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Autore: BurningIce    06/08/2013    5 recensioni
Lily sente di non fidarsi di nessuno, di essere diversa. E forse anche le altre non si fidano, hanno paura: nessuno è mai riuscito a spiegarsi le stranezze che accadono in sua presenza. Come quando è scomparsa dalla classe, per sfuggire alle angherie di Samantha Polkiss, ed è riapparsa sul tetto della scuola. O come quando Mary, la migliore amica di Samantha, si è gonfiata come un pallone aerostatico.
Perciò Lily è giunta ad una conclusione più che giusta: le altre evitano lei e lei evita le altre.
DAL CAPITOLO 3:
Fermo in mezzo al pianerottolo, con lo sguardo fisso nel vuoto, incurante del suo abbigliamento indecente, Scorpius Malfoy scorge la chioma cremisi di Rose allontanarsi giù per le scale.
Ed è fermamente convinto di una cosa: quella che ha fatto è stata un’enorme, irrimediabile, incredibile cazzata.
Sequel di "SONO UNA RAGAZZA PERFETTAMENTE NELLA NORMA. O FORSE NO." (Non è necessario leggere la prima storia, sono completamente indipendenti)
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Luna Potter, Louis Weasley, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.'
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Il mio profilo, per chi volesse aggiungermi, è Aniva BurningIce Efp. Ovviamente è un fake, ma accetto anche richieste di amicizia sul reale, tutto rigorosamente in segreto ;) Ci vediamo giù, carissimi!




Una piccola macchia nel perfetto mondo Dursley




3. Una serie di sfortunati incontri



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«Che ti succede, piccola stramba Dursley?» Insinua Samantha, maligna. «Credevi che i bambini li portasse la cicogna?»

Lily alza le sopracciglia, più che altro per prendere tempo. È imbarazzata, sì, e se una voragine si aprisse sotto i suoi piedi non le dispiacerebbe affatto. Si pente di aver lasciato la sua bacchetta a casa, invece di metterla saggiamente nella borsa, poi ricorda che è un po’ troppo giovane per fare magie fuori dalla scuola. Peccato, quella Maledizione che le avevano insegnato a Difesa… è da parecchio che non sente quel soprannome e ricordare tutte le angherie a cui la sottoponeva il gruppetto di Samantha non è per niente piacevole.

«Mi serve la mia borsa» Replica secca, con lo sguardo ostinatamente fisso sull’armadio di Samantha. Non vuole guardare quella scena un secondo di più. Poi ricorda che la sua borsa è esattamente su quel letto, ammucchiata a quelle delle altre invitate, e che per raggiungerla deve inevitabilmente avvicinarsi a quei due. Deglutisce e fa qualche passo in avanti, mentre la Polkiss risponde con una risatina stupida ad un’occhiata complice di Louis.
«Ehi, piccola stramba Dursley» Ripete un’altra voce, quella del Weasley più molesto del secolo. «Vuoi per caso unirti a noi?»
Lily si blocca a metà strada tra la porta e il letto, constatando tra sé e sé che non può davvero far finta che non esistano e recuperare la sua pochette come se niente fosse. Sospira, piuttosto stupita dal fatto che anche Louis abbia usato quell’appellativo. In fondo tra loro due non c’è nessun rapporto: nessun saluto nei corridoi della scuola né in Sala Comune, nessuna amicizia, nessuna antipatia palese. Lily si domanda perché debba cominciare a rompere quel delicato equilibrio proprio in quel momento. Chiude gli occhi e conta mentalmente fino a tre, poi si gira e guarda Louis con un’espressione gelida che lo rende improvvisamente serio.
«Tu» Sibila. «Non osare mai più ripetere quello che hai detto, o giuro su Merlino che ti ritroverai impiccato fuori dalla torre di Astronomia.»
Lily sa di essere stata abbastanza spaventosa, ma a quanto pare Weasley e la Polkiss non vogliono prenderla sul serio. Samantha scende da Louis con un movimento aggraziato e sistema la gonna, per poi raggiungerla con passi rapidi e decisi. Si ferma a pochi centimetri da lei, sempre con lo stesso sorrisino maligno, e le prende in mano una ciocca di capelli, con falsa gentilezza. La sovrasta di circa quindici centimetri; Lily odia confrontarsi con qualcuno più alto di lei, la fa sentire impotente e patetica. Ma è abbastanza orgogliosa da alzare lo sguardo e fronteggiarla con disprezzo.
«Dai, Lou, guardala» Sputa Samantha, scettica. «è ancora una ragazzina, come potrebbe anche solo pensare di fare certe cose?» 
Deve assolutamente calmarsi – non vorrebbe incappare ancora una volta nella magia involontaria, questa volta ci sarebbero conseguenze. Conseguenze gravi, come un’espulsione da Hogwarts, e l’ultima cosa che vuole è essere bandita dal posto in cui anela di ritornare da più di un mese.

