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Autore: Fra_Jones    06/08/2013    0 recensioni
Dal capitolo secondo:
"L’inferno era la sua casa. Lo era in vita, lo sarebbe stato nell’eternità. [...] era attratto da qualcosa di puro e casto, qualcosa che era totalmente opposto a sé. Aveva rinunciato alla purezza macchiandosi dei più brutali crimini. Ci aveva rinunciato completamente."
Ok, ho sempre voluto scrivere una fan-fic su "The Borgias".
Cesare è il carattere centrale di questa storia, un personaggio da cui sono molto attratta, nonostante la sua "crudeltà".
Spero vi piaccia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cesare Borgia, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2


“Finalmente sei riuscito ad uscire Padre.” Disse Cesare avvicinandosi al Papa, seduto su una sedia posta nel portico del giardino interno.
Rodrigo si voltò, accennò un leggero sorriso.
“Padre..” Cesare si avvicinò, si sedette sulla sedia accanto: I gomiti poggiati sulle cosce, le dita intrecciate, i denti stretti.
Rodrigo appoggiò una mano sulla spalla del figlio, ed egli vi posò lo sguardo.
“Vi ho chiesto di perdonarmi. Ora richiedo la vostra indulgenza. Non vi sarebbe successo tutto ciò se avessi sistemato il cardinale della Rovere.”
“Figliolo, non è colpa tua. Per quanto riguarda quello che è successo quella sera,noi volevamo darvi il vostro perdono.” Disse, tossendo dato il fastidio alla gola. “Ma dovremo parlare seriamente.. di affari” continuò.
Cesare lo guardò, sorridendogli leggermente anche se nella sua mente risuonavano le parole che aveva detto al fratello la sera in cui aveva messo fine alla sua vita: “Siamo Borgia, non perdoniamo mai”. Poi guardò davanti a sé. Si alzò scusandosi con il santo padre, dicendo che si sarebbe visti l’indomani.
 
“Signore.”
“Micheletto, che notizie porti?” disse Cesare a bassa voce mentre si incamminavano per la strada.
“Ho visto dove abita. Mi dispiace dirgli signore che non esce molto, se non per andare al mercato. Mi è capitato di vederla passeggiare  nei pressi del parco vicino al mercato. Ma non so se è una cosa abituale.”
“Bene,grazie Micheletto. L’importante per me è sapere dove abita. Mostrami la strada.”
I due passeggiarono fino al modesto palazzo dove Micheletto aveva  visto entrare la ragazza svariate volte.
“Ecco mio signore.” Disse Micheletto accompagnando quelle parole con un gesto della mano. “Quel palazzo in fondo alla via, lì è dove ho visto entrare la ragazza. Mio signore, devo avvertirla di un altro fatto..”
Lo sguardo di Cesare si incupì: quelle parole non gli andavano a genio. Lui era Cesare Borgia, otteneva sempre ciò che voleva. Con un cenno della testa fece comprendere a Micheletto che poteva parlare, che doveva farlo.
“Le ho detto che ho visto la ragazza passeggiare nelle vicinanze del parco qualche volta..”
“E bene?” intimò il Borgia.
“Non era sola,signore. Aveva con se un bambino.”
Il viso di Cesare si incupì ulteriormente; voleva quella ragazza per qualche strano motivo. Nulla l’avrebbe ostacolato. C’era riuscito una volta ad affascinare una donna sposata. “Nulla”  si ripeteva nella mente “nulla mi fermerà dall’averla.”
Se l'esistenza dell'inferno fosse reale, allora quello era la sua casa: il paradiso oscuro. Lo era in vita, lo sarebbe stato nell’eternità.
 
****
Il cielo si stava scurendo. Cesare era seduto composto intorno al tavolo,sorseggiando un bicchiere di vino mentre stava terminando la sua cena. Il silenzio regnava sovrano nella stanza. Al contrario, nella sua mente, dominava la confusione. Non faceva altro che pensare ai recenti avvenimenti. Sentiva che qualcosa non andava, che c’erano guai in agguato. Era giusto abbassare la guardia proprio in quel momento? Tra i vari pensieri c’era sempre di mezzo quella ragazza incontrata al mercato. Il desiderio era più forte di lui.
Passi veloci gli fecero raggiungere la sua camera, che era illuminata da una candela posta accanto al letto dal suo servo. Prese il suo mantello, lo legò intorno al collo e uscì con lo stesso passo con cui era entrato.
Le strade di Roma nella notte potevano risultare inquietanti e minacciose, ma non per lui. Non per l’animo di Cesare Borgia. Il ragazzo trovava anzi un certo conforto in quell’oscurità.
Con le braccia conserte e il cappuccio che celava il suo volto pensieroso, Cesare Borgia si appostò vicino alla casa che gli era stata mostrata da Micheletto, speranzoso di vedere quella giovane donna. Avrebbe aspettato l’alba pur di vederla.
Pensò, tra sé e sé,come fosse insolito: era attratto da qualcosa di puro e casto, qualcosa che era totalmente opposto a sé. Aveva rinunciato alla purezza macchiandosi dei più brutali crimini. Ci aveva rinunciato completamente.


*******
Salve! Ho ripreso tra le mani questa storia finalmente. 
Spero che il capitolo vi piaccia. Nonostante sia un capitolo "di passaggio" ci sono idee che potrei sviluppare nei capitoli successivi, anche se non ho idea di come saranno.
Mi sto affidando totalmente all'istinto. (Che sia un bene?Non lo so xD)
Un bacio!xx 

  
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