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Autore: Nyssa    14/02/2008    11 recensioni
L'amore non è solo come una rosa che sboccia o una pesca delicata, l'amore è anche una mela selvatica dal sapore un po' asprigno che nasce al freddo e tra le spine.
L'amore è fatto di tante cose, anche di imprevisti, esattamente come quello che colpisce Draco Malfoy ed Hermione Granger durante una delle loro solite litigate, ma che cosa gli è capitato veramente? E quali sono i tanti misteri della Londra babbana (ma non troppo) che Hermione è più che mai decisa a scoprire? E quali sono gli altrettanto sconosciuti motivi che spingono (o costringono?) Draco Malfoy a seguirla?
Prima classificata al Never Ending Story Awards - Terzo Turno secondo la scelta del pubblico.
Vincitrice nelle categorie: Best Saga, Best Romance, Best Plot e Best Couple (Draco/Hermione)
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Rise davvero, di gusto, davanti alle guance un po’ paffute della Caposcuola che si coloravano appena mentre la gradazione aumentava di intensità ad ogni istante che il suo riso si perdeva per la stanza

Rise davvero, di gusto, davanti alle guance un po’ paffute della Caposcuola che si coloravano appena mentre la gradazione aumentava di intensità ad ogni istante che il suo riso si perdeva per la stanza.

-          Vorresti farmi credere che è solo per questo?

-          Sei seccante – incominciò lei alzandosi in piedi

Il riso aperto si trasformò in un sorriso più dolce e, mentre lei si alzava, allungò un braccio prendendola per un polso e tirandola sul divano con lui, facendole perdere l’equilibrio.

Quando Hermione ritrovò la consapevolezza di dove si trovava e il mondo smise di turbinarle attorno, le braccia della serpe erano già saldamente incrociate intorno alle sue spalle e la testa appoggiata ai suoi capelli.

Panico totale! Stava urlando il suo cervello messo in difficoltà dalla ridda di sensazioni, pensieri e sentimenti che chiedevano urgentemente attenzione, ma per i quali, al momento, non c’era né tempo né posto.

-          Ch-ch-che staresti facendo? – balbettò allarmata, non certa di poter gestire quella situazione

-          Beh, mi sembra ovvio – rispose lui – facciamo un po’ di pratica…

-          Pratiche per cosa? – c’era quasi una nota di panico nella voce, lui sospirò, come se si trattasse di un bambino un po’ tardo di comprendonio

-          In una casa dove vanno gli innamorati, se ti presenti rigida come un manico di scopa credo che qualunque essere umano, oltre che qualunque mangiamorte, ti scoprirà, non credi? E sono stato anche gentile…

-          Che gentilezza… - disse lei, cercando di recuperare un briciolo di autocontrollo e di non accoccolarsi di più a quel tepore che percepiva sulla schiena

-          Andiamo Granger, rilassati! Se non fossi una Gryffindor penserei quasi che tu sia frigida…

-          Frigida? – domandò – che significa? – gli occhi di lui si sollevarono, poi tornò a guardare lei con l’espressione infantile ed inesperta sul volto di una ventenne

-          Te lo assicuro. Ci sarebbe da piangere, ma in questo momento mi viene solo da ridere.

-          Ti ho fatto una domanda

Lui ghignò mentre una mano sollevò appena l’orlo del maglione scuro che indossava e s’insinuò lungo la schiena, accarezzandola appena sulla pelle scoperta e provocandole un piccolo brivido che la fece tremare tra le sue braccia.

Il ghigno si trasformò in un sorriso che ricordava un poco compiaciuto che ricordava di avergli visto la stessa mattina che l’aveva baciata, il che non prometteva niente di buono.

Beh, per modo di dire, certo… dipende dai punti di vista…

-          Direi che, nonostante tutto, frigida non lo sei…

-          Ma che significa?

-          Sei proprio una santarellina… - e lo disse con fare quasi paterno, un poco orgoglioso della cosa.

-          Cosa vuol dire frigida?! Adesso spiegamelo!

Le sopracciglia bionde si sollevarono a quella piccola presa di posizione decisamente inadeguata rispetto alla situazione in cui lei si trovava.

La ragazza tentò di puntellarsi sulle mani e di guardarlo in faccia, per niente contenta che lui avesse tutto quel controllo sul suo corpo. Beh, il coraggio non le mancava, questo sì… chissà cosa sarebbe successo se quel coraggio si fosse trovato sotto uno strato di lenzuola…

No!

Di nuovo pensieri inadatti… doveva smetterla, starle assolutamente lontano e non pensare minimamente a lei. Per il suo bene.

Già, ma SUO di chi? Di lui o di lei?

Difficile però riuscire a mettere in pratica un tale proponimento quando il soggetto se ne sta rannicchiato tra le tue braccia, guardandoti con gli occhi di un cocker e aspettando di sapere che cosa significa “frigido”…

-          Hai presente la Cooman? – lei annuì – ecco, credo proprio che lei lo sia…

-          Intendi dire che è un sinonimo di pazzo o invasato?

Lui si passò una mano tra i capelli, indeciso se scoppiare in un’altra risata o scuoterla violentemente.

-          Direi di no

-          E allora che c’entra?

-          Prendi la Cooman – fatto – bene, se tu le…

Tutto quello che sentì dopo quelle poche e innocue parole le fece cambiare colore del volto almeno una dozzina di volte attraversando il rosso, il fucsia, il carminio e addirittura il bordeaux.

Non era poi così tanto sicura che fosse stata una bella mossa chiedergli spiegazioni… e adesso capiva perché lui la chiamava “santarellina” e diceva che c’era da piangere, evidentemente era qualcosa che sapevano tutti, peccato però che con il ristretto range di esperienze che si ritrovava era difficile avere conoscenze sufficienti. Al Grifondoro, poi, la gente non diceva certe cose a voce alta e non erano certo così volgari come quelle serpi, quando parlavano! Harry ci stava sempre attento e anche gli altri, per questo non si sentivano molti di questi termini, il più delle volte, anzi, ci si girava intorno; anche se dubitava fortemente che i discendenti del nobile Godric avrebbero discusso di un argomento così…

 

-          Credo proprio che bisognerà cominciare dalle aste – disse lui scuotendo il capo e, con esso, i capelli biondi che ondeggiarono appena

-          Non andiamo certo là per divertirci – borbottò lei

-          Puoi sempre dire che ti fa troppo schifo e rimanertene qui sonnecchiare

Prospettiva vagamente allettante.

Peccato che la possibilità di scoprire qualcosa di utile all’Ordine sommata ad una situazione che prevedesse un minimo di gentilezza della serpe nei suoi confronti, oltre che, decisamente, le mani dove non sarebbero dovute stare, fosse un binomio al quale non si poteva dire di no.

E lei non voleva dire di no.

-          I mangiamorte sono più importanti

-          …oppure dire che non aspettavi altro che trovare una scusa del genere.  – terminò lui la frase di prima - Sei perfino disposta a mettere da parte il suo orgoglio Gryffindor per quella setta di imbecilli? La cosa è preoccupante… perfino permettere ad uno come me di farti… questo

La mano destra del ragazzo percorse con esasperante lentezza la pelle dietro la gamba, fermandosi appena dietro il ginocchio per poi continuare. La sentì rabbrividire di nuovo e vide i denti affondati nel labbro per trattenere qualcosa che sospettava essere un gemito.

Le piccole soddisfazioni…

-          Granger – disse vivamente colpito – mi stupisce davvero che tu sia rimasta vergine tutto questo tempo…

Decidendo che in quella conversazione c’erano motivi sufficienti per offendersi, lei si rimise a sedere, aggiustandosi il maglione e i capelli scompigliati. Non le andava che Malfoy le dicesse certe cose, c’erano dei motivi se era rimasta tale e c’erano altrettanti motivi per cui la gente si ostinava a non guardarla come una donna, ma non le importava, non molto, almeno.

-          Ti sei offesa? – le chiese puntellandosi sui gomiti e guardandola mentre rimetteva le forcine a posto e faceva per alzarsi. Si sentì un po’ solo mentre i gesti della Caposcuola indicavano che se ne sarebbe andata presto. Perché? Quella dannata cosa che lo rodeva all’altezza del petto non gli dava tregua e in quel momento si sentiva di nuovo colpevole… certo, non era stato molto delicato a dire una cosa del genere, ma loro erano sempre brutalmente sinceri, perché non esserlo più?

Quando lei mosse la mano, il braccio scattò automaticamente in avanti, trascinandola di nuovo sul sofà con lui, stringendola a sé come una bambola e baciandole piano i capelli.

Hermione ne rimase stupita e cercò di sollevare la testa che lui le teneva senza troppa convinzione

-          Non te ne andare – mormorò tra i denti, sapendo che quella non era certo una cosa che avesse chiesto spesso.

Gli occhi di lei brillarono di una luce nuova e le pagliuzze dorate scintillarono di dolcezza mentre ascoltava quelle sillabe forse mai pronunciate da uno come il Principe delle Serpi, conscia di quanto doveva essergli costato quel gesto.

Chinò di nuovo la testa e rimase lì, ascoltando appena il battito del cuore oltre la camicia aperta che lui indossava: aveva di nuovo diciotto anni… se lo avesse baciato non avrebbe fatto altro che rispettare la promessa, giusto?

C’era qualcosa di strano nello stare con Malfoy, qualcosa che non aveva provato in compagnia di nessun altro.

A cominciare dal fatto che c’erano dei momenti che, a dispetto delle parole velenose, lui sembrava davvero considerarla una ragazza. E ce n’erano altri in cui le faceva addirittura sperare di essere una persona un po’ speciale.

Una speranza vana, lo sapeva, che l’avrebbe fatta soffrire, ma che la aiutava un po’ in quelle giornate.

 

Era la fiducia quella che teneva in piedi il loro traballante rapporto. Nonostante lui non le avesse mai raccontato tutta la storia che lei voleva sapere, riusciva ad avere ancora fiducia in lui, a cominciare dal fatto che non aveva creduto mai, neppure per un istante che fosse un mangiamorte.

E qualcosa di analogo doveva fare anche lui, misto ad un vago senso di protezione. Sembrava sempre eternamente combattuto se considerarla una tartaruga dalla corazza rigida che nessuno sarebbe riuscito a scalfire, oppure un timido animaletto indifeso. A volte andava fiero di essere l’unico che riusciva a scostare quella copertura dura e anche di vedere quel piccolo topolino timido che si scorgeva sotto, ma non sapeva mai quale delle due considerare Hermione Granger.

 

Hermione Granger era tutte e due e a volte si domandava come avesse fatto lui ad accorgersi che oltre questa sua facciata da ragazza forte che ostentava, il topolino spaventato era quanto di più simile ci fosse al suo stato d’animo.

Ma lo faceva per dimostrare al mondo quanto valeva, perché sapeva di valere molto e lo avrebbe mostrato a tutti. Nonostante questo, però, quel senso di inadeguatezza, di trovarsi nel posto sbagliato, la perseguitava comunque.

Era una persona piena di contraddizioni che non sapeva essere sempre forte, che non riusciva a credere fino in fondo in quel che era.

Nessuno aveva mai visto questa sua parte di lei, anche se, con ogni probabilità, Harry ne sospettava l’esistenza.

