Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Bibbs    09/08/2013    2 recensioni
"gli occhi non ingannano e tu non sei di ghiaccio." mormorò.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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*Justin PDV*

Quel giorno a scuola non vidi Annie, chissà che scusa si era inventata per stare a casa. A parte lo svenimento, mi pareva più che in salute. Non mi interessava di lei, sinceramente. Mi scocciava solo il fatto che non ci fosse a scuola, ma non ne capivo il perchè.
Mi ritrovai solo per tuta la giornata, perchè in quella scuola erano tutti degli sfigati assurdi e le ragazze erano delle oche, preferivo starmene solo. Tornai a casa di fretta, non vedevo l'ora di mangiare e di farmi una dormita. Entrai e salutai mia madre, lanciai lo zaino a terra e subito vidi la mia sorellina corrermi in contro. 
"Ciao Justin!" esclamò stampandomi un bacio sulla guancia.
"Ciao principessina mia" dissi prendendole una mano e facendole fare una piroetta "Come stai?"
"Io bene e tu?" disse scoppiando a ridere; amava quando la facevo girare.
"Bene."
"Ragazzi, è pronto!" urlò mamma dalla cucina.
Io e Jazzy corremmo, uno più affamato dell'altro, in cucina e ci accomodammo a tavola, mentre i nostri stomaci brontolavano. Misi in bocca la prima forchettata, ma mi passò immediatamente la fame. Mi sentivo in colpa per quello che era successo ad Annie il giorno prima, o per qualunque cosa la avesse costretta a stare a casa. Spiluccai ancora qualche boccone, ma mi si era chiuso lo stomaco e lasciai tutto lì. Feci contenta mia madre e mangiai un po' della sua famosa torta di mele, poi andai di corsa in camera. Mi distesi sul letto, con le braccia sotto alla testa, e cominciai a pensare. Sentii bussare.
"Posso entrare?" era Jazzy.
"Certo, principessa, entra." le dissi, mentre mi tiravo su per farle un po' di posto nel letto. Jazzy fece una corsa e si distese in fianco a me “Justin, che cos’hai oggi?” chiese con fare innocente.
Era incredibile come mi conoscesse bene, nonostante fosse così piccola.
“Niente, Jazzy, sto bene. Sono solo...stanco.”
“Non è vero, quando sei stanco mangi come un ciccione e poi vai a letto, oggi invece non hai mangiato quasi niente.”
“Non chiamarmi ciccione, brutta cricetina” le dissi facendole il solletico.
“Non è colpa mia se quando eri piccolo eri una palla cicciona” disse senza respiro per le troppe risate “Basta, ti pregooooooo!”
Mi implorò di smettere, ma continuai. La sua risata mi faceva stare bene, amavo la mia sorellina come nessuno.
“Va bene, la smetto” le diedi un bacio in fronte e le accarezzai i capelli, finchè non si addormentò.
Jazzy era l’unica persona al mondo con cui riuscivo a essere me stesso. Era l’unica che tirava fuori la mia parte migliore. Era la personcina più carina e dolce del mondo, per questo mi ero ripromesso che se qualcuno la avesse fatta soffrire, ne avrebbe pagato le conseguenze.
 
*Due giorni dopo*
Di Annie ancora nessuna traccia. Non capivo il perché di quella lunga assenza, ma cominciavo a preoccuparmi. Ma perché mi preoccupavo per lei? Perché? Non lo capivo. Era come se dentro ci me ci fosse una guerra e nessuno volesse vincere, ma continuare la sofferenza. Erano ormai tre giorni che mi sentivo come in ansia, per un motivo che apparentemente non mi interessava, ma che nel profondo mi logorava, perché mi sentivo tremendamente in colpa. Così decisi che se entro il giorno seguente non l’avessi vista, sarei andato a casa sua a controllare di persona che cosa stava succedendo.
La cosa strana era che nessuno sembrava accorgersi del fatto che non era a scuola. Avevo capito che non era Miss Popolarità a scuola, ma nessuno sembrava mostrare nemmeno un minimo di interesse nei suoi confronti. Continuavo a domandarmi anche perché dovevo essere proprio io a preoccuparmi per lei. Che problemi avevo? Non ero io questo. Che cosa mi succedeva?
Ero sovrappensiero e non mi accorsi di essere appena andato addosso a qualcuno, facendo cadere tutti i libri che aveva in mano.
“Scusa, scusa oddio, sono così sbadato” esclamai senza nemmeno guardare quella persona in faccia “Li raccolgo io.”
“Lascia stare, faccio io.”
La voce era familiare, il tono era freddo e scontroso. Alzai lo sguardo e vidi Annie fulminarmi con lo sguardo mentre si abbassava a raccogliere i libri.
“Sembra quasi che tu lo faccia apposta a venirmi addosso...”.
Non la lasciai finire di parlare e la abbracciai. Sentii il suo corpo esile irrigidirsi di fronte a quel mio gesto impulsivo e...inaspettato pure da parte mia. Perché lo avevo fatto? Che cazzo mi succedeva?
“Scusa io...” dissi sospirando. Era ora di cedere per una volta e scusarmi come si doveva “…Ero preoccupato per te...mi sentivo in colpa per l’altro giorno e volevo scusarmi.”
“Okay” fu la sua risposta. Sentii i nervi a fior di pelle, volevo prenderla a sberle. Perché doveva trattarmi così ogni volta che provavo a essere gentile con lei? Era una stronza fredda insensibile. Mi trattenni e feci un respiro profondo “Se è questo che vuoi...allora ciao.” dissi e mi allontanai il più veloce possibile da lei.


Scusate il ritardo, ma sono andata in montagna e non avevo internet.
Spero vi piaccia e spero di trovare qualche recensione.
A presto c:

  
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