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Autore: amanda91    07/08/2013    6 recensioni
Elena brama la vita, ma vive di menzogne. Damon è fuggito anni prima. Un incontro inatteso, destinato ad unirli. Due vite destinate ad incontrarsi, due anime destinate ad amarsi.
N.B= Tutti umani
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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POV ELENA
 

“E così prima ci sei andata a letto e poi gli hai dato la batosta … cattivissima!” si complimentò orgogliosa la bionda damigella Care al termine del suo racconto al gruppo di amiche.
Erano radunate tutte insieme alla sposa in una modesta stanzetta nascosta della villa fittata per il matrimonio.
Era una splendida mattina di maggio, l’aria profumava di polline e fiori, e affacciandosi dalla finestra al terzo piano dov’erano tutte impegnate a preparare la sposa un maestoso giardino si ergeva ai suoi piedi, pronto ad accoglierli tutti. Sul prato all’inglese di un verde vivo e simmetrico erano state posizionate due file di panchine color avorio al termine delle quali l’arco nuziale dai mille colori avrebbe ospitato all’ombra i due sposi; nel corridoio centrale il candido tappeto bianco che a breve avrebbero attraversato sembrava risplendere al sole e rispecchiare i mille alberi di ciliegio in fiore, tanto carichi da diventar color neve e perdere l’usuale colorazione verde del manto.
Soltanto più in là una fila di gazebo e lunghe tavolate che li avrebbero poi ospitati, già ordinate e ricche di addobbi lilla e bianchi in tulle. Un palchetto rialzato in fondo dove sua zia aveva fatto posizionare una band che avrebbe accompagnato sia la cerimonia che la festa seguente.
Era tutto perfetto, ma sopra ogni cosa era perfetta lei: raggiante con i biondi capelli raccolti e il vestito cucito perfettamente addosso, elegante nella sua semplicità, felice come non l’aveva mai vista. Era bella ed era ormai una donna, la donna che si era presa cura di loro come una seconda madre, ricordò commossa, costringendosi a nascondere la malinconia. Non in quel giorno! Tutto doveva essere perfetto per Jenna, e per la loro famiglia.
“Io non volevo essere cattivissima”
Si dedicò al solito battibecco con l’amica, perlomeno avrebbe scacciato pensieri addirittura peggiori.
“Però se la sarebbe meritata un po’ di cattiveria” intervenne Bonnie con una giusta constatazione che accomunò un po’ tutte, persino la sposa intenta ad incipriarsi.
“Damon si meriterebbe questo ed altro … ma al cuore non si comanda, e tu nipote mia … non sei pronta a lasciarlo andare”
“Non è vero” obiettò risentita.
“Tu lo ami ancora”
“E’ irrilevante a questo punto”
“Jenna non vorrei contraddirti ma Elena ha ragione, Damon ha sbagliato e la deve pagare”
Inspirò con i nervi a fior di pelle “E tu che ne pensi Bonnie?”
Chiese il parere dell’unica tra di loro che mai aveva giudicato, seppur era palese non avesse una grande considerazione di lui.
“Penso che adesso sia tu a fuggire, e che non sarà la distanza a farti stare meglio”
“Io non sto fuggendo – precisò con uno sbuffo risentito – ho soltanto colto l’occasione di fare finalmente qualcosa per me”
“Bene! ma allora perché chiudere con lui? se il tuo problema non è Damon perché non continuare a stare insieme?”
 
