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Autore: SeelLith    05/08/2013    1 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Sleeping_with_Sirens]
[Sleeping with Sirens]KELLIC (Kellin Quinn & Vic Fuentes) (Sleeping with sirens e Pierce the veil)
Si svolge in un liceo, dove Vic è il nuovo studente. Il suo primo compagno e amico è Kellin, ma la loro amicizia diventerà qualcos'altro.
Questa FF è stata scritta insieme a lei:
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=425462
IL SEGUITO:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2063862&i=1
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10. I'm sorry for the man I was and how I treated you.

 

P.o.v Vic

 

E' quasi una settimana che io e Kellin ci siamo lasciati.

Non ci parliamo più, e io non ce la faccio.

Mi manca, e quando lo vedo nei corridoi lui è felice, sorride, scherza.

A quanto pare non ci teneva a me.

Ho persino ricominciato a tagliarmi. Quando ero con lui non lo facevo, lui riusciva a rendermi felice. E invece ora vedo ancora le cicatrici solcarmi la pelle del polso, poi li copro con quel braccialetto. Quello che Kellin mi aveva regalato nel bagno della scuola.

Però siamo rimasti vicini di banco. In realtà siamo ancora in banco insieme solo perchè la professoressa non ha voluto spostarci quando Kellin gliel'ha chiesto.

Credo che sia stata la cosa che mi ha ferito di più, il fatto che volesse persino cambiare posto in classe, che non sopportasse l'idea di starmi vicino, che non volesse più avere a che fare con me né rimanere mio amico.

E' finita la lezione di biologia, e devo andare in mensa.

Non ho proprio voglia di sedermi al solito tavolo dove vado da quando io e Kellin ci siamo lasciati, da solo, a guardarlo da lontano mentre ride con i suoi amici.

Sono in corridoio e sto sistemando le cose nell'armadietto.

-Ciao Vic.- mi sento dire. Mi giro e vedo Justin che mi guarda gentilmente, ma con una certa tristezza.

-Hey.- rispondo.

-Stai bene?- chiede preoccupato, a quanto pare Kellin gli ha detto dei miei problemi con l'autolesionismo, e poi non è che la mia espressione di tutti i giorni sprizzi gioia.

Scuoto la testa nascondendo il viso dietro l'anta dell'armadietto.

-Mi dispiace. Anche Kell è giù di morale.- continua lui.

-Sì, si vede.- dico sarcastico.

-Vic, lui ti amava davvero, e ti ama ancora. Non puoi fargliene una colpa. L'ha fatto solo per noi. Lo so, la nostra è stata una reazione esagerata, ma dovresti capirci, è il nostro migliore amico da tutta la vita, ed è cambiato tutto troppo in fretta.- risponde Justin appoggiandosi all'armadietto vicino al mio.

-No, credo di essere solo una storia vecchia per lui. Forse non voleva uno come me nella sua bella vita. Sono una causa troppo persa.- dico cercando di diminuire la tristezza che traspare dai miei occhi.

-Vic, a te saranno successe cose brutte, ma anche Kellin ha il suo passato. Anche lui ha una parte di cui non parla con nessuno, un lato della sua vita che vuole nascondere.- esclama Justin.

-E sarebbe? A me sembra che la sua vita sia piena e felice. Tu non credi? Ha tanti amici, persone che gli vogliono bene, non viene preso in giro e anche se a scuola non è un asso non fa niente perchè più o meno ce la fa comunque. Canta bene e ha una band, è anche bello e le ragazze gli vanno dietro. Anzi, è il ragazzo più bello che io abbia mai visto, quindi trovami un lato negativo.- dico un po' alterato, forse sto alzando un po' la voce ma tanto non passa quasi nessuno nel corridoio, sono tutti già in mensa.

-Cazzo Vic, a quanto pare no nte l'ha detto, ma suo padre se n'è andato quando era piccolo. Ha lasciato lui e sua madre da soli con tanti debiti. Poi lei ha deciso di abbandonarsi all'alcool ed è diventata un'alcolizzata. Credo che ora la veda solo quando ha bisogno di soldi. Eppure lui fa finta che i suoi siano via per lavoro o che siano usciti per andare a trovare degli amici fuori città. Cerca di superarla, anche se non ce l'ha mai fatta. E credo che non ce la farà mai. Ha anche lui i suoi orrori e i suoi demoni da combattere, Vic.- mi dice Justin tutto d'un fiato. Anche lui è un po' alterato dalla situazione.

