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Autore: ojamajo    06/08/2013    2 recensioni
non so se devo metterlo ma: SPOILER nel caso non abbiate ancora visto la 5x24
"Si dice che prima di morire si veda tutta la propria vita passare davanti, Richard Castle si sentiva proprio così. "
in attesa di una risposta di Beckett
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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CAPITOLO 2A – ECHO


Come poteva dirgli quello che pensava? Poteva essersi rassegnata all'idea che la lasciasse, perchè l'aveva escluso dalla sua scelta, ma non era pronta ad una sua richiesta di matrimonio, non era pronta a rinunciare ai suoi sogni per loro. Voleva provarci, voleva provare ad avere una relazione a distanza, ma adesso davanti a quella proposta doveva decidere davvero. E non avrebbe scelto lui. Paura diceva suo padre. Sì paura. Aveva sempre detto a tutti che non sapeva cosa fossero. Eppure lui era rimasto con lei anche mentre il timer di quella bomba stava esaurendo il conto alla rovescia, in quel momento aveva già scelto che loro sarebbero stati insieme per tutta la vita, non importa quanto quest'ultima fosse stata breve. “L'amore si dimostra non si dichiara” diceva sempre sua madre. Lui l'aveva fatto.

Lei invece non aveva pensato a coinvolgerlo in qualcosa che riguardava la sua vita, non aveva capito che la sua vita in realtà era già la loro vita.

La Gates aveva detto che avrebbe ucciso per un'opportunità del genere alla sua età. Lo avrebbe dovuto fare anche lei, avrebbe dovuto uccidere il suo cuore per fare quello che stava per fare, ma voleva quel lavoro e per quel lavoro doveva rinunciare a una famiglia, almeno per ora.


- No Castle, non posso sposarti, non voglio. -

- Perchè? - il tono di lui era trattenuto, come se volesse nascondere un dolore profondo. - Verrò con te a Washington, tu potrai lavorare per l'FBI, io scriverò, ti aspetterò a casa, non dovrai rinunciare a niente. -
- No Rick, non vale la pena che rinunci a tutta la vita per me. - Sapeva che come lei non poteva rinunciare al suo sogno, lui non poteva rinunciare a tutto per lei, un giorno gliel'avrebbe rinfacciato. 
- Kate, a me non importa la mia vita sei tu, se tu mi ami non mi importa il resto. -

Ecco doveva dargli il colpo di grazia, forse avrebbe sofferto, ma un giorno avrebbe capito e non si sarebbe rovinato la vita per lei.


- Forse il problema è questo Rick, non ti amo, non abbastanza almeno. -


Poteva quasi dire di aver sentito il cuore di Rick spezzarsi in mille pezzi, o era il suo? Non era sicura, ma aveva bisogno di piangere e non poteva farlo lì davanti a lui. Scappare, sì scappare era ancora una volta la scelta migliore . Ma dove? Non a casa, troppi ricordi di lui, troppe cose a farla sentire in colpa. Da Leanie, lei forse avrebbe capito, forse.



Javier non aveva mai pensato di doversi preoccupare dei sentimenti di Castle, ma quando Leanie aveva chiamato dicendogli che Rick aveva bisogno dei suoi amici sia lui che Kevin avevano lasciato ciò che stavano facendo ed erano corsi al parco lì vicino.

Non sapevano perchè dovessero andare lì, Leanie era così convinta che non aveva fatto storie.

Lui era lì inginocchiato con un anello in mano e pietrificato, balbettava una strana litania, qualcosa di simile a – Non mi ama, non mi ama, non mi ama.. -

Sì Leanie aveva ragione, decisamente lui aveva bisogno di loro.



Richard Castle non si era accorto dei due amici che lo facevano rialzare, non si era reso conto di essere stato caricato in macchina e portato a casa sua. Per lui tutto si riduceva al suo dolore e a quell'anello che non doveva più essere nelle sue mani, ma adagiato sulle mani della sua Kate.

