomo uscendo dalla macchina ed estraendo dalla tasca un foglio sgualcito, che porge a Ray.
-Usa i soldi per prendere un Taxi all’uscita da scuola, poi vai a casa, dovrebbe essere pronta a breve, con tanto di mobili e televisione da molti pollici, non ricordo esattamente quanti, ma sono molti!-
Poi tende la mano verso Ray.
-Distintivo!-
-Eh?-
-Dammi il distintivo da investigatore, non puoi portarlo a scuola!-
Ray estrae di malavoglia il distintivo dalla tasca, posandolo in mano a Leon, che sale poco dopo in macchina.
-Ehi Leon, aspetta, non puoi lasciarmi qui!-
-Eh? Non ne avevamo già parlato? Avevi detto che saresti andato a scuola!-
Ray colpisce l’uomo con un pugno in testa.
-Ehi, per cos’era questo???-
Ray abbassa lo sguardo, per poi guardarsi intorno.
-Non mi hai portato a scuola… questa è l’entrata della città… la scuola è in centro…-
-Bhe, io ho da fare, ci vediamo!-
Leon chiude la macchina con la sicura, alzando il finestrino.
-Ehi, aspetta!-
Leon compie una rapida inversione a U, quasi investendo Ray, che schiva la macchina con un rapido scatto.
-E io come ci arrivo a scuola?!?-
-Vai dritto, poi gira a destra o a sinistra, la direzione che ti piace di più, poi ancora avanti per qualche metro, chiedi informazioni e torna indietro!-
Dice prima di schizzare verso l’orizzonte a duecento kilometri orari, ignorando i limiti di velocità.
 
Ray è davanti al cancello della scuola, ormai chiuso con una catena. Cosa comprensibile, dato che ormai le lezioni sono iniziate da circa due ore e mezza. Il ragazzo dà un colpetto alla Poké Ball, dalla quale fuoriesce Lucario poco dopo. Il Pokémon guarda il suo allenatore confuso.
-Amico, rompi la catena, o non posso entrare…-
Lui condensa nella mano dell’energia, per poi usare forzasfera contro la catena, più e più volte. Questa rimane intatta colpo dopo colpo.
-Acc… deve essere una scuola seria, se utilizza certi materiali per i cancelli…-
Ray si aggrappa alle sbarre di ferro del cancello, issandosi facilmente e riuscendo a scavalcarlo. Lucario fa lo stesso, ma molto più rapidamente.
-Senti, io vado in classe, sarà noioso, molto noioso, tu vai pure a farti un giro o a rilassarti, dovrebbero esserci degli alberi dall’altra parte della struttura…-
Il Pokémon non se lo fa dire due volte, e inizia a camminare verso un albero, che fornirà un ombra adatta al suo riposo. La scuola è davvero grande, sviluppata su quattro diversi piani. Ha la forma di un enorme U, circondata da campi per praticare vari sport e zone verdi. Nello spazio libero formato dalle due arcate c’è un enorme albero e una piccola fontana, che fa sgorgare acqua dai suoi tubi tutto il giorno. Il perimetro è protetto da un muro di mattoni alto tre metri, interrotto da enormi cancelli per far entrare gli studenti, che poi vengono chiusi dopo l’inizio delle lezioni.
-Vediamo, sezione C, terzo piano…-
Rimugina tra se e se Ray, mentre entra nella struttura.
 