«Questa ragazzina è più grande di te di due mesi, se non mi sbaglio» Ribatte Lily, realmente infuriata, premurandosi di lanciare uno sguardo rabbioso in direzione di Louis, ancora beatamente sdraiato.
«Ah, azzuffatevi pure davanti a me, strappatevi i vestiti, lottate nel fango… non mi disturba, tranquill…» Viene zittito da un’occhiataccia di entrambe le ragazze, troppo occupate ad insultarsi per prestare attenzione alle sue battute di dubbio gusto.
«Chiamarti ragazzina era un chiaro riferimento alle tue esperienze, Linda cara» Samantha sorride, melliflua. «Esperienze che potrebbero essere paragonate a quelle di una dodicenne, si intende»
«Preferisco di gran lunga essere una dodicenne che una squallida troietta come te, Samantha» Ringhia Lily, punta sul vivo e infastidita dall’uso del suo vero nome – Samantha voleva solo graffiare, ma invece ha letteralmente trafitto. Perché, per quanto sia difficile ammetterlo, ha decisamente ragione. E adesso Lily comincia a perdere la pazienza.
«Ripetilo» Mormora la Polkiss, minacciosa, le sopracciglia sottili aggrottate e frementi.
«Squallida troietta» Lily fa attenzione a scandire bene le parole e incrocia le braccia, soddisfatta di aver finalmente detto alla sua peggior nemica quello che pensa di lei da anni.
«Insulsa ragazzina, tu non sai chi hai davanti…»
«…Samantha Polkiss, la regina di Little Whinging e bla bla bla. Sei noiosa. Noiosa e ripetitiva.» Ghigna Lily. Poi lancia un’occhiata a Louis, che intanto si è accomodato meglio sui cuscini, e le rivela quello che nessuna ragazza vorrebbe sapere.
«E anche stupida, aggiungerei. Non hai ancora capito che ti sta usando?»
«Almeno io ho qualcuno disposto a usarmi. Ma guardati, sei così bassa che potrei comodamente schiacciarti con uno dei miei tacchi» Sbotta Samantha, in un chiaro e infantile tentativo di offesa.
«Che pensiero profondo, Sam, davvero… brucia!»
«E poi hai visto i tuoi capelli? Cosa usi, shampoo speciale balle-di-fieno?» Louis non trattiene una risatina davanti al viso rosso e infuriato di Linda.
«Pessima»
«Impiccati»
«Cruciati»
«Che?»
Ma Lily non ha il tempo di rispondere, perché Louis le ha già raggiunte, perennemente ridacchiante, e le ha gentilmente spinte di lato prima che accada l’inevitabile.
«Samantha, non darle ascolto» Le mormora lentamente all’orecchio, con una voce suadente che farebbe sciogliere anche i Gargoyle di pietra dell’ufficio del preside, senza però smettere di guardare sfrontatamente Lily. Davanti all’intimità di quei due, Lily si sente come una bambina di cinque anni che spia i genitori e arrossisce furiosamente – spera che Weasley non se ne accorga.
Louis fa scivolare via con studiata lentezza la mano dalla schiena della Polkiss e la posa sulla sua spalla, come si farebbe – appunto – con una ragazzina particolarmente tarda. Scuote la testa e si abbassa fino ad arrivare all’altezza del suo viso, per guardarla negli occhi. Uno strano brivido percorre la schiena di Lily quando si sorprende ad osservare le sfumature violacee delle iridi di Weasley; rimane impalata, in attesa che quest’ultimo parli.

«Lily, Lily, Lily» Sospira, teatralmente. «Ora lasci lo zio Louis e la zia Samantha continuare dove avevano interrotto e vai a nanna, ok?» Davanti all’occhiata scettica di Lily sta per perdere la sua serietà del tutto costruita, ma si convince ad andare avanti per il suo puro, cattivo divertimento. Adora vederla sul punto di scoppiare, imbronciata e offesa. «Ah, e non preoccuparti, ti spiegherò tutto quando sarai più grande»
Prima che Lily possa dire qualcosa, la spinge letteralmente fuori dalla stanza, le ficca in mano la pochette e chiude la porta, non prima di averle fatto un occhiolino complice.
Lily vorrebbe tanto rientrare e continuare ad insultarli, ma sa che se aprirà quella porta un’altra volta commetterà senza ombra di dubbio un duplice omicidio. Con o senza la sua bacchetta.