Draco Malfoy, però, c’era riuscito e questo faceva di lui una persona magnifica e pericolosa allo stesso tempo.

Magnifica perché aveva dimostrato di essere capace a guardare oltre. Pericolosa perché, con tutto quello che sapeva, poteva farle molto male.

Gli aveva permesso di vedere più di quanto avesse dovuto, mentre lui gli aveva mostrato una minima parte della sua anima, di se stesso, ciò rendeva il loro rapporto un po’ sbilanciato.

Eppure si sentiva protetta tra quelle braccia.

Non avvertiva quella costante sensazione di pericolo che sentiva quando qualcosa dell’altra se stessa, debole, impaurita, appariva appena oltre la scorza dura di fronte agli altri. Lui sapeva che in fondo era fragile, ma era l’unico che riuscisse a farla sentire così. E non si riferiva solo alla paura che i suoi segreti fossero traditi, ma anche alla sensazione di pace e tranquillità che quei piccoli e semplici abbracci riuscivano a trasmetterle.

 

Come era possibile che proprio uno come Draco Malfoy riuscisse a fare tanto?

Dubbi e domande si affollavano senza risposte, o meglio, suggerendo un’unica opinione alla quale lei non voleva assolutamente pensare perché l’avrebbe resa ancora più vulnerabile e ancora più indifesa.

 

Draco spostò appena la testa e guardò quella di lei, appoggiata con noncuranza sulla camicia, un orecchio accostato al cuore, gli occhi che non potevano scorgere i suoi.

C’era qualcosa di strano nella Granger.

Sapeva che lei, se avesse voluto, ma voluto davvero, avrebbe potuto vedergli l’anima, nera e peccatrice, e sapeva che avrebbe anche potuto strappargliela.

Analogamente sapeva che c’era dell’altro oltre l’apparenza della cara Granger, un animo tormentato con un profondo senso di inadeguatezza. Glielo leggeva ogni tanto, lo scorgeva nei suoi gesti, nel modo di impugnare la bacchetta, di recitare gli incantesimi, di guardare il mondo: perfetto e ineccepibile. E sapeva di essere in parte responsabile di questo suo malessere interiore del quale non sarebbe riuscita a liberarsi facilmente.

Avrebbe potuto farla soffrire e piangere tantissimo con tutto quello che incautamente lei gli aveva rivelato si sé, ma era come se avesse la speranza e la fiducia che non l’avrebbe fatto.

E lui non l’avrebbe fatto, né in quel momento né mai.

 

Quando rimaneva solo con lei provava delle piccole conquiste anche solo standole accanto o stringendola tra le braccia, come in quel momento.

Erano lì da quanto… chissà… però stavano bene e non se ne preoccupavano, non più di tanto. Lei era preoccupata solo quando lui faceva il cafone e un po’ aveva anche la sua dose di ragioni. Non gli era mai capitato di rimanersene così tranquillo in quel modo, con una ragazza tra le braccia, senza spogliarla e stenderla su un letto, possederla selvaggiamente e accorgersi che non era cambiato niente, che nessuna riusciva a comprenderlo.

Era controverso il rapporto che aveva con l’altro sesso, lui fino a quel momento aveva voluto ragazze speciali senza, tuttavia, riuscire a trovarle e, forse, neppure a cercarle; non si era impegnato molto, badando più all’apparenza che ad altro.

Analogamente, nessuna si era preoccupata di guardare oltre quell’armatura di ghiaccio che lo ricopriva, a loro stava bene così. La Granger, invece, lo guardava sempre scettica quando quel cimelio freddo vedeva la luce, rendendolo il solito altezzoso serpeverde che conosceva da sette anni. Ma c’erano dei momenti in cui riusciva ad accorgersi di qualcosa che si nascondeva oltre.

Forse le avrebbe detto cosa, forse… e non si riferiva a quel segreto terribile. Ma non era ancora il momento.

In quel preciso istante poteva solo dire che stava traendo più soddisfazione da quel momento di pace che da tutte le ragazze che si era sbattuto in tanti anni. Non c’era uno solo dei suoi orgasmi che valesse il corpo caldo della mezzosangue rilassato contro il suo.

 

Doveva avergli somministrato qualche pozione, qualche filtro che lo rendeva folle come i suoi pensieri in quel momento, che lo portava a compiere pazzie, come era successo quella mattina che l’aveva svegliata e baciata, come era analogamente accaduto quando si era scusato con lei, quando le aveva raccontato di essere stato nei mangiamorte, quando le aveva mostrato il Marchio.

Per quanto lo riguardava, era un gesto non da poco.

E lei come l’aveva considerato?

Dubitava che gli avesse dato lo stesso peso che gli attribuiva lui, molto difficile, ma in fondo a quel cuore ferito e sanguinante, sperava che lei comprendesse che non era la sola che gli aveva fatto vedere più di quanto avesse voluto, ma soprattutto, DOVUTO.

 

*          *          *

 

Erano le nove di sera.

Un affascinante ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri era seduto ad un tavolino della rinomata sala da tè “La casa degli innamorati” insieme ad una affascinante ragazza dai capelli rossi che sorseggiava il suo tè al bergamotto.

Tutti quelli che passavano lanciavano loro un’occhiata e poi sparivano dietro ai separé, nei divanetti rosa polvere e verde menta che arredavano con gusto la parte babbana del negozio.

 

Hermione si guardò attorno preoccupata, quel pomeriggio aveva quasi rischiato di farsi scoprire. Già perché mentre era andata a Diagon Alley a recuperare gli ingredienti per la pozione stabilizzante, aveva cominciato a cambiare improvvisamente età e c’era voluta tutta a rientrate appena in tempo prima che la luce che contraddistingueva quegli sbalzi cronologici cominciasse a brillare e la spacciasse per una lampadina umana.

