Un vecchio signore dalla lunga bamba, ehm volevo dire, barba argentata e occhiali a mezzaluna procedeva pigramente in un viale di Privet Drive. Le sue raggrinzite mani coglievano un accessorio alquanto stravagante che ricordava una torcia. Con gli occhi illuminati dai radiosi raggi della Luna, sollevò la strana torcia e iniziò a spegnere e accendere i solidi lampioni della cittadina. –Ah un po’ di luci anni ’70 non farebbero male!- esclamò contemplando lo spettacolo di luci che aveva creato. EVERYBODY DANCE NOW TU TU RU TU TU TU. Iniziò a ballare fino a quando non incrociò lo sguardo di un gattino appisolato. –Dovevo immaginare che l’avrei trovata qui, professoressa Mc Granitt!- bisbigliò al gatto. Il gattino lo addentò e gli lacerò il pallido viso concludendo con uno spietato Meaaw! –Ma che ca…?!- pensò il vecchio. –Silente, sono qui! Stupido vecchio, di un preside.- gli sorrise un’alta signora anziana dall’accento scozzese e dallo sguardo molto severo. Iniziarono a passeggiare, e la professoressa Mc Granitt domandò a Silente:- Sono vere le voci, Albus?- -Temo di sì professoressa. Le buone e le … cattive.- rispose con una fredda voce. –E il bimbo?- riprese la professoressa. –Hagrid lo porterà, qui.-rispose seccato. –Lei trova saggio affidare ad Hagrid un compito importante come questo?- si preoccupò l’anziana signora. –Madò cos’è che vuoi oggi? Mi sembra un interrogatorio, figlia mia! Affiderei ad Hagrid la mia stessa vita!- si irritò Silente adagiando alle orecchie le cuffie di un Mp3 da cui si sentiva un assordante TUNZ TUNZ TUNZ. Un rombo di un motore echeggiò, e i due si girarono verso la fastidiosa fonte di rumore. Albus si tolse delicatamente le cuffie e guardò il cielo. Una luce apparve nell’immenso firmamento blu decorato da brillantissime stelle. Era un motore volante, guidato da un uomo alto tre uomini con la peluria che gli ricopriva gran parte del viso. Solo i due occhi vispi scuri sopravvivevano alla foresta di peli. –Professor Silente, Professoressa Mc Granitt. Ecco il bambino.- disse Hagrid con la voce aspra masticando una gomma. –Questa quindi è la cicatrice?- chiese la professoressa indicando una ferita sul ginocchio. –Ehm....no siamo caduti un paio di volte dalla moto…-rispose Hagrid masticando rumorosamente. –Per l’amor del cielo! Hagrid quindi è questa?- continuò la Mc Granitt indicando speranzosa una ferita sul petto.- -Non proprio…- replicò Hagrid annoiato. –Andiamo Minerva, si vede benissimo che la cicatrice è questa!- tossì Silente altezzoso osservando tre tagli sul pancino. –Spiacente, signore…- si imbarazzò il gigante. –Hagrid ma è vivo, vero?- domandò la Mc Granitt inorridita. –E’ entrato in arresto cardiaco per cinque minuti, ma l’ospedale babbano lo ha salvato!- rise Hagrid. La professoressa McGranitt quasi svenne. –La cicatrice, comunque, è questa qui.- ammise l’omone accennando con il dito verso la fronte. –Visto com’è affidabile Hagrid, Minerva?-  confessò Albus. Camminarono circondati dal silenzio, ognuno per sé, fino a quando arrivarono al numero 4 di Privet Drive.  –A parte gli scherzi, Minerva- cominciò Albus – questo bambino è la cosa più preziosa che abbiamo in questo mondo. Per questo lo lasceremo qui al freddo e abbandonato mentre noi andremo a spassarcela in discoteca!- concluse sorridente.

Angolo Autore
Se siete arrivati a leggere fino alla fine per me è già tanto. Ovviamente non intendo in nessun modo prendere in giro i personaggi della Rowling!  Spero che vi abbia fatto almeno sorridere, e se volete che smetta ditemelo subito DD: