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Autore: Mia_delrey    08/08/2013    12 recensioni
*dall'ultimo capitolo*
«I'll lift you up, I'll never stop, you know I'll take you to another world.» cantò di nuovo Harry. E, ancora una volta, non se ne andò.
«Harry, tu non sei andato via come loro.»
«Certo che no. Io ti amo, Rosalie.»
«Anch'io, Harry.»
I due si unirono in un bacio letteralmente paradisiaco, e quando si staccarono Rosalie ebbe un brivido.
«Quindi questo è l'effetto che mi fai.. brividi.»
Harry rise, portando la testa all'indietro con parecchia teatralità che lo faceva sembrare un attore. Poi scosse i ricci castani e li sistemò.
La guardò negli occhi.
ATTENZIONE: Questa ff è diversa da tutte le altre.
Genere: Fantasy, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PREAVVISO: I capitoli di questa fan fiction sono moooolto lunghi!





Chapter two.

 
 
"I'm just trying read the signals I'm receivin."
 
 
   Ma certo, doveva conoscere la vita di Rosalie Manson!
   L'unico dettaglio a cui forse nessuno dava importanza da quando era arrivata al campus era che lei era Rosalie Manson. Non poteva non conoscere la sua vita! Perlomeno, la sua vita in Inghilterra. Ma di questa vita in America, della Rosalie Manson che tutti sembravano conoscere fuorchè lei, non sapeva niente. 
   E questo la preoccupava. 
   Tanto.
   «Ricordi quel posto?»  disse il ragazzo, indicando un falò a poche decine di metri di distanza da dove si trovavano loro in quel momento.
   «No.»  rispose lei con sincerità.
   «Siamo proprio ad un punto morto allora. Dai, andiamo. Magari vedendo gli altri ricorderai qualcosa.»
   Rosalie annuì, e il ragazzo moro le strinse con più forza la mano, tirandola senza farle male verso i ragazzi attorno al falò. Già, la teneva ancora per mano. Una stretta calda e forte, rassicurante. Le mani del ragazzo erano morbidissime e ben curate, forse le più morbide che Rosalie avesse mai toccato. Eppure tenere quella mano non le sembrava un gesto nuovo, anzi, le pareva come di aver tenuto strette quelle mani almeno un altro centinaio di volte. Ma non riusciva a spiegarsi quella strana sensazione.
   «Hei.»  lo chiamò, tirandolo per la mano.
   «Sì?»  disse lui, voltandosi.
   «Non mi hai ancora detto chi sei e che rapporto abbiamo noi due.»
   Il ragazzo arrossì leggermente, lasciandole la mano. Fece alcuni passi verso un tronco d'albero - levigato fino ad apparire una sorta di panchina - e si sedette, facendo cenno a Rosalie di sedersi accanto a lui. Fece un respiro profondo, poi la guardò intensamente nelle iridi castane screziate di verde.
   «Sono Zayn. Stavamo insieme l'anno scorso.»  abbassò lo sguardo.
   Oh, ecco dunque perchè le risultava familiare quella stretta di mano. Ma era impossibile, per lei era la prima volta in tutta la sua vita che metteva piede in America, e se lo sarebbe ricordata sicuramente di essere stata fidanzata con un ragazzo così bello e interessante!
   «E poi?»  gli chiese, curiosa.
   «E poi è arrivato Harry. E' mio amico, ovvio, ma diciamo che ha avuto una cattiva influenza da Agatha, e così anche tu. Diciamo che tu e lei siete diventate le sue... Ehm... Puttanelle. Lui si diverte con entrambe, anche se in teoria sarebbe un pò il tuo ragazzo, ma poi bacia anche lei con tranquillità, e tu non te la prendi mai. Per questo non capivo come mai non fossi dentro a divertirti con loro. Ormai faceva più o meno parte della vostra routine.»
   Rosalie si portò una mano alle labbra, e fece scorrere l'indice sul labbro inferiore, mentre negli occhi rivedeva la scena in cui Harry la baciava con passione e lei avrebbe ricambiato se non fosse per il fatto che l'aveva appena visto baciare Agatha.
   «E noi due non ci siamo più parlati?»  chiese ancora.
   «Tu e Agatha non parlate con nessuno. Spesso vi scontrate con Emily, Lauren, e soprattutto con April ma... Vince sempre la vostra arroganza, senza offesa.»
   Dunque la Rosalie che conoscevano loro - ma ormai Rosalie si stava abituando a pensare a quella ragazza come a sè stessa - era una persona terribile! Doveva assolutamente rimediare. E, con la scusa dell'amnesia, avrebbe capito tutto della sua vita e avrebbe cercato in qualche modo di migliorarla.
   «Senti, Zayn, voglio riparare tutti i miei errori. Mi puoi aiutare?»
   «Certo. Amici come prima quindi?»
   «Amici come prima.»  si strinsero la mano e si alzarono, sorridenti.
   Adesso Rosalie si sentiva più pronta che mai ad affrontare questa sua strana nuova vita, e a migliorarla riparando tutti gli errori commessi dalla sua versione americana.
   
