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Autore: lacla32    07/08/2013    2 recensioni
“Che facciamo adesso?” mi chiede Lisbon, sembra spaesata, come darle torto ha appena scoperto che i miei 7 candidati a Red John sono tutti suoi conoscenti ed uno è addirittura il suo capo
“Non lo so, hai sentito anche tu quello che ha detto, incomincerà ad uccidere più spesso se non lo trovo...” dico
“O lui non trova te” sussurra lei preoccupata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
Sono seduto sulla seggiola del tavolo della cucina, Lisbon è andata al lavoro e forse anche io dovrei mettermi a lavorare , devo fare delle ricerche e depennare un po’ di nomi dalla mia lista.
Naturalmente prima devo soddisfare i miei impulsi ovvero… frugare tra le cose di Teresa. Non posso resistere alla tentazione, sono in casa sua da solo, mi sento come un bambino in un parco giochi vuoto dove posso provare tutte le giostre che voglio quante volte mi pare.
Dopo essermi alzato dalla sedia incomincio a salire i gradini per arrivare nella camera da letto, giro il pomello della porta sto per entrare quando il rumore della porta che si apre per poi richiudersi e una voce mi bloccano “Jane?”
“Come mai sei già a casa?” chiedo chiudendo la porta e affacciandomi sulle scale
“Devo cambiarmi” dice salendo le scale
Io la guardo interrogativo poi noto che ha tutti i pantaloni e le scarpe inzuppati di fango
“Palude?” chiedo ridendo
La vedo annuire prima di entrare in camera per cambiarsi, io intanto scendo e raggiungo la cucina
“Vuoi un caffè?” strillo
“No” risponde lei scendendo dalle scale “Devo tornare al CBI abbiamo un caso un po’ complesso, penso che farò tardi questa sera, se vuoi mangia pure senza di me io ordino qualcosa quando torno” dice prima di uscire
“Va bene” rispondo al vuoto
Sono pronto per uscire, vado all’appendi abiti per prendere la giacca quando trovo un foglio con una chiave sopra “Questa è la chiave di casa te la lascio solo perché non puoi uscire lasciando casa mia aperta! Quindi usala”
Prendo la chiave e con un sorriso esco chiudendomi dietro la porta.
 
Bene il mio primo obbiettivo è scoprire chi è ancora in città e chi è morto, cosi posso depennare qualche nome e ridurre la lista.
Prima di tutto devo scoprire se il circo è in città oppure sono in tour e per farlo devo andare a trovare un vecchio amico
 
“Patrick Jane! Che piacere rivederti” saluta un signore sulla settantina
“Magus! Come stai?” chiedo abbracciandolo
“Si tira avanti il più possibile…che ti porta qui?” chiede entrando nella roulette
“Volevo delle informazioni sulla famiglia” sussurro
“Tutto quello che vuoi!” afferma con un largo sorriso
 
Dopo la bella rimpatriata con Magus decido di rimettermi in macchina, ho la giornata tutta per me, niente CBI niente Lisbon che mi strilla dietro, sono solo.
Non so come ma mi ritrovo a guidare verso il cimitero, ho voglia di rivederle non so perché ma ogni volta che mi avvicino sempre più a John loro si riaffacciano nei miei ricordi trascinandomi nell’abisso, tutto quello che faccio è per loro, lo ripeto ogni giorno è come un mantra, qualcosa che mi manda avanti. Ma ultimamente è sorto in me un dubbio… è davvero per loro che lo faccio? O è solamente per cercare una specie di redenzione da quello che ho fatto? Le ho uccise io, anche se in pratica è stato Lui io ho avviato la reazione a catena che le ha uccise, una reazione a catena che tutt’ora va avanti e che per quanto mi sforzi non riesco a fermare.
Sono perso nei pensieri quando arrivo al cimitero rimando un attimo con l’auto spenta poi decido di scendere e avviarmi all’entrata, percorro il piccolo vialetto circondato da tombe in religioso silenzio una volta raggiunte le due piccole lapidi mi fermo a fissarle, trovo assurdo il fatto che tutto quello che resta di una vita, dopo la sua morte, sia una semplice lastra in pietra con un nome e una data e che comunque questo riesca a darci conforto facendoci sentire ancora vicini a loro per quanto la morte provi a separarci.
Non so quanto tempo è passato da quando sono qui in piedi ma il suono del cellulare interrompe il flusso di pensieri che mi affollano la mente
“Lisbon?” rispondo
“Jane dove diavolo sei? Ho provato a chiamare una decina di volte a casa ma non rispondevi”
“Sono in un bar a prendere un thè…hai bisogno?”
“Bertram ti vuole parlare”
“Lo so” affermo riagganciando
Forse a causa dei pensieri o del cellulare non mi sono accorto della piccola figura appostata dietro di me.
 