 POV DAMON


“Stiamo parlando di mia sorella!” gli ricordò Jeremy a disagio nel suo elegante completo.
“Nonché mia ex”
“E mia … figlia?” farfugliò Ric osservandolo attraverso lo specchio. Nel suo smoking lucido lo vide agitarsi inquieto. Era il giorno del suo matrimonio, e conoscendolo non era mai stato più teso di quel momento.
“Ok – acconsentì con una smorfia di sufficienza – allora evitiamo i dettagli piccanti e arriviamo subito al sodo: chi di voi lo sapeva?”
I tre uomini al suo fianco nell’angusto stanzino adornato a cabina armadio per l’occasione alzarono le mani uno dopo l’altro, colpevoli e incerti.
“Alzi la mano chi non sapeva nulla? – si affrettò ironico ad alzarla lui – io! Io! Io!”
“Non prendertela, ok? Doveva dirtelo lei … e poi l’ho saputo solo la mattina in ufficio”
“Ti preferivo quando la odiavi”
“Ma qual è il problema, scusa? – irruppe lo sposo lisciandosi un’ultima volta l’abito – le fedi?”
“Cel’ho! – lo rassicurò battendosi il taschino – qual è il problema? Che tra quattro mesi dovrei fare il giro del mondo per vederla?”
“Vorrà dire che vi vedrete di meno … sono solo due anni: passano” lo liquidò convinto con un’alzata di spalle.
Era facile programmare ora che gli era ancora accanto, ma quando un oceano li avrebbe divisi?
“Parli bene tu che da stanotte Jenna cel’hai al guinzaglio”
“Lei non intende rinunciare quindi l’alternativa è dirle addio e rifarti una vita” gli fece presente Jeremy con buonismo, senza alcuna malizia.
“Senza offesa … chiudi quella boccaccia”
“Beh però il piccoletto non ha tutti i torti – anche Stefan era intenzionato a mettere il dito nella piaga, per sua enorme sfortuna – vuoi rischiare che qualche inglesino approfitti della bella americana dal cuore spezzato?” gli sussurrò sarcastico all’orecchio stringendolo alle spalle.
Sgattaiolò stizzito dalla presa.
“Cosa ne hai fatto di mio fratello? Ero io quello con le battute migliori!”
“A te la ragazza e a me l’ironia. Non si può avere tutto dalla vita”
Jeremy ridacchiò “Solo che a te non è rimasta né l’una né l’altra”
“Ma tu non cel’hai qualche adolescente da importunare?”
“Basta! – Ric mise fine all’ironico battibecco – è ora! Dobbiamo andare”
Deglutì a vuoto osservandoli con occhi sbarrati e lucidi. Era nel panico, e toccò a loro tranquillizzarlo e trascinarlo all’altare.
 

Il panico abbandonò l’amico man mano che la raggiante giovane donna, bellissima per l’appunto, perfetta nel fresco abito color panna si avvicinava loro con passo letto e cadenzato attirando l’attenzione commossa di tutti gli invitati, ed anche la sua per un breve istante finché non apparvero al suo fianco le tre damigelle in rosso e allora i suoi occhi furono tutti per lei. Abbandonarono la commozione del momento, la solennità e tutte quelle smancerie. Era magnifica nell’elegante tubino a spalle scoperte, con la lunga chioma raccolta in una treccia di lato, e quel filo di trucco mai esagerato che le risaltava i grandi occhi cioccolato, le labbra piene e fruttate, e le gote colorite e lisce. Bonnie e Care era vestite esattamente come lei, ma neanche per un secondo si era soffermato a guardarle.
Fissava soltanto lei, la perfetta carnagione della sua pelle che più di una volta era riuscito a torturare di baci e carezze, e quella chioma soffice di capelli dove aveva spesso affondato il capo e il respiro.
E mentre i due sposi si presero le mani per dirigersi dal giovane prete che li avrebbe sposati, capì che per tutta la vita anche lui le avrebbe preso la mano, capì che null’altro sarebbe contato per lui se non vederle aprire gli occhi al suo fianco e addormentarsi sfinita tra le sue braccia ogni singola notte per il resto della vita.
Mai fu certo come in quell’istante che non sarebbe bastata un’eternità ad amare un’altra donna come aveva fatto con lei.
 
POV ELENA


Fu Damon a passare le fedi ai due sposi che non videro l’ora di liquidare ogni cerimonia e smanceria per essere dichiarati finalmente marito e moglie, e quando l’ufficiale diede il consenso per un bacio la piccola folla di invitati esplose in applausi e sorrisi.
In quel caos di commozione non poté che scontrare i suoi occhi limpidi di un blu più acceso di quel cielo d’estate, e in quell’attimo tutto scomparve al di fuori del sorriso più sincero che gli avesse mai letto in viso.
E capì che se soltanto glielo avesse chiesto non sarebbe più partita.
Perché seguire le ambizioni ma rinunciare a lui le parve la cosa più stupida e meschina che potesse mai fare. Non sarebbe stata mai felice seduta alla sua scrivania, con un nome importante forse, ma senza l’amore. E Damon lo era … passione, pericolo, e avventura … ma anche tenerezza, candore, e insicurezza. Damon era un’accozzaglia di contraddizioni e mezze verità, era la somma degli errori imperdonabili che le avevano spezzato il cuore, ma senza di lui non restava che un guscio vuoto, un’ombra smarrita di sé stessa.
Ricambiò a fatica quel sorriso, con il cuore in subbuglio per una nuova consapevolezza che avrebbe preferito non dover affrontare mai.
 