   Una volta arrivati al falò, i ragazzi - che prima stavano cantando e parlando animatamente - si zittirono, guardando Rosalie a bocca aperta. 
   Ho qualcosa in faccia?  pensò.
   Ma no, certo. La guardavano tutti così per quello che le aveva appena spiegato Zayn: Rosalie e Agatha non parlavano mai con nessuno. Perfetto allora. Avrebbe cominciato il miglioramento della vita di Rosalie Manson da lì.
   «C-che ci fa lei qui?»  sussurrò un ragazzo biondo all'orecchio di Zayn. Lui sorrise a Rosalie e le prese la mano, portandola in mezzo agli altri ragazzi.
   «Ha perso la memoria.»  cominciò.  «Le ho raccontato qualcosa della sua vita ed è sinceramente preoccupata. Vorrebbe»
   «Vorrei rimediare.»  lo interruppe Rosalie, attirando l'attenzione tutta su di sè.  «Spero che sarete disponibili ad aiutarmi, non pensavo che Rosalie, cioè, che io fossi una persona così brutta. Probabilmente sono stata accecata da Agatha in tutti questi anni. Vi prego aiutatemi, voglio davvero rimediare tutti gli errori commessi e vorrei che fossimo amici. Non voglio più saperne di Harry e di Agatha.»
   Tutti le applaudirono, cosa che la stupì molto. Poi Zayn, sorridente come sempre, la fece sedere intorno al fuoco come gli altri, che uno ad uno cominciarono a presentarsi e a raccontare qualcosa su di lei, tutti con sincerità - cosa che Rosalie apprezzò molto.
   «Piacere di "riconoscerti", io mi chiamo Niall.»  disse il ragazzo biondo dalle guance rosse, stringendole con vigore la mano.  «Non abbiamo mai avuto un bel rapporto. Io sono un tipo allegro, ottimista, tu - o meglio, la vecchia te - era viziata, arrogante, e tanti altri difetti. Ma ora non sembri affatto così. Cavolini, che bel cambiamento!»  sorrise e tornò a sedersi, contento.
   «Io invece sono Louis, il leader del gruppo.»  tutti risero all'affermazione del ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli sbarazzini, persino lui.  «Una volta abbiamo avuto un battibecco, e se non mi avessero fermato ti avrei quasi picchiata! Sul serio, eri così irritante!»
   Scoppiai a ridere, e il ragazzo - dopo uno strano balletto e qualche inchino - tornò a sedersi.
   L'ultimo a doversi presentare era un ragazzo dall'aria seria e introversa, i capelli castani cortissimi e gli occhi color cioccolato che fissavano Rosalie senza alcuna espressione. Teneva le labbra serrate e si torturava le mani dal nervosismo. Rosalie non capiva se fosse lei a provocare quell'effetto in lui, o se fosse così di carattere.
   «Hei Liam, tocca a te!»  esclamò il ragazzo dall'abbigliamento bizzarro seduto accanto a lui - Louis - dandogli una leggera pacca sulla spalla.
   Il ragazzo contrasse i muscoli delle braccia, come se quello scherzoso segno d'affetto l'avesse fatto innervosire ancora di più. Si alzò di scatto, sputò alla sua destra e, senza smettere di fissare Rosalie, tirò su il cappuccio della felpa verde e ne abbassò le maniche. Poi, lanciando un veloce sguardo agli altri e al fuoco scoppiettante, si allontanò con le mani in tasca.
   «Ho fatto particolarmente del male a quel ragazzo?»  chiese Rosalie, preoccupata dalla sua reazione.
   «Beh...»  fece Zayn. Rosalie lo guardò, incitandolo a continuare la frase. Il biondino arrivò in suo soccorso.
   «Tu gli piacevi.»  disse.  «Quando ti sei lasciata con Zayn per l'arrivo di Harry, lui ha notato questo tuo cambiamento e ti ha presa da parte per parlarne con te. Poi ti ha baciata, e Harry vi ha beccati. Credo tu possa immaginare che lui è un tipo molto possessivo. Tu eri diventata sua, eri una specie di tesoro per lui, il che può essere romantico ma anche no. Infatti, il tutto si è trasformato in uno scontro, e mentre i due contendenti si prendevano a botte tu gridavi così forte che ti sentirono tutte le, ehm.. "guardie", e sia Liam che Harry subirono la punizione.»
   Rosalie notò che Niall aveva detto "la punizione" con una strana enfasi, come se fosse una punizione particolare. Provò a chiederglielo, ma una voce roca li fece scattare subito lontano da lei, che si trovò immediatamente sola. Sola, finchè non arrivò il riccio dal profumo intenso da dietro, soffiandole nel collo e facendole venire i brividi.
   «Amore.»  si sedette accanto a lei sulla panchina. Ora sembrava molto più rilassato, e sotto questo aspetto pareva anche un bel ragazzo.
   «Ti sei stancato di Agatha e ora vuoi spassartela con me? Non credo proprio.»  Rosalie incrociò le braccia.
   «Sei così sexy quando ti arrabbi.»  le sussurrò in un orecchio, cingendole i fianchi con le braccia muscolose. Questo gesto la fece sorridere involontariamente, forse perchè cominciava a fare freddo e lui così la teneva al caldo.
   «Comunque...»  riprese.  «Agatha è brava solo a letto, altrimenti è solo una ragazzina grassa e bisbetica, non la sopporto. Io volevo passare un pò di tempo con te. Lo sai che ti amo.»
   Quelle parole. "Lo sai che ti amo". Erano risuonate nella sua mente come musica, una musica bellissima e dolcissima nella quale poteva perdersi. Tornò un pò indietro e posò la schiena al petto scolpito di Harry, che le diede un dolce bacio sui capelli profumati di shampoo al gusto cocco&vaniglia.
 