 
“Prego Jane accomodati” dice Bertram indicandomi una seggiola.
Dopo la telefonata di Lisbon sono subito corso al CBI
“Voleva parlarmi?” chiedo conscio del fatto che la mia domanda sia inutile
“Riguardo a quello che è successo ieri, vedi io ho esagerato, non dovevo licenziarti…”  sono compiaciuto dal fatto che si vede lontano un miglio che queste parole gli sono state messe in bocca, credo proprio che se fosse stato per lui sarei già in prigione da non so quanto
“Credo che sia tutta colpa mia “ affermo  “sono molto stanco e stressato e…” prima che finisca mi ferma con un gesto della mano
“Non preoccuparti capita anche ai migliori di cedere” sorride comprensivo
“Quindi…” sussurro
“Sei riassunto, ma ti prego, se devi prendere a pugni qualcosa fallo con un divano “ istintivamente si tocca il naso incerottato
“Me ne ricorderò la prossima volta” sorrido alzandomi e uscendo dal suo ufficio per dirigermi in quello di Lisbon,  mi accorgo subito che non c’è nessuno, saranno fuori per quel caso complesso.
Decido di prepararmi un thè e di aspettarli in ufficio, sono quasi le 19 prima o poi rientreranno.
Dopo un buon the mi sdraio sul divanetto nell’ufficio di Lisbon aspettando che qualcuno si faccia vivo, non passa neanche mezzora quando sento le porte dell’ascensore aprirsi e delle voci famigliari chiacchierare allegramente. Mi alzo e li raggiungo
“Hei Jane” saluta Rigsby
“Jane! Come stai?” chiede Van Pelt, Cho fa un cenno col capo
“Bene ragazzi, da domani ritorno e risolvere i casi” dico strizzando l’occhiolino
“Dov’è Lisbon?” chiedo guardandomi attorno
“Ha detto che aveva da fare una cosa prima di tornare a casa” risponde Van Pelt
“Ah capisco, be io vado a domani ragazzi” saluto avviandomi all’ascensore.
Guido fino a casa e quando entro noto che non è ancora tornata, chissà cosa aveva da fare? Stanco ma poco affamato vado a farmi una doccia e a mettermi qualcosa di più comodo per la vita casalinga.
Sto per scendere le scale quando sento aprirsi la porta di casa “Lisbon” chiamo
“Dammi una mano” dice
Scendo di corsa le scale e la vedo con un sacco di buste della spesa tra le braccia, scoppio a ridere nel vederla in balia del peso della spesa che la sbilancia un po’  a destra e un po’ a sinistra
“Non stare li a ridere e dammi una mano!” mi sgrida
“Subito” e scatto appena in tempo per prendere una busta che le stava cadendo, portiamo tutto in cucina e piano piano sistemiamo tutto negli scaffali
“Quanta roba hai preso?” chiedo incredulo “Dobbiamo ospitare un plotone dell’esercito?”
Lei mi guarda come se non capisse “Siamo in due adesso e poi non possiamo mangiare sempre cinese o cibo d’asporto” conclude
Io mi guardo un attimo in torno “Lascia cucinare me” affermo prendendo una pentola e riempiendola d’acqua
“Come vuoi” risponde lei allontanandosi dalla cucina e salendo le scale, probabilmente si farà una doccia prima di venire a cenare.
Io intanto armeggio con le padelle e i vari condimenti, non c’è niente di meglio che un buon ragù fatto in casa per tirarsi su dopo una giornata stressante. Oramai è quasi tutto pronto quando Lisbon scende dalle scale “ sono stanchissima” sussurra accasciandosi sulla sedia
“Ecco a te” e le appoggio davanti un piatto di pasta fumante
“Ragù?” chiede sorpresa
“c’erano le verdure fresche e ne ho approfittato”
Dopo aver cenato e sistemato i piatti nella lavastoviglie ci sediamo in soggiorno con una vaschetta enorme di gelato, abbiamo un po’ di cose di cui parlare
“Bertram mi ha riassunto” incomincio
“Quindi la tua  teoria era corretta” intanto prende una cucchiaiata enorme di gelato. Ma come fa ad essere cosi piccola e mangiare cosi tanto?
La vedo arrossire, forse perché la sto fissando? Decido di avvicinarmi ancora un po’ e lei diventa sempre più rossa distogliendo lo sguardo
“Si la mia teoria era corretta” sussurro per poi allontanarmi per lasciarla respirare
“Quindi lui è definitivamente eliminato dalla lista?” chiede incuriosita
“Direi di si, ora dovrei solo scoprire chi ha dato l’ordine del mio reintegro al CBI “
“Come hai intenzione di scoprirlo?”
“Potrei semplicemente chiederlo al diretto interessato”
“Ma immagino che non lo farai” dice mettendo il bocca un altro cucchiaio stracolmo
“Certo che no, sarebbe troppo facile e poi di sicuro mi direbbe qualcosa tipo ‘i piani alti’ o ‘ringrazia il cielo che ti abbiano aiutato chi sia stato non ti interessa’ “ rispondo imitando la voce di Bertram e facendo scoppiare a ridere Teresa