Casualmente era tutta colpa di Draco Malfoy che, senz’ombra di dubbio, mentre lei si faceva del male a correre nel vano tentativo di sfuggire alle occhiate che qualcuno le avrebbe lanciato se l’avessero scoperta, lui stava in panciolle a casuccia, aspettandola… senza far niente.

 

Doveva ringraziarlo, però, per aver preparato quella pozione, in quel momento erano entrambi di nuovo alla loro età anagrafica normale e stavano cercando di passare inosservati nel locale.

Un’operazione difficile, senz’altro.

 

-          Se ti ostini a fare il ghiacciolo al quel modo penseranno che stiamo dando una festa di divorzio, non che abbiamo un appuntamento romantico – fece notare lui mentre lei raddrizzava rigida la schiena

-          Non intendo dare pubbliche dimostrazioni del nostro affetto

-          Sono d’accordo – annuì lui – rischierebbero di rimanere colpiti da uno dei piatti che lanceresti, visto il NOSTRO reciproco affetto

 

Se stava cercando di farle notare che tra loro non c’era niente, ebbene, aveva ragione, ma non era certo il momento di dirlo.

E le faceva male.

 

-          Stai di nuovo cercando di litigare? – s’informò usando un tono che, difficilmente, qualunque altra delle ragazze presenti avrebbe utilizzato

-          Io non ho mai cercato di litigare – puntualizzò

-          E immagino che questo pomeriggio, quando volevi sapere che razza di posto fosse questo, il tuo intento non fosse farmi perdere completamente la pazienza…

-          In effetti no, volevo solo sapere – la blandì mellifluo – ma dato che poi è finito tutto per il meglio, perché rinvangare il passato? – era chiaro come il sole che si stava riferendo a ciò che era successo dopo, ovvero il piacevole intermezzo sul divano

-          Oh, dunque non stavi cercando di litigare? Dunque mi stavo immaginando tutto? Dunque sto diventando pazza?

-          Sei vuoi metterla così… - rispose con finta noncuranza guardando il suo bicchiere colmo di pregiato champagne e succo d’arancia sapientemente miscelati; finalmente, dopo tanto aspettare, poteva di nuovo bere un alcolico… gli era mancato quel senso di calore che infonde il liquore, lo spumante, l’alcool in generale, aiutava un po’ a riscaldare quel cuore freddo che diceva di non avere.

 

La Granger gli lanciò un’occhiata ammonitrice

 

-          D’accordo, stavamo litigando – rispose esasperato

-          Sì, e ricordo perfettamente come mi hai chiesto scusa…

-          Se stai cercando di incastrarmi per chiederti di nuovo scusa, sappi che non lo farò una seconda volta.

-          Oggi però ti sei comportato veramente da idiota – un sorrisetto si allargò sulle labbra aristocratiche di lui

-          Già… e rammento nitidamente come ti dispiaceva quello che c’è stato al posto delle scuse…

 

Gioco sporco, d’accordo, ma non ci si poteva aspettare altro da un Sepeverde doc come era lui, un Malfoy non batte mai in ritirata.

 

-          Che cosa staresti insinuando? – dichiarò senza mezzi termini guardando in cagnesco sia il bicchiere contenente il liquido arancione guarnito con raffinatezza che il suo proprietario

-          Che non ti dispiaceva – fu la candida risposta mentre il vetro sottile si avvicinava alle labbra

 

Lei si affrettò ad arrossire e a distogliere lo sguardo.

 

-          E a tal proposito… - continuò il biondo – avrei anche una mezza idea di riscuotere quel qualcosa che mi devi…

-          Neppure per sogno! – protestò lei

-          Sei ingiusta, io ti ho portato in biblioteca, adesso tocca a te

-          Non faccio una cosa “così intima” di fronte a tutta questa gente

 

La “tutta questa gente” in questione era limitata ad alcuni camerieri in divisa rossa che passavano veloci tra tavoli a ritirare tazze e bicchieri e non sembravano minimamente scandalizzati dai comportamenti sdolcinati di alcuni avventori. Gli altri clienti, poi, stavano dando sfoggio di un trasporto che senz’altro non aveva nulla a che fare con ciò che stava chiedendo alla Caposcuola, sarebbe potuta scendere un’astronave aliena che quelli non avrebbero fatto una piega, troppo impegnati a coccolarsi sui divanetti come se il mondo fosse fatto solo di zucchero… e di sicuro non si sarebbero curati molto di altri ragazzi che si abbracciavano e baciavano su un divano.

Già perché più di un bacio alla Granger non poteva chiedere.

 

-          Tu l’avevi promesso – le ricordò sadico il ragazzo – vuoi forse rompere la promessa? Perché in qual caso comminerò una penitenza adeguata, visto che mi hai fatto rimanere in biblioteca due ore ad annoiarmi…

 

Lei deglutì, quasi spaventata dalla prospettiva: e se le avesse chiesto di non far più fare ronde notturne agli Slytherin? Non poteva permetterselo… o magari delle scuse pubbliche…

 

-          Non è il momento adatto – ribatté fiera, anche se, sotto la tovaglia, le tremavano le mani

-          Preferisci forse rimandare la cosa in una camera da letto? – lei scosse velocemente la testa senza riuscire a dire una parola

 

Se davvero la scena si fosse spostata a casa di Raymond le conseguenze avrebbero rasentato l’assurdo, molto meglio eliminare il problema, peccato che il suo coraggio, al momento, fosse andato a fare una passeggiata.

 

Lui ticchettò con le dita sul tavolo aspettando che dicesse qualcosa, un tic al sopracciglio diceva che era chiaramente esasperato e una serie di domande esistenziali (sulla vita degli altri) gli stavano ronzando nel cervello.