*
 

Il ritiro estivo delle Holyhead Harpies è la cosa più difficile che Rose Weasley abbia mai affrontato – sono determinate a vincere il campionato e le più grandi tendono a massacrare le nuove reclute più del dovuto. Nonostante ami giocare a Quidditch, è piuttosto contenta di tornare a casa. Le manca Londra, le manca il suo loft nella City, le mancano le sue quotidiane sedute di relax da Starbucks, i giorni passati con Scorpius. Scorpius – non lo vede da circa un mese e gli ha scritto solo un paio di volte, presa com’era dagli allenamenti.
Si trascina stancamente fuori dall’ascensore, facendo attenzione a non far incastrare la sua Nimbus tra le porte automatiche, e sospira di sollievo davanti all’elegante ingresso del grande appartamento in cima al Malfoy&Dixon Palace Hotel. Scorpius ha sempre avuto fiuto per gli affari, ma non si aspettava che potesse addirittura gestire con successo un hotel magico nel cuore della Londra Babbana. Certo, se poi si aggiunge l’ingente patrimonio della sua famiglia, intatto nonostante le traversie, e il talento organizzativo di uno dei loro più cari amici degli anni di Hogwarts – Aaron Dixon, già felicemente sposato con sua cugina Roxanne e padre di due gemelle – tutto diventa decisamente più credibile. Infila la chiave nella toppa dopo un paio di tentativi e spinge la porta con una spalla. Getta distrattamente il mazzo di chiavi sul tavolino all’ingresso e si stampa un sorriso radioso sul viso, impaziente di vedere che faccia farà Scorpius quando la vedrà tornare con un giorno di anticipo. Lancia un’occhiata al bagliore metallico dei grattacieli oltre la vetrata nella calda luce del tramonto e decide che, sì, Londra le è decisamente mancata. Quella città è ormai parte di lei come possono esserlo i suoi capelli rossi o la sua scopa. Impreca contro il solito caos assoluto di Scorpius – come se lei non fosse altrettanto disordinata – quando si ritrova a inciampare in un paio di pantaloni, ma niente può guastare il suo buonumore.

«Scorpius, tesoro, sono tornat… »
Quando alza lo sguardo la voce le muore in gola. Naya Patil, l’affascinante segretaria di Scorpius di cui lei stessa aveva sospettato – per poi darsi della stupida – un paio di volte, è pietrificata e terrorizzata davanti a lei, con addosso solo una camicia aperta che riconosce come una delle migliori del suo ragazzo e uno striminzito completino intimo nero. Stringe convulsamente la bottiglia di champagne che tiene in mano e abbassa lo sguardo, per poi accennare un non del tutto convinto “non è come sembra”.
Oh, per favore, come nelle peggiori commedie demenziali.
Dire che la situazione in cui è stata catapultata sia un cliché le sembra altamente riduttivo.
Rose la ignora e si avvicina a Scorpius con uno sguardo che non promette nulla di buono. In questo momento sente solo disprezzo, disprezzo e amara delusione. Ricaccia indietro le lacrime e getta a terra il borsone, proprio davanti al divano in cui Scorpius, fino a pochi secondi prima, era beatamente stravaccato davanti a un mazzo di carte.
Dev’essere strip poker, pensa Rose con una fitta al cuore. Le fa rabbia che abbia utilizzato il loro gioco con quella sciacquetta da quattro soldi. Eppure Rose se lo sentiva, quando la vedeva arrivare in perfetto orario con la camicia fin troppo sbottonata e la gonna più corta del dovuto. Se lo sentiva, quando Scorpius la chiamava per informarla che avrebbe lavorato fino a tardi. Se lo sentiva, quando il suo ragazzo aveva comprato un libro di cucina afrodisiaca indiana. E lui non aveva mai toccato un fornello in vita sua.

«Scorpius Hyperion Malfoy» Sbotta, infondendo in ogni sillaba quanto più odio riesce a recuperare nei meandri della sua ira. Ed è tanto, davvero tanto. «Mi fai schifo.»
Il ragazzo boccheggia, si passa una mano tra i capelli biondi e cerca di darsi un contegno, tristemente consapevole di avere un visibile succhiotto sul collo e di indossare solo i boxer. Tende una mano verso quella che ormai suppone essere la sua ex ragazza, visto che Rose non è particolarmente propensa a perdonare, di solito, ma ormai è troppo tardi.
Rose ha già recuperato la borsa, sbattuto la porta dietro di sé e si è lanciata giù per le scale, ignorando lo sguardo stupito e fastidiosamente curioso di chi la incrocia e nota inevitabilmente le lacrime che le scorrono sul viso.
Odia piangere, specialmente in pubblico, a causa di un ragazzo – il ragazzo.