   «Sei sempre più bella, ogni giorno che passa.»  fu il complimento che sentì uscire dalla bocca di Harry, non appena aprì gli occhi. Aveva la testa poggiata sulle sue gambe, e gli occhi verdi e intensi di lui che sembravano sorriderle. Si era addormentata.
   Si mise a sedere di fronte ad Harry, il quale le prese il viso tra le mani, sorridendole. No. Stava per succedere di nuovo.
   Le sue labbra morbide toccarono quelle piene e rosse di Rosalie in un modo così dolce e unico che le sembrò impossibile non ricambiare. Si avvicinarono di più l'uno all'altra. Lei teneva le braccia attorno al collo di lui, che scorreva con le mani sulla schiena di lei, gemendo dopo ogni bacio. Fu quando lei aprì leggermente le labbra lasciando spazio alle loro lingue di incontrarsi e fondersi, che scattò in loro la passione. Ci furono decine di baci, uno più emozionante dell'altro, mentre si stringevano dolcemente l'una all'altro, toccandosi i capelli a vicenda per suscitare emozioni ancora più intense.
   Quando si staccarono, Rosalie fu così sorpresa nel vedere Harry levarsi la maglietta, che se la levò anche lei. Gli occhi di lui si illuminarono improvvisamente, e la fece stendere sulla panca in legno, che scricchiolò sotto il suo peso. Riprese a baciarla, tenendosi in alto con la forza delle braccia e abbassando il bacino di tanto in tanto, mentre lei vi avvolgeva intorno le gambe. Sembravano non riuscire a smettere di baciarsi, come se quei baci fossero ossigeno per loro. Ma, quando Rosalie aprì gli occhi, qualcosa la spinse a staccarsi da lui. Si infilò nuovamente la maglia, pudica, quasi spaventata da come si era comportata. Si alzò. Poi corse via, verso il capanno.
   Entrò e chiuse la porta alle sue spalle.
   Sentì una voce stridula cantare. Avvicinò l'orecchio alla porta del bagno, e capì che era Agatha che cantava sotto la doccia.
   Perfetto. Così avrebbe avuto un pò di tempo per stare da sola. Guardò il letto di Rosalie - il suo - e si accorse che sopra c'era una borsetta a tracolla colorata, con qualche spilla attaccata qua e là. Era la sua borsetta. L'aveva dimenticata in quella stanza quando era scappata, terrorizzata da Harry.
   Ma allora, se prima era stato così minaccioso, perchè dopo - al falò - era stato così dolce tanto da farle ricambiare i baci? Perchè aveva pensato di amarlo? Era forse un gioco per lui? Si divertiva a giocare con i suoi sentimenti? Portarla a letto quasi ogni giorno per diversi mesi non gli era bastato? Ma no, certo, lui diceva di amarla. E lei ci era anche cascata! In qualche modo lui l'aveva ammaliata e in lei era scattato qualcosa - non riusciva a capire cosa - che le aveva fatto desiderare di baciarlo e baciarlo all'infinito. Non doveva più succedere, mai più. Altrimenti non avrebbe rimediato affatto agli errori commessi in passato dall'altra Rosalie.
   Frugò nella sua borsetta e ne estrasse il suo cellulare. Lo schermo era stato quasi squarciato dalla punta delle chiavi di casa, e Rosalie represse un "oh no!", pensando che tanto non le sarebbe servito molto, lì al campus.
   Sbloccò lo schermo - stranamente ricordò la password - e notò che aveva tre nuovi messaggi. Visualizzò il primo.
 