 

-          D’accordo, rimandiamo – concesse, lei parve sollevata – ma paghi pegno!

-          Cosa?! Non pensarci neppure!

Bastò tuttavia una semplice occhiata del Principe delle Serpi per dirle che non l’avrebbe spuntata facilmente anche su quella questione… perché accidenti tutti i Malfoy vogliono avere sempre ragione?

-          Cosa vuoi in cambio? – chiese sapendo già che non doveva aspettarsi niente da fare a cuor leggere

-          Voglio sapere perché ce l’hai tanto con questo locale…

 

Lei sollevò le sopracciglia, sbuffò sonoramente e pronunciò un “d’accordo” che non aveva niente a che fare con il suo significato.

Draco si sistemò e sorseggiò un altro goccio del cocktail assaporando il gusto delicato della bevanda

-          Come ti sarai accorto questo posto non ha niente a che fare con un Love Hotel o altre porcherie del genere… - la serpe annuì – è però il ritrovo di tutte le coppiette che vogliono farsi gli affari loro per un pomeriggio o una sera

-          Assomiglia al negozio di Madama Piediburro – intercalò lui

-          È così da una vita, quando sono nata io lo era già

-          È così vecchio?

-          Abbastanza. Comunque quando andavo ancora alla scuola babbana c’era l’usanza che quando ti trovavi un fidanzatino poi lo portavi qui e si passava il pomeriggio a baciarsi e coccolarsi

-          E tu non avevi nessuno

-          Cosa vuoi che ci venisse a fare una come me in un posto del genere – rispose sarcastica; lui dovete ricordarsi mentalmente che la Granger aveva dato il suo primo bacio a LUI e la cosa era accaduta circa due settimane prima, comprensibile, quindi che per tanto tempo avesse disertato un posto del genere…

-          Scommetto che ci volevi venire, però…

-          Ogni tanto ci ho fatto un pensierino – ammise, mordendosi la lingua subito dopo conscia di quello che gli aveva rivelato, lui però non sembrava particolarmente colpito dalla cosa né aveva fatto commenti inutili – quando ero al terzo anno di Hogwarts le mie compagne della scuola babbana mi avevano invitata a passare un pomeriggio qui assieme al mio ragazzo

-          Weasel?

-          Io e Ron non siamo mai stati insieme – puntualizzò

-          Ma a loro avevi detto di sì

-          Come lo sai?

-          Facile… lo fanno in tante… - beh, visto che lo sapeva, tanto valeva raccontargli tutto

-          Loro sapevano che frequentavo una scuola speciale fuori di Londra, per questo è stato relativamente semplice far credere loro che Ron abitasse in un’altra parte d’Inghilterra e che, al momento, fosse in vacanza all’estero

-          Ma?

-          Ma vedere tutte le altre assieme ai propri ragazzi che si coccolavano e vezzeggiavano mi ha fatto nascere una repulsione tutta mia per posti da innamorati

-          Ti basterà trovare qualcuno con cui venirci e vedrai che ti passa

-          Non farla così semplice… non sono così ottimista, mi vedo di più a fare la vecchia zitella

-          Nel qual caso… - aggiunse bevendo un altro sorso – vieni qui che ti coccolo io…

Gli occhi grigi di lui erano impregnati di malizia che trasudava da ogni gesto, si sentì arrossire e seppe che lui se n’era accorto… di male in peggio…

-          Dai, rilassati, non ti mangio!

Esitante lei si sedette di qualche millimetro più vicina, strappandogli uno sbuffo piuttosto rumoroso, lui dovette prima spostarsi e poi tirarsela ancora più vicina facendole appoggiare la testa a torace mentre il braccio sinistro le cingeva le spalle e la mano le accarezzava i capelli.

 

Quale follia stava facendo adesso? Si era addirittura offerto di coccolare la mezzosangue come se fosse la sua ragazza! Assurdo, Draco Malfoy non ha la ragazza, lui ha solo AMANTI!

Se continuava di questo passo presto l’avrebbero rinchiuso nel reparto di psichiatria del San Mungo assieme ai genitori di Paciock…

 

Lo sguardo gli cadde sull’ingresso del locale dove due nuovi avventori, apparentemente innamoratissimi, avevano catturato la sua attenzione.

Merda.

Si voltò verso di lei e chinò il capo su quello della Caposcuola

-          Ascoltami bene, Granger, le strade sono due – annunciò sottovoce mentre continuava a guardare truce il banco del bar dove i due si erano fermati – o vieni qui e ti inventi qualcosa per far sì che nessuno possa vedere la mia faccia, oppure ci facciamo lanciare un’Avada Kedavra tutti e due e ci ritroviamo all’Inferno, lasciando il destino del mondo nelle mani di Potty e compagnia, perché quella che è appena entrata dalla porta è mia zia Bellatrix e quello insieme a lei Rodolphus Lestrange

-          Cosa?! – esclamò quasi allibita guardando di sfuggita la porta dove due persone a braccetto si stavano dirigendo proprio dalla loro parte; forse ad un primo esame potevano assomigliare ad una banale coppia, ma gli occhi erano duri e calcolatori e non c’era assolutamente dubbio su chi fossero, ricordava Bellatrix ai tempi della battaglia al Ministero e, anche se al momento le sfuggiva chi fosse Lestrange, ebbene, non le pareva il caso di volerlo scoprire in quella particolare circostanza.

 

Draco guardò alternativamente i due mangiamorte che procedevano speditamente verso il separé affianco a loro e la mezzosangue impietrita al suo fianco.

Cazzo, cazzo e ancora cazzo! Perché accidenti volevano fargli tutti la pelle? Credeva che il primato mondiale appartenesse allo Sfregiato, ma in quel momento gli sorgevano dei dubbi.

