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Autore: MENTICIDE    05/08/2013    1 recensioni
Side story di Absolute Chanyeol. Kris non sarà mai abbastanza umano.
{Traduzione. Taoris; Side!Baekyeol}
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Kris, Kris, Tao, Tao
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Note: Non ho molto da dire, a parte il dovermi scusare per il ritardo, ma fra twitter e il comeback degli exo è tutto un casino. Ringrazio l'rp di Tao su twitter che mi ha spronata a tradurre, e ovviamente la mia beta Annarrrrrita <3. Al prossimo e ultimo capitolo! (mi scuso per gli eventuali errori...Ah, l'ho già precisato a metà della storia ma..."date" in inglese significa anche "dattero" tenetelo a mente!"
Alla prossima!




Be Human



La loro relazione cominciò ad evolversi col passare del tempo, anche se di poco.



Tao smise di alludere alla sua mancanza di umanità e Kris continuò ardentemente ad illudere se stesso nel credere di essere sempre più vicino al diventare un essere umano completo. Tao gli rendeva le cose facili per ora, scortandolo in diversi luoghi ed introducendolo agli altri come il suo “ragazzo”



Kris interagiva con gli altri essere umani basandosi sulle informazioni immagazzinate nella sua scheda madre. Rideva e sorrideva ad ogni loro battuta. Faceva domande curiose ed osservazioni riguardo l’ambiente esterno per mantenere viva la conversazione. Gli umani amavano parlare del tempo, dunque Kris faceva sempre riferimento a quello per fare un primo passo. Il suo sorriso e il suo modo di parlare li affascinava, grazie soprattutto al suo fluente coreano sebbene Tao si ostinasse ad affermare che fosse di origini cinesi.

Tao, inoltre, non specificava mai che fosse un “giocattolo” acquistato ed inviato da un’azienda specializzata nella produzioni di individui dotati di intelligenza artificiale, quindi, tutti gli umani che incontravano Kris lo trattavano come fosse uno di loro. Le relazioni erano diventate inebrianti.



Kris si lasciava comandare dal suo sistema interno solo con quegli umani; con Tao, invece, tendeva ad evitare i suoi ordini, agendo di testa propria, secondo il suo istinto umano. A causa di ciò, era più silenzioso in presenza di Tao, certo di non dover arrecar disturbo in alcun modo con la sua esistenza. Tao sembrava non farci caso.



Tao portava con se Kris agli allenamenti di wushu due volte a settimana, permettendogli di assistere, solo se si sedeva nell’angolo più remoto della sala degli allenamenti in modo tale da non disturbare gli allievi.



L’allenamento aveva sede nella palestra dell’università frequentata da Tao. Metà della pavimentazione era rivestita da materassini che fungevano da protezione al duro pavimento, mentre il resto era disadorno ed un tantino sinistro nella luce arancione del pomeriggio. Mentre Tao si esercitava nella sua disciplina, tonificando il suo corpo, Kris meditava ad occhi chiusi. Nella sua mente si susseguivano una serie di immagini delle competizione di wushu di Tao e così facendo riusciva ad ampliare le sue conoscenze riguardo quella pratica, registrando quegli eventi nella sua testa.



Tao amava il wushu. Affermava che ben presto sarebbe riuscito a volare.



Tutti gli umani avevano l’innato desiderio di volare, Kris lo aveva capito dopo aver eseguito qualche ricerca. Volare era sinonimo di libertà. Avere le ali come un uccello e lasciarsi tutti i problemi alle spalle, planando verso l’ignoto per ricominciare da un nuovo inizio, era il vero desiderio serbato da ogni essere umano. Il desiderio cresceva a causa della sua inattuabilità. Gli allenamenti di quel giorno incominciarono come sempre, ma Kris non se la sentì di chiudere gli occhi, scegliendo invece di osservare Tao attentamente, memorizzando ogni posizione del suo corpo.



“La cosa più importante quando si tratta di saltare non è il salto in sé,” Tao aveva l’abitudine di spiegare, “ È l’atterraggio. Se riesco a saltare in qualsiasi modo io voglia e ad atterrare in uno solo, ho la padronanza totale sul controllo del mio corpo. Mi sono allenato un po’ di più ogni volta per atterrare correttamente”



Per questo, Kris prestò più attenzione agli atterraggi di Tao rispetto a tutto il resto. Era strabiliante il modo in cui riusciva a muovere il suo corpo, in maniera così complicata, tuttavia riuscendo a non perdere l’equilibrio d’appoggio.





