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Autore: Blueraven    04/08/2013    1 recensioni
Scorpius Malfoy è un Corvonero intelligente, sarcastico, autocritico e un po' impacciato. La famiglia Weasley è la sua seconda famiglia, la Tana la sua vera casa e Albus Severus Potter, il fratello che ha scelto di avere, nonostante le sue sceneggiate da primadonna, gli abbracci spaccaossa e la sua tendenza al dramma in ogni situazione.
L'unica incognita della sua semplice vita? Rose Weasley.
Distante, misteriosa, all'apparenza fragile, la rossa è sempre rimasta ai margini della sua vita sociale, senza mai davvero entrarvi, nonostante le amicizie in comune.
Ora, però, tutto sta per cambiare.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Lysander Scamandro, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily Luna/Lysander, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'C&P'
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Questo capitolo è dedicato a lunastorta88, senza il cui sostegno, non sarebbe stato terminato in così poco tempo... Spero davvero che non deluda le tue espettative!


 

Capitolo 1


 

Un Indimenticabile Primo Giorno

Lunedì


 

L’immagine che mi si para davanti non appena arrivato, è qualcosa di indescrivibile. La Tana è l’emblema della magia e del calore familiare e lo è per tutti coloro che vi abbiano messo piede, anche solo per un secondo.


 

  • Scorpius, finalmente, credevo non saresti più arrivato!- ovviamente, non posso godermi la meravigliosa scena, perchè Al mi si getta addosso, stringendomi in uno dei suoi famosi abbracci polverizzaossa.


 

Mio malgrado, mi ritrovo a ricambiare l'abbraccio: devo ammettere che, nei primi tempi della nostra amicizia ho faticato non poco ad accettare questo tipo di contatto, troppo caloroso e troppo poco Malfoy, ma col trascorrere del tempo, comincio a trovare queste situazioni sempre più spassose.

Certo, lo sono ancora di più quando non sono io a doverle subire.

Dopo qualche istante, sciolgo l’abbraccio con una pacca sulla spalla, e solo allora noto, alle sue spalle, la figura minuta di quella peste di sua sorella Lily, che sbuffa, un po’ divertita e un po’ spazientita. Immagino stavolta sia toccato a lei, sorbirsi le sue lagne nella mia attesa e già temo le ripercussioni di ciò. L non è tipo da dimenticare di averti fatto un favore.


 

  • Meno male che sei arrivato S, rischiavo davvero di finire al San Mungo stavolta!- mi sorride, passandosi una mano sulle tempie, come a scacciare un fastidioso mal di testa.


 

Lily, per me semplicemente L, è la sorellina che non ho mai avuto, ma che ho sempre desiderato con tutto il mio cuore. Pur essendo la più piccola dei Potter, è certamente la più coraggiosa e caparbia dei tre, è una ragazzina forte, vulcanica, che talvolta incute anche un certo timore, bravissima battitrice dei Grifondoro, nonostante sia minuta, è sempre alla ricerca dell’avventura.


 

Proprio per questo suo carattere forte, fu quando la trovai in lacrime, alla mia prima visita qui alla Tana, che diventammo così uniti. Siamo quel tipo di amici che frequentano compagnie del tutto diverse, non passano quasi mai del tempo insieme, eppure rimangono unitissimi.


 

Lei mi racconta tutto, specialmente quelle cose che non potrebbe mai raccontare ad un fratello, ma che richiedono un parere maschile, e mi chiede consigli su come spaventare un po’ meno le persone, che, dato il suo carattere, le servono sempre più spesso, mentre io le confido tutte le mie paure ed indecisioni.


 

  • O per meglio dire, ci sarebbe finito lui!- le sorrido, e lei ricambia con una linguaccia.


 

  • Ciao anche a te. Al, mi aspettavi?- chiedo sarcastico, facendo ridere la ragazza, e stavolta è il suo turno, per una bella linguaccia al mio indirizzo.


