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Autore: Aagainst    06/08/2013    2 recensioni
Due strani omicidi apparentemente senza alcuna spiegazione. Tre ragazzini rimasti orfani. Una di loro potrebbe sapere, ma non parla.
Un passato che ritorna, un presente da vivere e un futuro da scoprire.
Curiosi? Leggete e scoprirete!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 15
-Tony, sbrigati per favore! Muoviti!- lo spronò Gibbs. –Sì, capo, arrivo. E’ che, non ce la faccio più, è tutto il giorno che non facciamo nient’altro che camminare, andare a chiedere informazioni ai vecchi amici di Ziva sperando non ci scoprano, ci nascondiamo dal Mossad e mangiamo stupido cibo kosher!- si lamentò l’italoamericano. –Tony, a te sono sempre piaciuti il cibo kosher e la cucina israeliana!- ribatté McGee. –Facevo finta per… Oh, al diavolo, volevo fare colpo su Ziva! Che diamine potevo fare?- ammise lui. McGee scoppiò a ridere. –Mi mancano le costolette di maiale che cucinava mio zio… Quello sì che era cibo.- disse Tony. –Se vuoi ti do un po’ del mio Sabich.- propose Timothy. –No, grazie, quello te lo puoi tenere- gli rispose il collega. Jethro si voltò e sbottò:-Adesso basta! Se non la piantate vi spedisco a casa a rilevare le impronte digitali sulle portaerei per capire da quali marinai sono state frequentate negli ultimi vent’anni! E tu, Tony, hai fame? Prendi questo Shawarma!-. Gibbs gli tirò quello che aveva più o meno la parvenza di un panino e DiNozzo lo prese al volo. –Grazie capo.- mormorò, addentandolo. –Buonissimo.- dichiarò, non molto convinto. –Dove andiamo? Abbiamo già fatto visita a tutti i vecchi amici di Ziva e nessuno l’ha vista!- osservò McGee. –Mancano due nomi alla lista: Rivka Segel e Rabi Tal. E l’ultimo lavorava per dei terroristi tempo fa.- spiegò Gibbs. –T-terroristi?- domandò Tim. –Sì. Vuoi che te lo ripeta un’altra volta? Terroristi, McGee, terroristi.- rispose Jethro, aumentando il passo. Entrò in un bar e si diresse al bancone. Rivka lo guardò e lo riconobbe subito: quello era di sicuro Jethro Gibbs. Ziva le aveva mostrato alcune fotografie l’ultima volta che era andata in Israele. “Cioè, non so quanti anni fa” pensò tra sé e sé la ragazza. –Desidera?- chiese, con  un sorriso smagliante. –Per me un hamburger con tripla pancetta e formaggio, grazie.- ordinò Tony. –DiNozzo, qui non vendono hamburger con pancetta!- lo rimproverò Gibbs, sottovoce. Poi disse:-Per me della pita con hummus, se possibile. Oh, e una birra.-. –Bene. Per voi due?- chiese Rivka. –Proprio non ce l’ha l’hamburger pancettato, vero?- domandò Tony. –No, mi spiace.- rispose lei. –Allora una bottiglia di aranciata, grazie.- ordinò l’agente. –Arrivano subito. Lei non prende niente?- chiese, rivolta a McGee. Tim scosse la testa e Rivka andò a preparare il cibo. Poi lo portò ai tre uomini. Gibbs mangiò per bene il suo hummus e la sua pita e chiese dove si trovasse il bagno. –Signorina, la porta è bloccata, ma dentro non c’è nessuno!- esclamò Jethro. Rivka andò al bagno e provò ad aprire la porta. –Non è bloccata sign…- -Entra dentro e stai zitta!- le bisbigliò Gibbs, spingendola dentro il gabinetto. La ragazza non protestò, sentendo il freddo della pistola sulla schiena. Jethro chiuse la porta. –C-che cosa vuole?- balbettò lei. –Solo trovare una amica.- rispose l’uomo. –Dov’è Ziva?- le chiese. –Ziva? E’ da anni che non la vedo.- mentì Rivka. –Non dire balle! Lei è qui e deve essere passata per forza da qui!- si infuriò lui. Rivka deglutì rumorosamente. Si sedette per terra, stringendosi le ginocchia al grembo. Quell’uomo le faceva paura. –Io… Io non posso dirle dove si trova, signore. Mi dispiace.