“Ti amo, Harry”
Un bisbiglio appena, ma così chiaro nelle mie orecchie,
che è come se lo avesse urlato.
Alzo il viso incredulo e timoroso e due occhi mi
accolgono così dolci da farmi tremare. Con una mano mi accarezza il viso, mentre
la sua bocca si fa più vicina.
Mi bacia sulla fronte in un gesto tanto tenero da farmi
scoppiare il cuore nel petto. Non lo sopporto. Sento la pelle in quel punto
bruciare, i miei occhi devono essere desiderio puro, ma posso vedere anche i
suoi, sempre così controllati, tremare.
Mi avvicino e senza pensarci lo bacio, sulla bocca
calda. Lo assaggio piano, ma nonostante questo, un mugugno di piacere esce
dalle mie labbra. Il mio corpo ha agognato questo momento da tre anni e lo
stesso è per Draco, infatti lo sento approfondire il bacio con impeto,
mordicchiando e leccando le mie labbra finché non incrocia la sua lingua con la
mia in una danza travolgente.
Mi manca il respiro, ma non vorrei mai dover terminare
questo bacio con la consapevolezza che sia, dopo tanto tempo, il primo e
l’ultimo che ci scambiamo.
Siamo costretti a dividerci. Riprendiamo fiato fronte
contro fronte. Le sue mani son ancora sul mio viso e le mie aggrappate al suo
collo.
“Non posso, Harry. Lo capisci?” dice senza riuscire a
guardarmi.
Gli alzo il viso costringendolo invece a farlo.
“Lo capisco…”
sussurro con tutta la forza che ho, consapevole di ciò che veramente significa
quello che gli ho detto. Sto rinunciando a lui.
“Ti amo… per
sempre” gli dico con un sorriso sincero, ma già tremendamente malinconico.
Rimango senza fiato.
Una lacrima scende solitaria dal suo viso, dal viso
perfetto e sempre fiero del mio Draco.
Mi si stringe il cuore.
Forse solo ora mi rendo veramente conto di quanto sia
stato duro per lui.
È vero, io mi sono ritrovato nel giro di pochi minuti
con tre anni in meno della mia vita e soprattutto costretto a rinunciare alla
persona che amo, ma è anche vero che lui deve aver sofferto immensamente nel
vedermi steso in quel letto, incosciente, per così tanto tempo, senza la
possibilità di fare qualcosa, ma solo di aspettare e lottare contro un dolore
atroce. E infine, proprio quando era riuscito a rifarsi una vita, rispunto io
ad annullare ogni sua certezza e a rinvangare ogni dolore accantonato e ad
incolparlo di tutto.
No, non posso immaginare quante notti insonni abbia
passato al mio capezzale, quanto abbia pregato Dio e ogni singolo medico
distruggendo quel suo fiero orgoglio.
No, non posso! Però c’è ancora una cosa che potrei fare
per lui: potrei finalmente smettere di essere un emerito egoista e lasciargli
vivere la vita che si è costruito, la vita che merita! Glie lo devo! Almeno
questo!
Asciugo quella dolorosa lacrima. Lo guardo negli occhi
e lo bacio anch’io sulla fronte, per quella che so, sarà l’ultima volta.
Lascio le labbra poggiate sul suo viso ancora per
qualche secondo, prima di sussurrare le parole più amare di tutta la mia vita.
“Addio amore mio”
Sciolgo il nostro abbraccio.
Mi volto, gli occhi chiusi stretti, il cuore in gola
che batte veloce al ritmo di quell’uniche parole che ora risuonano forte dentro
di me.
Ti amo… Ti amo… Ti amo… Ti amo… Ti amo… per sempre…
Apro la porta davanti a me e con un ultimo sguardo so
che ha compreso ogni cosa, come sempre.
“Addio…” mi
sussurra.
E con questa ultima parola richiudo la porta dietro di
me.
La richiudo lasciando dentro ogni speranza e tutto il
mio cuore, la richiudo sulla mia vita insieme a Draco, la richiudo su di me.
L’amore alle volte è così puro che quando ti ritrovi da
solo con te stesso senza più niente per cui vivere, ti senti inutile, sporco,
un rifiuto, assolutamente inetto. E quando nessuno, solo la persona a cui hai
dovuto rinunciare, potrebbe fare qualcosa, potrebbe dare un senso alla tua
vita, perché solo lei sa cosa avete affrontato e cosa stai passando, ma non può
fare nulla per aiutarti, allora, solo allora, senti che l’unica cosa che puoi
fare, è guardare giù, verso quel vuoto, e lasciarti andare all’ebbrezza di un
momento, di un volo verso la pace infinita.
Perché si sa, la
vertigine è ebbrezza della propria debolezza.
Ci
si rende conto della propria debolezza e, invece di resisterle, ci si vuole
abbandonare ad essa.
Ci
si ubriaca della propria debolezza, si vuole essere ancora più deboli, ci si
vuole lasciar cadere.
Milan
Kundera
ANGOLO AUTRICE:
Vi prego non uccidetemi…! Non volevo lo giuro! Non avrei
mai voluto concluderlo così! Ci ho pensato tanto, ma ogni altro finale sembrava
sbagliato, estremamente banale e riduttivo. Non sarebbe mai stato credibile un
finale a sorpresa del tipo – è stato solo un sogno – avrebbe sminuito troppo
tutte le sensazioni provate da Harry. Troppo forzato… no?
Comunque spero davvero di non avervi deluso, perché ho
fatto del mio meglio e soprattutto vi avevo avvisato che davvero non sapevo
come sarebbe andato a finire! ^_-
Non so comunque se si sia afferrato il finale. Se per
caso volete delle spiegazioni basterà che le facciate presenti nelle recensioni
e farò in modo di rispondervi, magari ripostando questo capitolo con le
risposte!
Grazie, grazie e ancora mille volte grazie a tutti voi!
Soprattutto a xla che mi ha sempre seguito e lasciato recensioni fin dall’inizio,
l’ho apprezzato molto! ^_^
Baci
Nefertite