Le
parole che non ti ho detto
Epilogo
Era
un tranquillo sabato mattina e Zayn era ancora rannicchiato sotto alle
coperte
nello spazio occupato qualche ora prima da Liam.
Erano
passati due anni e stavano ancora insieme, nonostante
l’opposizione ferma del
padre del castano che aveva convinto quest’ultimo a
trasferirsi nella piccola
villetta nella periferia di Bradford.
Avevano
avuto le loro litigate, i loro alti e bassi, ma dopo due anni erano
ancora
insieme più forti di prima.
Il
suono insistente del campanello svegliò il moro che
indossò velocemente un paio
di boxer, probabilmente di Liam, e una maglietta che gli stava troppo
grande.
Saltò
gli ultimi gradini e raggiunse la porta aprendola trovandosi subito
dopo con un
mazzo di tulipani rossi tra le braccia.
Restò
per un momento inebetito fissandoli, erano anni che non riceveva fiori
e quando
notò il foglietto non riuscì a bloccare il
sorriso e il gridolino eccitato.
Lo
tolse dalla busta leggendo incantato le parole :
«Quando
io ti amo e tu mi
ami, siamo l’uno come lo specchio dell’altro,
e riflettendoci l’uno nello specchio dell’altro,
vediamo l’infinito.»
Riportando
l’attenzione sul mazzo di tulipani rossi,
che nel linguaggio dei fiori rappresentavano una dichiarazione
d’amore, si
accorse del tulipano giallo che sembrava scomparire in mezzo
all’altro colore.
Lo sfilò sentendo il cuore perdere un battito nel momento in
cui vide una
piccola scatolina legata al gambo.
-
Oh Dio.- si lasciò sfuggire sorpreso correndo poi in
salotto, con tutto quanto tra le braccia, cercando il telefono tra i
cuscini
del divano.
Compose
velocemente il numero con le dita che
tremavano dall’emozione e attese impazientemente che
l’altro accettasse la chiamata.
-
Harry!- gridò quando sentì la voce assonnata
dell’amico. - Cazzo, Harry! Sono sceso di corsa e.. i fiori!
E poi c’era anche
un biglietto e..-
-
Sono le undici della mattina! Lasciami dormire!-
scosse la testa continuando a sorridere eccitato.
-
Ho bisogno di te, ti prego.- mormorò cercando di
usare un tono di voce dolce per ottenere l’attenzione
dell’amico che sbuffando
gli chiese di raccontargli tutto.
-
Ho paura ad aprire la scatola.- iniziò sentendo
subito il: - Quale scatola?- del riccio che gli stava sicuramente
tirando
dietro ogni tipo di maledizione.
-
La scatola attaccata al tulipano giallo.- replicò
con ovvietà facendo avanti e indietro nella stanza col
telefono stretto tra le
mani e lo sguardo fisso sul tavolino.
-
Perché hai un tulipano tra le mani?-
-
Perché mi è appena arrivato un mazzo di tulipani,
Harry!- gridò eccitato sentendo un’altra voce
borbottare: - Fallo stare zitto.-
-
Dì a Louis che se in questa scatolina
c’è quello che
penso potremo finalmente chiudere quello strano patto.-
Ridacchiò
divertito quando sentì rispondere: - Oh,
grazie. Non riuscivo più a dormire la notte.-
-
Sapete dov’è?- domandò stritolando tra
le dita la
maglietta che sapeva ancora di Liam.
Si morse le
labbra ed annuì quando sentì Louis dire: - Sai
benissimo che il sabato mattina
è sacro per lui e le prove.-
-
Allora io vado.- riattaccò quando li sentì dire
insieme: - Tu provaci a chiamare di nuovo il sabato mat..-
Risalì
velocemente le scale e s’infilò nella doccia
per togliersi di dosso tutto l’odore di sesso, quando una
mezz’ora dopo era
pronto prese le chiavi di casa e la scatolina infilandola nella tasca
della
giacca. Ed uscì nel freddo pungente di gennaio.
Erano
ormai ore che Liam continuava a provare quella
partitura, non che non gli venissero delle note ma era una melodia
rilassante
che gli scorreva dalle punta delle dita fin dentro alle ossa.
