Tutto… ma non questo!
Mi guardo allo specchio. Piango.
La matita nera sugli occhi, sempre perfetta e
curata, ora è un miscuglio indefinito sulle mie guance
infiammate.
Sento il mio cuore singhiozzare. Lo sento
mentre lentamente si sgretola dentro di me e mi lascia un gusto amaro
in bocca.
Stesa sul pavimento freddo della mia camera,
stringo forte il fazzoletto di carta senza nemmeno accorgermene. La
rabbia
graffia i punti più delicati del mio giovane corpo senza
lasciare segni rossi.
Solo nella mia mente restano, indelebili e incurabili.
Fuori piove. La pioggia batte violenta sulle
imposte e il vento sembra voler scorticare gli alberi dal terreno.
Sono in sintonia con la natura. Rispecchio quel
cielo cupo e quei lampi adirati, quel vento furioso ma silenzioso,
proprio come
me.
Sono stata tradita… ancora.
Ormai mi sono abituata. O almeno…
dovrei
esserci abituata.
Mi hai presa in giro tante di quelle volte che
ho perso il conto. Non m’interessa se lo fai
inconsapevolmente, né tanto meno
sapere che provi un remoto dispiacere quando mi inganni con le tue
parole, con
i tuoi gesti, con i tuoi falsi sorrisi. Lo fai. Ed è questo
che conta.
Per quanto tu possa cercare di scagionarti ogni
volta, le tue scuse non servono a rimarginare le mie ferite. Nemmeno
lontanamente.
Invece rimangono, sempre più
profonde, sempre
più dolorose, sempre più difficili da curare.
Dimmelo. Dimmelo chiaramente. Ti interessa
veramente qualcosa di me?
Ti sei mai fermato un secondo a pensare alla
mia felicità? Ti sei mai chiesto una sola, misera, stupida
volta, quando stavo
male, che avevo bisogno di te?
Non ti ho mai chiesto nulla. Non ti ho mai
imposto o limitato niente… ed ora me ne pento.
A volte penso sia colpa mia. Sono troppo
ingenua. Forse sono un’ottusa bambina… quella
bambina che vede il mondo con gli
occhiali rosa.
Ah! Mi viene da ridere al sarcasmo che i tuoi
gesti mi inducono a pensare.
Quegli occhiali rosa che tu sei riuscito a
togliermi con un solo, fluido movimento
tanto brusco quanto stridente.
Sono troppo buona: me lo ripetono tutti.
La mia migliore amica non riesce a capire dove
ho trovato la forza di averti perdonato tutte quelle volte. E,
sinceramente,
nemmeno io.
Lo ammetto: sono innamorata di te e sei entrato
nei miei sogni dalla prima volta che ho visto la tua alta e bellissima
figura,
quel giorno, sulla spiaggia.
Quante volte hai albergato nelle mie visioni di
delirio negli ultimi sei mesi? Quante volte mi sei comparso nella testa
con
quel tuo costume hawaiano rosso, a petto nudo?
Dio, non ricordo quante!
Eri il mio miraggio, la mia allucinazione
più
deliziosa.
Non potrò mai dimenticare il Sabato
sera in cui
ci siamo baciati per la prima volta. Mai!
Eri il mio principe azzurro in jeans e camicia
bianca firmati.
E’ stato tutto come in una favola,
per davvero.
Il modo in cui mi hai presa fra le braccia, il
modo in cui le tue labbra hanno toccato e accarezzato le mie con tanto
fervore…
non riesco a spiegarlo e non voglio più ricordare quel
momento.
Sia maledetto il giorno in cui ti dissi di
Sì.
Ci siamo messi assieme. Sei mesi fa.
Quante volte mi avrai usata, sfruttata e
umiliata in tutto questo arco di tempo?
Oh, non disturbarti a contare. La tua
conoscenza della matematica non può raggiungere una cifra
così alta.
Così come il tuo cervello malato non
potrà mai
capire quale male mi hai procurato con tanta leggerezza.
Prima Chantal, poi Cathrine… Kerol,
Maddy,
Michel, Sharon…
Le ricordi queste? Io sì.
Sono tutte quelle ragazze su cui io avrei
voluto sputare sopra solo ieri.
Tutte quelle che si sono invaghite di te, come
lo ero io.
Tutte quelle con cui hai tradito la mia
dignità, calpestandola fino a ridurmi a terra.
E ora lo sono davvero.
Ti ho dato tutto. Tutto sul serio.
La mia fiducia avrei fatto meglio a tenermela,
perché tu non sei mai stato degno di averla.
Non ho mai esitato a fare ciò che mi
chiedevi.
Con l’inganno ti sei preso anche
ciò che più di
tutto non avrebbe dovuto appartenerti. Hai versato il mio sangue di
vergine
come se fosse acqua impura, come se fosse vino di una cattiva annata,
grappa da
quattro soldi.
Ti sei preso tutto e a me non hai lasciato
altro che amarezze e rancori.
Mi hai spogliata delle mie innocenze e delle
mie vesti ne hai ricavato solo piacere. Solo tuo piacere.
Sono stata un’immatura, te lo concedo.
Ma sta pur certo che non sarà
più così.
Oggi, 14 febbraio…
Oh, guarda… è San
Valentino! Nemmeno ti sei
preso la briga di farmi gli auguri.
Nemmeno la fatica di un bacio mi hai concesso. A me. La
tua ragazza.
Già… oggi mi hai proprio
ignorato. Sicuramente
avevi da fare con un’altra delle tue troie da
“botta e via”.
… Stai tranquillo. Non ti
sarò più d’impiccio.
La vita non ti può dare solo il
piacere. Devi
saper offrire equilibrio alla tua esistenza.
Ma che sto dicendo? Tu non hai mai offerto
niente, neppure una dannatissima briciola… figuriamoci
questo!
So che non soffrirai, e nemmeno
cambierà molto
per te.
Ma ho finito di dedicarti ogni mio respiro e
ogni mio pensiero!
Ora basta!
Ti ho concesso tutto… ma
c’è una cosa che non
ti permetto di togliermi…
Se con il mio corpo ti ho accordato ogni cosa,
con il mio cuore non ti ho dedicato null’altro che odio.
Non ti interessa, me ne rendo conto.
Non ti è mai importato di
conquistare il mio
cuore… ciò che volevi già te lo sei
preso, con la forza o meno.
Ma io so che arriverà il giorno in
cui anche un
freddo e spietato angelo vendicatore come te avrà bisogno
della sua parte di
vero amore…
… Solo allora avrò la mia vendetta… e la mia dignità.
Fine.
Questa storia era nata per altri scopi inizialmente.
Dovevo sfogarmi del tradimento di un'amica... poi mi è uscita questa trama.
Sinceramente non mi convince molto. Però l'ho scritta con impegno e spero piaccia!
Dedicata a tutte le ragazze che il giorno di San valentino non hanno ricevuto nemmeno un augurio...
Bhè ... sapete una cosa? San valentino nn è solo la festa degli innamorati. E' anche la festa di chi si vuole bene...
... quindi faccio gli auguri a tutti... ma proprio tutti!
Grazie!
Kiss, Hilary