Quel giorno, però, qualcosa andò storto.





Il salto di Tao di fu scoordinato e precipitò fuori dalle imbottiture dei materassini, cadendo di schiena sul pavimento gelido. Il suo lamento di dolore portò Kris ad alzarsi di scatto sui suoi piedi, ma esitò ad avvicinarsi. Non sapeva cosa fare. L’istruttore di Tao ed alcuni amici corsero da lui, chiedendogli se stesse bene e cercando di sollevarlo dal pavimento. Lui rifiutò ogni aiuto, allontanandoli, il viso contratto in una smorfia di dolore quando si mise a sedere. Kris mosse qualche passo in avanti, cautamente.



“Non toccarmi!” Tao reagì bruscamente quando uno dei suoi compagni cercò di allungargli una mano. Si sorreggeva la schiena con una mano, cercando di rialzarsi, con le gambe instabili. Kris fu al suo fianco in un istante, gli occhi artificiali inchiodati sulla mano di Tao schiacciata contro il suo fondo schiena.



“Sto bene,” Disse Tao, cercando di allontanare anche Kris. “Succede tutte le volte. Ho solo bisogno di andare a casa e di riposarmi.”



Lo stress si era andato ad accumulare nelle sue vertebre.



Tao rifiutò il tocco di Kris per tutto il tragitto fuori dalla palestra, insistendo nel voler camminare da solo. Si fermava ad ogni passo per farsi forza, una smorfia stampata sul volto, mentre arrotava i denti così violentemente da evidenziare la vena palpitante ad un lato della sua testa.



Giunti ormai a casa, Tao si fermò improvvisamente, accasciandosi contro la struttura.



“Tao…” La pietà serbata nel petto di Kris era sgradevole. Tao soffriva e non avrebbe lasciato che lo aiutasse; Kris non sapeva che altro fare. Non lo aveva saputo sin dall’inizio. Tao aveva bisogno di andare all’ospedale e di essere visitato da un dottore umano che sapesse come funzionava il suo corpo. Non avrebbe dovuto essere così testardo.



“Non ci riesco…” Sussurrò Tao, coprendosi il volto con mani tremanti. “Fa male…”



Quando Kris fu abbastanza vicino, Tao affondò le dita nel tessuto della sua maglietta, avvinghiandosi ad essa al sentir delle dolorose pulsazioni alla schiena.



“L’ospedale,” Sussurrò Kris fra i suoi capelli. “Devi andare all’ospedale.”



“No,” Tao dimenò la testa. “Niente ospedali. Li odio. Morirò ancor prima di arrivarci.”



Kris non era un tipo disobbediente. “Dove ti fa male?” Domandò invece. Tao afferrò la sua mano, schiacciandola contro la sua schiena e tirando la maglietta di Kris con l’altra. Non c’erano molte persone per la strada a quell’ora del giorno. La mano di Kris era fredda e Tao, prossimo al delirio e rifiutandosi di spostarsi dalla sua posizione, fece scivolare la mano di Kris all’interno della sua maglietta. “Per favore, io…”

“Non posso aiutarti,” Affermò Kris, premendo la sua mano contro la schiena gelida di Tao.

Tao rabbrividì, scuotendo di nuovo la testa. “Nessuno può. Devo solo…devo solo andare a casa e metterci un po’ di ghiaccio sopra. Dammi un minuto.”



Trascorsero sessanta secondi e Tao non accennò ancora a muoversi. Respirava affannatamente contro le clavicole di Kris, sebbene non avesse più la sensazione di essere spezzato in due dall’interno.



Cullato dal freddo massaggio di Kris, Tao non si mosse fino a quando le mani di Kris non persero la loro freddezza. Kris aiutò Tao lungo il percorso verso casa e su per le scale con un braccio saldo intorno alla sua vita.



