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Autore: lacla32    05/08/2013    2 recensioni
“Che facciamo adesso?” mi chiede Lisbon, sembra spaesata, come darle torto ha appena scoperto che i miei 7 candidati a Red John sono tutti suoi conoscenti ed uno è addirittura il suo capo
“Non lo so, hai sentito anche tu quello che ha detto, incomincerà ad uccidere più spesso se non lo trovo...” dico
“O lui non trova te” sussurra lei preoccupata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1
“Che facciamo adesso?” mi chiede Lisbon, sembra spaesata, come darle torto ha appena scoperto che i miei 7 candidati a Red John sono tutti suoi conoscenti ed uno è addirittura il suo capo
“Non lo so, hai sentito anche tu quello che ha detto, incomincerà ad uccidere più spesso se non lo trovo” dico
“O lui non trova te” sussurra lei preoccupata.
“C’è una talpa” esclamo preoccupato
“Questo lo avevo capito, se no come fa Lui a conoscere la tua lista?” mi risponde lei
“Per ora comportiamoci come se nulla fosse…ok?” le chiedo
“Sarà difficile ma ci posso provare, ma ti prego non fare cose pericolose o avventante capito?” mi dice
“Cose del tipo?” le chiedo alzando un sopracciglio
“Del tipo sparire chissà dove per 6 mesi e poi ricomparire dicendo che vuoi la mia testa” dice stizzita
Mi strappa un sorriso, adoro quando  si arrabbia fa sempre delle facce buffe
“Bravo ridiamoci sopra!” mi dice “ ti ricordo che l’ultima volta hai fatto scoppiare una guerra tra dipartimenti federali” sussurra puntandomi il dito contro
“Dai Lisbon non te la prendere” dico sorridendo, so che non resiste ai miei sorrisi
“Va al diavolo!” urla uscendo dalla porta
 
 
“Avanti Lisbon” riconosco sempre il suo passo, i tacchi che toccano secchi il pavimento e la velocità della camminata
“Buon giorno” dice facendo capolino dalla porta “Andiamo ad arrestare Morgan Rush vieni?” mi chiede
“Va bene” dico alzandomi e una volta uscito chiudo la porta
“Abbiamo le prove della sua colpevolezza ora manca solo il suo arresto” dice intenta a mettersi il giubbotto anti proiettile e caricando la pistola “Tu aspetta qui”
“Non mi sposterò neanche di un millimetro” la rassicuro
La guardo mentre si avvia insieme a Rigsby e Cho, un giorno o l’altro la faranno fuori, se non arriva prima Red John, questo pensiero mi incupisce
Ci metto un bel po’ “Gardenie!”  dico avviandomi a un cespuglietto di fronte all’abitazione del sospettato, le annuso hanno un profumo dolce e intenso, quasi quasi ne prendo un paio da dare a Lisbon
“Fermo!” urla Lisbon “Scenda dall’auto” urla ancora “Scenda o sparo!”
Che sta succedendo? Mi affaccio alla staccionata giusto in tempo per vedere l’auto sfondarla e venirmi addosso travolgendomi.
“O mio dio Jane stai bene?” è la voce di Lisbon
“Lisbon?” chiedo
“Si Jane sono io, adesso ti portiamo in ospedale, dov’è l’ambulanza!!  Ti avevo detto di stare la, ma quando mai mi ascolti?”  
Faccio in tempo a sorridere poi tutto si fa buio.
 