 

D’accordo, risolvette.

A mali estremi, estremi rimedi.

Raccolse la mano che lei teneva abbandonata sul velluto del sedile e, trascinandola come aveva fatto quella mattina, la avvicinò più che poté, finché la testa piena di boccoli ribelli di lei non si trovò a pochi centimetri dalla sua.

 

-          E vedi di non fare storie – grugnì arrabbiato prima di baciarla.

 

C’era della violenza in quel bacio, probabilmente acuita dall’agitazione del momento, ma, a ben rifletterci, anche la prima volta era stato così; le dimostrazioni di affetto della serpe erano tutte un po’ possessive e un po’ violente, ma non per questo poco piacevoli.

 

Bellatrix Lestrange passò davanti al tavolino dove due ragazzi si stavano baciando appassionatamente.

Lanciò loro un’occhiata sdegnosa e proseguì a braccetto di suo marito: gioventù… e babbani… due cose che detestava. Non ricordava di essere mai stata tanto giovane e altrettanto stupida come quei due, ma poco importava, presto loro e il loro amore sarebbero stati spazzati via dalla rinascita del Signore Oscuro. C’erano ancora alcune cose da mettere a punto, come ritrovare quel maledetto traditore figlio di sua sorella e sistemare il vecchio Silente, ma a parte questo, tutto sarebbe filato liscio come l’olio.

 

Sedette sul divano trovando il luogo tremendamente poco raffinato, ma bisognava accontentarsi.

Rodolphus le passò una mano dietro le spalle e la attirò accanto a sé, decise che sarebbe stato utile alla copertura, ma era comunque un maledetto bastardo ipocrita, faceva tanto il gentile e il carino quando erano anni che non dividevano più lo stesso letto, anzi, meglio dire che lo dividevano con altri. Tutti e due.

Per quanto la riguardava, gli preferiva Lucius, era decisamente più affascinante, aveva classe e carattere, ma quel maledetto imbecille biondo non solo era innamorato perso di sua sorella, ma aveva pure dato all’Ordine dei Mangiamorte un nuovo traditore, quel suo figlio bastardo che non riuscivano a trovare.

 

-          Da dove vieni, mia cara? – le domandò Rodolphus

-          Sono stata nella squadra di ricerca – biascicò lei

-          Trovato niente? – lei scosse la testa

-          Quel figlio d’un cane è scomparso dalla faccia del mondo… ma Dolores ha sguinzagliato un paio dei suoi

 

Dall’altra parte del paravento, Hermione si portò una mano alla bocca nel tentativo di sopprimere un’esclamazione stupita che le uscì come un singhiozzo procurandole l’ennesima occhiata ammonitrice della serpe: la Umbridge, l’Inquisitrice di Hogwarts con i mangiamorte?!

 

-          E dell’altra faccenda?

-          Puah! Silente crede ancora che siamo in un mondo di pace… non sospetta neppure di essere il nostro prossimo obiettivo… il…? – chiese poi al marito, senza aggiungere soggetto alla frase

-          Gli ho messo dietro quell’imbecille della Parkinson, se ne occupa lei, anche se per quanto mi riguarda lo farei morire di fame…

-          Deve vivere fino a che non abbiamo ucciso il preside – puntualizzò

-          Lo so

-          Abbiamo elaborato un piano

 

Draco ed Hermione allungarono il collo e le orecchie, ma non riuscirono comunque ad ascoltare il resto della conversazione.

 

Decidendo che avevano udito a sufficienza e che difficilmente sua zia sarebbe stata giocata di nuovo dalla scenetta del bacio, Draco prese per mano la ragazza, la condusse svelta al banco e pagò altrettanto in fretta, per poi uscire e chiamare un taxi il prima possibile.

 

*          *          *

 

L’attico di Raymond, quando vi rimisero piede, era silenzioso e avvolto dalle tenebre.

Senza dire una parola, lui si avvicinò al letto e vi si lanciò sopra, nascondendo la testa sotto un cuscino e rimanendo lì così, mentre le luci della strada e i fari di una macchina di passaggio illuminavano l’ambiente.

 

Hermione accese solo il faretti del piccolo soggiorno, appoggiò la borsa e andò a cambiarsi, ritrovandolo nella stessa identica posizione in cui l’aveva lasciato.

Doveva aver saputo qualcosa di terribile visto che sembrava così scosso.

Deglutì a fatica facendo per avvicinarsi, poi cambiò idea e rimase in piedi ad aspettare che lui desse segni di vita

 

-          Draco? – chiamò appena, l’orologio segnava le undici e mezza

 

Un suono incomprensibile le arrivò all’orecchio, attutito dagli strati di stoffa di cuscini e coperte

 

-          Prendi della carta e scrivi a Silente – dichiarò lui riemergendo dalle lenzuola – scrivigli tutto, ma non raccontargli che abbiamo pedinato dei mangiamorte, non me lo perdonerebbe

 

Una muta domanda, “perché?” si affacciò tra le ciglia di lei, interrogativo al quale lui, però, lui si rifiutò di dare una risposta.

Così, mentre la testa bionda e nuovamente diciottenne dello Slytherin scompariva tra le coltri, quella della Caposcuola era china sul tavolino con la penna in mano per informare il loro preside di ciò che avevano scoperto.

 

*          *          *

 

La lettera era in volo verso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts nella speranza che vi giungesse al più presto possibile.

 

Draco guardò l’uccello spiccare il volo dal balcone dell’appartamento babbano e perdersi tra le tenebre della notte, volando con l’oscurità verso Nord.

 

Da quel momento in poi, non poteva più tenere fede totalmente alla promessa che aveva fatto a Silente. Le cose si erano spinte troppo in là e c’era troppo marciume che bolliva in pentola.