Tao incespicò nella sua stanza dopo aver riempito una borsa per il ghiaccio, gettandosi sul suo letto, sussultando e sibilando per il dolore. Kris risistemò l’impacco di ghiaccio. Girando intorno al letto, Tao abbassò le veneziane e, fu nel momento in cui decise di preparare la cena, che udì l’attenuato richiamo di Tao. “Vado a preparare la cena.”



“No, resta….resta con me. Per favore?”



Per favore.



Dopo qualche rapida disposizione, Tao si posò contro il petto di Kris, lasciando che quest’ultimo tenesse la borsa del ghiaccio schiacciata contro la sua schiena. La borsa del ghiaccio era fredda per Kris, ma gelida per Tao, i cui denti avevano cominciato a battere prima che si addormentasse.



Kris fece del suo meglio nell’avvolgere entrambi, desiderando che la temperatura del suo corpo aumentasse per dissipare il freddo percepito da Tao. Tao dormì irregolarmente per la prima volta dal momento in cui Kris l’ebbe conosciuto. Si agitava e tremava nel sonno, rovesciando la schiena e lamentosi ogni volta che si trovava in una posizione dolorosa. Kris lo guidava di nuovo contro il suo petto con mano gentile ma salda, strofinando la sua schiena con l’impacco anche dopo che il ghiaccio si sciolse.



Pensava ancora che Tao dovesse vedere un dottore ma una piccola, egoista ed insignificante parte di lui era felice di poter offrire sollievo a Tao in maniera così semplice.



Tao si calmò poco prima del tramonto e quando lo fece, Kris lo baciò sulla fronte. Kris non aveva bisogno di dormire e non sapeva come farlo, ma in quell’istante, con Tao che respirava serenamente contro il suo petto, fu facile per lui chiudere gli occhi e pretendere di dormire.

Forse in un altro universo, c’era un Kris umano ed un Tao umano. Forse il Tao umano si sarebbe ferito un giorno e il Kris umano avrebbe speso l’intera nottata a prendersi cura di lui, addormentandosi solamente quando il suo ragazzo si fosse sentito abbastanza a suo agio per fare lo stesso.



Forse, a questo punto, il Kris umano sarebbe stato esausto ed avrebbe avvicinato Tao fra le sue braccia, strofinando lentamente la sua schiena. Forse il Kris umano si sarebbe addormentato serenamente, cadendo vittima di un meritato e breve riposo dopo Tao e forse entrambi si sarebbero svegliati, l’uno fra le braccia dell’altro, felici ed innamorati l’uno dell’altra.



Tao lo ringraziò il giorno dopo per aver vigilato su di lui durante l’arco della nottata. “Grazie per…tu sai.” Tao appoggiò una mano sulla sua schiena ma non sembrò provare dolore, non dopo aver preso i farmaci e dopo aver fatto un salto all’infermeria dell’università per un rapido controllo. “L’infermiera dell’università ha detto che non è nulla di serio, mi ha solo raccomandato di fare più attenzione. Sono davvero grato che…tu sia stato lì con me.”



“Il mio scopo è servirti.”







Esisto solamente grazie a te.





Quando Tao si sentì meglio, portò con se Kris ad un “appuntamento”



Di primo acchito, all’udire di quella parola, Kris s’immaginò un frutto e si chiese come Tao potesse portarlo su un frutto così piccolo, ma dopo alcuni chiarimenti successivi “l’appuntamento” si rivelò un’uscita. (Ps: Scusate la postilla, ma voglio specificare Kris interpreta l’appuntamento come un “dattero” perché in inglese “date” ha lo stesso significato. Un altro modo per interpretarlo non c’è, o almeno, io non lo conosco. )



“Le coppie vanno agli appuntamenti,” Affermò Tao quando lasciarono l’appartamento.



Quella notizia emozionò Kris, tuttavia non lo dimostrò. Aveva mantenuto il controllo sulle sue emozioni nei confronti di Tao per così a lungo, che era diventato difficile poterle esprimere così di colpo. Non osò chiedere a Tao riguardo quella cosa umana chiamata “amore” o se entrambi provassero quel sentimento, reciprocamente.



Cosa ne sapeva Kris se era innamorato?

L’amore era qualcosa di simile ad una malattia? Esistevano dei sintomi? O la consapevolezza di esserlo trascendeva semplicemente il proprio essere accendendo la propria anima?