“Jane? Per quanto hai intenzione di dormire ancora?” dice una voce prima di scuotermi “abbiamo un caso di Red John! Svegliati!”
“Lisbon?” chiamo
“Si sono io”  dice seccata “Muoviti ci attendono sulla scena del crimine” e si avvia  verso gli ascensori
“Subito” dico alzandomi un po’ indolenzito
“Ti sembra questo il modo di svegliare un ferito?” le chiedo fingendomi arrabbiato
“Sta zitto” mi risponde lei
 
 
“si tratta proprio di Red John” dice  Brett Partridge “ Guardate attentamente lo smile, lo stile il tratto…è sicuramente lui!”
“Che ci fa lui qui?” sussurro a Lisbon , odio quell’essere, prova troppo gusto nel vedere le opere di John.
“è un tecnico della scientifica” mi guarda come se la cosa fosse ovvia
“Lo so però…” inizio a dire prima che lui mi interrompa
“Signor Jane, allora? Vorrei la sua conferma è davvero Red John?” si rivolge verso di me
Quanto lo odio “Si” dico guardando lo smile sulla parete
“Il consulente ha parlato” dice Partridge facendo delle foto
Decido di ignorarlo e mi concentro sulla vittima, la guardo, una donna bionda sui 40, buon profumo ma niente fede al dito, ben vestita, tacchi alti e rossetto ben messo
“Allora?” mi chiede Lisbon chinandosi
“è molto elegante ha un buon profumo e siccome ci troviamo in una casa in vendita credo che fosse un agente immobiliare” dico guardando la mia collega
“Capo” dice Rigsby entrando con una borsa “abbiamo trovato la borsa della vittima al piano di sotto, si chiamava Katherine Sullivan era un agente immobiliare e secondo la sua agenda il suo ultimo appuntamento risale a ieri alle 18”
“Katherine Sullivan?” chiedo, non so perché ma questo nome ha un che di famigliare.
“Che c’è Jane?” Lisbon si gira verso di me “La conoscevi?”
“No” rispondo, devo indagare, sono sicuro di aver già incontrato questa donna prima ma non ricordo quando ne dove
“Bene, noi torniamo al CBI” sento dire a Lisbon “Cho, di agli altri di indagare sulla sua vita, voglio sapere anche quello che mangiava a colazione”
“Non Sali?” mi chiede Teresa mentre avvia il motore
“No, ho visto una casa carina, vorrei darci un’occhiata sarebbe ora di lasciare le soffitte del CBI…” capisco che ha abboccato alla mia scusa quando sorridendo mi risponde “Ok ci vediamo dopo” mentre si allontana la vedo telefonare, devo ricordarmi di regalarle degli auricolari, prima o poi farà un incidente per colpa di quel dannato telefono. 
Diamoci da fare devo scoprire chi sia quella donna. Perché non cominciare dal suo ufficio?
“Salve, mi chiamo Patrick Jane e vorrei comprare una casa” dico al mio interlocutore, un omone tutto impomatato e con un sorriso smagliante
“è nel posto giusto!” e sfodera un sorriso spaventoso
Dopo avermi fatto fare il giro completo della casa e avermi illustrato nei minimi particolare decido di mettere fine al supplizio “Ho deciso è quella giusta! Per comprarla ?” chiedo
“possiamo farlo subito” dice lui tirando fuori un contratto
“mi spiace ma non ho soldi qui con me…potrei passare nei vostri uffici e concludere il contratto li che ne dice?” affermo
“Si certo, nessun problema” dice dandomi un biglietto da visita
“La ringrazio, ci vediamo domani” e mi avvio alla mia auto
 
“Salve, sono stato mandato qui per comprare una casa” annuncio tutto sorridente
“Buon giorno” la segretaria è molto giovane e solare “è la prima volta che compra da noi?” mi chiede
“Penso proprio di si” le rispondo
“mi dice il suo nome, per favore”
“Patrick Jane”
“Ha visitato una casa oggi” sta leggendo dallo schermo del computer
“Si” rispondo
“Non è la prima casa che prende da noi” afferma
“Scusi?” chiedo sorpreso
“ Ha già comprato una casa da noi! Più di 10 anni fa” sembra felice di rivedere un vecchio cliente
“Chi era l’agente immobiliare?” chiedo
“Katherine Sullivan” risponde lei ma io me ne sono già andato, ora ricordo tutto
Mentre guido verso il CBI i ricordi ritornano alla mente, io e mia moglie avevamo comprato una casa e Katherine ci consegnava le chiavi facendoci i complimenti e tanti auguri. Un ricordo felice.
 