Muoveva
le dita lentamente con gli occhi chiusi e un
piccolo sorriso sulle labbra, completamente preso dal pianoforte e
dalle note
che produceva per accorgersi del ragazzo che lo stava ascoltando
appoggiato
allo stipite della porta.
Quando
arrivò alla fine riaprì gli occhi notando il
moro che si era avvicinato e gli passava dolcemente una mano tra i
capelli con
un sorriso orgoglioso.
-
Ehi.- sussurrò per non rompere l’atmosfera che
gravava in quella stanza, appoggiò le labbra sulle sue
lasciandolo sedere al
suo fianco sul piccolo sgabello.
-
Mi hai fatto svegliare presto.- lo sentì lamentarsi
contro la sua spalla mentre riprendeva a suonare con le dita di Zayn
che gli
accarezzavano il braccio.
-
Sono arrivati?- s’informò vedendolo annuire e
passargli la scatolina in velluto con gli occhi lucidi e un sorriso.
-
Vuoi le cose fatte bene?- l’altro annuì solamente,
un sorriso più grande quando lo fece sedere
dall’altra parte rispetto al
pianoforte e s’inginocchiò di fronte a lui.
-
Come due anni fa ho trovato il coraggio di
confessarti tutto quanto.- iniziò non distogliendo lo
sguardo dagli occhi del
moro che diventavano sempre più lucidi e brillanti.
- E
ti amo come due anni fa..- strinse la scatolina
tra le dita sorridendo. -.. ti amo più di due anni fa,
più di dodici anni fa, e
ti amerò ogni giorno sempre di più.-
- E
mi renderesti l’uomo più felice sulla faccia di
questa terra se tu, Zayn Malik, accettassi di essere mio per sempre.-
la aprì
rivelando un piccolo anello argentato e lo guardò negli
occhi deciso: - Vuoi
sposarmi?-
L’altro
annuì soltanto tra le lacrime schiarendosi poi
la voce e: - Sì, Liam. Voglio.. voglio sposarti. Voglio
passare il resto della
mia vita al tuo fianco.. voglio invecchiare con te.. creare una
famiglia con
te..- si tirò su velocemente abbracciandolo sentendolo
aggrapparsi alla sua
camicia e ridere e piangere insieme.
-
Ti amo, Li.- si staccò cancellandogli le lacrime e
gli prese la mano sinistra infilandogli il piccolo gioiello
all’anulare.
Lo baciò di
nuovo appoggiando poi la fronte contro quella del moro e si sorrisero
tra le
lacrime per un tempo indefinito.
Quando
si ripresero Liam prese posto sullo sgabello
appoggiando il petto contro la schiena del moro, la testa sulla sua
spalla e le
dita sui tasti del piano a creare improvvisazioni e melodie dolci.
-
Sei pronto per il concerto di domani?- annuì
baciandogli il collo e mormorando: - Ho parlato con papà
qualche giorno fa.-
-
Perché non me l’hai detto?- scosse la testa
appoggiando
le braccia sulle sue spalle e circondandogli il collo per averlo
più vicino.
-
Non volevo farti preoccupare.. oggi mi ha chiesto un
appuntamento per questo sono uscito prima e non ti ho svegliato.-
spiegò
sentendolo annuire e posizionarsi meglio contro di lui.
- E
com’è andata?- nascose il viso contro il suo collo
sospirando: - La prima volta da schifo.-
-
Dovevi dirmelo! Potevo venire con te! Come quella
volta in cui..- lo strinse più forte scuotendo la testa.
-
E’ una cosa che dovevamo risolvere io e lui.. scusa,
non volevo tenerti nascosto nulla..- quando lo sentì annuire
continuò: - Mi ha
buttato addosso di tutto, e un po’ ha ragione..- lo vide
pronto a ribattere e
lo interruppe velocemente: - Non mi faccio sentire da anni, Zayn.
