Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: HeliaComeilvento    06/08/2013    9 recensioni
" Non ti sono indifferente."
" Non hai capito. " sorrido. "Per me non esisti. "
" No?" Mi chiede con quel sorriso sexy dipinto in faccia. Il mio cuore diventa un martello pneumatico.
"Quindi se faccio così..." La sua mano si insinua tra i miei capelli e la nostra distanza si annulla. " non senti nulla?"
"No." Mi trema la voce.
" No?Neanche se faccio così?" La mano libera scende sulla coscia destra.
Dovrei prenderlo a schiaffi e invece me ne sto immobile a fissare quei suoi occhi blu.
" E se ti bacio qui?" Le sue labbra premono sul mio collo.
Respiro a fatica.
Lascia lievi baci sul collo, sulle spalle, all'altezza del seno.
" Niente." Dico a denti stretti.
E chiunque si accorgerebbe che sto mentendo.
Si stacca da me, lasciandomi con il respiro spezzato e lo sento ridere.
" Ma guardati, Azzurra, stai tremando e il tuo cuore corre più veloce di un treno."
" Il tuo invece dov'è?" Chiedo, aspra e insolente.
Lo vedo assumere prima un'aria stranamente seria e poco dopo, il solito sorriso canzonatorio.
" Cercalo, se lo trovi te lo regalo."
Si avvicina un'altra volta.
"Non ti innamorare di me, Azzurra."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Si dice che quando le persone compaiono nei tuoi sogni,

non è perché vogliono qualcosa da te, è perché


tu vuoi qualcosa da loro.



Guardo l'orologio, accaldata e con un nodo alla gola.
E' troppo presto per andare via ma troppo tardi, per rimanere.
Guardo le pareti, bianche come il latte e mi sembra d'impazzire.
Dov'è lui?
Lo aspetto come soltanto una ragazzina potrebbe fare.
La pelle scotta e i pensieri corrono troppo veloci.
" Ti sono mancato?" La sua voce si insinua sulla mia carne, arriva sul seno, sale sul collo, sui capelli, scende lungo la colonna vertebrale.
La sua voce mi ha già fatta innamorare, forse.
"Abbastanza." Sussurro.
Sono sensuale e decisamente sicura di ciò che dico.
Lui si avvicina con fare distratto e comincia a sbottonarsi la camicia.
Un bottone, due bottoni, tre bottoni.
Gli occhi di un blu intenso e alcune ciocche ribelli che ricadono sulla fronte, riescono a regalargli un aria da ragazzino.
Ma in fondo mostra soltanto quello che poi in realtà è: un ragazzino.
Vorrei potergli strappare io stessa la camicia, e invece me ne sto ferma e zitta.
E' così che vanno sempre, le cose.
Sono spettatrice della mia vita e mai la protagonista.
Lo vedo sorridere, faccio leva sui ginocchi e mi siedo a cavalcioni su un cuscino.
" Stai provando a farmi impazzire?" 
Sto impazzendo io, forse.
Si avvicina sempre di più, prendendomi per mano e gettandomi con foga, sul letto. 
Comincia a toccarmi, a tastarmi, a baciarmi, ovunque.
Le sue labbra sono morbide e calde.
" Allora, chi sei?" Chiedo, mentre le sue mani disegnano ampi cerchi sul mio addome.
" Il motivo delle tue insonnie."
 
 
 