   Spero che il viaggio sia andato bene. L'America dev'essere bellissima. Mi raccomando, divertiti!
  Baci, nonno.
 
   Rosalie si commosse. Il nonno era una delle persone  a cui voleva più bene, ed era sempre stato gentile ed affettuoso con lei, si era sempre preoccupato che stesse bene e che fosse felice. E anche adesso, nonostante fosse molto malato, faceva il possibile per lei, e l'aveva anche accompagnata in aeroporto! Sua madre non l'avrebbe mai fatto invece. Lei pensava solo al lavoro. Mai una parola gentile, mai un gesto affettuoso, mai un normale comportamento da madre. Carla le diceva sempre "Beata te, mia madre mi sta sempre addosso!" mentre Trevor diceva: "Anch'io vorrei una madre come la tua. Almeno se non le importasse di me mi lascerebbe libero di fare ciò che voglio".
   Pensare ai suoi migliori amici, Carla e Trevor, aprì un'altra enorme ferita nel cuore di Rosalie. Prese dalla borsetta una fotografia di loro tre insieme e se la strinse al petto, chiudendo gli occhi.
   E se gli altri due messaggi fossero stati i loro?
   Rosalie si riprese all'istante e sbloccò velocemente lo schermo del cellulare per andare a vedere i messaggi. Come pensava, erano proprio stati mandati da loro.
 
  Ciao Rosalie! 
  Migliore amica, mi manchi. Sei partita solo oggi ma già mi sento più sola. Ti giuro non so cosa fare. Se puoi, fatti sentire. A presto tesoro mio.
  Carla.xx
 
   La sua Carla. Quanto le voleva bene.
 
  Ciao Rosalie.
  Stamattina non ho fatto altro che pensare a te. Mi manchi così tanto! Forse è vero che quando si perde una vera amica ti sembra di perdere una parte di te. Spero di sentirti presto, ti voglio un mondo intero di bene!
  Trevor.xx
 
   Oh, Trevor... Anche a lei mancava tantissimo, era il suo migliore amico e al solo pensiero che avrebbe passato l'intera estate senza di lui e senza la sua ragazza - ovvero Carla, la migliore amica di Rosalie - le faceva mancare il respiro. Ma ce la doveva fare. Per loro, per suo nonno, per se stessa, e anche per la Rosalie Manson americana, alla quale si sentiva ormai legata e sentiva di dover migliorare la vita orribile che si era creata. E ora che aveva conosciuto Zayn, Niall, e Louis, sarebbe riuscita ad avvicinare Liam, a trasformare Harry in un bravo ragazzo, e magari a trasformare anche Agatha in una brava ragazza, meno viziata - il che sembrava forse l'impresa più ardua.
   Sì, ora ne era del tutto convinta: ce l'avrebbe fatta.
 