-E questo è quello che comunemente chiamiamo evoluz…-
 In una classe al terzo piano, una professoressa sta spiegando la lezione del giorno di fronte ai suoi studenti, segnando appunti alla lavagna. Improvvisamente, la porta si spalanca, e Ray fa qualche passo all’interno della stanza, per poi alzare la mano per fare un cenno di saluto.
-Yo, gente.-
I presenti lo guardano confusi per qualche istante, poi la professoressa si rivolge a lui con tono gentile.
-Ehm… tu dovresti essere Ray, il nuovo studente?-
-Si, sono io.-
Risponde subito il ragazzo, con tono deciso e con una punta di arroganza.
-Non sai che le lezioni iniziano alle 8:25? Sono quasi le undici ora…-
-Lo so, ho dovuto cercare la scuola per tutta la mattina, quell’idiota del mio tutore mi ha lasciato in periferia.-
Risponde onestamente il ragazzo, che viene poi invitato ad avvicinarsi alla cattedra, rivolgendo il suo sguardo verso il resto della classe.
-Io sono la professoressa Jania, insegno teoria dell’evoluzione.-
Per circa un minuto si viene a creare un imbarazzante silenzio.
-…allora?-
Chiede la professoressa al ragazzo, che muove rapidamente lo sguardo, osservando i suoi compagni di classe.
-Allora che?-
-Non ci dici qualcosa su di te?-
-Perché?-
Chiede innocentemente, non conoscendo la buona norma di presentarsi alla classe dopo essersi trasferito in una nuova scuola.
-E’ buona educazione presentarti ai tuoi nuovi compagni.-
Ray sospira, schiarendosi la voce con due voluti colpi di tosse.
-Sono Ray H. Rowlins, ho diciassette anni, e mi sono appena trasferito in questa scuola.-
Rimane in silenzio per qualche secondo.
-Va bene così?-
-Parlaci un po’ dei tuoi hobby, aiutaci a conoscerti meglio.-
-Armi da taglio, criminologia, lotte Pokémon.-
Tutti rimangono in silenzio, qualche ragazzo in fondo all’aula ride sotto i baffi, pensando che il ragazzo stia scherzando.
-Ehi, perché hai un occhio chiuso?!-
Urla un ragazzo seduto a un banco al centro dell’aula. Ha i capelli biondo chiaro, palesemente tinti, e due orecchini all’occhio destro e un naso a patata davvero antiestetico. Ray apre l’occhio, mostrando ai presenti la pupilla rossa.
-Eterocromia, ho gli occhi di due colori diversi, e mi da fastidio mostrarli agli estranei.-
Dice con calma, per poi richiudere l’occhio.
-Ahaha, cos’è, una malattia?-
-E’ genetico, proprio come il tuo orribile naso a patata.-
Tutta la classe scoppia a ridere, a parte il ragazzo dal naso a patata, che si mette composto, facendo finta di non aver sentito la battuta.
-Su calma… non insultate Jhon…-
Dice la professoressa, facendo interrompere la risata con un cenno della mano.
-Allora puoi sederti… li, accanto a Emilia, c’è giusto un posto vuoto.-
Tutti gli studenti sono seduti a coppie in larghi banchi. Ray si avvicina al posto assegnatoli dalla professoressa. Si siede alla destra di Emilia, una ragazza con capelli neri a caschetto e occhi azzurri. Lei arrossisce subito, e da questo Ray capisce che la ragazza deve essere davvero timida. Poco dopo, la lezione ricomincia.
 
Dopo circa venti minuti, la campanella suona, e tutti gli studenti si alzano contemporaneamente dai loro banchi, infilando nelle loro borse libri e quaderni. L’unico a rimanere seduto e Ray, che incomincia subito a parlare con Emilia.
-Ehi, che succede? Le lezioni non duravano sei ore?-
Lei gli risponde con un tono di voce davvero basso, tanto che Ray è costretto ad alzarsi e ad avvicinarsi a lei per sentire.
-Le lezioni standard durano tre ore… le altre sono di corsi di approfondimento a scelta…-
-Capito.-
Dice Ray, mettendosi le mani dietro la nuca e osservando la ragazza.
-Io non so che fare, non sapevo nulla di questi corsi.-
Lei unisce le mani, spingendole verso il basso e iniziando a girare i pollici.
-Ehm… io sto andando a un corso… non è che vuoi… ehm… v-venire anche tu…?-
-Si può fare.-
Dice subito il ragazzo, rendendo davvero felice la ragazza, che smette di essere tanto timida.
-Allora, andiamo!-
Lo afferra per il polso allegra.
-Ok, ho capito, vengo anche se mi lasci la mano.-
Risponde lui, senza sapere di aver appena accettato di andare a un corso di cucina.
  
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