 
Mi sveglio di soprassalto, sudata e imbarazzata. 
Come ci si può imbarazzare per un sogno? Un sogno soltanto, su qualcuno che non conosco neanche e che non rivedrò mai più.
E' la prima volta che mi succede.
Non ho mai avuto una vita sessuale in fin dei conti, sono vergine e nonostante questo, non me ne vergogno.
Non ho ancora trovato il ragazzo giusto e sono convinta che il corpo non è una medaglia, per tutti quelli che partecipano alla gara, è una coppa, destinata soltanto al vincitore. L'amore non è soltanto l'atto fisico.
Non quello che esiste nella mia testa, almeno.
L'amore è cercarsi in mezzo a troppa gente, tenersi per mano in un centro commerciale, rincorrersi al super mercato, attirando l'attenzione di tutti e andare al mare.
L'amore è provare gelosia per sguardi che non ci appartengono e voler parlare del tempo, senza sentirsi banali.
E poi accarezzarsi, baciarsi, appoggiarsi l'uno nell'altra e stringersi. 
L'amore può essere selvaggio, certo.
Ma selvaggio non è mai sinonimo di volgare.
Mi alzo ancora intontita e scuoto la testa.
Ho ancora i suoi sorrisi stampati in testa e sono convinta che avrebbero dovuto mettere in vendita il colore dei suoi occhi.
Ma che mi succede?
Sognare un estraneo che mi sfiora e mi bacia, non è da me.
Sciolgo i capelli, precedentemente legati in una coda e mi infilo nella doccia.
Vorrei smetterla di pensare allo sconosciuto e allora i miei pensieri corrono lontani.
La mia casa è grande, troppo grande per una persona soltanto.
Fingo che le cose vadano bene e mi rendo comunque rendo conto che non vanno bene per niente.
Mia madre non è ancora tornata e la mancanza di mio padre è sempre più presente.
Come può, una mancanza, essere così presente?
Come può, accompagnarmi ovunque? 
Rendermi schiava dei ricordi?
La mia vita è un chiaro scuro, un quadro non ancora terminato, un disegno mal riuscito e questo mi fa stare male.
Non riesco mai a terminare qualcosa, ammesso che la cominci.
Non riesco ad appassionarmi a nulla, a legarmi a nessuno, a vivere serenamente.
E non si tratta di mio padre e forse, neanche di mia madre, si tratta principalmente di quella che sono, delle mie debolezze, delle mie paure e delle mie insicurezze.
Mi rivedo bambina, con gli occhioni grandi e i vestitini colorati.
L'amore che adesso è nella mia testa, riuscivo a vederlo fuori.
E adesso dov'è?
Penso che stia bene, tra i miei pensieri, che non riesca ad uscire fuori, per paura di essere annientato da quello che c'è qui.
Il telefono squilla e io chiudo il getto d'acqua.
Magari è Clarisse.
Non la sento dalla sera prima e sono preoccupata.
Porto una mano sulla mia bocca, ricordando il bacio.
Maledetto sconosciuto, maledetti i suoi occhi.
Perché non mi ha voluto dire il suo nome? Magari è sposato con dieci figli, magari è un ricercato, magari era ubriaco. 
Magari adesso sto blaterando.
Esco fuori dalla doccia, indossando soltanto l'intimo e una t-shirt a maniche corte, che mi scivola leggera fino a metà cosce.
Mi guardo intorno in cerca dell'aggeggio infernale che continua a squillare, e lo trovo in un angolo del letto.
"Pronto?" La voce dall'altro capo mi saluta cauta, ma in realtà dovevo aspettarmelo.
"Azzurra."
"Sempre io." Sussurro, mentre mi passo una mano tra i capelli, bagnati.
"Devo parlarti."
"Sempre tu." Dico, più a me stessa che a lui.
"Stai bene?"
"Si, Alex." 
"Allora? Possiamo vederci?"
" Dammi venti minuti e sono da te."
"Veramente sarei sotto casa tua." mi mordo il labbro inferiore e sbuffo con aria contrariata.
"Dovrebbero proclamarmi Santa." Dico e riattacco.
Mi affaccio dalla finestra e lo vedo in piedi, accanto alla sua auto fiammeggiante.
Alex è sempre così bisognoso.
Ha bisogno di attenzioni, di un'amicizia sempre fresca e presente, di affetto sincero e di un appoggio morale.
Lui è uno spirito libero ma sono certa che nasconda anche un filo di insicurezza, dietro quegli occhi così belli e quel sorriso semplice.
Lo conosco ormai da tempo e ho imparato ad amarlo, esattamente com'è.
E' un ottimo amico, forse un tantino appiccicoso, ma tremendamente disponibile.
Non ho mai conosciuto la sua famiglia, ne lui me ne ha mai veramente parlato, eppure sento di conoscere ogni parte di lui.
Lo aspetto, seduta sul divano e sento quasi subito il suo profumo.
"Allora? Che ha fatto questa volta tua madre?"
" Magari si trattasse di mia madre." Sbuffa lui, togliendosi gli occhiali da sole.
" Il cane del vicino ti ha mangiato le scarpe nuove?" Lo prendo in giro.
"Andrea non vuole venire."
" Non vuole venire, dove?" 
"Che significa dove, Azzurra? A casa tua!"
"Ah, giusto."
A casa mia, certo.
Per un attimo avevo dimenticato della mia proposta.
"Vieni con me. "
" Sei matto? Io non lo conosco neanche!"
"Appunto. Ma lui deve conoscere te, considerando quello che mi ha detto."
Lo guardo con aria interrogativa.
"Che ti ha detto?" 
"Ti ha vista di sfuggita in un locale o ad una festa, forse. Mi ha semplicemente detto che..." Sbuffa. "non sei per niente passabile e che preferirebbe non aver a che fare con te, sostiene che sei una snob da quattro soldi. Andrea è strano, si scoperebbe persino un albero, se avesse... "
Lo guardo sconvolta mentre i miei occhi si assottigliano e la rabbia comincia a scorrere veloce su e giù per il mio stomaco.
Razza di idiota, essere senza attributi.
"Okay ho capito, ma che diavolo significa che non sono passabile?" Urlo, quasi.
"Significa che mio fratello non ci vede bene. " Sussurra lui, guardandomi. 
Rabbia e imbarazzo si mescolano dentro di me, mentre ricordo di avere addosso soltanto una t-shirt leggera.
" E poi, snob da quattro soldi? Razza di..."
"Azzurra!" 
"Prima cosa, non dormirete qui! Seconda cosa, verrò soltanto a vedere come diavolo vi comportate e dormirò soltanto la prima notte, in un'altra stanza." Scandisco bene l'ultima frase e sospiro. "Terza cosa, come cazzo si permette?"
"Andrea sputa sentenze a caso, lascialo perdere."
"Andiamo." Sussurro.
"Andiamo, dove?" 
" Da questo coglione."
"Starà dormendo, mia madre ci ha concesso di restare fino a stasera." 
"Meglio." Urlo.
Corro in bagno, indosso i primi pantaloncini che trovo e trascino il mio amico, fuori da casa mia. 
 