Cazzo. Non lo sapevo. Kellin non me ne aveva mai parlato.

Ora mi sento un grande idiota, un colossale cretino. Lui si è sempre preoccupato per me, mi ha sempre aiutato, e nel frattempo andava contro a tutto questo, da solo. Io non lo sapevo e lui non ne parlava. Ho sempre fatto finta di niente, e non mi sono mai chiesto se anche lui avesse dei segreti, delle ferite nel suo passato che ancora gli dolevano.

Ho sempre dato per scontato che la sua felicità fosse vera, invece no, era una maschera. E ora capisco tutto.

-Ci vediamo in mensa, Vic.- esclama Justin mettendomi una mano sulla spalla ed andandosene.

Sono rimasto sconvolto, a quanto pare ha pensato che fosse meglio lasciarmi un po' da solo.

Dopo un po' mi riscuoto dai miei pensieri e vado in mensa.

Prendo un vassoio, e distrattamente lancio uno sguardo verso il tavolo di Kellin. Justin ricambia il mio sguardo, ma a quanto pare nessuno degli altri si accorge di me, fortunatamente.

Mi avvio al tavolo dall'altra parte della stanza.

Senza accorgermene urto lo zaino di qualcuno.

-TU! Messicano, hai dato un calcio al mio zaino?- sbotta Oliver.

Cazzo.

Mi volto e vedo lo scimmione Oliver torreggiare su di me con un'aria infuriata.

-No, scusami, Oliver, non volevo. Non l'ho fatto apposta.- cerco di dire, ma quello che esce è solo un sussurro confuso.

-Non l'hai fatto apposta?!- a quanto pare mi ha sentito. Prende il mio vassoio e lo fa cadere.

Poi mi spinge.

Intanto intorno a noi inizia a formarsi un cerchio di persone che vogliono assistere al pestaggio.

Oliver mi tira un pugno in faccia, e il mio labbro comincia a sanguinare.

Poi mi assesta un calcio negli stinchi, che mi fa cadere a terra. Mi rialzo miracolosamente, pulendomi il sangue dal labbro spaccato con la manica della felpa.

Il suo pugno sta per colpirmi ancora una volta, ma una voce blocca il suo braccio a mezz'aria.

 

P.o.v Kellin

-OLIVER! ORA BASTA!- grido, avvicinandomi a Oliver e Vic.

-Kellin Quinn che difende i più deboli. Sei diventato l'eroe delle cause perse?- mi chiede sarcastico Oliver abbassando il braccio. Un ghigno compare sulla sua faccia squadrata.

-No. Non sono un eroe. Ma tu non puoi continuare a trattare Vic in questo modo.- rispondo serio.

Oliver si mette a ridere. -Cosa sei, il suo fidanzato?!- mi chiede evidentemente ironico.

-In effetti sì.- rispondo avvicinandomi a Vic. Lo guardo, ma lui non capisce più nulla della situazione. Senza esitare gli prendo il viso fra le mani e gli do un bacio sulla bocca.

Dopo un po' mi stacco, e guardo Oliver con aria di sfida.

Lui mi guarda malissimo, non si mette a ridere, non mi prende in giro. Credo che sia sorpreso anche lui come tutti gli altri dal mio atto di coraggio nel bel mezzo della mensa.

In effetti non so cosa ho pensato nel momento in cui ho deciso di fare questa pazzia, ma ne è valsa sicuramente la pena.

I ragazzi intorno a noi iniziano ad applaudire, sento qualche 'è così che si fa!' e qualche 'Bravo Kellin!' gridato dalla folla, ma non mi interessa. Oliver corre via. L'ho sconfitto.

Probabilmente tutti si aspettavano che facesi le mie solite sceneggiate con inchini e cose poco modeste, invece sorrido a Vic e poi me ne vado.

Lascio tutti lì sconvolti ad applaudire, lascio lì Vic, spaesato e confuso.

Mi è venuta un'idea, quindi esco dalla scuola e mi avvio correndo verso casa di Vic.

 

P.o.v Vic

 

Sono rimasto esageratamente spaesato dalla mossa di Kellin. Ho capito cosa volesse dimostrare ad Oliver, ma sicuramente non ho capito un accidenti di quello che voleva dimostrare a me.

Quel ragazzo mi confonde. Credo che non lo capirò mai.