 

  • Conosci già la risposta... Ma cosa facciamo ancora qui fuori?! Forza, entriamo!- non faccio neppure in tempo a ribattere, che mi afferra un braccio con decisione e mi strattona fino all’entrata, dove mi attende una sorridente signora Weasley.


 

  • Caro, sei arrivato! Hai già fatto colazione?- chiede, abbracciandomi affettuosamente, immediatamente da me ricambiata. Adoro, questa donna.


 

  • A dir la verità, l’ho finita poco fa!- le sorrido, sciogliendomi dalla sua stretta. Entriamo tutti nell’accogliente e caotica cucina della Tana, in assoluto la mia stanza preferita. Sempre piena di vita, di rumori e di profumi, è profondamente diversa da quella di casa mia, accogliente, ma sobria e ordinata. Sa di casa.


 

  • Molto bene ragazzi, allora io vi lascio e torno alle mie faccende, mi raccomando, non cacciatevi in qualche guaio!- dice severa, per poi dirigersi in salotto.


 

  • Bene Scorp, andiamo a portare la valigia nella mia camera, Lils, andresti mica a controllare se Rosie si è svegliata?- lo sguardo da cucciolo che rifila alla sorella, sarebbe da immortalare all’istante con la macchina fotografica magica. Nessuno dei due, però, aveva previsto la reazione della ragazza, che immediatamente si gonfia come un gufo irritato.


 

  • Non solo ti ho dovuto sopportare tutta la mattina, adesso devo anche farti da schiavetta?! ecco, questo è uno di quei momenti in cui L fa proprio paura. Infatti, con mio sommo divertimento, Al indietreggia, spaventato da ciò che la sorella potrebbe fargli passare.


 

  • Ma io... Io lo dicevo per te...-


 

  • Per me, certo, e gli Schipodi Sparacoda sono perfetti animali da compagnia!- lo interrompe bruscamente, spintonandolo leggermente contro il muro.


 

  • Insomma, sono appena arrivato e devo già assistere ad un omicidio?- faccio notare, nella speranze di interrompere la piccola furia, prima che possa nuocere seriamente al fratello maggiore, cosa che accade non di rado. Per tutta risposta, lei sbuffa, spostandosi un ciuffo di capelli rossi e lisci dal viso, con un secco movimento del capo.


 

  • E va bene. Vado a chiamare Rose, ci vediamo in cucina fra poco.- si congeda con tono irritato, superando il fratello senza degnarlo di un’occhiata. Se non fosse stata così arrabbiata, sarei certamente scoppiato a ridere, alla vista dell’espressione terrorizzata del mio migliore amico, che se ne sta ancora addossato alla parete, con gli occhi fuori dalle orbite.


 

  • Grazie, Scorp...- bisbiglia, deglutendo rumorosamente, e lanciandomi un’occhiata di sincera riconoscenza, per poi staccarsi lentamente dal muro e rimettersi in sesto. Mi fa quasi pena. -Non fosse stato per Rose, non so se sarei sopravvissuto ieri sera...- ammette, scuotendo la testa.

     

  • Che cosa hai combinato questa volta?- chiedo, non del tutto certo di voler ascoltare la sua risposta.

     

  • Beh ero talmente felice di avere anche Rosie qui con noi questa settimana, che a cena non sono riuscito a stare fermo un istante. Fortuna che la mia adorata cuginetta è arrivata in tempo per impedire a Lily di strangolarmi con le sue stesse mani.- deglutisce, probabilmente ancora semi terrorizzato. Tipico di Al, non avrei potuto aspettarmi nulle di meno da lui.

     

Ciò che invece mi lascia perplesso è la presenza di Rose alla Tana.


 

Di tutti i membri della famiglia Weasley, lei è sempre stata l'unica grande assente: le settimane estive alla Tana, i Capodanni sfarzosi dai Potter e a volte perfino qualche Natale, tutte occasioni per la sua famiglia di stare insieme alle quali lei non ha partecipato. Questo e la sua natura semi sfuggente fra le mura di Hogwarts, l'hanno resa, ai miei occhi, la persona più misteriosa e particolare con la quale io abbia mai avuto il piacere di scambiare qualche parola.