Kris si rifiutava di pensare al suo amore umano perché era certo che non sarebbe stato in grado di sperimentarlo. L’amore era una cosa umana, come la felicità.



Kris poteva provare la felicità, ma solo in piccola parte. Ebbe un balzo al petto quando Tao intrecciò le dita con le sue e posò lo sguardo in basso, verso le loro mani. Era lo stesso gesto eseguito dai bambini quando erano intenti a giocare, ma fatto da lui, sembrava qualcosa di molto più intimo.

Sebbene conoscesse abbastanza bene il vicinato ora, Kris permise a Tao di guidarlo nei dintorni. Tao non volle portarlo in nessun chiosco ambulante perché sapeva che Kris non era in grado di percepire i sapori, ma quest’ultimo insistette.



“Posso sentire i sapori” Disse con sicurezza. “Anche se solo di alcune cose.”

“Ad esempio?” Tao pagò i suoi spiedini di polpette di pesce, per poi girarsi verso di lui. Prima che potesse contenersi, un sorriso misterioso sbocciò sul suo. Tao era confuso e domandò di nuovo quali fossero le cose che era in grado di assaporare, ma Kris si rifiutò di dire altro fino a quando non furono lontano dagli occhi dalla commessa del chiosco.

“Tu” Tao si strozzò con una polpetta, colpendosi il petto. “C-Che diavolo significa? Io?”

“Quando ci baciamo, posso sentire le tue labbra. È l’unica cosa che possiede un sapore distinto, per me.”

Arrossendo vivacemente nella luce del sole del crepuscolo, Tao sbuffò avvilito. “Che vergogna! Dici le cose più imbarazzanti, gah!”

Kris finì di mangiare , gettando lo spiedino nel bidone della spazzatura di fianco a loro.

“Quindi…”

“Sì?”

Tao mangiucchiò l’estremità inferiore del suo spiedino, le gote ancora arrossate. “Che sapore ho, allora? Voglio dire…se davvero non riesci a sentire i sapori di nessun’altra cosa tranne che il mio.”



“ È difficile da spiegare.” Kris sollevò la zip della giacca di Tao; Tao intrufolò le sue mani nelle tasche della felpa di Kris.

“Puoi dirmelo,” Insistette Tao. “Tanto a chi a vuoi che vada a raccontarlo? Chi vuole sapere che sapore ho? Nessuno.”



Kris sorrise, spingendosi leggermente verso il bastoncino vuoto di Tao. “Sei caldo e umido e hai sempre un sapore molto…molto buono. Ah, questo è davvero difficile da spiegare.”

Tao si coprì la faccia, “Okay! Okay! Dimentica ciò che ti ho chiesto. Caldo e umido…Non so davvero cosa fare con te. Non so perché…” Tao sospirò, facendo cadere le mani dal suo volto. “Vabbè. Non mi importa. Non devo sapere “perché” e non penso possa interessarti comunque. Avvicinati.”



“Ma siamo in pubblico –“

“Hey, ho visto fin troppe persone baciarsi di fronte a me in tutta la mia vita. Sono sicuro che potranno farsene una ragione come ho fatto io.”

“Felicità” fu ciò che Kris sentì quando Tao lo spinse rudemente ad un angolo vuoto della strada per baciarlo.



Una leggera e fluttuante sensazione scaturì dalla cavità del suo torace, diffondendosi all’interno membra. Si dovette sorreggere a Tao, avendo quasi la sensazione di poter librarsi in volo verso il cielo, sebbene la sua scheda madre affermasse che era impossibile. Quella percezione raddoppiò quando Tao intrecciò di nuovo le dita con le sue, discostandosi dalle sue labbra e premendo il viso contro il petto di Kris. Tao si fermò, le orecchie premute contro il torace di Kris.

“Oh,” Disse” “È vero. Non hai un cuore…tuttavia posso sentire qualcosa. È così…così strano.”





No.





“Tao,” Kris sorrise, afferrandogli il mento. Tao lasciò che Kris lo baciasse di nuovo, le mani ancora intorno alla sua vita. Kris non voleva sentire quanto fosse inumano. Lo sapeva. Lo sapeva fin troppo bene, ma non voleva smettere di tentare di essere umano, per Tao e per se stesso.