Ma lei non lo aveva voluto. Non gli aveva dato speranze, gli aveva solo saputo dire che non lo amava. Com'era possibile che non lo amasse?? Certo negli ultimi tempi c'erano stati un po' di problemi, un po' di cose non dette. Ma era quello il vero problema? Lei non lo amava? Era pronto a sentirsi chiedere del tempo, con Beckett era sempre questione di tempo, era pronto a sentirsi dire di no, con un nuovo lavoro alle porte, certo sarebbe rimasto ferito ma avrebbero risolto. Lei invece gli aveva detto che non lo amava, non si poteva risolvere una cosa del genere. Avrebbe voluto arrabbiarsi. Avrebbe voluto sfogare il suo dolore rompendo tutto, sfogando la sua ira nell'alcool e nella rabbia, avrebbe voluto vendicarsi. Ma il vuoto che sentiva non gli permetteva di fare altro che continuare a ripetere quella litania infinita di – non mi ama, non mi ama, non mi ama.-


Martha non sapeva più come comportarsi. Un mese era passato da quando il figlio era in quello stato catatonico, riusciva a stento a fargli mangiare lo stretto indispensabile a farlo rimanere vivo, per il resto del tempo era la precisa personificazione di uno zombie. Quanto Ryan ed Esposito lo avevano portato a casa in quello stato, lei aveva intuito la verità, Kate aveva deciso di partire, rifiutando la sua proposta di matrimonio. Aveva borbottato  – Reazione esagerata, lei ti ama e tornerà, devi solo darle tempo. -

Ma lei non aveva chiamato e lui non si era ripreso. Aveva saputo cos'era successo di terza mano, da Esposito e Ryan che lo avevano saputo da Leanie, Kate il giorno dopo era tornata al lavoro gli occhi gonfi, il viso stanco, ma solo per salutarli, poi era salita su un aereo ed era scappata a Washington. Forse si vergognava.

Aveva convinto, con non poche difficoltà, Alexis a partire comunque per la Costa Rica, convincendola che il padre si sarebbe sentito in colpa una volta ripresosi per averle fatto rinunciare a quell'opportunità. Forse aveva sbagliato, forse avere la figlia vicino lo avrebbe aiutato. Il medico diceva di no. Non era la figlia che mancava in quella casa.

Kevin e Javier erano venuti a trovare Rick quasi tutti i giorni e quando non potevano a causa di qualche caso impegnativo chiamavano per avere informazioni. Erano veramente degli amici, ma nemmeno loro erano la soluzione.
- Credo che dovremmo chiamare Beckett e chiederle di tornare, almeno per risolvere la questione.- aveva detto per l'ennesima volta ai due quella sera. Ogni volta loro cambiavano discorso, ma questa volta non gliel' avrebbe permesso.

- In realtà Leanie ha chiamato Kate una settimana dopo che era partita per chiederglielo. - Aveva risposto Esposito, dopo essersi scambiato un'occhiata con il partner. - Lei non ha risposto, e nemmeno tutte le sere dopo quella. Abbiamo parlato con Jim. Anche lui non la sente più da quando è partita. Sa che sta bene solo perchè ogni tanto gli manda un sms dicendogli di essere molto impegnata con il nuovo lavoro. -


Qualcosa aveva fatto breccia nella catatonia di Rick, aveva sentito la madre parlare con qualcuno e fare il Suo nome. Non era la prima volta. Ma di solito il discorso non proseguiva. Questa volta era diverso. Questa volta la verità era venuta fuori: lei non sarebbe mai tornata, non le mancava nemmeno il padre. Li aveva esclusi dalla sua vita, aveva escluso lui: per sempre.

Come poteva vivere con la certezza che lei non sarebbe mai tornata? Solo in quel momento aveva capito che l'unico motivo per cui si costringeva a sopravvivere era perchè sperava lei sarebbe tornata, almeno per i suoi amici, e lui avrebbe potuto riconquistarla. Ma a quanto pare si era illuso. Così come si era illuso che lei lo amasse. L'ultima cosa che ricordava con chiarezza era lei che mandava in frantumi il suo cuore. Poi più nulla, solo l'oppressione ed il dolore. Voleva liberarsi di quel peso che gli pervadeva l'anima e gli impediva di respirare. Voleva sentirsi leggero come Armostrong quando camminava sulla Luna, in assenza di gravità. - Già senza gravità. - pensò guardando la finestra. Ed in un momento eccola l'unica soluzione per stare meglio. Poteva sentire le energie fluire nel suo corpo come non avevano mai fatto nell'ultimo mese. L'adreanalina aveva preso a scorrere, come quando con lei si cacciava in situazioni estreme. Ma ora l'adrenalina doveva aiutarlo a liberarsi di lei. Per sempre. Pochi passi ancora e sarebbe stato libero: per sempre.