Aveva bisogno di lei e non poteva più nasconderle la verità, dopotutto, aveva bisogno di sapere anche lei.

Che cosa avrebbe fatto lui se qualcuno gli avesse nascosto una storia del genere? Probabilmente avrebbe piantato un casino di quello astronomici fino a scomodare Sua Maestà la Regina Babbana. Ogni tanto in quei giorni si era stupito di quanto lei fosse stata paziente, anche se, ogni tanto, una domandina le scappava sempre, ma era comprensibile.

 

La guardò rabbrividire nel freddo della notte dicembrina e poi rientrare, fermarsi a guardarlo e aspettare.

 

Aveva tutti i diritti di sapere e di conoscere.

Ma allo stesso tempo, aveva diritto di vivere libera e serena e quel diritto sarebbe stato messo a dura prova se le avesse raccontato i terribili segreti che custodivano lui e Silente.

 

C’erano due strade: onorare la promessa di un gentiluomo e lasciarla fuori dalla questione, oppure raccontarle tutto, fare l’essere umano e mostrare a se stesso che era debole, dirsi che da solo non sarebbe riuscito ad andare avanti senza un sostegno, ma soprattutto, dirlo al mondo.

Nonostante litigi e battibecchi, da quando Silente li aveva spediti a Londra, la mezzosangue era stata proprio questo per lui, un sostegno. Il suo carattere, la sua curiosità, la voglia di andare avanti avevano spronato anche lui, ma, soprattutto, erano stati quei piccoli momenti di pace e di sguardi e il volere che non terminassero, che non finissero. Era egoista e ingiusto, probabilmente, perché magari lei non voleva altrettanto, ma desiderava ancora baciarla, tenerla tra le braccia, accarezzarle i capelli, sentirla ridere o infuriarsi.

 

Non era la persona giusta che avrebbe dovuto assistere a tutto questo e anche lui non era quello giusto per starle accanto, con l’anima torbida che si ritrovava, ma non aveva mai desiderato così tanto poter rimanere insieme ad una persona.

E la cosa buffa era che, fino a due settimane prima non facevano altro che gridarsi insulti per i corridoi e prendersi quasi a schiantesimi.

Erano cambiate tante cose e non lo rimpiangeva, però, allo stesso modo, c’erano stati sviluppi imprevisti e pericoli nascosti ad ogni angolo: rischiavano, ma soprattutto, RISCHIAVA moltissimo.

Lui aveva scelto la sua strada e aveva deciso di vivere quella vita, ma lei non aveva fatto altrettanto, era rimasta coinvolta.

Maledetti mangiamorte, sarebbe giunto anche per loro il giorno di pagare per tutto quello che avevano fatto….!

 

Si mise a sedere a gambe incrociate sul letto, levandosi le scarpe per non sporcare le coperte, allungò una mano verso l’esterno

 

-          Vieni qui, Granger – disse appena con una voce sottile e delicata, a lei parve quasi che ci fosse tristezza in quelle parole

 

Si avvicinò piano al giaciglio e sedette sul bordo, lui le toccò appena i capelli e le accarezzò la testa

 

-          Ti racconterò tutta la storia. – gli occhi di lei brillarono di speranza e di fiducia a quella risoluzione improvvisa, ma leggeva in quelli argentati di lui qualcosa come il dolore: che fosse una cosa così terribile? Che gli costasse tanto?

 

Lo guardò in faccia e seppe che questa volta non si sarebbe tirato indietro. Ma era davvero una storia che non avrebbe dovuto sapere?

 

-          Ormai sarebbe ingiusto se io non facessi niente. A questo punto dobbiamo cavarcela da soli, non posso rimanere con le mani in mano

 

Alla ragazza parve strano che dicesse certe cose, ma c’era una luce di determinazione che brillava in quelle iridi serie

 

-          Rimpiango solo di non aver potuto mantenere la promessa che ho fatto. Vorrei farlo ma non riuscirei ad andare avanti da solo…

 

Era come se un velo scoperchiasse all’improvviso un segreto custodito gelosamente. Quelle poche frasi che lui le aveva detto contenevano una dolcezza che nessuno, a parte sua nonna, si era premurato di trasmetterle.

Sapeva che ciò che avrebbe appreso l’avrebbe messa nei guai più di quanto già facesse da sola; sapeva che la situazione di lui doveva essere terribile, frustrante, pericolosa.

Ma non si sarebbe tirata indietro, fosse solo per il fatto che lui la voleva con sé, anche solo perché le aveva dato una via di fuga, semplicemente perché le aveva chiesto di rimanergli accanto perché lo aiutava, perché lo sosteneva.

Era questo che lei aveva letto e ne era orgogliosa e fiera.

C’era ancora qualcuno, in questo mondo, per cui lei era importante.

 

-          Qualunque cosa accada, qualsiasi cosa succeda – gli disse piano toccandogli la mano appoggiata ai suoi capelli – sai che io ci sarò, anche solo per il fatto che hai deciso di proteggermi per queste settimane, anche solo perché mi hai detto che mi vuoi qui… grazie.

 

*          *          *

 

Spazio autrice: ed ecco che la storia prosegue e finalmente si scoprirà qualcosa su questo benedetto segreto di Malfoy, confesso che perfino io che sto scrivendo non vedevo l’ora di poter aprire le porte e rivelare tutto, ma ogni cosa a suo tempo.

Questo capitolo è stato molto divertente da scrivere e io sono la prima che sarei scettica a mettere i piedi in un negozio del genere, però ci stava e ci sta anche perché oggi è S.Valentino!

 

 

Auguri a tutti!

E anche a chi, come me, al momento è senza un fidanzato...