- dichiarò. Gibbs si sedette vicino a lei e le mise una mano intorno alle spalle. –Ascolta, se non la trovo rischia di rimanere ammazzata, insieme a sua nipote. E non è quello che voglio. Mi capisci, vero?-. Rivka si guardò il polso. “Non cedere ora. Non ora, Rivka”. Gibbs seguì il suo sguardo. Le prese il braccio. –Ehi, che fa?- esclamò lei. –Stai ferma, non voglio farti  male. Ma questa… E’ un’incisione uguale a quella di Forrester! Che cosa significa esattamente?-. Rivka lo fissava, con i suoi occhi scuri. Non capiva o forse non voleva parlare, semplicemente. –La prego, io… Devo tornare a lavorare e…-. Fece per alzarsi, ma Jethro la trascinò a terra. La ragazza scoppiò a piangere, disperatamente. Gibbs la guardava, benevolo. Le faceva tenerezza. –Io… Fu Ari il primo a farsi  questo simbolo. Lo imitarono tutti i suoi migliori amici, tra cui c’ero anche io. Se lo fece anche Helen, come segno di appartenenza a lui. Eravamo tanti, siamo rimasti in quattro: io, mio fratello, Rabi Tal e Aaron Issel. E, ora che ci penso, anche Ziva.-. A quelle parole, Gibbs trasalì: la sua agente israeliana non gli aveva detto tutto, proprio per niente. –Rivka, perché so che ti chiami così, io non sono del Mossad e non dovrei essere nemmeno qui. Ma io devo capire una cosa: facevate tutti parte dei servizi segreti?- domandò. –No. Io non ho mai fatto parte del Mossad. Mio fratello sì, però. Senta io… Ari mi disse di aver avuto una figlia. Mi confessò di non volerlo dire a Ziva, perché altrimenti si sarebbe preoccupata troppo, ma di doversi sfogare con qualcuno. E io fui la prima a capitargli sotto mano.- spiegò la ragazza. Jethro sospirò. –Lo sai vero che Ari è morto per mano di Ziva?- esordì lui. Rivk annuì. –Quando tronò in Israele me lo disse. Non ci volevo credere. Signore, io…- -Gibbs. Leroy Jethro Gibbs. Ma puoi chiamarmi Gibbs.- dichiarò l’agente dell’NCIS. –Grazie. Scusi, è che… Lei è andata da Rabi sign… Cioè Gibbs. Ma ormai saranno andati via.- spiegò. Jethro sospirò. –Hai appuntamenti con lei?- le chiese. –Sì, stasera. Ma… No, mi rifiuto, non farò il lavoro sporco per lei! E’ una mia grande amica e non la tradirò!- affermò, convinta. –Rivka, lo so che non vuoi farlo. Ma rischiano di morire due ragazzine insieme a lei, lo capisci o no? E lo sai per mano di chi, eh? Lo sai chi è il bastardo?- gridò lui. La ragazza scosse la testa. –E’ Aaron. Ed è spietato. Rivka, noi abbiamo bisogno del tuo aiuto. Ti prego, ragazza.- la supplicò. –Io… E va bene. Ma sappia che mi sta mettendo nei guai fino al collo.- dichiarò l’israeliana. Gibbs sorrise e si alzò in piedi, seguito dalla barista. –Stasera, alle 20.00. Lei verrà da me per una cena. Ecco l’indirizzo, ci sarà anche Rabi.-. Gli porse un biglietto con su scritto l’indirizzo e uscì dal bagno. Anche Jethro uscì. I due si diressero al bancone e Gibbs pagò il conto. –Capo, si può sapere che cosa…- -Te lo racconto dopo Tony. Ora andiamo a preparare qualcosa per questa sera.-. McGee e DiNozzo si guardarono, senza capire. Eppure continuarono a seguirlo.


Angolo dell'Autrice

In questo capitolo non c'è Ziva. In compenso abbiamo un Tony affamato e un grande Gibbs (almeno così la penso io). Non giudicate male Rivka, non so cosa avrei fatto io e a Jethro solo pochissimi riescono a tenere testa. E poi, poverina, a me piace come personaggio. Non come Aaron (lo odio). In più, scopriamo anche la storia delle incisioni, yuppie!! E anche che Ziva è una gran bugiarda, yeee!
Un grazie a
  • AleTiva95 (dai che ci assumono, dai che ci assumono)
  • Alex995 (grazie per aver detto che non vedevi l'ora che aggiornassi)
  • Scrittrice in canna (vai con gli israeliani strani, yeah!)
per le recensioni! Poi anche a chi legge e basta (che comunque è invitato a recensire lo stesso).

Alla prossima!
   
 
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