Basti pensare che, nonostante io e Al siamo praticamente inseparabili ad Hogwarts, per quanto ce lo consentano le differenti casate, e, soprattutto, per quanto loro siano uniti, nell'arco di sei anni avremo scambiato sì e no una cinquantina di parole, tutte sprecate in convenevoli e auguri.


 

  • Ma bando alle ciance- aggiunge, con voce ancora incerta – vai a sistemare le valigie, che ci aspetta un'intera giornata di divertimenti- mi incoraggia, dandomi un buffetto sulla spalla.


 

Raccolgo la mia borsa dal pavimento dove era finita, incanto il resto dei miei bagagli con un movimento rapido di bacchetta e salgo velocemente le due rampe di scala che mi separano dalla camera. Entro velocemente e deposito i miei bagaglio sul letto che mi spetta di solito, quello accanto alla finestra, per poi uscire subito dopo, richiudendo delicatamente la porta alle mie spalle, e scendere a passo svelto e sicuro fino alla fine delle scale, dove Al, tornato al suo solito buonumore, mi sta aspettando.


 

  • Allora amico, come hai trascorso l’estate finora? Spero non leggendo e basta, come tuo solito!- mi chiede mentre ci dirigiamo in cucina, facendomi alzare gli occhi al cielo. Ormai dovrebbe sapere meglio di chiunque altro, come io trascorra l’estate prima di questa vacanza.


 

  • Credo tu conosca già la risposta, Al. E credo anche che tu non la voglia sentire, visto quanto odi il mio amore per i libri, giusto?- sbuffa, accomodandosi su una delle sedie, che circondano il grande tavolo di legno della cucina, mentre io prendo posto accanto a lui, preparandomi alla solita predica.


 

  • Per la miseria Scorp, hai diciassette anni, dovresti passare l’estate con gli amici, magari al mare, alle feste, pensare solo a divertirti e magari alle ragazze, non stare tutto il tempo dietro ai libri!- si infervora, come sempre, quando si tratta del mio rapporto così stretto con i miei adoratissimi libri.


 

Non posso dargli torto, è vero, ho diciassette anni, e dovrei passare il mio tempo a divertirmi, ma nessuno meglio di lui può sapere quanto, essere un Malfoy, mi abbia reso diverso dai miei coetanei. Non perchè io sia ricco o un Purosangue, e per questi motivi debba avere una vita diversa da quelle dei normali maghi diciassettenni, quanto piuttosto perchè, fin dal mio primo anno ad Hogwarts, mi è stato chiaro quanto io e la compagnia delle persone in generale, non siamo esattamente fatti l'uno per l'altra.

Sono cresciuto come figlio unico in una casa enorme, con genitori affettuosi ma spesso assenti, e come mia unica compagnia una enorme quantità di libri. Le mie giornate, le ho sempre trascorse a leggere e scrivere e l'unica altra passione che i miei genitori sono riusciti ad inculcarmi, oltre a quella per il volo, è la cucina.

A nove anni sapevo già cucinare quasi tutti i miei piatti italiani preferiti, ma non conoscevo alcuna squadra di Quidditch, nè avevo idea che questo non fosse normale per i ragazzini della mia età: quando mi ritrovai per la prima volta a contatto con un mio coetaneo, in uno dei ricevimenti tenuti dal San Mungo per i Medimaghi e le loro famiglie, feci la figura dello strano e dovetti trascorrere l'intera serata da solo, ad ascoltare le conversazioni degli adulti, le quali, sorprendentemente, capivo più di quelle dei bambini.

Ecco perchè le mie estati le trascorro quasi sempre in solitudine, con la sola compagnia delle lettere di Al, Teddy, mio cugino Liam ed L. Al di fuori di loro, si può quasi dire che io non abbia amici.


