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Autore: R o r i p o p p u    07/08/2013    3 recensioni
[ Storia ad OC, non ne abbiamo più bisogno, grazie] [Storia ispirata al manga "La doppia vita di Misaki"]
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Dal primo capitolo:
"Dopo essere rimasta una buona mezzora a rimirare il negozio -perché era decisamente carino- incantata, aveva posato lo sguardo sulle due ragazze, studiandole. Erano entrambe carine, ma doveva essere logico, d'altronde non si può lavorare al Maid Café se non si ha un buon aspetto, i clienti guardano solo quello, non andavano di certo lì per i dolci."
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La storia prima era stata pubblicata sull'account di Fede (Baka_), ma adesso l'abbiamo ripubblicata in questo account che condividiamo.
Un bacione da Lola e Fede ~
R o r i p o p p u & K u r u m i
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Maid Cafè cap2
~
Benvenuti al Maid Café~

#02 - Le nuove maid (parte 2)

“Allora, per cominciare al meglio,bisogna prima di tutto conoscere il campo di battaglia dove ognuno di voi sarà occupato” disse Crystal senza cancellare quel piccolo, ma sereno, sorriso che tentava di infondere più sicurezza possibile ai nuovi arrivati “ Quindi io e Tsubaki vi faremo da guide”
Lynwood si guardò intorno con una leggera punta di disgusto nel profondo dei suoi occhi verdi foresta. Tutto quel rosa mischiato con il candido bianco delle pareti lo fece rabbrividire oltre che nauseare, come se si trovasse all’interno di un grande ospedale. Si chiese come Tsubaki e Crystal, le loro ‘esaminatrici’, riuscissero a rimanere così impassibili davanti a quel quotidiano spruzzo di femminilità.
Una voce, fin troppo familiare per le orecchie del biondo, lo richiamò alla realtà “Hey, CriCri, potresti venire un secondo” Distolse lo sguardo dall’ennesimo fiocco rosa che adornava la porta, dalla quale erano entrati, per dirigerlo su un’altra figura femminile situata dalla parte opposta della stanza.
Per poco il cuore di Lynwood non perse un suo prezioso battito.
Una ragazza dai capelli rosso brillante e lungi, con piccole trecce legate con dei codini e dagli occhi verdi, poco più chiari di quelli di Lynwood, se ne stava a braccia conserte e guardava la mora con severità. Crystal annui e la seguì in un’altra stanza, molto probabilmente la cucina dato la continua fuoriuscita di vapore che man mano faceva aderire sempre di più i vestiti del giovane.
Però, lui, non riusciva a staccare le sue iridi smeraldine da quella porta, come se la sua amata potesse tornare lì apposta per lui. Inutile dire che per lui era come un sogno, tanto atteso quanto bramato. Forse però era stato un gesto troppo avventato presentarsi a quel colloquio solo per stare vicino a una certa Midori Seto, una tipa tutta strana secondo i suoi amici.
“Carina, eh?” Lynwood si girò con un’espressione in volto che era un misto tra lo stupore e l’imbarazzo, tanto che le sue pallide guancie si tinsero di un colorito rossiccio. Accanto a lui Envy, da quello che Lyn aveva capito il vero nome non era gradito al legittimo proprietario, mostrava la sua dentatura assolutamente perfetta in posa per un ghigno divertito.
“Chi?” chiese Lyn cercando in tutti i modi di sembrare più disinvolto possibile, inutile dire che la cosa fosse improbabile. Il verde lo squadrò per bene con i suoi occhi ametista per poi pronunciare, con un tono divertito “ La tua Lady” e si andò ad accomodare su una seggiola di color bianco panna e guardare incuriosito le varie ragazze che facevano capolinea dalla strada e che, alla vista di Envy, si mettevano a parlottare interessate.