   «Oh, ma cos'abbiamo qui? Una foto di te con un ragazzo e una ragazza.»  gracchiò Agatha.  «Mh, non li conosco. E' da loro che vai ogni volta che sparisci eh? Vai da loro?!»  stava urlando.
   Rosalie si tappò le orecchie, spaventata, e capì che Agatha era ubriaca fradicia. Indossava - Rosalie se ne accorse solo in quel momento - un top rosso che lasciava ben poco all'immaginazione e un paio di leggins neri sino al ginocchio più attillati dei precedenti. Afferrò la fotografia da entrambi i lati e...
   La strappò. 
   Rosalie spalancò gli occhi, spaventata. Agatha afferrò con forza il cellulare che Rosalie teneva ancora in mano e lo gettò a terra, saltandoci poi sopra e riducendolo peggio di come non si era già ridotto nella borsetta a contatto con quel paio di chiavi taglienti.
   A quel punto Rosalie non ci vide più: si alzò e mollò un ceffone alla sua odiosa compagna di stanza, scaricando sulla sua guancia paffuta coperta di cipria tutta la forza che la rabbia le aveva dato. Continuava a piangere e a riempirla di botte, seppur non abbastanza forti da abbatterla. Quando si bloccò per asciugarsi le lacrime, Agatha premette il pulsante d'emergenza e chiuse a chiave la porta. Quindi, con un risolino isterico le disse:
   «Ora ti farò pentire di esserti comportata così con la tua migliore amica, stronza.»
   «Tu non sei la mia migliore amica.»  Rosalie cercò di scandire al meglio le parole, per farle intendere che era così e basta.  «E non lo sarai mai.»
   Fece appena in tempo a concludere la frase che due guardie - due donne sui trent'anni con la testa rasata, l'uniforme blu sbiadito e lo sguardo assassino di quelli da film - sfondarono la porta, puntando immediatamente le loro pistole su entrambe le ragazze.
   «Mi ha picchiata! Ha cominciato ad offendermi e mi ha anche distrutto il cellulare!»  piagnucolò Agatha, attirando subito l'attenzione di una delle due guardie che la portò via con sè, carezzandole la testa come fosse una bambina che si era sbucciata un ginocchio cadendo dalla bicicletta e aveva bisogno del cerottino. Piccola smorfiosa.
   «Non è vero!»  gridò Rosalie.  «Il cellulare è mio, e se le ho dato un paio di schiaffi è stato solo per rabbia dopo che ha strappato l'unica foto che mi ero portata appresso dei miei migliori amici!»
   «Ma che ti sei fumata, Rosalie? E' lei la tua migliore amica, lo sai. Deve essere lei.»  disse la guardia rimasta.
   «Lei è solo una stupida bambina viziata buona a nulla, che finge che io sia sua amica solo per ricevere più attenzioni da Harry e averlo tutto per sè, e per non restare da sola visto che nessuno qui al campus la sopporta!»
   Ma certo, non avrebbe potuto fare descrizione migliore di Agatha. Lei era soltanto questo. E Rosalie l'aveva capito subito. Possibile che l'altra Rosalie non l'avesse capito in tanti anni?
   «Dato che continui ad insistere e ad offendere a morte quella bravissima ragazza, aspettati pure una brutta sorpresa fra tre giorni. Ti troveremo Rosalie, venerdì a mezzanotte. Subirai la punizione che ti meriti. Questa volta non riuscirai a scappare così facilmente.»
   Oh no. Probabilmente l'imponente guardia davanti a Rosalie intendeva dire proprio quella punizione, quella che sembravano temere tutti, persino i ragazzi, e di cui Niall non le aveva spiegato nulla.
   Rosalie aveva una paura folle.
   La mamma non le aveva parlato di nessun possibile pericolo in quel campus. Le aveva detto che sarebbe stata una semplice vacanza-studio, istruttiva e normale come ogni vacanza-studio.
   Eppure qui, sin dal primo istante in cui vi aveva messo piede, aveva notato qualcosa di strano. Il numero assai ridotto di capanne - il campo-scuola era molto esteso e doveva ospitare oltre seicento ragazzi - per esempio. O anche la strana ed incomprensibile somiglianza tra lei e un'altra Rosalie che aveva persino il suo stesso cognome e che non era mai comparsa in tutta la giornata.
   Già... Dov'era Rosalie Manson, quella americana?
   Rosalie Manson, l'inglese, non aveva ancora pensato a questo strano fatto. Continuava a chiedersi perchè tutti la scambiassero per un'altra ragazza, e come potesse essere possibile che proprio lì era in vacanza-studio anche la sua sosia/omonima. Ma non si era mai chiesta dove fosse quest'altra Rosalie. E ora aveva una tale confusione che le venne persino il mal di testa.
   Si stese sul letto, a pancia in su, accorgendosi solo in quel momento che la guardia minacciosa se n'era andata.
   