Entrando al CBI mi fiondo nell’ufficio di Lisbon
“Quando imparerai a bussare?” mi chiede alzando lo sguardo
“Abbiamo un problema” sussurro
“Parla”
“Ti ricordi il video che mi ha mandato John il rosso?” le chiedo mentre mi siedo sul divanetto
“Si certo, la lista” si siede anche lei
“Oltre a quello, parlava dei ricordi felici” la mia voce trema
“Non capisco dove vuoi andare a parare” ha lo sguardo incuriosito
“Katherine Sullivan era un ricordo felice, fu lei a vendermi la prima casa che comprai con mia moglie” sussurro
“Questo significa che…”inizia lei
“Devo andarmene” dico alzandomi
“Aspetta” Lisbon mi afferra per un braccio bloccandomi
“Ascolta…” incomincio a dire
“NO! Ascoltami tu!” si sta arrabbiando “Vuoi scappare ancora? Vuoi sparire per altri 6 mesi? O magari per un anno?” mi chiede
“Non voglio mettervi in pericolo! Non ho nessuno intenzione di dover venire a trovare qualcuno di voi al cimitero” dico indicando i ragazzi seduti alle loro scrivanie
“Certo, cosi se te ne vai sarò io a dover venire a portarti i fiori ogni settimana” urlai in risposta lei
Sembra preoccupata, so quello che prova, neanche a me piace l’idea di lasciarli in balia di Red John, ma se me ne vado forse si salveranno…forse? Aspetta Jane! Forse si salveranno e se non aspettasse altro per ucciderli? Forse dovrei rimanere e indagare, d’altro canto se rimango posso sfruttare le risorse del CBI.
“Jane, cerchiamo di essere ragionevoli” incomincia Lisbon
“Forse hai ragione, devo rimanere, non posso più fuggire, prima o poi arriveremo alla resa dei conti” dico stringendo i pugni
“Incominciamo a ragionare!” sospira “vieni, andiamo a sentire le novità” dice uscendo dall’ufficio
“Rigsby, abbiamo qualcosa?” chiedo
“No, abbiamo controllato anche se fosse un membro della visualize ma è risultato tutto negativo” risponde lui
“Non abbiamo nulla in mano quindi?” chiede Lisbon
“No capo” risponde Cho scuotendo la testa
“Continuate a cercare!” ordina
 
Io me ne vado nel cucinino a prepararmi un thè, mi ci vuole.
Seduto al tavolo con la tazza fumante davanti ho tutto il tempo per ragionare. Se Lui vuole i miei ricordi felici, devo solo trovarli prima che lo faccia lui è semplice. Devo stilare una lista, l’ho già fatto una volta, posso farlo una seconda.
“Che fai?” mi chiede Lisbon sedendosi davanti a me
“Scrivo una lista di tutte le persone che rappresentano un ricordo felice, per me” intanto appunto un altro nome
“Speri di salvarli?” chiede lei perplessa
“Ci posso provare” rispondo facendo spallucce
“Jane” inizia guardandomi  “ti ricordi della lista dei sospettati vero? John la conosceva, non credi che facendo cosi metti solo in pericolo quelle persone?”
“Ho commesso un errore l’altra volta e non ho intenzione di commetterlo ancora” dico
“Se c’è davvero una talpa…” inizia
“ Lo scopriremo” affermo, sono convinto che qualcuno qua dentro sia una spia di Red John devo solo capire chi sia.
La vedo sbuffare e alzarsi “diventeremo pazzi lo sai?” sussurra
“Lo so” le rispondo sorridendo
 