Tra i due, Lyn e Envy, non sembrava esserci nessun genere di simpatia o di approccio. D'altronde erano tanto diversi che davano l’impressione di venire da mondi completamente opposti. Lyn era, o almeno dava l’impressione, di essere un tipo posato e raffinato, proprio come un buon inglese. Mente Envy di raffinato non aveva proprio nulla. Dava la forte impressione di essere il classico ragazzo super ricercato e sempre sotto i riflettori, come i modelli.
“Forse mi sto solamente sbagliando” disse pensierosa Kinuko spostando, successivamente, i suoi occhi azzurri cristallo nella direzione della sua nuova ‘amica’. Definirla una vera e propria amica era decisamente troppo, non voleva certo mostrare a Yuuka il suo carattere violento e sadico.
Yuuka, al contrario suo, sembrava una ragazza che piace avere la situazione sotto controllo, come in un puzzle. Ogni singolo pezzo della giornata, ogni istante, deve essere preciso. In parole povere cerca, senza molto successo, di essere abbastanza autoritaria nascondendo il suo lato più dolce.
“Yuuka” la chiamò ad un certo punto cogliendola di sorpresa, proprio mentre si stava infilando la cuffietta bianca da cameriera. Si trovavano all’interno di uno spogliatoio grande e, come del resto tutto il locale, circondato da pareti bianche con lunghi nastroni rosa. Le ragazze, accompagnate da Tsubaki, erano entrate al suo interno mentre i ragazzi se ne stavano seduti fuori. Kinuko, dopo essersi vestita con quella divisa nera e bianca, si era accomodata a terra e, ogni tanto, si girava a vedere i due ragazzi con una certa curiosità. Yuuka non era ancora pronta e la pazienza della maggiore si stava leggermente dissolvendo come il ghiaccio al sole.
“Scusa Kinuko ma non si vuole mettere bene questa maledetta cuffia” era più che evidente che quella buffa battaglia l’avrebbe vinta la cuffia. D'altronde i lunghi capelli di un color rossiccio vi si erano letteralmente intrappolati all’interno dal tessuto.
“Aspetta, ti aiuto io.” Disse la rosa con il solito tono gentile e decisamente infantile che usava con la gente che incontrava. Mostrò alla sua compagna un sorriso dolce e fanciullesco e si avvicinò alla sua nuca cercando di districare l’enorme groviglio che l’atra aveva in testa. Strano che non avesse tirato le ciocche, il suo autocontrollo era decisamente eccezionale.
“Grazie mille!” disse finalmente Yuuka sorridendo all’altra. La rossa si passò le lunghe dita bianche tra le leggere onde che formavano la sua bella, e invidiabile, capigliatura. Era felice che nessuna ciocca si fosse staccata dalla sua nuca.
Ad un tratto la tasca dei suoi pantaloncini, riposti correttamente su uno gabellino, cominciò a vibrare. Il tessuto nero si illuminò come accecato dalla luce a intermittenza dello schermo del suo cellulare. Lesse sul display il nome della persona che la stava cercando, suo nuovo amico. Era Kirino Ranmaru, suo vicino di banco.
Stava per aprire la chiamata quando furono tutti richiamati all’ordine e si trovò costretta a spegnere.