In un attimo ritorna seria e mi chiede “ Be il piano allora?”
“Potremmo controllare i suoi tabulati telefonici” ipotizzo
“Potremmo… ma non lo faremo!” esclama lei
“perché?” domando stupito
“Lui non è il primo che passa per strada! È il mio capo ed è una persona importante e come minimo John il rosso non lo ha chiamato da casa”
“Hai ragione ma dobbiamo provare lo stesso” sono convinto di quello che dico, lei non sembra capirlo
“Stiamo giocando col fuoco Jane” bisbiglia
“Lo so ma dobbiamo correre il rischio di bruciarci” affermo
“E va bene, diremo a Van Pelt di farlo”
“No!” ho alzato troppo la voce perché Lisbon ha sobbalzato “Non possiamo, si chiederanno il perché, non credi?”
“Jane sono i miei uomini! Non ti fidi di loro?” chiede incredula
“Mi fido ma non voglio coinvolgerli, finché possiamo tenerli all’oscuro di tutto è meglio, Lui lo scoprirà subito e saranno in pericolo” cerco di spiegarle la situazione “lo faccio solo per il loro bene”
“A me la lista l’hai mostrata”
“Tu hai insistito e poi sapevi che stavo lavorando a qualcosa…loro no”
La vedo che fa oscillare gli occhi, sta pensando, probabilmente sta valutando le opzioni che ci rimangono
“Va bene, ma se le cose si complicheranno dobbiamo parlare con loro…ok?”
“Va bene” mi sembra un ottimo compromesso
“Ora” dice alzando lo sguardo verso di me “parlami della tua lista”
“Oggi sono andato a parlare con un vecchio amico del circo e mi ha detto che la maggior parte dei ragazzi sono tutti fuori dallo stato per una fiera e fino a fine mese non rientreranno”
“Amico del circo?” chiede
“Si Magus, mi ha cresciuto cercando di creare un minimo di etica corretta in me, ci sono molto affezionato”  le spiego
“Quindi hai eliminato qualche nome?”
“Si, siamo a 2530 nomi”
“Ne hai eliminati molti” esclama sorpresa
“ho eliminato molti nomi quelli di cui non ricordavo o il nome o il cognome, quindi non erano importanti e poi alcuni del circo, alcune persone del circo sono morte , su questo mi ha aggiornato Magus. Cosi i nomi sono calati velocemente”
“ è una buona cosa” afferma
“Si, ma dovrei utilizzare il computer al CBI per controllare gli altri nomi, vorrei vedere chi non si trova nello stato o è morto, cosi calerebbero ancora”
“Ma non è una lista sicura, lo sai vero?” la domanda esce dalle sue labbra come una consapevolezza schiacciante
“Lo so e sono consapevole che potrei cancellare qualcuno che invece si trova il pericolo, ma lo ha detto anche Lui no? Io ho molta fortuna”
“Fin troppa direi” sussurra
“Ahah Lisbon non dire cosi! Vedrai che questa storia finirà” sono ottimista
“Lo so che finirà! Quello che mi preoccupa è il come finirà! È possibile che tu non lo capisca? Potresti morire! “ ha iniziato ad alzare la voce ed è visibilmente preoccupata
“Sono consapevole anche di questo, ma oramai la partita è in pieno svolgimento e sai anche tu che non posso tirarmi indietro neanche volendo”
“è solo che…” incomincia a dire, ha gli occhi lucidi
Allora il mio corpo decide di muoversi da solo, in un attimo le mie braccia la avvolgono.
Sento il suo petto contro il mio, il suo respiro caldo sul collo, la stringo per darle conforto anche se credo che questo gesto ne dia più a me che a lei.
“Ho capito, ma stai attento” dice stringendomi a sua volta
Rimaniamo cosi ancora per qualche secondo poi sciogliamo l’abbraccio
“Farò il bravo” la rassicuro
“Lo spero per te!” sussurra minacciosa “Beve vado a dormire, buona notte” saluta sbadigliando
“Notte” la saluto a mia volta
Io mi alzo e vado a rimettere a posto il gelato e butto il cucchiaio nella lavastoviglie e mi fermo a fissare la strada fuori dalla finestra è deserta e silenziosa. Dopo qualche istante decido di andare a dormire, mi avvio al divano sistemando i cuscini e mi stendo chiudendo gli occhi.
Di colpo li riapro, guardo la sveglia segna le  4:45, qualcosa mi ha svegliato, mi alzo e accendo la luce
“Ma che fai? Spegni” strilla Lisbon coprendosi gli occhi  con la mano
“Che fai tu! Mi hai fatto prendere un colpo” dico spegnendo la luce
“Avevo sete”
La guardo meglio nel chiarore mattutino, è al centro della stanza “ e ti sei messa le scarpe?” chiedo
“Ho sentito un rumore e sono uscita a controllare, ultimamente ci sono stati dei furti nella zona e volevo solo assicurarmi che fosse tutto a posto… è un reato?” chiede incrociando le braccia
“No è solo che potevi svegliarmi… tutto qui”
“Si hai ragione scusa…vado a dormire” e si avvia sulle scale
“L’acqua?” chiedo
“Mi è passata la sete” dice chiudendosi la porta alle spalle
 