 

  • Lo sai che senza di te sono perso Al, come farei se tu non esistessi...- comincio la mia migliore sceneggiata teatrale, quella che metto in atto ogniqualvolta Al si lamenti della mia poverissima vita sociale, e lo faccio ridere a crepapelle.


 

  • Se non vi conoscessi da troppo tempo, sospetterei che voi due mi nascondiate qualcosa...non so, magari una vostra qualche attività, non esattamente lecita, sotto le lenzuola- commenta Lily, appena entrata in cucina, con un sopracciglio inarcato e un’occhiata maliziosa. Io e Al ci guardiamo per un secondo, scossi da brividi di disgusto, e poi scoppiamo a ridere. - Non ci sarebbe niente, di male, sapete?- sbuffa scuotendo la testa, mentre prende posto di fronte a me.


 

  • Questo lo sappiamo benissimo, ma...Diciamo che Al, non è il mio tipo- le rispondo fra le risate, con le lacrime che mi rigano il viso per il troppo ridere.


 

  • Mi ritengo ufficialmente offeso! Cosa credi, sono un bocconcino prelibato, io!- ribatte subito quest’ultimo, piccato, lanciandomi un’occhiata altezzosa e lisciandosi il petto con una mano. Se avessi ancora fiato nei polmoni, riderei ancora più sguaiatamente di quanto io non stia già facendo!


 

  • Certo Al, sappiamo tutti quanto tu sia appetibile... Rinfrescami la memoria, perchè non hai mai scelto di uscire con qualcuno? Ci sarà stata sicuramente qualche ragazza passabile, fra le orde di ammiratrici che ti seguono ovunque, no?- a passo svelto e con la risata nella voce, Rose Weasley fa il suo ingresso nella cucina, affiancandosi alla cugina, al momento troppo impegnata a rotolarsi dal ridere sul pavimento, per poter respirare.


 

  • Per tua informazione, cuginetta cara, io sono single per scelta, non certo per mancanza di ammiratrici! Basterebbe un mio schiocco di dita, e ne avrei almeno una decina, pronte a seguirmi dovunque, e...-


 

  • Ti prego, smettila di sparare cavolate, o moriremo tutti soffocati!- lo interrompo fra le lacrime, facendo uso del poco fiato che mi è rimasto. Al si zittisce immediatamente, l’espressione profondamente offesa, mentre Rose ed L ridono come due pazze, e io tento di asciugarmi gli occhi dalle lacrime.

     

Niente, riesce a farmi ridere quanto Al quando parla delle sue ammiratrici e sono più che certo, che la situazione non cambierebbe di una virgola, nemmeno se non sapessi che il mio migliore amico è assolutamente ed inconfutabilmente gay: la sola idea che lui possa provarci con qualcuno, imbranato ed impacciato com'è, è già di per sè la barzelletta migliore del mondo.


 

Mentre continuo a ridere, lo sguardo si posa sulle due cugine, sedute l’una accanto all’altra e non posso non riflettere su quanto siano profondamente diverse, già solo esteticamente parlando. L è minuta e atletica, ha il viso affusolato, quasi spigoloso, e pieno di lentiggini, gli occhi nocciola sempre pieni di una luce di determinazione e spensieratezza, la bocca sottile e rossa, e i capelli, rosso fuoco, liscissimi e lunghi fino alle spalle.


 

Rose, al contrario, è alta quasi quanto me, che sfioro il metro e ottanta, non è smilza, anzi, molti ragazzi la definirebbero formosa, ha le gambe lunghe e dritte, la vita sottile e i fianchi un po’ larghi, le mani affusolate e un portamento molto aggraziato. Il suo viso è sì affusolato, ma i tratti sono più morbidi di quelli della cugina, ha il naso stretto, la bocca piccola, carnosa e rosea, e un paio di grandi occhi celesti che hanno sempre un qualcosa di misterioso al loro interno. I suoi capelli, poi, sono ricci, sempre un po’ disordinati, e lunghi fino a metà schiena, di un rosso scuro, pieno di sfumature.