Sento una mano trascinarmi fuori dal cerchio di persone e portarmi fuori dalla mensa.

Quando riesco ad essere abbastanza lucido per capire chi ho davanti vedo alcuni degli Sleeping with Sirens che mi fanno da scorta verso l'infermeria.

Poi vedo buio.

Apro piano gli occhi, risvegliandomi su uno dei lettini dell'infermeria della scuola con Justin, Jack e Gabe ad aspettarmi ansiosi seduti su delle sedia di plastica.

-Dov'è andato Kellin?- chiedo subito.

-Non lo sappiamo è corso via. Vedo che è la prima cosa di cui chiedi...- dice Justin sorridendo.

Sorrido anche io, alzandomi e mettendomi a sedere.

-Ehm... Volevamo scusarci. Per la nostra reazione intendo. Siamo stati esagerati, ma è stato un bel colpo da assimilare. Non volevamo farvi rompere, e credo non volesse nemmeno Kellin. Ma l'ha fatto per noi. Siamo i suoi migliori amici da tanto, e credo non volesse perderci. Ma per tutto il tempo da quando vi siete lasciati è sempre stato triste. Nelle prove non si concentrava e sbagliava tutto, e si vedeva che non era più come prima, come quando tu c'eri ancora...- mi dice Gabe fissando più il pavimento che me.

-Vi perdono. Non ce l'ho mai avuta davvero con voi, certo, ero triste, ma non vi ho scaricato la colpa addosso. In fondo è stata una decisione di Kellin, e in parte lo capisco anche.- rispondo bevendo il bicchiere d'acqua che l'infermiera aveva appena portato.

Guardo l'ora. Devo tornare a casa.

-Scusate ragazzi, ma devo tornare a casa.- dico ai ragazzi vedendo che non devono dirmi più nulla.

-Sicuro di farcela? Prima sei svenuto. Ti ha dato un brutto colpo quel cretino di Oliver.- chiede Jack preoccupato.

-Sì, non preoccuparti, ce la faccio.- rispondo sorridendo e alzandomi.

 

Mi avvio verso casa. Quando ci sono davanti lancio un'occhiata verso la casa di Kellin, sospiro e poi entro in casa mia.

Sento delle voci provenire dal salotto.

Vado a vedere.

-Ciao Vic.- dice mia madre. -Stai bene? Ti giuro che quel bullo lo stiro con la macchina se lo vedo.- continua subito preoccupandosi di alzarsi e controllarmi la faccia.

-Si, mamma, basta, non preoccuparti, sto bene.- rispondo guardando oltre le sue spalle.

Ci sono Kellin e Jesse che mi sorridono.

-Ciao Vic.- mi dice Kellin mentre mi siedo vicino a mia madre sul divano di fronte a loro.

-Hey Kells.- dico io guardandolo negli occhi.

- Vic, Kellin mi ha raccontato quello che è successo oggi a scuola. Mi ha anche detto quello che è successo tra voi. Ho sempre pensato che le ragazze non ti interessassero, e poi quando ho conosciuto Kellin, quando ho iniziato a vederlo in casa...Non so, mi è sembrato naturale che voi steste insieme. Non te l'ho mai detto perchè non volevo immischiarmi ma mi siete sempre sembrati perfetti insieme.- dice mia mamma.

-Mamma. Ehm...E' inquietante fare questi discorsi con te. Ma, Kells...Le hai detto tutto? Pensavo che anche dopo quello che è successo in mensa non volessi avere a che fare con me...- chiedo al ragazzo seduto davanti a me.

Lui mi prende la mano, sporgendosi per arrivare a me.

-No, Vic. Non ho mai voluto smettere di avere a che fare con te. Ora credo che delle scuse siano d'obbligo, quindi mi dispiace. Non avrei mai voluto farti stare male. Ma non sapevo cosa fare, ero in una situazione difficile. Spero che tu mi possa perdonare.- dice Kellin guardandomi dolcemente.

-Ti ho sempre perdonato, ho capito perchè mi avevi lasciato. Certo la cosa mi ha comunque reso triste, ma ho sempre capito la tua decisione, perchè forse anche io avrei fatto così. E' difficile scegliere quando la decisione è tra il tuo ragazzo che conosci da forse un mese e i tuoi migliori amici che conosci da tutta la vita.- rispondo ricambiando il suo sorriso.