Attraversiamo le varie scrivanie e raggiungiamo l’ufficio di Lisbon dove io mi accomodo sul divano e faccio finta di dormire, mi piace sentire il rumore della penna e dei tasti del computer che battono veloci e poi guardarla di nascono mentre si concentra mi fa ritrovare la calma, se avessi saputo che il mio desiderio di vendetta avrebbe potuto metterla in pericolo non avrei mai scelto di collaborare con il CBI, avrei lottato da solo, senza coinvolgere vite innocenti, vite innocenti come la sua e quelle della squadra. Oramai è tardi per tornare indietro, Teresa  soprattutto è la più esposta, lei conosce la lista è nel mio stesso mare e sono io ad avercela trascinata e sono io a dover portarcela fuori, se dovesse morire per colpa mia non so cosa potrei fare, probabilmente mi consegnerei a Red John di mia volontà, non potrei sopportare un’altra morte, sarebbe troppo.
Mi passo una mano sul volto, forse dovrei dormire un po’, ultimamente dormo poco e male.
 
 
“Jane?” sento chiamare “svegliati”
“Cosa?” chiedo aprendo un occhio
“Hai fatto una bella dormita sono le 21” dice Lisbon prendendo la borsa
“Dove vai?” chiedo
“A casa, sono stanca, al posto tuo io ho lavorato “
“Ti accompagno” dico alzandomi
“Perché?” ha uno sguardo incuriosito
“Lui è la fuori e tu sei un bersaglio” tiro fuori il mio quadernino e lo sventolo davanti al suo naso
“Ma fammi il piacere! Sono armata e so difendermi “ afferma
Io la guardo storto, so che è molto autonoma ma con John non si sa mai…alla fine ho cedo, Lisbon sa essere testarda quando vuole, cosi la vedo allontanarsi attraverso una finestra.
Ritorno nel mio stanzino, ho molto lavoro da fare, sedendomi tiro fuori il quadernino e la penna.
Scrivo nomi su nomi, la panettiera, l’edicolante, l’autista , le maestre i miei vecchi vicini, il medico…ci sono troppi nomi, troppe persone che possono essere associate a ricordi felici. Mi fermo a fissare un nome Teresa Lisbon, so già che per ora non è in pericolo, la userà alla fine dei giochi quando vorrà darmi il colpo di grazia, il problema sta nel capire quando i giochi si concluderanno e chi dei due metterà la parola fine a questa caccia. Sono consapevole che non potrò proteggere tutti ma Lisbon posso farlo, devo solo trovare il modo per farlo e di certo stando in questo dannato stanzino non posso riuscirci devo trovare un modo per andarmene, però mi serve una scusa, non posso andarmene cosi come se niente fosse, sono sicuro che Lui capirebbe subito che sto facendo qualcosa e potrebbe colpire Lisbon per dimostrarmi che sono impotente davanti a lui…devo ideare qualcosa.
 