    Stava per addormentarsi, quando sentì delle voci provenire da fuori. Erano le voci di tre ragazze - ora Rosalie riusciva a distinguerle - non gracchianti come quella di Agatha, ma comunque un pò isteriche. A quanto pare lì le ragazze erano tutte uguali.
   Quando aprirono la porta, notando che Rosalie era sveglia e le fissava, i sorrisi sui loro volti scomparvero.
   «Credevo fossi a coccolare quella piagnona cicciona di Agatha.»  disse quella dai capelli rossi e ricci, suscitando delle risatine dalle altre due dietro. Rosalie le riconobbe subito: erano le ragazze che ridevano quel pomeriggio osservando Agatha che correva verso di lei.
   «Sia chiaro, lei non è mia amica.»  disse Rosalie, mettendosi a sedere sul letto.  «E se è in una qualche infermeria a piagnucolare è solo a causa dei pugni che le ho dato dopo che lei mi ha distrutto il cellulare e ha strappato la foto di me con i miei miglio... Amici segreti.»
   Ma sì. Amici segreti suonava meglio. Sarebbe stata più intrigante come storia.
   Infatti - come Rosalie sperava - questo sembrò attirare l'attenzione delle tre ragazze, che andarono a sedersi sul suo letto per ascoltare l'intera storia.
   «Prima vi chiedo di presentarvi. Ho perso la memoria e non ricordo bene i vostri nomi.»  disse Rosalie, con fare autorevole. Stava cominciando a prendere dimestichezza e a sentirsi così sicura di sè da poter affrontare chiunque.
   «Io sono April.»  disse la rossa, spostando i capelli all'indietro.
   «Io Emily.»  disse la bionda, sbattendo le ciglia impregnate di mascara.
   «Io Lauren.»  disse la ragazza dai capelli castani, che appariva la più timida.
   «Bene. Vogliamo metterci il pigiama? Così da organizzare una sorta di pijiama-party tra sole ragazze come si faceva da bambine. Ci state?»
   Le sue tre nuove compagne di stanza si guardarono, e annuirono sorridenti. Poi, con gli occhi lucidi dalla felicità, dissero all'unisono:  «Ci stiamo.»  e si cambiarono tutte.
 
   La serata fu fantastica, si divertirono un mondo: Rosalie raccontò le sue esperienze con Carla e Trevor, inventando un pò sul fatto che stava con loro nelle sue fughe dal campus il fine settimana - a quanto pare azzeccò in pieno, dato che sembrava che Rosalie sparisse ogni weekend - e facendole ridere a crepapelle. Poi raccontava qualcosa April, e Lauren ed Emily commentavano dato che erano sempre state con lei in tutte le vicende che raccontava.
   Alla fine si coricarono ciascuna nel proprio letto, per cercare di dormire almeno quelle due orette e mezza che rimanevano sino al suono della sveglia, alle sette in punto.





HOLAA c:
Mie care lettrici, eccomi di nuovo qui. Ho aggiornato, visto? Come promesso. ♥♥
A presto belle
, bacii
Sophia.xx
  
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