 

Riguardo al carattere, non posso parlare con certezza, anche se effettivamente ci sono alcune cose che ho potuto notare in Rose Weasley: innanzitutto, è molto restia a dare confidenza a chi non conosce, per questo motivo, la sua cerchia di amici è davvero esigua, quasi più della mia.


 

In secondo luogo, è molto timida, e detesta stare al centro dell’attenzione, per questo, nonostante sia forse la studentessa migliore della scuola, non interviene quasi mai durante le lezioni, e, quando capita di dover presentare una relazione, molto spesso le si blocca la voce dell’imbarazzo.


 

Infine, ama passare il suo tempo in biblioteca e ama molto leggere, come il sottoscritto, cosa che Al non manca mai di sottolineare nei suoi frequenti e patetici tentativi di convincermi a chiederle di uscire. Tentativi che, ci tengo a sottolinearlo, non sono mai andati a buon fine.

Non che Rose mi dispiaccia, anzi, è decisamente una bella ragazza e quel poco che so di lei mi fa pensare che potremmo anche andare molto d'accordo, ma c'è sempre quel velo di distacco nei suoi occhi, quando le parlo, ad impedirmi anche solo di portare avanti una normale conversazione con lei.


 

  • Credo l’abbiamo offeso ben bene... Dai Al, non te la prendere, lo sai che scherziamo!- lo consola con tono gentile, interrompendo il filo dei miei pensieri, per poi spostare il suo sguardo su di me. -Ben arrivato Scorpius, sono due giorni che Al non fa altro che parlare del tuo imminente arrivo- mi sorride gentilmente.


 

Per la prima volta da che la conosco, i suoi occhi brillano. Niente distacco, niente mistero, la guardo e riesco perfettamente a vedere come l'ilarità del momento appena trascorso trasudi da ogni screziatura più scura, di quelle iridi così azzurre. Mi sorprendo a paragonare il suo sguardo di ora, con quello che ho sempre incrociato nei corridoi della scuola, totalmente sconvolto dalla improvvisa consapevolezza di aver memorizzato praticamente ogni sguardo che mi abbia mai rivolto in questi sei anni.


 

Ogni volta, che ci siamo trovati entrambi con Al, nello stesso momento e nello stesso luogo, e siamo stati coinvolti nella stessa conversazione, mi ritrovavo ad osservarla, e a chiedermi come fosse, cosa pensasse, cosa provasse, ma, nello scrutarla, avevo sempre incontrato un ostacolo alla mia analisi, come una barriera invisibile, che mi impediva di comprenderla. Così, puntualmente, lasciavo perdere.


 

Che questo ostacolo, inconsciamente, mi abbia reso più sensibile ai suoi cambiamenti? Confuso da questi pensieri, mi affretto a risponderle nel modo più naturale possibile, cercando di dissimulare con tutte le mie forze, lo sgomento che mi ha assalito.


 

  • Grazie Rose! Lo immaginavo, anzi, a dire il vero ne ho parlato con mio padre proprio poco fa a colazione!- le sorrido, lanciando un’occhiata divertita al mio amico, che, accanto a me, dedica una linguaccia ad entrambi.


 

  • Vedete di piantarla voi due! Quest’anno, gli altri cugini non potranno unirsi a noi, perchè sono tutti in vacanza in Francia dai parenti Delacour, mentre James è già in ritiro con il Puddlemore per l’inizio della sua prima stagione in Campionato, per cui, siamo rimasti solo noi quattro e gli Scamandro, che arriveranno nel pomeriggio. Avrò già Lorcan fra i piedi per tutta la settimana, non ho certo intenzione di trascorrere la vacanza, a farmi prendere in giro dai miei due migliori amici!- sbuffa, lanciando a me e Rose occhiate di fuoco.


 

  • Calmati fratellone, non sarebbe poi così diverso dalle solite vacanze, no?- ridacchia L, assestando una poderosa pacca sulla spalla al fratello, per poi lanciarmi un sorriso complice. In effetti, il passatempo preferito di molti, me ed L compresi, nelle vacanze qui alla Tana, è prendere in giro Al.