Kate aveva capito di aver sbagliato tutto. Nell'ultimo mese aveva fatto di tutto per dimenticarlo, ma non poteva. Sapeva di non poter tornare indietro, ormai aveva fatto un danno irreparabile. Eppure aveva capito che rinunciare a Castle era stato come rinunciare alla parte più bella di sé stessa. Non le importava non sentire la sua migliore amica da un mese, né suo padre, né Esposito e Ryan. Ma lui, la sua voce le sue teorie assurde, il suo odore, le mancavano da morire. Il suo primo caso come agente dell'FBI era stato a Roswell, e lei anziché concentrarsi sulla soluzione , non poteva fare a meno di pensare a quanto Rick sarebbe andato su di giri in quel posto, in cui tutto parlava di alieni, dal museo degli UFO al Crash Down Cafè.* Era stata proprio Roswell a farla decidere. Era corsa all' aereoporto e si era buttata sul primo volo per New York. Forse l'avrebbero cacciata ma non le importava. Le importava solo di lui. Così appena scesa dall'aereo aveva preso un taxi per corrrere dal suo Castle. L'aveva ferito, ma col tempo sperava che potesse perdonarla. Di nuovo.

Scesa dal taxi si era fermata un attimo, quasi a trovare il coraggio di affrontare i piani che la separavano da lui e dall'inevitabile litigio.

Quell'attimo era bastato: aveva sollevato lo sguardo e aveva visto qualcosa cadere. No non qualcosa , qualcuno. Una strana stretta le aveva preso lo stomaco man mano che il corpo di avvicinava a terra. Non era soltanto qualcuno. Era colui per cui era lì. Quello era il corpo di Castle.




Hello, hello 
anybody out there? 
'cause I don't hear a sound 
alone, alone 
I don't really know where the world is but I miss it now 

Refrain: 

I'm out on the edge and I'm screaming my name 
like a fool at the top of my lungs 
sometimes when I close my eyes I pretend I'm alright 
but it's never enough 
cause my echo, echo 
is the only voice coming back 
my shadow, shadow 
is the only friend that I have 

Verse 2: 

listen, listen 
I would take a whisper if 
that's all you have to give 
but it isn't, isn't 
you could come and save me 
try to chase it crazy right out of my head 

Refrain: 

I'm out on the edge and I'm screaming my name 
like a fool at the top of my lungs 
sometimes when I close my eyes I pretend I'm alright 
but it's never enough 
cause my echo, echo 
is the only voice coming back 
my shadow, shadow 
is the only friend that I have 

Bridge: 

I don't wanna be down and 
I just wanna feel alive and 
get to see your face again once again 
Just my echo, my shadow 
youre my only friend 

Refrain: 

I'm out on the edge and I'm screaming my name 
like a fool at the top of my lungs 
sometimes when I close my eyes I pretend I'm alright 
but it's never enough 
cause my echo, echo 
oh my shadow, shadow 

Hello, hello 
anybody out there?

Jason Walker - Echo

* I riferimenti al Crashdown Cafè e al Museo degli UFO sono un riferimento non troppo implicito al Telefilm Roswell, che ho amato molto da adolescente.

NDA

Ok vi prego non uccidetemi!! Questo è il finale che non vorrei mai e poi mai vedere a settembre. Ma dovevo scriverlo, anzi praticamente si è scritto da solo quando ho deciso il titolo della storia. Se non vi è piaciuto vi ricordo che c'è anche l'altro finale!!! 

Grazie a chi mi ha letta fino ad ora dandomi fiducia. Spero vogliate continuare malgrado il finale!!! 

Ojamajo



   
 
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