Fino a quel momento, Tao era andato così bene, senza menzionare le lacune di Kris, debole ed imperfetto di fronte alle sue critiche perché non era in grado di sopportarle, non quando era così felice.

Era riuscito a metterlo a tacere per quella volta, ma non era certo che sarebbe andata sempre così. La prossima volta che avrebbe tirato fuori l’argomento, avrebbe dovuto affrontare la fredda e dura realtà derivata dall’illusione di essere un umano. Illusioni.

Poco importava quanto gradisse stare insieme a Tao, poco importava quanto lo baciasse, stringesse, parlasse con lui, gli sorridesse…Kris non sarebbe mai stato umano come Tao. Ed era giusto così. Non voleva essere un umano come Tao. Voleva solo essere umano abbastanza.



Non voleva sentir parlare dei suoi difetti, non quando ancora credeva di poter rendere felice Tao per quello che era.







La relazione avanzò senza intoppi e Kris fu cullato da un falso senso di sicurezza. Continuava a visitare il parco ogni giorno e ad osservare I bambini giocare e ogni sera, aspettava il ritorno di Tao con la cena già pronta.



Tao rimase impressionato dalle sua rapida abilità di apprendimento e promise a Kris di insegnarli a cucinare le pietanze tipiche della sua madrepatria. Kris era bramoso di imparare. Appartenere ad un etnia od una razza era qualcosa che non era in grado di comprendere con facilità: Era concetti umani. Tao si identificava fortemente con la cultura cinese e per questo Kris fece tutto il possibile per rendere felice Tao e renderlo fiero della sua cucina.

Kris pensò di iniziare lentamente ad assaporare il cibo umano, ma la bocca di Tao era l’unica cosa che riusciva veramente ad identificare. Ogni tanto, si baciavano dopo cena, quando Tao era pieno e felice.

Altre volte, si baciavano sul divano, mentre “guardavano” lo show preferito di Tao. Tao cercava di baciarlo quando era stanco e prossimo ad addormentarsi fra le braccia di Kris intorno alle sue spalle, le labbra turgide e dischiuse.

Kris amava guardare Tao mentre dormiva, specie quando era vicino a lui. Si domandava cosa Tao sognasse quando sorrideva in quel modo. E si chiedeva anche se c’erano volte in cui Tao desiderava che Kris fosse umano.

Sarebbe stato disonesto da parte di Kris se avesse cercato di negare di condividere lo stesso desiderio. Vivere con un umano era bellissimo e sempre interessante, ma vivere con Tao come umano avrebbe reso le cose migliori. Solo così Kris avrebbe smesso di farsi delle domande e sentirsi inferiore quando Tao lo fissava con occhi sottili e curiosi. La sua scheda madre gli assicurava di essere perfetto e che non c’era nulla di cui si dovesse preoccupare. Era un robot. Era stato costruito per qualcuno come Tao per il suo divertimento e piacere personale. Questo era il motivo della sua esistenza.

Il cuore umano che Kris pensava stesse cominciando a crescere e fiorire nel suo petto la pensava diversamente. Il suo cuore umano voleva che Tao pensasse a lui ed unicamente lui, così come Kris pensava a Tao ed unicamente a Tao. Il suo cuore umano voleva che lui lo amasse completamente ed onestamente, così come gli umani facevano quando provavano un emozione talmente forte in maniera reciproca.

Il suo cuore umano non voleva che ci fossero dubbi nella mente di Tao riguardo cosa fosse o non fosse Kris. Kris non era una cosa, un giocattolo. I giocattoli non provavano emozioni. I giocattoli non aspettavano in giro che le lezioni finissero. I giocattoli non cucinavano, non mangiavano, baciavano, o abbracciavano qualcuno mentre dormivano. Kris lo faceva. Lui non era un giocattolo. Non poteva essere uno di loro. Rifiutava quella descrizione per se stesso.



Kris era molte cose, ma essere un giocattolo era la prima nella lista di cose che “non era” , seguito subito dopo dall’essere un “umano”. Non era un giocattolo ma neppure un umano; Era una via di mezzo fra le due cose e cominciò ad accettarlo.





Sperava che anche Tao lo accettasse.









Tao non lo fece.


   
 
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