 

  • In realtà, sarebbe molto diverso, visto che quest’anno abbiamo anche Rosie, che è così buona e gentile e mi vuole così bene, e che a differenza di voi due vipere, non si sognerebbe mai di maltrattarmi tutto il tempo- lamenta lui, da vera regina del melodramma quale è, facendo alzare gli occhi al cielo a me e ad L.


 

Rose invece ridacchia, stringendosi al cugino con un’espressione dolce sul viso ed aprendosi in un sorriso luminoso, che, ne sono sicuro, non le avevo mai visto.


 

  • Ho approfittato della decimazione della famiglia, per trascorrere una vacanza come si deve qui con voi.- risponde, facendo spallucce. Scioglie delicatamente l’abbraccio che la legava alla cugina, e il suo volto si fa leggermente più cupo, il sorriso si trasforma, diventando...Amaro? Fissa lo sguardo a terra, nascondendosi alla mia vista. Ancora misteri.


 

  • Bene, vorrà dire che quest’anno ci daremo alla pazza gioia noi sei!- esclama L con entusiasmo, scuotendo affettuosamente la cugina, che risolleva il capo e le lancia un’occhiata divertita e riconoscente.


 

Spiazzato, guardo nuovamente Al, con espressione interrogativa, nella speranza di ottenere una qualche risposta, ma tutto ciò che posso leggere dall’occhiata che mi lancia, è che dovrò attendere la sera per saperne di più.


 

Sospiro interiormente, continuando ad osservare le due cugine stringersi e sorridersi, poi la mia attenzione si focalizza su Rose.


 

Mai quanto ora, ho avvertito il desiderio di risolvere i misteri che le aleggiano intorno, e abbattere quel velo che, per tanti anni, mi ha impedito di avvicinarmi a lei, di conoscerla. Mai quanto ora, sono stato così ardentemente interessato a lei e davvero, non riesco a comprenderne il perchè.


 

  • Bene ragazzi, che ne dite di una bella passeggiata fino al Lago?- come al solito, è Al ad interrompere questo momento così carico di significati.


 

  • La trovo un’ottima idea! Rosie, S, ci state?- L salta subito in piedi, entusiasta all’idea di visitare il suo luogo preferito dell’intera Ottery St. Catchpole, ovvero il laghetto immerso nel verde, che si trova a due colline di distanza dalla Tana. L’idea, non mi dispiace affatto, anche perchè quel posto è davvero stupendo.


 

  • Ci sto!- rispondiamo contemporaneamente io e Rose, per poi guardarci, un po’ stupiti, ma molto eccitati all’idea della gita. I suoi occhi, brillano di felicità... Non credo siano mai stati più luminosi di così.


 

  • Purtroppo però è già tardi per fare il bagno... Che ne dite se oggi andassimo solo a dare un’occhiata, e domani ci tornassimo con i gemelli?- annuiamo immediatamente tutti con entusiasmo alla proposta di L, per poi catapultarci fuori dalla Tana.


 

  • Dove andate ragazzi? Fra poco più di un’ora, c’è il pranzo!- la signora Weasley ci ferma dall’orto, in cui è intenta ad innaffiare delle piante dall’aria strana. Quella donna è una forza della natura, non sta mai con le mani in mano, e, nonostante l’età, ha sempre energia per fare tutto.


 

  • Non preoccuparti nonna, saremo di ritorno in tempo, facciamo solo un salto al Lago!- le risponde Al, rassicurandola. Immediatamente, l’espressione di disappunto e apprensione, scompare dal volto dell’anziana donna.


 

  • Va bene, ma mi raccomando, non fate tardi!- risponde infine, squadrandoci tutti con espressione severa, molto simile, in effetti, a quella che utilizza la madre di Al, Ginevra, quando deve lasciare i suoi figli qui alla Tana.