POV DAMON
 

Fece oscillare svogliato il liquido opaco nel bicchiere osservandone distratto i riflessi lucenti del sole mentre seduto al suo tavolo si godeva il digestivo offerto al termine del lungo banchetto. Era il momento dei balli, così i tavoli erano ormai vuoti ma lui aveva declinato gli inviti ed era rimasto ad osservare in disparte.
Ad osservarla liberarsi dei tacchi vertiginosi per muoversi meglio a ritmo di musica tra l’erbetta fresca del giardino, euforica, con le amiche, non aveva smesso un attimo di ondeggiare, ora abbracciata a qualcuno in un lento, ora solitaria in accordi più ritmati e orecchiabili. Sorridente e spensierata, felice, anche senza di lui.
Con uno sbuffo profondo distolse lo sguardo.
“Le damigelle se la spassano” notò Stefan accorso da lui inaspettatamente.
“Anche gli sposi” sviò indicando la coppia stretta al centro della pista.
“Saranno felici”
“Per una manciata d’anni forse”
Il fratello si accomodò al suo fianco con un’alzata di spalle.
“Un po’ di ottimismo! Siamo ad un matrimonio, fingiamo di credere che sia per sempre”
Aggrottò le sopracciglia“Tu non ci credi? Che possa essere per sempre?”
“Tu?”
“Ehi!”
Un saluto imbarazzato si intromise tra loro portandoli a voltarsi sorpresi verso la fonte della voce. Era Andie, splendida come la ricordava, in un abito lungo in pizzo.
Calò un silenzio imbarazzato che spezzò soltanto Stefan alzandosi per lasciarli soli.
“Ci credo – puntualizzò rivolgendosi a lui – e in fondo lo so che ci credi anche tu”
Salutò garbatamente la sua dipendente e tolse il disturbo.
Il per sempre di suo fratello lo aveva distrutto nell’attimo in cui gli aveva portato via lei, ma nonostante quello era lì a ricordargli che anche lui, per quanto mai lo avrebbe ammesso, ci aveva sempre creduto, e ci credeva allora con più fervore di sempre.
Con un cenno di saluto invitò la giornalista ad accomodarsi.
“Come vanno le cose?” chiese con garbo, per mera educazione. Dopotutto era sparito senza una spiegazione, e con ogni probabilità solo allora lei aveva saputo che l’uomo con il quale credeva di avere una qualche relazione in realtà era innamorato di un’altra, l’insospettabile piccola Elena.
“Ho saputo di Giuseppe … mi spiace di non esserci potuta essere … era un brav’uomo. Tu come stai?”
Prevedibile frase di circostanza che chiunque non lo conoscesse avrebbe pronunciato.
“Sopravvivrò – le sorrise cordiale – tu come stai?”
“Bene … bene”
Ancora il silenzio scese su di loro, imbarazzati e distanti.
In fondo ci aveva creduto per un po’, in passato, che potesse funzionare, ma l’aveva conosciuta già troppo tardi perché dal primo istante era stata sempre solo lei, Elena, anche se ci aveva messo un po’ a capirlo. Realizzò in quel momento che sarebbe stata sempre solo lei anche in futuro, per sempre avrebbe detto Stefan, e forse anche lui.
“Mi spiace per com’è andata tra noi – ammise sereno, sorprendendo entrambi – ma io amavo un’altra” le confessò poi, consapevole di doverle quella spiegazione.
La donna lo stupì con un cenno d’assenso.
“Non scegliamo chi amare o perché … amiamo e basta” lo rassicurò, con una maturità e orgoglio che gli scaldarono il cuore. Era una brava donna, bellissima e in gamba. Avrebbe seriamente potuto amarla se tutto il suo mondo non fosse stato assorbito da lei.
“State insieme?”
Bella domanda. Scottante, troppo diretta per i suoi gusti.
“Non … sono andato via e ho rovinato tutto”
“Non ti ha perdonato?”
Restò per un attimo in attesa, non lo sapeva in realtà. Non sel’era chiesto.
“Penso di si … è solo che … è complicato”
Sbuffò sconsolato accasciandosi allo schienale imbottito della sedia.
“Se solo vedessi quello che vedo io – gli raccontò lei – vedo dal modo in cui ti guarda quanto ti ama … e tu? Seduto in un angolo in disparte! Che ne hai fatto di Damon Salvatore?”
“L’ho lasciato in vacanza” sdrammatizzò, strappando una risatina ad entrambi.
“Beh farai bene ad andarlo a riprendere! Devi lottare per quello che ami, non puoi restartene passivo ad aspettare che ti venga dato! Nella vita nessuno ci regala niente”
Lì dove nessuno era riuscito ad arrivare, nemmeno lui stesso in quei giorni di riflessione, ci arrivò inaspettatamente una donna che a stento si era impegnato a conoscere, che pensava fosse uscita dalla sua vita senza lasciarvi traccia.
Ci riuscì Andie, in punta di piedi, a scuoterlo dal torpore passivo in cui versava da tempo.
Mai per niente e per nessuno aveva lottato nella vita perché nulla aveva avuto l’importanza che aveva dato a lei, per nessuno era valsa la pena doverlo fare prima di incontrarla. E quando nulla aveva la giusta importanza fuggire era stato semplice, semplice lasciarsi alle spalle il problema e ricominciare. Lo aveva fatto anche con la stessa Elena, mesi prima, perché naturalmente non conosceva altro modo di agire, ma non era riuscito a cancellarla, e comprese che mai ci sarebbe riuscito. Era questo l’amore.
Era lei, erano loro, e i ricordi che gelosamente custodiva di ogni attimo vissuto insieme.
E avrebbe lottato perché la donna che amava non fosse soltanto un cumulo di ricordi passati, ma il presente, e cosa più importante… il futuro.
 
