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Autore: Fiore xx    08/08/2013    2 recensioni
Ero seduta sul divano con il computer sulle gambe nella speranza di riuscire a mettermi in contatto con mio padre, quando sentii la serratura del portone scattare. Balzai in piedi e mi diressi verso l'entrata. Mi trovai davanti un riccio con uno zaino in spalla: il suo sguardo passò da rilassato a furioso.
“Tu chi sei?”.
“Chi sei tu, piuttosto! Non assomigli a Niall!” ribattei indispettita.
“Senti evita di recitare, perché non ne sei nemmeno capace. Tieni, ti faccio un autografo ma intanto usciamo dal retro.” mi afferrò per il braccio e mi trascinò nel retro della casa: su un foglietto scarabocchiò una pseudo firma e me la porse “Ora sparisci, non dirò niente a Paul, neanche agli altri. Ma te non farti più vedere, è violazione di domicilio questa lo sai?”. Mi sbatté letteralmente fuori dal cancelletto posteriore per poi rientrare in casa. Mi massaggiai il braccio: stava già uscendo l'ematoma, pazzesco!
[...]
Incrociai lo sguardo di Niall verso la fine della canzone: there's not a thing that I would change, because you're amazing just the way you are!
Quelle parole mi colpirono, distolsi immediatamente lo sguardo abbassando la testa.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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There's not a thing I would change