Ed è fermamente convinta di una cosa: non vedrà mai più Scorpius Malfoy, dovesse anche scoppiare la Terza Guerra Magica.

Scorpius spalanca la porta, ignorando le proteste di Naya, che vuole continuare il gioco nonostante la scenata di gelosia a cui ha appena assistito. Adesso che anche l’ultimo ostacolo è stato eliminato, niente la separa da una possibile relazione col suo capo, relazione a cui aspira dal primo giorno in cui ha messo piede nell’ufficio di Scorpius Malfoy.
Fermo in mezzo al pianerottolo, con lo sguardo fisso nel vuoto, incurante del suo abbigliamento indecente, Scorpius Malfoy scorge la chioma cremisi di Rose allontanarsi giù per le scale.

Ed è fermamente convinto di una cosa: quella che ha fatto è stata un’enorme, irrimediabile, incredibile cazzata.


*
 

Rose vuole fuggire lontano, lontano dalla sua famiglia e dai suoi amici che le farebbero mille compassionevoli domande. E lei odia essere commiserata – preferisce non condividere con nessuno i suoi affari privati, specialmente se si tratta di sconfitte e delusioni.
Pensa, Rose, pensa.
Appena fuori dall’hotel, si Smaterializza immediatamente nel primo posto che le salta in mente; suo fratello le aveva accennato che quella settimana sarebbe stato da Lily Dursley, quindi perché non raggiungerlo?
Un sano bagno di quiete e oblio nel noioso mondo dei babbani, cosa c’è di meglio per finire in bellezza la sua già deprimente estate?


*
 

I Weasley sono a casa sua da appena due giorni, ma Lily è già stanca. Si chiede perché anche Louis debba presentarsi alla sua porta ogni anno, perché le sue vicine di casa siano così oche da attirare la sua attenzione e soprattutto perché sua madre abbia deciso di organizzare quella stupida cena di Fine Estate, con tanto di inviti ufficiali e grandi pulizie in cui si è trovata – giustamente – coinvolta.
Adesso è occupata a togliere minuziosamente ogni foglia secca dal giardino, visto che Lily e Hugo hanno deciso di passare il pomeriggio a Londra, condannandola a fare tutto senza magia. Beh, ci sarebbe Louis, da poco maggiorenne, ma non si abbasserà mai a chiedere il suo aiuto. Mai.
Soprattutto perché quest’ultimo la sta fissando con un sorrisetto ironico da parecchi minuti, comodamente disteso sulla sedia a sdraio che Violet ha prontamente portato fuori per lui. È davvero irritante vederlo rilassarsi beatamente, con un braccio dietro la testa e l’altro che tiene pigramente un bicchiere di limonata, mentre lei è costretta a rastrellare il prato, scostandosi ogni due secondi quei maledetti capelli che continuano ad appiccicarsi sulla sua fronte. Deve avere un aspetto terribile.

«Tesoro, potresti portarmi altra limonata?» Cinguetta Louis, con un’ironia per niente divertente. Weasley non deve pensarla così, visto che ridacchia fastidiosamente sotto i baffi, con quella fastidiosa aria canzonatoria su quella fastidiosa faccia da schiaffi.
Lily alza il rastrello, minacciosa, e le foglie gialle e rosse cadono lentamente ai suoi piedi, scricchiolando in un silenzio innaturale. Si asciuga la fronte e si avvicina a Louis, decisa finalmente ad esplodere di rabbia e a rendergli noto che il suo è un comportamento stupido e infantile. Che lui è stupido e infantile, per l’esattezza. È a pochi centimetri dal ragazzo quando un crac sospetto li fa voltare entrambi verso la siepe che delimita il giardino di casa Dursley.
Qualche secondo dopo una Rose Weasley dall’aspetto distrutto almeno quanto il suo fa capolino dallo steccato, trasportando un grande borsone con lo stemma delle Holyhead Harpies.