 
 
 
"Clarisse?" 
" Stai bene?"
" Alla grande." Dico, a denti stretti.
La verità è che il fatto che uno sconosciuto abbia deciso, senza un motivo valido, di non voler dormire a casa mia, mi rende irascibile.
Se poi penso che il motivo non valido per cui ha deciso di non dormire a casa mia è che non sono passabile, divento una belva.
Non sarò una modella, va bene, ma come si può prendere una decisione, basandosi sul sesso? 
Io mi faccio mille problemi perché preferirei non averlo tra i piedi e lui fa il prezioso?
"Dove sei?" Mi chiede la mia amica, forse notando il tono della mia voce.
"In macchina con Alex. Allora, sei tornata sana e salva, ieri sera?"
"E' stato un incubo, ci hanno tenuti fino a tardi e hanno controllato le nostre borse."
"Hanno trovato il colpevole?"
" Si. Un ragazzo che aveva bevuto più del dovuto e che non aveva un soldo in tasca."
"Fantastico." Dico.
" Attenta a quello che fai. " Risponde lei, risoluta.
Nonostante tutto, riesce a strapparmi un sorriso.
"Va bene, mamma, a dopo." La prendo in giro.
Chiudo la telefonata e sospiro.
"Azzurra, dovresti rilassarti."
" Sono rilassata, vedi?" Gli indico il mio viso.
" Io vedo una ragazza, con ancora i capelli bagnati, incazzata nera e pronta a fare a botte con mio fratello." Ride.
"Senti, se quell'idiota di tuo fratello, non vuole dormire a casa mia, soltanto perché non sono passabile o sono snob, allora va bene, tanto ci perde lui.Voglio soltanto farglielo presente."
"Penso che tu stia esagerando." Sorride. "ma sei divertente."
" Oh, lo sarò molto di più quando chiederò spiegazioni. "
"Azzurra." Sussurra poi, titubante. " Credimi, Alex deve aver visto qualcun'altra e non ti conosce. Sei perfetta, in realtà."
Un sorriso timido gli si dipinge in viso e mi contagia;
 sto sorridendo anch'io, adesso.
"Non esiste la perfezione."
" Dai, parliamoci chiaro. Hai un sorriso che fa concorrenza al sole, le tue gambe sono... stupende e i tuoi occhi luminosi. "
" Che c'entrano le mie gambe, adesso?" Rido.
"C'entrano sempre, fidati." 
Alex parcheggia la macchina e proprio mentre sto per scendere mi afferra per un braccio.
"Non fargli troppo male, intesi?"
"Intesi. " Sorrido.
Sua madre ci accoglie con un sorriso stampato in faccia e mi risulta difficile pensare che è una di quelle madri che sbattono fuori i propri figli.
"Buongiorno signora." Saluto, cauta.
" Non posso crederci, Azzurra, sei tu?" Guardo Alex, leggermente imbarazzata.
"Mamma." La riprende suo figlio.
"E' lei?" 
" Si, mamma." Sussurra. 
Chi sarei io? Che significa?
La madre di Alex è magra e alta, con i capelli lunghi, biondi e ricci, esattamente come quelli del figlio.
"Che bello! " Urla, poi, abbracciandomi molto calorosamente." finalmente ti conosco! Alex mi ha parlato così tanto di te. Grazie per tutto, i miei figli devono impararea cavarsela da soli, cercarsi un lavoro e allontanarsi da casa. li ho viziati troppo."
" Non si preoccupi, in fondo la casa al mare è quasi sempre libera."
"Mamma, andiamo in camera di Andrea." Annuncia Alex.
"Si, io sto uscendo. " Dice, sorridendo.
Alex mi guarda complice, mentre ci avviamo.
Impiego tutta la mia forza di volontà per non impugnare un coltello da cucina e correre da Andrea,per ammazzarlo.
Senza ombra di dubbio, starò esagerando, ma non tollero i pregiudizi e le cattiverie gratuite.
Apriamo la porta e Alex si mette un dito sulla bocca, per zittirmi.
La stanza è pulita e grande, anche se il termine grande in questo caso è un eufemismo.