“Avanti” dico
“Noi siamo tutti giù… se vuoi raggiungerci” dice una voce oltre la porta
“scusa ma sto lavorando su qualcosa… vorrei che non mi disturbassi per un po’” dico avvicinandomi alla porta
“Ma Jane, dobbiamo lavorare” mi ripete Lisbon
“Lo so, scusa ma penso che per un paio di giorni mi darò malato, lo puoi dire tu a Bertram?”
“Come vuoi” sento i suoi passi che si allontanano
Fisso fuori falla finestra, credo che tre giorni basteranno per ottenere quello che voglio, dopo tutto io sono pazzo no? Sorrido a questo pensiero. “Bene mettiamoci al lavoro” dico a me stesso.
Scrivo, scrivo e riscrivo, penso e scrivo, nomi su nomi, di alcuni non ricordo il cognome o il nome, sono solo volti che associo a un mio sorriso o ad una risata, volti che hanno condiviso con me un attimo o più di felicità.
Sono passati 3 giorni e quella che mi trovo davanti è una lista lunga, troppo lunga sono più di 3000 persone, devo assolutamente restringere il campo, cercare e ricordare, mettere in primo piano chi ricordo meglio e depennare chi credo sia inutile. Guardo l’ora sono le 9.15. Vado verso lo specchio, ho un aspetto orribile e ne sono pienamente soddisfatto! Ho i capelli sporchi, i miei ricci sembrano piatti e unti, gli occhi arrossati, segno del fatto che non dormo da un po’ per non parlare della sottile macchia nera che si sta delineando nella parte bassa dell’occhio…occhiaie! La barba è incolta e punge da morire, ancora un po’ e posso tagliarla, finalmente, non vedo l’ora di togliermi anche questi vestiti sono stropicciati e puzzano.
Con l’aria da cane bastonato mista a quella di un pazzo esco e chiudendomi la porta alle spalle mi avvio verso l’ufficio di Bertram.
“Jane?” dice lui vedendomi entrare “tutto a posto?”
“Sei tu vero?” urlo
“Cosa?” si guarda in torno spaesato
“SEI STATO TU!” proseguo col mio monologo
“Jane non capisco?” ripete
“SEI ENTRATO NEL MIO NASCONDIGLIO E MI HAI RUBATO TUTTO QUELLO CHE SAPEVO SU JOHN. SPORCA SPIA!” incomincio a prenderci gusto
“Tu sei pazzo!” urla a sua volta
“NONO IO NON SONO PAZZO” urlo mentre accompagno la frase con una risata
Intanto fuori dal suo ufficio incominciano ad arrivare curiosi che ci fissano esterrefatti, devo sbrigarmi prima che arrivi Lisbon
“TI UCCIDO” urlo fiondandomi su di lui e mollandogli un pugno dritto sul naso. Finiamo a terra entrambi e cominciamo a lottare, lui per liberarsi io per cercare di essere, nel modo più credibile, impazzito
“JANE MIO DIO!” è la voce di Lisbon “Rigsby aiutami” da un ordine ed entrambi si buttano su di noi per separarci
Io non oppongo resistenza, non avrebbe senso oramai ho ottenuto quello che voglio
“SEI LICENZIATO! VATTENE !STA LONTANO DAL CBI O GIURO SU DIO CHE TI FACCIO ARRESTARE!“ strilla Bertram furibondo
Rigsby mi trascina di peso fuori dall’ufficio per portarmi nell’ufficio di Lisbon.
“Cosa diavolo ti è saltato in mente?” sta urlando
“io..” vorrei parlare ma non me ne lascia il tempo
“Picchiare il capo? Sei impazzito! Se vai avanti cosi ti faranno rinchiudere! Tu sei pazzo” il tono della voce passa dal rassegnato alla rabbia per finire in uno sbuffo
“Era tutto calcolato” affermo
Lei alza lo sguardo, vedo i suoi occhi verdi spalancarsi “Vuoi farti uccidere?” chiede
“O nono, volevo solo lasciare lo stanzino in cui mi hanno rinchiuso”
“E per farlo dovevi picchiare Bertram? Non potevi semplicemente traslocare come fanno tutte le persone?”
“Cosi avrebbero capito le mie intenzioni”
“Hai appena picchiato uno dei tuoi 7 sospettati” sussurra lei
“Per ora i miei sospettati sono solo 6” dico
“6?” chiede
“Bertram è appena uscito dalla lista, se fosse stato John o il suo braccio destro avrebbe di sicuro trovato un’altra opzione, se mi allontana non può controllarmi” rispondo “Secondo i miei calcoli tra 1 o 2 giorni entrerà da quella porta chiedendoti di farmi tornare”
“ Jane lo hai appena picchiato! Non può ragionare in modo lucido e poi ti ricordo che c’è una talpa che si aggira nei nostri corridoi e se John avesse previsto tutto?”
Effettivamente il suo ragionamento non fa una piega ma preferisco ignorarlo, sono convinto di quello che faccio.
 Sto per dire qualcosa quando Lisbon mi da uno spintone “Nasconditi arriva Bertram”
Faccio appena in tempo a raggomitolarmi sotto la scrivania quando Bertram entra nell’ufficio di Lisbon
“Lui dov’è!” urla, noto che è ancora leggermente adirato
“L’ho sbattuto fuori capo” risponde Lisbon
“So che resterete in contatto quindi digli che se non vuole che sbatta via tutta la sua roba deve venirsela a prendere e di liberare la soffitta e tanto che c’è può anche buttarsi giù dal tetto!” strilla uscendo e sbattendo la porta
“Mi sa che è leggermente arrabbiato “ dico uscendo da sotto la scrivania
“Sta giù idiota” sussurra Lisbon  “fino a che non se ne va, sta li sotto”
“ma è scomodo” mi lamento
“la prossima volta vai a prendere a pugni un muro!” mi sgrida lei
“Eddai Lisbon! Ho tolto un sospettato dalla lista, dovresti gioirne” sorrido
“ti sei fatto sbattere fuori dal CBI e non hai più un tetto… direi che per essere un genio ti sei superato”
“Dettagli” dico facendo oscillare la mano
“Che farai adesso?” chiede
“ Aspetto che mi richiami, sono sicuro che lui sia in contatto con John il rosso anche se non lo sa, di sicuro John vorrà avermi ancora sotto il suo controllo e quindi dovrà farmi tornare al CBI” il mio ragionamento seppur contorto ha una base stabile, John vuole il controllo su di me e per averlo deve avermi, non fa una piega
“quindi dormirai sulle panchine al parco?”
“Io avrei un idea migliore” sussurro sorridendo
 