È pur sempre
mio padre, e..-
-
Un padre che ti ha trattato da schifo in tutti
questi anni.- appoggiò la fronte contro la sua spalla
sentendolo accendersi
velocemente. - Ha detto che sei un errore, che non voleva vederti in
quella
casa, che..-
-
Zayn.- mugugnò cercando di fermarlo. - è stato
male
quando me ne sono andato, ha avuto un infarto e ha rischiato di morire
e io non
ero lì e..- si sentì stringere dalle braccia del
moro che aveva il busto girato
verso di lui e gli accarezzava la schiena.
-
Abbiamo.. abbiamo parlato civilmente oggi e.. voglio
recuperare il mio rapporto con lui, Zayn. È mio padre e..-
lo sentì annuire e
sussurrare: - Va bene, Li. Lo faremo insieme.-
-
Come sta Matthew?- fece spallucce sorridendo contro
il suo collo: - Papà mi ha detto che li fa disperare, esce
ogni giorno con una
ragazzina diversa e..- si bloccò con una smorfia, gli occhi
che pizzicavano per
le nuove lacrime.
-
Recupereremo anche con lui, recupereremo con tutti.-
annuì e ridacchiò quando l’altro
aggiunse: - Sempre detto che era un bambino
intelligente.-
Restarono
abbracciati in quel modo strano e scomodo
per altri dieci minuti e poi Zayn si staccò lasciandogli un
bacio sulle labbra:
- Fammi sentire di nuovo quello che stavi provando.-
-
È Debussy.. questa volta..- iniziò a spiegare
posizionando
già le dita sui tasti venendo interrotto dal: - Rêverie,
lo so.-
Sorrise
baciandogli una guancia e lo sentì dire: - E la poesia che
mi hai dedicato
oggi.. non l’avevo mai letta, chi è?-
-
Leo Buscaglia, stavo leggendo un suo libro l’altro giorno e
ho trovato quella
frase e mi sembrava perfetta.- spiegò iniziando a muovere le
dita producendo
una dolce melodia.
-
Era quello il libro che mi stavi nascondendo?- annuì
appoggiando la testa sulla
sua spalla, chiuse gli occhi e si lasciò prendere dalla
musica, piegò le labbra
in un sorriso quando lo sentì sussurrare nel suo orecchio: -
Ti amo.-
Angolo
Shine:
...
Ho
bisogno di un attimo.
Questa
storia e questi personaggi mi hanno tenuto
compagnia da febbraio fino a inizio luglio, è un
po’ difficile lasciarli.
Ci
sono stati giorni in cui volevo solo cancellare
tutto, partendo dal fatto che per decidermi a pubblicare ci ho messo i
mesi. E
quando sono riuscita ad arrivare all’epilogo.. sono
soddisfatta del risultato
finale. Credo sia una delle storie più belle che abbia mai
scritto, soprattutto
conclusa, contando anche tutti i manoscritti, quanto fa figo
dire
manoscritti?, salvati nella chiavetta.
E
quindi, nulla, mi mancheranno loro. Mi mancherete
voi con le vostre recensioni. E ora ho i mercoledì e i
sabati da riempire.
Sicuramente
torneranno con qualche spin off. Ne ho un
po’ in mente, alcune cose che devo chiarire come la questione
del padre o del
primo incontro Larry.
Il mazzo
di tulipani rossi con uno giallo era una cosa
carina che avevo in mente dall’inizio e sono riuscita a
trovargli una degna
collocazione, spero.
Poi
Rêverie
perché è stupenda e rilassante e Liam al
pianoforte
è il mio OTP. (Liamorte <3 )
Tulipano
rosso = dichiarazione d’amore;
tulipano
giallo = amore disperato.
E
la frase che ho inserito l’ho trovato non so come su Internet
e nomina lo specchio
(Mirrors di JT è la canzone dello Ziam) e poi
l’infinito (“To infinity and
beyond” che è una frase puramente Ziam).
La
sto tirando per le lunghe ma ormai è finita.
Grazie
per tutti questi mesi in cui avete pazientemente aspettato, grazie per
le
recensioni, grazie per aver letto, grazie per avermi dato tutta questa
fiducia.
Bon,
passo e chiudo.
Grazie
ancora,
Shine.