Addetta alla sala centrale. Non male come primo incarico del nuovo lavoro da Maid.
Almeno questo era il pensiero di Arianne Sunshine nel sapere che il suo compito si sarebbe svolto nella sale principale, vicino alla vetrinetta dei dolci. Ogni volta che il suo sguardo blu fotonico si posava sulla soffice glassa di una torta o uno dei pasticcini il suo stomaco reclamava a gran voce un qualcosa che potesse riempirlo.
“Guarda che si consumano se continui a guardarli con quella faccia” disse con una voce tagliente e fredda una ragazza dai capelli castano chiaro e dagli occhi azzurri. Se non ricordava male portava il nome di Haruka Harada. Se ne era rimasta zitta e tranquilla tutto il tempo mentre distribuivano le postazioni e Arianne non era ancora riuscita a sentire la sua voce, il suo timbro. Acuto e freddo. La guardava dall’alto al basso con uno sguardo penetrante, la stava studiando. Le grandi e profonde iridi si soffermarono su quelle dell’altra per un istante finche la piccola decise che era ora di tirare fuori la voce.
“Mi piacerebbe mangiarne un pezzettino, anche piccolissimo” dal tono di pronuncia della ragazza dai capelli arancio quella frase suonava come una lagna .Le guancie rosee si erano gonfiate e lo sguardo era capriccioso come quello di un bambino. Sembrava veramente una persona piccola nell’età. Hakura si lasciò scappare un leggero sorriso materno ma poi si girò dall’altra parte, verso al porta d’ingresso, ad accogliere i clienti appena entrati nel grande locale.
Si muoveva con naturalezza, come se quel lavoro fosse fatto apposta per lei. Viso tranquillo e rilassato, sorriso stampato in volto e gentilezza nei piccoli gesti. Arianne sembrava rapita da tutta quella sicurezza che prima era coperta da una maschera fredda come il marmo
“Questo è essere Maid” una voce flebile e bassa di donna, come se non volesse far sentire il proprio parere alla gente, la fece rinsavire dalla vista di quella perfetta trasformazione.
“Come?”
“ Essere Maid, come hanno detto prima Crystal e Tsubaki, significa anche dare tutto se stessi al proprio padrone. Lei lo sta facendo al meglio. Ha trasformato il suo carattere da freddo e calcolatore in servizievole e da perfetta Maid. Cambiare così è difficile e…” la ragazza si bloccò a metà frase e nascose i suoi piccoli occhietti color cioccolato sotto la frangia dei suoi bei capelli biondo platinato. Sembrava una piccola bambolina, tanto fragile quanto bella.
Stava tremando, Arianne ne era sicura.
“Hey, tutto bene?” chiese cercando di tranquillizzarla, inutilmente. Poi, come per magia, il suo viso si illuminò in contemporanea con il suono del campanellino posto sulla soglia della porta.
“Io ci provo” disse convinta dirigendosi con un sguardo misto di forza e paura verso la nuova clientela.
“ A proposito” disse girandosi nella direzione della ragazza“ mi chiamo Alex Blaze”
“Arianne Sunshine” e le sorrise felice di aver trovato un’amica da ‘accudire’ e da voler bene.