La stanza è grandissima.
Sul letto, con una mano a penzoloni sul pavimento e con soltanto un paio di boxer, dorme Andrea.
E' rivolto a pancia in giù e i capelli sono neri e spettinati, ma non riesco a vedere il viso. 
Mi avvicino sempre di più, catturata dal fisico prorompente e pronta a urlargli contro, mentre Alex indietreggia, divertito.
"Sta dormendo." Sussurro.
Mi chiedo per quale motivo non riesca ancora a svegliarlo. 
" Si, suppongo di si." Risponde il mio amico, mentre mi accovaccio sul pavimento, facendo leva sui piedi per potergli dare meglio un ceffone. 
Così impara, razza di...
proprio mentre sto per tirare il segno, Andrea mi afferra il polso e apre gli occhi,voltandosi verso di me.
Per un attimo tutti i muscoli del mio corpo, si contraggono.
" Ma sei matta?"
"Tu!" Urlo, alzandomi in piedi.
Gli occhi di Andrea mi rivelano esattamente la sua identità. 
E' lui, l'oggetto del mio sogno erotico ed il mio Edward Cullen, venutomi in salvataggio, ieri sera.
"Che diavolo ci fai tu, qui?" Mi dice, in tutta tranquillità, passandosi una mano tra i capelli. 
" Che ci fai tu, qui! Non sapevo fossi il fratello di Alex!" 
"Sorpresa!" Mi dice, con un tono di voce canzonatorio.
"Allora lo conosci." Mi dice Alex.
" La conosci anche tu?" Chiede Andrea.
Senza maglietta è ancora più sexy e i capelli decisamente spettinati, mi ricordano del sogno.
Caccio via l'immagine di lui che mi sfiora e assumo un'aria seria e circospetta.
" Certo che la conosco, è Azzurra, la ragazza che ci ospiterà a casa sua."
Andrea guarda prima il fratello, poi me.
I suoi occhi mi penetrano in testa.
" Credevo parlassi di Azzurra, la figlia di Amstrong."
" Ieri sera avevi bevuto o cos'altro?"
" Non ho bevuto, ieri sera. Ero impegnato a salvare la vita di qualcuno." Andrea si volta verso di me e io abbasso gli occhi.
" Comunque non è la figlia di Amstrong." Sussurra il fratello.
" In tal caso..." sorride. "credo proprio di aver cambiato idea." Mi mangia con gli occhi e si avvicina. " Ci divertiremo un mondo."
Alex si mette in mezzo a noi due e porta una mano sul torace del fratello. 
" Al massimo quello che si divertirà, sarai soltanto tu, Andrea. Giù le mani da Azzurra, non ha bisogno di bastardi intorno."
" Fratello, lo sai anche tu che più mi privi di una cosa, più la ottengo." 





Spazio d'autore.
Ciao e scusate il ritardo.
Bene, bene.
Volevo ringraziare chi ha recensito e chi lo farà.
(La storia va avanti anche per voi, perché senza incoraggiamenti, mi spengo.)
Sono un po' come Azzurra, perché quando comincio una cosa, non riesco mai a portarla a termine.
In ogni caso, avevate ragione,sono così prevedibile?
Ebbene si, il nostro sconosciuto è proprio lui, Andrea.
Azzurra è seriamente attratta da lui ed è una cosa che non era mai accaduta prima d'ora, ma nonostante questo, lo trova insignificante, dal punto di vista caratteriale.
Ma Andrea non è soltanto fisico e occhi, c'è molto di più.
Quel più che scoprirete, leggendo ancora la mia storia.
Inoltre, avrete notato che il nostro Alex, alterna momenti di dolcezza, con la nostra Azzurra.
Ma non sarà che...
Boh, magari è solo un impressione, o no?
E voi preferite Alex o Andrea? Scrivetemelo!
Scusate se ci sono errori e se non ho messo molte riflessioni che riguardano il padre, ma ho preferito incentrare tutto su di loro, per questa volta.
Fatemi sapere come vi sembra, un abbraccio!

 
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: HeliaComeilvento