1. Welcome to those who will never change, a year of us.

Arrivata in aeroporto passai i vari controlli e salii in aereo; non avevo paura, ma mi faceva strano essere da sola. In compenso assistetti ad una scena piuttosto comica: una signora sui settanta anni, probabilmente veneta, cercava di farsi capire dall'assistente di volo con un inglese storpiato; continuava a ripetere “Iu non el ghe sta” riferito ad un uomo piuttosto alto il cui posto era appunto accanto alla signora. Decisi di intervenire e porre fine alla commedia, ricevendo i ringraziamenti da parte di tutti e tre.
Il viaggio durò circa due orette: appena scesa recuperai la valigia e mi diressi all'area arrivi alla ricerca della signora che mi avrebbe ospitata. Scrutai con meticolosità tutto ciò che mi circondava, finché un dettaglio non attirò la mia attenzione: un cartellone verde, come le campagne di quella terra, con su scritto 'Welcome Laila!' e un palloncino arancione legato al polso di una bambina bionda, in braccio alla madre (?). A passo leggermente incerto mi avviai nella loro direzione.
Ehm salve, Lei è la signora Gallegher?” chiesi un po' intimorita, sperando di essere stata chiara.
Oh certo! Ciao cara, benvenuta in Irlanda! Io sono Maura, questa è mia figlia Emma!” rispose decisa la donna, poi proseguì “Sono felice tu sia qui! Puoi considerarti già parte della famiglia, sarai la quarta figlia!”. A sentire ciò, strabuzzai involontariamente gli occhi, e lei sfortunatamente se ne accorse, ma al contrario delle mie aspettative sorrise “Oh non preoccuparti, ne sarei sorpresa anche io! Ora andiamo, in auto ti racconterò qualche cosa in più!”. Il tempo di salire di caricare le valigie e sistemare Emma sul seggiolino, che eravamo già in viaggio.
Forse non è il momento più adatto, ma vorrei cogliere l'occasione per ringraziarla! Per l'ospitalità e per per l'opportunità che mi sta dando; può apparire una frase fatta, ma quest'esperienza per significa molto!” dissi. Lei si voltò verso di me e sorrise.
Sono io che devo ringraziarti! E' bello che ci siano ragazze come te, insomma per fare queste cose ci vuole anche del coraggio: lasciare la propria famiglia per un anno non è poco, anzi! Spero che con noi ti possa sentire comunque a casa!” io annuii e lei continuò “Emma è la più piccola della comitiva, l'abbiamo adottata qualche mese fa, ho sempre desiderato una figlia e poi la casa era troppo vuota. Greg, il più grande convive con la sua fidanzata, futura moglie ormai; mentre Niall è sempre in giro per lavoro, lo vedo poco. Quindi con Bobby, mio marito, abbiamo fatto questa scelta.” mi spiegò. “Oh siamo arrivati!”. Premette il pulsante del telecomando posto sul cruscotto, il cancello si aprì, entrammo e parcheggiammo sotto una tettoia. Maura diede due colpi di clackson, pochi secondi dopo uscì un ragazzo alto, moro, occhi verdi. Mmh carino il tipo!
Oh siete qui, finalmente! Ciao, te devi essere Laila! È un piacere conoscerti, anche se non ci vedremo spesso, considerati già la mia sorellona, per qualsiasi cosa fai un fischio! Beh un fischio no, perché non ti sentirei da lontano ma...”.
Greg! Basta!” la madre lo rimproverò e lui smise di parlare. “Così me la farai scappare!” aggiunse poi. “Piuttosto, renditi utile: prendi le valigie e mostrale la casa.”. Il moro eseguì gli ordini della madre ed io lo seguii.
Lasciamene almeno una, pesano un sacco!” esclamai cercando di strappargli un borsone dalle mani. “E non dire che ce la fai, perché si vede che ti stai sforzando!” niente da fare, non mi diede ascolto. “Dai anche il più piccolo, e poi comunque non direi nulla a tuo fratello!”. A quell'affermazione si girò e me ne porse uno.
Bene, acqua in bocca baby!” sbottò con aria teatrale. Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere. “Ah la metti così eh? Tieniti d'occhio le spalle!” cercò di dire in italiano.
Si dice Guardati le spalle!” lo corressi. “Aspetta un attimo, com'è che sai l'italiano??”.
Semplice, mamma ha origini italiane. Inoltre mio fratello è fissato con tutto quello che riguarda l'Italia, ma questo dovresti saperlo già!” ribatté. Di risposta sollevai un sopracciglio dubbiosa. “Mi stai dicendo che non sai chi è mio fratello?” esclamò sbalordito.
Dovrei saperlo?” domandai scettica.
Sì cioè almeno credevo. Beh non ti anticipo nulla, mi dovrai però raccontare il vostro incontro. Anche perché lui non mi dirà niente.” concluse aprendo una porta di legno bianca. Non mi diede il tempo di reclamare. “Ecco qui. Questa sarà la tua stanza: una volta era un guardaroba ora è diventata una stanza degli ospiti, spero ti piaccia. Se ti stai chiedendo perché ci sono più letti, è perché di solito si fermano a dormire gli amici di mio fratello.” spiegò. Appoggiò le borse a terra e mi fece segno di andare con lui. “Ti mostro le ultime cose, poi ti lascio in pace fino all'ora di pranzo. Se hai voglia il pomeriggio possiamo andare a farci un giro così potrai farti un'idea di questa città dimenticata da Dio.”.
Certo, volentieri! E poi anche il mio paese è piccolo e sperduto, non mi troverò male, anzi!” gli risposi con entusiasmo.
Perfetto! Comunque, questa qui affianco è la stanza mia e di mio fratello, di fronte c'è la camera dei miei con annessa la lavanderia, lì in fondo c'è il bagno, mentre questa qui di fronte è di Emma.” con il dito mi indicò ciascun locale. “Bene, ora ti lascio alle tue cose!”.
Grazie, a più tardi!” conclusi rintanandomi nella mia. Devo ammettere che era molto graziosa: le pareti erano color pesca, appena entrati sulla destra vi era il mio letto con un piccolo comodino con sopra una lampada, davanti un grande armadio, una scrivania ed una finestra, ed infine sulla destra vi erano due letti a castello l'uno affianco all'altro.
Sistemai al meglio i vestiti nell'armadio, le scarpe le misi sotto il letto e il beauty sul comodino; completai il tutto con una foto della mia famiglia sullo stesso. Poi afferrai il mio N70, digitai il numero di casa e premetti il verde.
Uno squillo, due, quattro poi finalmente la voce di mia madre.
Pronto?”
Ehi mamma sono io!”. Instaurammo un dialogo, dove io le raccontai tutto ciò che era successo finché qualcuno non bussò alla porta.
Ehi Laila! Quando vuoi il pranzo è pronto!” mi annunciò Greg dall'altra parte del legno.
Arrivo!” poi mi rivolsi a mia madre “Devo proprio salutarti, ci sentiamo appena riesco e se ho novità. Ciao, sì ti voglio bene anche io. Saluta papà anche da parte mia se lo senti!”. Premetti il rosso, infilai il cellulare in tasca e raggiunsi la famiglia per il pranzo.

Nel pomeriggio, come programmato, Greg mi portò a fare un giro della città: era adorabile, piccola ma sofisticata. Con noi portammo anche Emma così ebbi modo di socializzare un po' con lei; notai che teneva sempre stretto un pappagallo di peluche, e a quanto pare se ne accorse anche il moro.
Quello è un regalo di mio fratello! Dato che non trascorre tanto tempo a casa, credo che Emma lo tenga sempre con lei per sentire Niall più vicino” mi spiegò.
Oh, la trovo una cosa molto dolce.” confessai.

Durante la cena, mentre stavamo discutendo, Maura andò, scusandosi, a rispondere al telefono di casa; al suo ritorno aveva un sorriso che le andava da un orecchio all'altro.
Greg, Emma, Laila, domani torna vostro fratello! Non vedo l'ora! A pranzo io non ci sarò, ma la sera sì, quindi dovremo festeggiare!” disse euforica. “Andremo da Pasta Bella, il ristorante preferito di Niall!”.

Ed ecco a voi il primo capitolo.
Come sarà il loro incontro?
Ditemi la vostra, ve ne sarò grata!
Grazie a chi legge solamente,
Alla prossima,
Fiore.

   
 
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