«Beh, che hai da guardare?» Sbotta, rivolta a Louis, per poi rivolgere un occhiolino a Lily. «Vieni qui ad aiutarmi, ridicolo scansafatiche che non sei altro»
Lily ha sempre adorato Rose, certo – ricorda che, al suo primo anno, la ragazza l’aveva addirittura nominata sua erede o qualcosa del genere – ma in questo momento ha deciso di eleggerla sua personale paladina della giustizia. Louis si alza con una smorfia seccata e si dirige mollemente verso la cugina, mentre  Lily crolla finalmente sulla sdraio, incurante del fatto che teoricamente dovrebbe essere lei ad accogliere l’ospite. Ma per un’accanita odiatrice delle faccende domestiche lavare il pavimento della sala da pranzo, spolverare ogni singolo inutile oggettino sui mobili della cucina e dare un aspetto quantomeno passabile al giardino è fin troppo, quindi si limita a restarsene distesa sulla sedia in attesa che Rose venga a salutarla e Louis rivendichi il possesso del suo trono di pigrizia.
«Linda!» Riconoscerebbe ovunque la sfumatura che assume la voce di sua madre quando deve ordinarle di fare qualcosa di particolarmente noioso. Alza gli occhi al cielo e si costringe a voltarsi verso la porta, dove Violet Dursley è appena apparsa nella sua più temibile tenuta casalinga – fascia tra i capelli, grembiule e strofinaccio.
«Potresti anche raccogliere una volta per tutte quelle maledette foglie e smetterla di poltrire come…» Si interrompe quando vede la nuova arrivata. Lily può benissimo vedere il suo cervellino lavorare mentre realizza contemporaneamente di aver fatto una pessima figura, di non essere nemmeno lontanamente presentabile e di aver finalmente raggiunto quel terribile momento da lei presagito ogni giorno (“potrebbe arrivare un ospite inatteso da un attimo all’altro, cosa direbbe se trovasse questo scempio in casa nostra?”)
Cerca comunque di salvarsi la faccia e il suo tono si fa più zuccheroso che mai quando squittisce un “Oh, Rose adorata, non ti aspettavamo!” Inutile dire che per lei Rose non è per niente adorata, non l’ha ancora perdonata per quella volta in cui ha letteralmente distrutto le sue sacrosante violette. In realtà, sembra non sopportare quasi tutta la famiglia Weasley, tranne per Hugo, Lily e Louis che – a quanto pare – sono dei ragazzi a modo. È per questo che si ostina ad invitarli ogni estate, in un disperato tentativo di affibbiare uno dei due ragazzi a Marge. Ha ormai perso la speranza con i Babbani, quindi ha deciso di sorvolare sul fatto che entrambi i Weasley siano dei maghi, preferendo soffermarsi sul loro innegabile bell’aspetto.
Violet le riserva un’occhiataccia, ben attenta a non farsi vedere da Rose, e corre a prendere il borsone, per poi gettarlo sulla pancia di Lily con voluta malagrazia.
Sarà una lunga, lunghissima giornata.


*
 

La cena di Fine Estate è una cerimoniosa evenienza che si tiene da qualche anno nel giardino dei Dursley, prontamente addobbato per l’occasione. Le luci spente lasciano il posto a candele poste strategicamente per creare la giusta penombra, il tagliaerba e i vari attrezzi di Dudley vengono sostituiti da eleganti tavolini collocati con precisione millimetrica da Violet, affinché non siano né troppo vicini né troppo lontani l’uno dall’altro, una musica rilassante si diffonde dalle casse di fronte all’ingresso e l’umore di Lily peggiora a dismisura.
L’unica cosa che la consola è che, almeno, i suoi zii maghi verranno a quella stupida cena di gala – buona notizia controbilanciata dal fatto che anche l’immancabile prozia Marge sarà presente.
Con un’occhiata nervosa all’orario, Lily si dice che è ora di spegnere il computer e scendere di sotto. Un brivido le attraversa la schiena: non ha voglia di sopportare tutti quegli invitati per un’intera serata; è decisamente una delle sue giornate-solitudine. Un bel film, il suo divano e la comoda tenuta casalinga che ha dovuto far sparire sotto le occhiate assassine di Violet.
Prima di uscire dalla sua camera ed andare incontro al peggio, passa distrattamente davanti allo specchio e fa una smorfia nel guardare il suo riflesso. Abitino verde acqua, capelli raccolti e tacchi decisamente alti. Ridicolo, agghindarsi e mettersi in bella mostra per un gruppo di insulsi Babbani di mezz’età. Ma ci saranno anche Louis e Samantha, pensa. E vestita così non dovrebbe sembrare una bambina – o almeno lo spera.
Apre distrattamente la porta e si ritrova di fronte un Louis Weasley elegante come raramente l’ha visto. Si ferma pochi centimetri prima che possa scontrarsi rovinosamente con lui, alza lo sguardo e incrocia i suoi occhi azzurri.
Smoking, papillon e sguardo ammaliante, una combinazione perfetta per far cadere ai suoi piedi più o meno il novantacinque percento delle ragazzine del quartiere – l’altro cinque percento è rappresentato da lei. Improvvisamente, il silenzio intorno a loro sembra pesare quanto un macigno. Lily non intende perdonarlo tanto presto per le battutine che le ha propinato dai Polkiss. Fa qualche passo incerto cercando di non prendere una storta – sicura, Lily, sicura e adulta – poi gli chiede, glaciale:

«Che ci fai ancora qui?»
Louis la squadra dall’alto in basso con un sorrisetto enigmatico, poi indica la porta della stanza di Marge.
«Ero venuto a prendere tua sorella. Sai, tua madre mi ha velatamente fatto capire che sarebbe stato carino se noi due ci fossimo presentati insieme» Spiega, con una smorfia. Oh, le solite manie per i matrimoni combinati di Violet Dursley. Lily non può far a meno di pensare che sua madre deve smetterla immediatamente con le telenovelas argentine.
«Oh» Commenta Lily, passandogli davanti con nonchalance e accorgendosi che un grande, terribile ostacolo la separa dalla sua meta. Le scale.
Si tiene saldamente alla ringhiera e scende i primi due gradini, consapevole della pessima figura che sta facendo. Adulta e sicura, come no

«Oh porca Morg…» Una presa improvvisa sul suo braccio le tronca sul nascere l’imprecazione.
«Weasley» Ringhia, fulminandolo con lo sguardo. «Non ho bisogno del tuo aiuto.»
«Mettiamola così, Dursley» Louis sorride e Lily deve ammettere che potrebbe benissimo lavorare per qualche pubblicità – demenziale, però, esattamente come lui. «Questa è pura cavalleria. Perciò chiudi quella boccaccia e lascia che ti accompagni»
Lily non sa cosa la spinga ad ascoltare le parole di Louis, ma durante il breve tragitto non dice una parola. Anche se volesse parlare, sarebbe troppo imbarazzata per farlo. Quando escono in giardino, sotto gli occhi del centinaio scarso di ospiti, Violet le rivolge un’occhiata di orgoglio e approvazione. Lily la ricambia con una smorfia seccata, che maschera abilmente con un sorrisetto non appena vede il volto livido di rabbia di Samantha Polkiss, volgare più che mai nel suo abito succinto e scollato fino all’inverosimile. La Polkiss viene presto affiancata da Mary, anche lei sorpresa da quell’entrata in scena. Lily non ha voglia di sopportare le loro domande e non intende passare un attimo in più con quel bellimbusto che si ritrova accanto, per quanto si senta a suo agio col braccio intrecciato al suo. Lo strattona e si allontana di qualche passo, cercando di mostrarsi più neutra e fredda che mai.
«Mia sorella ti starà aspettando» Sentenzia, poi gira i tacchi e raggiunge sua madre, intimandole di non dire una sola sillaba. Ma non può evitare a lungo Samantha e la sua cricca: hanno già preso posto al suo tavolo, senza lasciarle via di scampo.
Lily è morta e quello è il suo inferno personale.


*
 

Agnes si accende una sigaretta e passa l’accendino a Dalya, che armeggia per qualche secondo prima di riuscire ad accendere la sua. Mary e Samantha si godono il loro bicchiere di champagne, preferendo assumere un’aria distinta. Giocano tanto a fare le donne vissute, con il solo risultato di apparire inesperte e patetiche. Ai suoi occhi, ovviamente, dato che a scuola sembrano essere piuttosto popolari. Lily ringrazia ogni giorno il gufo che le ha portato la lettera per averla salvata dallo squallido liceo della sua città. 
L'unico problema è che nessun gufo può salvarla, in quel momento. Ha dovuto accettare di fare una passeggiata in giro per il piccolo giardino pur di allontanarsi dai nonni e dai loro discorsi appassionanti come il telegiornale delle sei.

«Allora, Lily» Esordisce Dalya, scuotendo i lunghi capelli biondi. Tinti. «Puoi finalmente spiegarci come hai conosciuto Louis Weasley a quella tua Accademia di Non-so-cosa in Scozia?»
«C’è qualcosa tra di voi?» Aggiunge Agnes.
«Oh, per favore!» Trilla Mary, come se l'ipotesi di Agnes fosse ridicola. Lily accarezza per un attimo l’idea di baciare Weasley davanti a tutte loro, giusto per dare una bella lezione a quelle ragazze viziate. Poi realizza che la sua idea, oltre che impossibile, è davvero stupida e disgustosa. Insomma, baciare Louis Weasley. Come le è passato per la testa?
«Quante volte devo dirvelo che Louis si vede con me?» Sospira Samantha teatralmente. Povera illusa.
Ha appena finito di parlare quando il suddetto Weasley sbuca da dietro l’angolo della casa e afferra la mano di Lily, trascinandola lontano dalle quattro.