Mi risiedo sul divano, a me invece è passato il sonno, sono solo le 5 che diavolo faccio adesso?
Chissà se quella panetteria è ancora aperta? Mi cambio velocemente e esco di casa, spero che Lisbon non si arrabbi ma prendo in prestito la sua macchina visto che va più veloce.
In un ora e mezza sono a casa, Lisbon non si è ancora svegliata…ottimo.
Imbandisco la tavola, succo d’arancia, caffè il mio thè e i cornetti caldi appena sfornati lisci, col cioccolato o la crema.
“Che profumino” mormora Lisbon scendendo le scale, dopo una rapida occhiata alla tavola mi guarda “E questi? Da dove saltano fuori?”
Mettendomi un dito sulle labbra rispondo “ Segreto professionale”
Mangiamo tutti e due di buon gusto, quella panetteria non mi delude mai, in poco siamo pronti ad uscire quando a Teresa suona il cellulare “Pronto….si ho capito, ma ne abbiamo già uno, no certo, sisi immagino, si lo so è più importante, non ci sono altre squadre? Ah capisco…ok”
“Nuovo caso?” chiedo
“Si John ha colpito ancora…credo che avremo qualche problema” risponde lei aprendo la porta
 
 
 
Il mio angolino privato
Buon giorno/sera a tutti J capitoletto più corto del solito ma spero che vi piaccia lo stesso.
Ci vediamo al prossimo capitolo! Un bacio 
  
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