“Allora, come ti sono sembrate le nuove Maid?” chiese Crystal mentre cercava all’interno della sua borsetta a tracolla i biglietti per l’autobus. Oramai il sole pomeridiano stava facendo capolinea all’orizzonte e il bel cielo si stava colorando di arancione. Era quasi l’ora di cena e, sia Crystal che Tsubaki, desideravano ardentemente di andarsene a mangiare un qualcosa.
“Mi sembrano tipi strani” iniziò la maggiore sedendosi a terra, a gambe incrociate “ I ragazzi sono completamente opposti. Il primo, Lynwood, è un tipo piuttosto meticoloso e incline all’ordine. L’altro, Envy, pensa sempre a come farsi notare. Credo proprio che lo metterei alla cassa così almeno fa qualcosa per il locale, attirando qualche cliente donna. Mentre l’altro in cucina sarebbe perfetto, almeno controlla che tutti svolgano il proprio lavoro. Tu invece che hai notato?” Crystal si accomodò al suo fianco e le sorrise. Tipico di Tsubaki. Essere così attenta ai dettagli e ricercare tutto quello che le potrebbe sfruttare è nel suo DNA.
“Io ho guardato principalmente quelle impiegate nella mia area” fece una leggere pausa come riordinare le idee “ Allora Yuuka e Kinuko già si conoscono quindi possono darsi una mano a vicenda. Però Kinuko al contrario dell’amica si sente più a suo agio, sarà il carattere.” la maggiore sembrò pensarci su poi annuì rivolta all’amica.
“Di Arianne, di Alex, di Haruka, di Ayame e di Yurika che mi dici?” chiese Crystal dopo un attimo di pausa nel contemplare il cielo.
“Sono tutte persone completamente diverse dal genere Maid. I loro caratteri, i loro gusti e i loro modi di fare non sono quelli di una vera Maid però ho notato che cambiano. Cioè diventano perfette quando un cliente fa la sua comparsa nel locale. Per esempio Alex i sembra una persona debole di carattere. Mentre Haruka e Arianne sembrano molto a loro agio. Una perfetta nei casi e nei momenti mentre l’altra ha un qualcosa di infantile nei tratti del viso che la rende adorabile per i bambini.”
“Davvero?”
“ Sono tutte perfette. Nessuna mi sembrava fuori posto. Ayame mi sembra una persona un po’ troppo sicura di se, deve stare molto attenta a ciò che fa. Invece Yurika sembra difficile da soddisfare. Insomma quello che fa non l’accontenta di certo” Crystal sorrise solare al sentire quella risposta dalle labbra dell’amica che di solito era pronta a criticare le scene che le si parano davanti. Però finalmente una buona notizia. Dopo la richiesta di nuove somme in denaro da parte dell’ospedale per le cure di suo fratello Crystal sembrava più cupa. Tsubaki sembrava aver già notato da un po’ di tempo questo cambiamento di carattere ma non osava fare domande, l’amica era un tipo troppo testardo perché ammettesse alcunché.
“Quindi siamo assunte?” la quiete e il pesante silenzio che si era formato tra le due Maid venne bruscamente interrotto dalla voce leggermente incuriosita di una ragazza. Ayame Takako era apparsa dietro le loro spalle e con lei Yurika Fubuki. Forse erano sovrapensiero o forse le due si erano mosse con un passo delicato ma ne Crystal ne Tsubaki avevano sentito i loro passi farsi sempre più vicini fino a raggiungerle sul bordo del marciapiede.
“C-come?” il fiato si era fatto corto per lo spavento improvviso.
“Allora siamo assunte si o no?” chiese stavolta Yurika con più tranquillità con un la stessa punta di curiosità. Tsubaki squadrò con i suoi occhi solamente Ayame riflettendo se lasciare uscire dalla sua bocca qualche informazione. Non le piaceva, di questo CriCri ne era assolutamente sicura.
“Vedremo, cara. Domani lo saprai come tutte le altre”




“Non ti piace vero?” chiese Yurika quando finalmente le due se ne erano andate.
“Cosa te lo fa credere?” disse continuando a seguire con lo sguardo l’autobus. Ayame aveva una continua voglia di controllare le persone e Tsubaki sembrava essere la sua nuova rivale. In amore e in guerra tutto è concesso.
“Forse perché stavate per distruggervi con lo sguardo” era evidente. Yurika era un’ottima osservatrice ma non ci voleva certo un genio nel capire che ci sarebbe stata una specie di guerra tra le due.
“Forse” disse pensierosa “ Andiamo?” la maggiore annuì e si incamminarono.
Domani sarebbe stato un giorno perfetto, poco ma sicuro.






ndA
questo capitolo è stato gentilmente offerto(?) da Lola, alias R o r i p o p p u
Iniziare a parlare come un presentatore di prodotti industriali non era proprio nei miei piani però…
Allora in questo capitolo ho cercato di presentare un po’ più nel dettaglio il carattere dei personaggi ed è stato divertente immaginarmi lì, come loro. Poi però mi si è formata l’immagine di me con la divisa da Maid e per poco non morivo dal ridere. Io e le gonne siamo nemiche per la pelle, anzi per la vita
Chissà voi ma io non mi immagino così, manco a pagarmi.
Mi sono scervellata nello scrivere questo capitolo. Credetemi che non sapevo come iniziare. Mi sono bloccata all’inizio e ho cominciato a scrivere dopo.
Io ho provato, mi sono divertita e spero che vi sia piaciuta almeno un po’, ci tengo.
Ora vado
Tra due capitoli  R o r i p o p p u


  
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