Guardo verso mia madre, che ci guarda con una mano sul cuore e l'espressione dolce.

-Va bene, ora ho una sorpresa. Vai Jesse.- esclama Kellin indicando Jesse che sorride e afferra qualcosa nascosto dietro il divano.

E' una chitarra classica.

Kellin mi guarda e mi sorride, poi quando le note iniziano a formarsi dalla chitarra, comincia a cantare.

 

Oh, my stomach's tied in knots
I'm afraid of what I'll find if you want to talk tonight
See the problem isn't you it's me I know
I can tell, I've seen it time after time
And I'll push you away
I get so afraid
I'll only have myself to blame

And now I'm by myself
So tell me how the hell
How can I live without you now?
How can I live within myself?
How could I live without you now?
I don't want nobody else

I only have myself to blame
But do you think we can start again
How could I live without you

See my stomach's tied in knots
I'm afraid of what I'll find if you were to talk tonight
See problem isn't you it's me I know
I've seen it time after time
I'll push you away
I get so afraid
I only have myself to blame

And now I'm by myself
So tell me how the hell
How could I live without you now?
I can't even live with myself
How could I live without you now
I don't want nobody else

I only have myself to blame
But do you think we can start again
I only have myself to blame
But do you think we can start again
I only have myself to blame
But do you think…
I only have myself to blame

 

 

 

Kellin finisce di cantare, ci siamo guardati per tutto il tempo, e per la prima volta sono riuscito a leggergli le emozioni.

Lo abbraccio, poi guardo mia madre che ha ancora la mano sul cuore, ma con l'altra si sta asciugando qualche lacrima.

-Dio, Kells, sei riuscito a far commuovere mia madre.- dico scherzando. Ridiamo tutti, e Jesse porge un fazzoletto a mia madre.

-Grazie.- mugola lei soffiandosi il naso. -Comunque, Victor, è stata una cosa dolcissima quindi non stupirti se mi commuovo e se obbligo il tuo ragazzo a cantare qualcosa quando viene qui. Mi aspetto che anche tu venga, Jesse. Mi stai simpatico quindi tu e gli Sleeping with Sirens siete i benvenuti. Ah, e Vic, il tuo ragazzo è la persona più tenera del mondo quindi trattalo bene anche se è stato lui a lasciarti.- dice mia mamma sventolandosi la mano davanti al viso.

-Mamma!- dico un po' sorpreso. -Piantala e vai in cucina.- esclamo poi indicandole la porta a vetri che dal salotto conduce alla cucina.

-No, perchè dovrei? E' un momento così carino.- chiede lei guardandomi male.

-Perchè ho intenzione di baciare il mio ragazzo e non ci tengo che tu sia qui, okay?- esclamo fulminandola con lo sguardo.

-Ohhh.- esclama lei intenerita. La fulmino di nuovo. -Okay.- dice poi avviandosi in cucina.

-Jesse, vuoi qualcosa da bere?- chiedo facendogli intuire che volevo restare solo con kellin.

Kellin si mette a ridere nel vedere che Jesse scuote la testa.

-Ohhh! Certo, sto morendo di sete! Scusi, signora Fuentes, non è che ha un succo di frutta?- esclama Jesse dopo aver capito le nostre intenzioni.

Anche lui con il succo di frutta?! Certo che gli Sleeping with Sirens avevano proprio una passione.

Quando anche lui se n'è andato guardo Kellin.

-Hei. Ehm...Grazie, hai fatto una cosa meravigliosa, sia oggi in mensa che adesso. Ah, e mi dispiace per tutto. Sai, tu mi hai sempre aiutato e io non ho mai pensato che anche tu stessi combattendo contro qualcosa del tuo passato... Sì, me ne ha parlato Justin.- dico prendendo la mano di Kellin e stringendola.

-Non ti preoccupare, ora è tutto acqua passata. Mettiamoci una pietra sopra.- esclama Kellin avvicinandosi di più a me e baciandomi.

Sentiamo degli 'ohh' provenire dalla cucina. Ci stacchiamo e ci voltiamo, vedendo mia madre e Jesse con un'espressione da cuccioli e gli occhi letteralmente a forma di cuore, spiaccicati contro la porta a vetri. Quando ci vedono si staccano dalla porta, facendo finta di fare altro e di non essersi accorti di nulla.