«Vi dispiace se ve la rubo un attimo?» Dalle quattro ragazze non proviene nessuna risposta.
«Cos…?» Chiede la ragazza, irritata. Intanto, le sue care amiche hanno cominciato a confabulare dietro di lei, convinte seriamente che ci sia qualcosa tra di loro. Che lo credano pure, pensa la parte più civettuola e orgogliosa di Lily. Una parte molto piccola, ma pur sempre rilevante.  
Louis si ferma, senza però lasciarle la mano. Traccia piccoli cerchi sul suo palmo e Lily si sente strana.
No, non deve ricadere in quei suoi incantesimi.
Una volta Caitlyn le ha raccontato che la bisnonna di Louis era una sorta di creatura leggendaria che poteva stregare gli uomini con un solo sguardo. Non ha del tutto torto quando pensa che le tattiche di seduzione di Weasley siano vere magie – totalmente inutili e mal funzionanti con lei, si intende.

«Cerco di farmi perdonare» Ammette con un’alzata di spalle. Lily spalanca la bocca, sinceramente sconvolta. Da dove proviene questa immensa umanità? È lo stesso ragazzo che solo qualche giorno prima l’ha volutamente bistrattata davanti alla sua peggiore nemica?
«Non ci stai riuscendo»
«Dammi un secondo.» Le lascia la mano e si avvicina. «Lily, io non sono così. Non… non sono uno stronzo, te lo giuro. Mi dispiace che tu mi abbia conosciuto in questo modo, ecco…» Sembra sincero e imbarazzato. Ed è così vicino, così tanto che Lily può vedere tutte le lentiggini sul suo naso anche alla tenue luce delle candele. Non risponde, né si sposta quando Louis si avvicina ancora di più. Sente solo qualcosa, dentro di lei, contorcersi non troppo piacevolmente. Le labbra di Louis sono quasi sulle sue e lei ha già chiuso gli occhi, ma una risata riscuote il suo cervello dal breve letargo in cui è caduto.
«Per Merlino, Lily!» Esclama Louis, senza smettere di ridere. «Dovevi vedere la tua faccia!»
Linda Dursley e Louis Weasley si sono tranquillamente ignorati per ben quattro anni, certo, ma questo cambia tutto. È guerra, guerra spietata e senza regole.


*
 

Come Lily ha ben presto imparato a sue spese, le disgrazie non vengono mai da sole. Così, quando ha mollato Louis dopo il suo simpatico scherzetto del giorno per raggiungere finalmente gli unici parenti che può chiamare tali senza vergognarsene si è ritrovata placcata dalla prozia Marge.
«Bella ragazza, la mia Marge.» Borbotta la donna orgogliosa, guardando la nipote, stretta in un abito delle dimensioni di un tendone da circo. «Ma non sono mica scema, io. Ho visto come la guarda il ragazzino bruno, eh! Venisse un colpo a me e a Squarta, ci giurerei che tra quei due c’è sotto qualcosa.» Ridacchia, passando un biscottino al cane. «Tu ne sai niente?» Le chiede, brusca.
«Cosa?» Lily non ha ascoltato granchè del monologo della prozia, persa nei suoi pensieri. Non riesce a credere che Weasley l’abbia ingannata così… così facilmente.
«Il ragazzo là in fondo» Indica proprio quel Weasley, intento a parlare con Lily, con un dito grosso come un salsicciotto. «E la nostra Marge» 
Fortunatamente possono guardare tutto da una siepe senza essere viste; non sopporterebbe l'umiliazione di incontrare il suo sorrisetto trionfante. A pensarci bene, potrebbe darsi alla clandestinità per l'intera serata. 
Lily scoppia a ridere, sprezzante. 
«Louis e Marge?» Si rende conto che il suo tono è stato fin troppo infastidito. Immagina già i figli: ondate di bambini brufolosi con un ego spropositato. «L’unica relazione di Marge è stata quella con la torta di poco fa. E dubito che sia finita bene, visto che l’ha disintegrata in – non so – due secondi?»
«Suvvia, sciocca ragazzina invidiosa. Ti piacerebbe essere al suo posto, eh?» Improvvisamente Lily prova la fortissima voglia di farla esplodere conficcandole uno spillo dritto nel didietro di grandezza spropositata.
«Un mucchietto di ossa, ecco cosa sei. Quasi quasi Squarta vorrebbe giocare con te, vero Squarta?» La sua voce si addolcisce mentre pronuncia il nome del cucciolo di Rottweiler. 
«A volte mi chiedo da dove tu sia uscita, ma poi mi ricordo di quella Lily – Lily, che nome insulso – com’è che si chiamava suo marito? Ah, Potter. Beh, sei identica a lei, ragazzina, e non è mica un vant…»
Marge Dursley ha smesso di parlare, il faccione roseo contratto in un’espressione di orrore. Si sta lentamente sgonfiando, fino a diventare una sagoma appiattita sulla scalinata del retro.
«Oh Merlino» Sussurra Lily, in preda al panico. «Oh santo Merlino» 
Lancia uno sguardo terrorizzato a ciò che rimane della prozia Marge e corre via prima che Squarta possa addentarla, alla ricerca dello zio Harry. Deve rimediare al danno prima che i presenti se ne accorgano – e allora sì che rischierebbe l’espulsione immediata da Hogwarts.