 POV ELENA 
 

“Ti va di ballare?”
Stefan non attese una risposta ma le afferrò i fianchi per stringerla sulle prime note di un lento senza nome che risuonarono nel giardino festoso.
“Se uno sguardo potesse uccidere quei due sarebbero già morti” sdrammatizzò divertito riferendosi chiaramente alle occhiatacce che continuava ad indirizzare ai due piccioncini al tavolo.
“Ma Andie non si arrende mai?” sbottò infastidita prendendo a muoversi a tempo, stretta a lui.
“Stanno solo chiacchierando”
“E quindi?” sghignazzò stridula.
“Sei gelosa marcia”
“Io non … si”
La risata cristallina del ragazzo risuonò appena nel frastuono della danza, e solo allora girandosi intorno notò il resto delle coppie muoversi con loro, presa com’era da Damon e la sanguisuga bionda non aveva notato tutte quella gente danzare. Stretta al petto di Stefan si rilassò appena, dimenticando la tensione dei giorni precedenti. Aveva un effetto calmante su di lei, e forse lo avrebbe avuto sempre.
“Gliel’ho detto” gli raccontò in un bisbiglio.
“Lo so … e so anche che non l’ha presa granché bene … ma chi farebbe i salti di gioia al posto suo?”
Alzò il capo corrucciata incontrando l’enormità verde dei suoi occhi.
“Scusa … dev’essere strano tutto questo”
“Essere diventato il vostro confidente?” ridacchiò scherzoso nel tentativo vano di sdrammatizzare.
“Cos’è cambiato in te? Come sei riuscito a perdonarlo? A perdonare me …”
Lo avvertì stringerle con più forza le dita tra le sue, in difficoltà per la risposta quanto lei per l’inopportuna domanda. Ma aveva bisogno di sapere cos’era successo … com’era possibile andare avanti. Sopravvivere.
“Quando è morta la mamma io ero solo un bambino. Ricordo il dolore, lo smarrimento, la disperazione. Damon una notte venne a svegliarmi, prese l’auto di papà, senza il permesso chiaramente, e mi portò al mare”
“Al mare?” aggrottò la fronte, perplessa, e lui rise gentile.
“Al mare! Dove la mamma era nata e ci portava da piccoli … penso che la punizione del giorno dopo la ricordi ancora – sogghignò – ma nonostante quello la notte dopo lo rifece, e quella dopo ancora. Fu il nostro piccolo segreto. Quando è morto papà ho provato esattamente lo stesso sollievo delle nostre gite al mare nel momento in cui ha aperto la porta ed è tornato per me”
Restò immobile, tesa nel suo abbraccio, nel mezzo della pista non ci fu più musica da ascoltare per lei.
“Non ho smesso di amarti, ci lavoro ogni giorno per convincermi che domani andrà meglio. Ma anche lui ti ama, e non l’ha voluto o programmato. Tu ami lui però … cosa posso fare per impedirlo? Posso odiarvi … o amarvi entrambi e farmi da parte”
“Quello che hai fatto …” bisbigliò con le lacrime agli occhi mandando all’aria ogni buon proposito per stringersi semplicemente a lui … il dolce ragazzo che l’aveva amata e protetta da sempre, e che in fondo una parte di lei non avrebbe mai smesso di amare.
Nessuna parola precedette o seguì quell’abbraccio spasmodico e affettuoso, soltanto le sue braccia che vi posero fine allontanandola gentilmente.
“Forse questo ballo dovresti terminarlo con lui” le sussurrò all’orecchio invitandola a voltarsi con un cenno del capo.
Inutile dire che non avesse già capito chi fosse prima di constatarlo con gli occhi, ma la dolce meraviglia di trovarsi in un attimo imprigionata alla sua stretta le salì alle guance ugualmente, mentre docile non si scrollò dal suo abbraccio, troppo caldo, troppo forte, troppo agognato per fuggirne.
Non dissero nulla per gran parte del tempo. Soltanto lui continuava a respirarle tra i capelli e imperterrite le sue dita scesero a lambirle le scapole scoperte portandola a chiudere gli occhi per lasciarsi andare sul suo petto scolpito e animato da un battito impazzito quanto il suo.