“Ti ho detto che non se ne parla!” urla sbattendomi la porta in faccia
“Eddai Lisbon fammi entrare” piagnucolo sbattendo il pugno sulla porta chiusa
“No!” ribatte la voce dall’altra parte della porta “Casa mia non è un albergo!”
“Mi vuoi davvero lasciare qui fuori?” chiedo incredulo
Dall’altra parte nessuna risposta, il silenzio più totale.
Decido di accamparmi davanti alla porta, mi stendo, mi copro la testa con la giacca e provo a dormire
Dopo 10 minuti sento la porta aprirsi “Jane?” un piccolo colpo sulla spalla mi fa oscillare
“Dannazione e va bene entra” la sua voce è di qualcuno rassegnato a un destino inevitabile
Mi alzo di colpo “Permesso” dico entrando in casa con la mia piccola valigia, dietro di me Lisbon scuote la testa sembra quasi divertita
“Il bagno è di sopra, vai a farti una doccia puzzi. Io intanto preparo qualcosa per cena” dice indicandomi le scale
Dopo una bella doccia mi sento ringiovanito e soprattutto  posso proteggere Lisbon.  Scendo le  scale e vedo la tavola apparecchiata e un piatto di pasta fumante “ Ti ho preso dei cuscini e delle coperte” dice una voce alle mie spalle
“Ma come? Non posso dormire con te?” chiedo sorridendo
“O il divano o la veranda fai tu” risponde lei sorridendo al mio stesso modo, solo che il suo sorriso fa paura, a volte questa donna fa più paura di John il rosso
“Ahah sisi mi accontento” rido alzando le mani in segno di resa
“Ora mangiamo su” dice sedendosi a tavola
“con piacere” le rispondo imitandola
 
 
Il mio angolino privato
Ciao a tutti! Sono tornata!  Be non che sia stata via per molto XD
Storia tutta nuova che mi frullava in testa da quando ho finito la 5 stagione, devo ammetterlo scrivere dal punto di vista di Jane è difficile, pensare come pensa Heller è complicato…comunque oramai sono sulla barca tanto vale remare diciamo che scrivere qualcosa che rimanga sulla falsa riga della serie è più difficile di quel che pensavo!
Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacio belli miei ;)
 
 
  
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