 

Sorridendole, ci allontaniamo a passo svelto dalla Tana, dando così inizio alla nostra passeggiata mattutina. A separarci dalla nostra meta, ci sono ben due colline, che regalano ai nostri occhi, una vista meravigliosa di campi di grano, prati verdissimi e sconfinati, e alberi frondosi all’orizzonte.


 

Camminiamo tutti fianco a fianco, chiacchierando del più e del meno, fino a che, come di consueto, L e Al cominciano a battibeccare, da buoni fratelli quali sono, sull’ultima partita dello scorso anno scolastico, che ha visto sfidarsi le squadre di Grifondoro e Corvonero, e, in particolare, la schiacciante vittoria, a parere di Al immeritata, della prima su quest’ultima. Scuoto la testa sorridendo, e nel farlo, mi sento un po’ come una madre che osservi i suoi bambini litigare.


 

Prima ancora che io possa rendermene conto, i miei occhi sbirciano Rose, che, dall’altro lato, rispetto ai due fratelli, ha dipinta sul volto la mia stessa espressione. Il sorriso sul mio volto, si allarga impercettibilmente, nella comprensione che sta dietro questa mia osservazione: ama i suoi due cugini. Può sembrare una cosa ovvia, scontata, poichè si tratta di suoi parenti, con cui vive a stretto contatto per tutto l’anno, ma è la prima volta che riesco a scorgere in lei un segno, sul suo viso o nel suo comportamento, che mi suggerisca un qualunque suo sentimento, nei confronti dei familiari.


 

Ovviamente Al la considera la sua migliore amica e so che con lei si confida esattamente come fa con me, ma osservando il volto di lei, quando li vedevo insieme, non ero mai riuscito a scorgere un sentimento così chiaro e puro nel suo sguardo. Mi sembra di guardare una Rose del tutto diversa.


 

Senza farmi notare troppo, la osservo di nuovo, mentre i due fratelli continuano a battibeccare, e sul suo viso, ora, leggo solo un’infinita tristezza. Sta osservando il paesaggio di fronte a noi, con aria assorta, persa, ma i suoi occhi, invece di essere vacui come quelli di chi è normalmente assorto, sono lucidi, e gli angoli della sua bocca, tendono verso il basso.


 

Improvvisamente, una fitta acuta mi scuote il cervello: frustrazione. Cosa starà pensando? Che cosa l’ha resa improvvisamente così triste? Perchè tutto questo mistero attorno alla sua persona? E soprattutto, come mai riesco a intravedere qualcosa di lei, solo ora?


 

Tutte queste domande sono destinate a vorticare nella mia testa, senza una risposta, ancora fino a stasera, specialmente adesso che i due fratelli hanno smesso di litigare e il silenzio è calato su di noi. Mi guardo intorno, cercando di distogliere i miei pensieri da tutta la confusione che mi pervade al momento, ma mentre lo faccio, mi accorgo subito di una cosa: il sole è esattamente al centro del cielo.


 

  • Ragazzi, qualcosa mi dice che dovremmo tornare indietro...Se arriviamo in ritardo, chi la sente poi vostra nonna!- faccio notare, allarmato, ai miei compagni. Immediatamente, L controlla il suo orologio da polso babbano.


 

  • Per le mutande di Merlino, dobbiamo correre!- esclama nel panico, dopo aver verificato che, effettivamente, avevo ragione.


 

Senza più dire una parola, prendiamo a correre come dei forsennati. Fortunatamente, il battibecco ha rallentato molto il nostro incedere e riusciamo a raggiungere la Tana nel giro di cinque minuti.


 

  • Ancora qualche minuto e sareste arrivati in ritardo!- ci accoglie la signora Weasley con uno dei suoi migliori cipigli ammonitori.


 

  • Beh ma ora siamo qui, giusto?- sussurra L, cercando di riprendere fiato. La donna, per tutta risposta, le lancia un’occhiata di fuoco e con un gesto del capo fa segno a tutti e quattro di entrare in cucina.


 

Mentre attraversiamo il salotto, ci scambiamo occhiate eloquenti: anche questa volta l’abbiamo scampata bella.

 

   
 
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