“Chiedimi di restare e io lo farò” lo supplicò d’un tratto, dando voce ai suoi pensieri più profondi e sofferti, in un mormorio tanto flebile che temette non l’avesse sentito, ma il sussulto del suo corpo le mostrò il contrario.
“Dal primo istante che ci siamo conosciuti sono stato io ad invogliarti a vivere, a rischiare per seguire i tuoi sogni, sono stato io a rinfacciarti la tua paura di cambiare, di crescere e di allontanarti di qui per vivere il mondo lì fuori … mi credi tanto egoista da rimangiarmi tutto solo per  tenerti qui con me?”
Con un gesto gentile le prese il mento per portarle il viso alla sua altezza, e inclinò il capo in un sorriso dolcissimo in risposta alla tensione e confusione del suo sguardo accigliato. L’armonia di quel viso le tolse il fiato, ma non la voglia di vederci chiaro.
“Io non voglio rinunciare a noi! Non voglio il mondo se non posso condividerlo con te” contestò irremovibile a voce alta.
“Non puoi vivere di rimpianti, e rimanere  qui sarà il tuo più grande rimpianto! Non devi rinunciare a me – le circondò il viso e quel gesto delicato incendiò ogni sua ostinazione – io ti amo, ma è proprio perché ti amo che non posso essere egoista con te! Non devi rinunciare al tuo sogno per me, non cen’è bisogno perché io sono pronto ad aspettare”
“Che vuoi dire?” sbottò impaziente senza dargli il tempo di terminare.
In bilico tra il panico e l’ostinazione optò poi per il silenzio. Ascoltò ogni suo respiro ancor prima che aprisse bocca, ipnotizzata dal suo viso vicinissimo tanto da dimenticare il luogo, il ballo, il giorno, il passato e il dolore patito, il futuro e la voglia di cambiarlo. C’era solo lui, e il dolce cullare della sua voce.
“Sono solo due anni … non sarà uno stupido continente a dividerci! Io ti aspetterò, potremo sentirci tutte le volte che vorrai … sistemerò le cose in azienda e cercherò di venire da te appena potrò. Dobbiamo solo stringere i denti e affrontare tutto questo … insieme”
L’entusiasmo, il tono squillante ed euforico, gli occhi vispi e vivi di luce propria, le labbra distese in un sorriso limpido … e ancora … le mani aggrappate al suo viso. Fu tutto ciò che percepì in quell’istante.
“Sono fuggito una volta ma non lo farò di nuovo! Io sono qui, pronto a lottare per noi, tu ci sei?”
Passarono diversi minuti da quella sua domanda urlata prima che ne realizzasse le implicazioni, il significato di quelle parole. Minuti trascorsi in attesa da un Damon mai così fragile ed esposto, minuti di un tempo fermo, dilatato.
Individuò il trascorrere del tempo impresso su ogni ruga del suo viso, su ogni cambio impercettibile d’espressione, su ogni sua singola preghiera racchiusa nel mare vivo degli occhi supplichevoli.
E d’un tratto la risposta parve chiara, come se in fondo l’avesse sempre saputa.
 




Spazio autrice:
eccomi qui!!! non vi annoierò con troppe parole anche perchè sono troppo triste per parlare tanto XD soltanto il pensero che manca solo un breve epilogo e mettere fine a tutto questo mi angoscia =( rimandiamo i ringraziamenti all'epilogo che posterò domenica e ora vi volevo soltanto far notare cosa ho cercato di mettere in luce in questo finale.
Beh la storia è nata come un percorso di crescita oltre che come una storia d'amore. E' stata la storia di un amore che ha cambiato entrambi (l'amore ci cambia no?) 
All'inizio della storia Elena era un'adolescente indecisa che viveva una vita che non aveva scelto per semplice inerzia.
Damon era un ragazzo arrabbiato incapace di guardare oltre, di sacrificarsi e di crescere. Questa storia li ha cambiati, li ha cresciuti entrambi. Spero di essere riuscita a comunicare tutto questo ... e detto ciò scappo promettendo di dilungarmi un pò di più domenica! 
A PRESTO!!
  
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