-Mamma. Porta Jesse a vedere quanto è bello il giardino.- dico, anzi, ordino a mia madre con un'espressione esasperata sul volto.

Ecco, tutti sanno che io e Kellin stiamo insieme e non abbiamo neanche un momento di pace.

-Ora se ne sono andati davvero.- dice lui guardandomi maliziosamente e riprendendo a baciarmi.

Dopo qualche minuto si stacca da me e mi trascina fuori in giardino.

-Signora Fuentes, Vic può venire a cena da me? Voglio fargli conoscere il mio gatto.- chiede a mia madre che, stranamente, lo prende sul serio.

-Certo!- risponde sorridendo.

-Va bene, allora noi andiamo! Grazie di tutto!- dice Kellin prendendomi la mano e trascinandomi di nuovo in casa.

Sento solo il -Non c'è di che!- di mia madre in lontananza, mentre usciamo di casa e ci dirigiamo verso quella dall'altra parte della strada.

Jesse esce da casa mia, correndoci dietro.

-Kell, porta tu la chitarra in casa.- esclama porgendo la chitarra a Kellin e andandosene.

La prima volta che capisce le nostre intenzioni di stare un po' soli.

-Vic, scommetto che hai voglia di conoscere Sparkie. E' un gatto molto poco presente. Non ti prometto nulla.- dice Kellin aprendo la porta di casa. Ci mettiamo a ridere.

Butta la chitarra sul divano.

-Sparkie! Dai, gattino, vieni qui!- prova a chiamarlo. Niente.

-Beh, a quanto pare Sparkie non c'è... O è morto, in effetti è da qualche giorno che non lo vedo...- dice sorridendomi e avvicinandosi a me, con sguardo malizioso.

Mi bacia e mi porta in camera.

Chiude la porta, anche se in casa non c'è nessuno. Beh, meglio non rischiare.

Con gli Sleeping with sirens non si può mai sapere.

Mi fa sdraiare sul letto e ricomincia a baciarmi.

I baci si fanno sempre più infuocati.

Ci stacchiamo per un attimo, così permettendo a Kells di togliermi la maglietta.

Poi si sfila la sua, gli do una mano, impaziente di avere di nuovo le sue labbra sulle mie.

Prende a baciarmi il collo, mentre io inizio a slacciargli il bottone dei pantaloni.

Se li sfila velocemente, aiutandomi a togliermi i miei.

Le mani di Kellin vagano sul mio corpo, mentre le sue labbra continuano a confondermi con baci sempre più appassionati.

Infila i pollici sotto l'elastico dei miei boxer per iniziare a toglierli, ma il suono prepotente del campanello irrompe nella stanza, facendoci sobbalzare.

-Ma che cazz...?- inizia a dire Kellin, cercando di calmarsi e di rivestirsi senza troppe complicazioni.

Mi rivesto anche io, con il respiro ancora affannato.

Il campanello squilla un'altra volta.

-ARRIVO!- urla irato Kellin.

Lo sento scendere le scale con passo pesante, poi apre la porta.

 

P.o.v Kellin

 

Apro la porta e mi ritrovo davanti la faccia da schiaffi di Justin con un sorriso da ebete.

-Vaffanculo.- dico, poi gli sbatto la porta in faccia.

-Eri con Vic?- chiede.

-No, giocavo a palla con Sparkie.- dico sarcastico da dentro casa.

-Scusa. Me ne vado. Ma Sparkie esiste ancora?! Non era il tuo gatto quando avevi sette anni?- chiede poi poco prima di andarsene.

-No.- dico sperando che Vic non senta. Ah, al diavolo, tanto l'aveva capito che stavo solo cercando un pretesto per portarlo a letto.

-Ciao, Kell, a domani.- dice Justin da fuori casa.

-No idiota, ora mi dici cosa dovevi dirmi.- dico poi incazzato. Beh, si, in fondo mi interessava, tanto ormai non se ne faceva più niente.

-No, niente. Volevo salutarti. Anzi, per di più volevo impossessarmi della tua xbox.- dice.

-Ti uccido, domani, ma ti uccido.- dico tornando al piano di sopra dopo aver sentito Justin ridere.

-Non mi crede?! Eh, vedremo domani chi riderà per ultimo.- borbotto tra me e me.

-Scusami Vic, ma Justin è un idiota senza una vita.- dico poi rivolto al mio ragazzo che ormai è seduto sul letto e sfortunatamente si è rivestito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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