Quando Harry Potter si trova davanti il tappetino informe che è diventato zia Marge, non riesce a trattenere una risata. Ironia della sorte, Marge Dursley è appena stata sgonfiata.

«Non preoccuparti, Lily» La tranquillizza. «Ho una certa esperienza in merito»


*
 

«Direi che è ora» Un uomo annoiato si stende sulla sedia più comodamente, incrociando le gambe con eleganza.
«Ora, signore?» Il ragazzo alla sua destra, un ventenne dall’aria sveglia, si sporge in direzione dell’uomo, incuriosito ed eccitato.
«Quando dovremmo agire?» Interviene una seconda voce. Ogni singola persona presente nella sala ammutolisce, aspettando con ansia e trepidazione la risposta.
«Una settimana esatta, all’apertura di Hogwarts. Penso sia il momento più adatto.» Il suo tono è lento e misurato, consapevole dell’enorme attenzione che i presenti gli stanno rivolgendo. Si alza e oltrepassa velocemente il tavolo, fino a fermarsi davanti a un arazzo che copre l’intera parete. I ghirigori dell’antica stoffa sono quasi del tutto coperti da una serie di foto – foto di ragazzi tra gli undici e i diciassette anni di età.
In una di esse, una ragazzina dai folti capelli rossi sorride spensierata all’obiettivo. 





Note:
-Abbiamo introdotto finalmente Rose, che conosceremo meglio. L'abbiamo incontrata in "Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no." E adesso vediamo le sue avventure da grande.
-A proposito di avventure, ecco introdotto l'elemento-mistero... ne vedremo delle belle già dal prossimo capitolo, in cui avverrà il tanto atteso arrivo a Hogwarts.
-Avete presente la battuta di Lily, "brucia"? Beh, è un omaggio alla divina Emma Stone in "Easy A". Guardatelo, è spassosissimo!
-La scena di Scorpius e Naya è liberamente ispirata al film "Due settimane per innamorarsi", con quell'altro geniaccio di Sandra Bullock. Sia lodata quella donna! 
-"L'esperienza di una dodicenne" è un piccolo riferimento a Ginny in una sua sfuriata nel sesto libro.
-Zia Marge sgonfiata è un chiaro riferimento all'episodio in cui la suddetta grassona si gonfiò come un pallone aerostatico.
-Dalya è un personaggio ispirato alla serie "Suburgatory", che vi consiglio se volete qualcosa di spensierato e anche un po' demenziale. 
-Il titolo è un omaggio a "Una serie di sfortunati eventi"; che personalmente io adoro. 
-Squarta è in realtà Squarta Terzo. Il vecchio Squarta è morto e sepolto!

Sì, vi ho propinato un bel capitolone, è vero. Spero che vi sia piaciuto, anche perché ho inevitabilmente notato che le recensioni si sono praticamente dimezzate... se c'è qualcosa che non vi è piaciuto, davvero, ditemelo. Considero ogni piccola correzione un preziosissimo aiuto per crescere e far crescere questa storia. Detto ciò, ringrazio infinitamente 
Marty Evans e Lui_LucyHP Grazie, grazie di cuore! Spero di non avervi deluso. 
Beh, allora un paio di domandine: cosa ne pensate di questo Louis? E del finale "a sorpresa"? Uh, e di Rose?
Dimenticavo, da questo momento questa storia può essere ufficialmente considerata il seguito di "Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no." Beh, giusto perché lo sappiate! Ma non è assolutamente necessario leggere l'altra, anche se mi farebbe lo stesso piacere. 
Un bacio, 
-Iv.

P.s. Bess, grazie per il consiglio! Questo capitolo è anche per te.


  
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