I miei pensieri svanirono velocemente disturbati dalla suoneria del cellulare di Kate. Si alzò andando in cerca della borsa. Rovistò in mezzo a mille oggetti che giacevano sul fondo in attesa di essere utilizzati. Tra loro trovò il cellulare.

“Vero è lui...” disse lentamente. Si alzò allungando il braccio per passarmi il cellulare.

“Non mi interessa. Non lo voglio sentire. Chissà quale stupida scusa potrebbe usare....”.

“Se non lo fai tu lo farò io” disse fermamente.

“Non ci provare nemmeno” urlai prendendole il braccio.

“Il cellulare è mio e faccio quello che voglio Vero” rispose stizzita.

“Bene. Fai quello che ti pare. Divertiti con lui.” mi alzai e me ne andai. Non andai molto lontano. Nonostante avessi appena detto che non volevo parlare con lui desideravo tanto sentire la sua voce e tutta la conversazione. Kate era solita telefonare in viva voce mentre faceva altre cose e così fece anche questa volta.

“Ciao” rispose lei all'ennesimo squillo.

“Veronica finalmente. Perchè non mi hai mai risposto?”. La sua voce era proprio come me la ricordavo. Una voce difficile da dimenticare.

“Non sono Veronica, Niall” disse con tono sommesso.

“Chi sei? Vorrei parlare con Veronica”.

“Veronica non è disponibile al momento. Se vuole lasciare un messaggio potrò riferirlo personalmente”.

“Le dica solamente che mi manca. Che sono consapevole di quello che è successo quella notte, che mi manca e non ho smesso un secondo di pensarla e le dica....” la voce si fece tremante, il suo tono più dolce “le dica che penso di amarla”.

Le lacrime cominciarono a rigare il mio viso. Gioia e tristezza si impadronivano del mio corpo. Scivolai lungo la parete e mi sedetti sul pavimento. Kate mi trovò e mi allungò il cellulare con un sorriso “credo ci sia qualcuno che ti vuole Vero” disse facendomi l'occhiolino.

Presi il telefono senza pensarci due volte.

“Pronto?” sussurrai tra i singhiozzi.

“Oh Veronica, sei tu... Come stai?” chiese felice. “Posso immaginare quello che stai passando. Sappi che ti sono vicino...”

“Non mi basta che tu mi sia vicino solo con il pensiero Niall. Ti voglio disperatamente qui con me adesso. È anche colpa tua se mi trovo in questa situazione. Come farò adesso? Me lo spieghi? Tu in giro per il mondo a divertirti e io a vent'anni con un bambino che crescerà senza una figura paterna! Come pensi che dovrei sentirmi? Porca puttana Niall.....” le parole mi uscirono di getto. La rabbia che tenevo dentro da troppi giorni si riversò in pochi secondi su quel ragazzo che silenziosamente, troppo silenziosamente, ascoltava tutto il mio sfogo. Immaginavo il suo volto davanti al telefono. Il suo sorriso infantile che si irrigidiva per le mie parole troppo dure e le sue mani tra i capelli biondi per cercare di capire cosa fare. E mentre immaginavo tutto questo sentì cingermi la vita.

“Ehi Vero” mi sussurrò all'orecchio.

Mi girai di scatto incredula. Quando era arrivato? Vidi Kate allontanarsi sorridendo.

“Te l'ho detto che ti sarei stato vicino” disse dolcemente.

Gli gettai le braccia al collo impaurita che potesse scappare di nuovo.

“Sono qui, e ci rimarrò. Vediamo di trasformare questo piccolo incidente in un'immensa gioia”....