Verrà anche il nostro momento!

Buon San Valentino!

 

Shavanna: ehehe, mistero svelato! Ecco qui tutti i motivi e, onestamente, capisco parecchio la mia povera Hermione… le sue compagne sono state involontariamente (forse) molto bastarde…

La bacchetta che cercano i mangiamorte tornerà tra un po’, adesso è troppo presto ;) in compenso si scopre ancora qualcosa in questo capitolo, occhio ai dettagli, ciao! Nyssa

 

Lord Martiya: devi vedere la cosa dalla sua ottica, cosa penserebbe Draco di se stesso se chiedesse un bacio alla mezzosangue senza una giustificazione con cui scusare il suo abominevole comportamento (ai suoi occhi)? Credo che ci abbia pensato parecchio a questa storia, ma evidentemente il suo cervellino è impegnato in altro al posto che dedicarsi a rintracciare una scusa plausibile e, ad ogni modo, non lo si può proprio biasimare con tutti i casini che si ritrova…

La Casa degli Innamorati, beh, penso che per Hermione sia difficile non detestarlo, ovviamente a cominciare dal fatto che è un posto un po’ kitch e decisamente inutile.

Spero che il capitolo ti sia piaciuto, ciao! Nyssa

 

luana1985: Draco stile Hulk, ahahaha, ho riso mezz’ora, cmq hai proprio ragione! Non che a me dispiacerebbe e credo che il nostro bel serpeverde non soffra di problemi di pudore, sfortunatamente per lui, però, Hermione sì, quindi...

Sono contenta che la mia storia continui a piacerti, spero che sia così anche in futuro, aspetto quindi di sapere cosa mi dici di questo nuovo aggiornamento a san valentino, ciao e un bacione! Nyssa

 

Killkenny: direi che è letale per gli altri ma anche per loro, rischiano davvero di prendersi a coltellate ogni tanto XP

Al momento non ho progettato un arrivo di Eva né di altri studenti perché la storia si svolge prevalentemente lontano da scuola e non ho la necessità di personaggi aggiuntivi, quindi non credo ne aggiungerò più di quanti ne ho in mente sennò poi diventa difficile gestirli perché anche così, con quello che progetto, sarà un bel lavoretto…

Spero comunque che continuerai a leggere e grazie per la valutazione altissima, ciao! Nyssa

 

potterina_88_: mi fa moltissimo piacere sapere che la storia ti continua a piacere, casomai finissi nel banale, sai com’è…

e ti ringrazio tantissimo anche per tutte le bellissime parole che hai utilizzato per descriverla, la cosa mi rende molto orgogliosa e molto felice, per questo, anche, continuerò a scrivere e aggiornare ^^

Concordo, le reazioni di Draco sono sempre un po’ stravaganti, ma divertenti anche per questo, la Rowling ha detto di non affezionarsi troppo a questo personaggio perché non è tanto una brava persona, ma in che mondo vive? Lo sanno tutti che i bastardi hanno il loro fascino e Draco non è secondo a nessuno!

Ad ogni modo, si è scoperta anche la storia del Nastro e presto si scoprirà anche quella di malfoy.

Spero che continuerai a lasciarmi i tuoi commenti, ciao e un bacione!Nyssa

 

SilVerphoenix: ehehe, bentornata alla madrina ufficiale della fic! Mi fa piacere che alla fine tu abbia deciso di cominciare a leggere, concordo, le brutte abitudini sono difficile da scacciare, le mie, poi sono radicate fino in fondo! E mi fa piacere che lo siano anche le tue ^^

Sono molto fiera della mia piccola creatura, soprattutto dopo tutte le lodi che hai tessuto, non credo di meritarle proprio tutte, ma mi fanno piacere un mondo! E anche sapere che ci sono dei momenti divertenti e dei momenti seri, scrivere una fic non è come leggerla, sono sempre terrorizzata dal non riuscire a dire tutto come vorrei e che la gente capisca fischi per fiaschi… Secondo me, però, anche tu sei un’ottima scrittrice e la tua fan è bellissima, penso che sia un piccolo capolavoro! Aspetto quindi il tuo seguito ed ecco qui il mio, ciao e a prestissimo! Nyssa

 

herm83: s’era detto, ma Draco era troppo impegnato con i suoi problemi per avere il tempo di riuscire a inventarsi una scusa che reggesse, più per se stesso che per lei, chiaro… però poi alla fine c’è riuscito, come si dice, il fine giustifica i mezzi, no? E ad ogni modo, mi sembra che ad Herm piacciano un po’ troppo i baci della serpe per poter dire a cuor leggero che non gliene frega niente XP

Spero che qualche dubbio sia stato estirpato, anche se credo di averne aggiunti altri diecimila, mi auguro che continuerai a seguire la storia e che questa continuerà a piacerti! Ciao e un bacione, Nyssa

 

falalula: hehe, qualche mistero è stato svelato, per gli altri ancora un poco di pazienza, in compenso posso confermare che un locale del genere è un’ottima copertura per dei mangiamorte, se lo fossi credo che la mia base starebbe in un posto del genere.

Sono felice che la storia ti piaccia, spero che continui e spero che proseguirai nel lasciarmi commenti, ciao e un bacio! Nyssa

 

lauwren: ehehe, tranquilla, il mistero della Casa degli Innamorati è stato risolto in questo capitolo, per le fiamme, invece, abbi ancora un poco di pazienza, tra un po’ si risolveranno molti dubbi, anche se mi rendo conto che se leggessi le mie fic probabilmente non starei più nella pelle dalla curiosità ^^

Sono contenta che ti piaccia come scrivo e anche la mia storia, spero che continuerai a scrivere, ciao e un bacio! Nyssa

 

   
 
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