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Autore: lightblueTommo    09/08/2013    10 recensioni
Esiste la probabilità dell'impossibile? C'è qualche limite posto tra il normale e la fantasia? E se questo ipotetico limite dovesse essere oltrepassato? Aldilà di ciò che normalmente siamo portati a pensare esiste dell'altro, pensato da molti anche come "speciale".
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Niall Horan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Stiamo camminando sul marciapiede, io e Niall l’uno di fianco all’altra e Tom cammina avanti a noi facendo passi strani, evitando le crepe come se fossero voragini nelle quali ribolle lava incandescente. Anche io lo facevo. Niall qui accanto a me ride. “Davvero?” lo guardo. “Certo! Tu non hai mai fatto una stupidaggine da bambino?” ci pensa. “Oh andiamo non ci credo.” Stringe le spalle e continua a ridere.   Arriviamo e Tom ci dirige verso le giostre. “Stai attento.” Gli raccomando. Mi guarda mele, probabilmente non se l’aspettava. Va verso lo scivolo e vedo che parla con alcuni bambini, guardandoli meglio mi accorgo che sono dei suoi compagni di scuola. Perfetto, non scoccerà per un po’ di tempo. “Mi piacerebbe sapere quella domanda..” dice vago mentre io mi siedo sull’altalena. Faccio di no con la testa. “Perché? Non ti mangio mica!” “Tu no, ci pensa la vergogna.” Sorride abbassando la testa, guarda un legnetto mentre lo tortura con il piede. “Cosa sarà mai di così terribile.” Alzo gli occhi al cielo e parlo: “La tua amica..” si inginocchia di fronte a me poggiando le mani sulle mie ginocchia per mantenersi in equilibrio. “Si chiama Amanda, ha diciannove anni come me ed è la mia migliore amica. So che anche lei è come me perché lo abbiamo scoperto insieme. Avevamo all’incirca l’età di Tom e non sapevamo perché sentivamo delle voci ‘disperse nell’aria’, pensavamo di essere malati perciò corremmo da mio fratello Greg, lui è più grande di me. Ci ha spiegato tutto e da lì abbiamo capito.” “Lui come ha fatto a capirlo?” storce il muso. “Forse ti sembrerà strano ma non gliel’ho mai chiesto.”  Si è fatto parecchio tardi, senza nemmeno accorgercene si sono fatte le 8pm e dobbiamo tornare a casa. Andiamo verso lo scivolo ma c’è un problema: Tom non c’è. mi giro verso Niall quasi come pietrificata. Non c’è. “Niall, Tom non c’è!” inizio ad agitarmi. “Calmati, sarà qui da qualche parte.” dice cingendomi le spalle con le mani per evitare di farmi continuare il dimenamento. “Tom!” urlo, Niall insieme a me. Niente. Non risponde. Non posso credere di averlo perso. “Non riesci a sentire i suoi pensieri?” si guarda intorno. Per un attimo non dice nulla, poi: “Per di là.” Indica con l’indice. Mi prende per mano e corriamo verso il chiosco. Fortunatamente lo troviamo dentro, seduto al tavolino a mangiarsi le unghie. Mi giro verso Naill e istintivamente lo abbraccio. La paura aveva preso il sopravvento e se non ci fosse stato lui non so cos’averi potuto fare. Mi avvicino verso Tom. “Perché non hai avvisto prima di venire qui?” “Non vi ho più visti e ho pensato di venire qui.” Chiudo gli occhi e li riapro nuovamente respirando profondamente. “Dai andiamo a casa.” Si alza e stavolta lo prendo per mano.
 
“Che fai non entri?” gli chiedo. “E’ meglio di no, stanno per arrivare i tuoi.” Annuisco. “Beh, grazie.” sorride. Mi avvicino e lo abbraccio nuovamente, stavolta però sono io a volerlo fare. È incerto nei movimenti ma ricambia ugualmente. “Oh, mi raccomando appena arrivano lascia che parlino da soli.” Cosa vuol dire.. mi fa l’occhiolino e va via. Chiudo la porta e trovo Tom di fronte. “Mi è simpatico il tuo amico, possiamo uscirci di nuovo.” Gli rivolgo un mezzo sorriso e mentre gli passo accanto lascio scivolare una mano sui suoi capelli. Sento girare le chiavi nella serratura e ricordando le parole di Niall trascino Tom per un braccio su in camera mia. “Ma che fai.” “Ssshh! Stai buono e non emettere alcun suono.” Tengo la porta socchiusa. “Cameron tu proprio non capisci.” Sembra furiosa. “E cosa dovrei capire? Che adesso lei viene prima di Tom? Stai trascurando nostro figlio.” Le dice con aria di sufficienza e con una punta di rabbia che lascia presagire come sia trascorsa la loro serata. “Questo proprio non puoi dirlo. Dov’eri tu quando lui aveva le sue prime crisi epilettiche? E quando ha iniziato ad andare a scuola? Beh non c’eri quindi non venire adirmi che è la sottoscritta a trascurare il figlio che abbiamo in comune.” ‘il figlio che abbiamo in comune’, i toni della discussione sono un po’ troppo accesi per i miei gusti. “Ho abbandonato Bianca per dedicarmi completamente a Tom, risultato? Mi sono persa i primi degli anni più belli della sua vita, lasciandola crescere da sola e affrontare di petto quei problemi per i quali una ragazza ha bisogno della madre, e non mi riferisco al ciclo mestruale, ma a ben altro di più importante. Sai cosa vuol dire questo per una madre? È un dolore nel petto che non andrà mai via, ecco cos’è!” sale le scale di corsa, lascio sgattaiolare Tom in camera sua mentre Cameron va via di casa sbattendo la porta. Lei entra nella mia stanza e appena si accorge che sono dietro la porta mi salta letteralmente al collo, sussurrando un leggero ma carico di significato “Mi dispiace.” 
“Posso dormire con te?” mi chiede. Annuisco sorridendo. “Mamma.” Già sotto le coperte la cerco. “Doveva essere una bella serata e invece avete litigato per colpa mia. Mi dispiace.” “No è a me che dispiace tesoro, non dovevo alzare il tono di voce e farvi sentire l’intera conversazione.” Sentiamo aprirsi la porta leggermente, e Tom spuntare nel buio. “Posso dormire con voi? ..Mi sento solo nella mia stanza.” Il letto è matrimoniale, perciò faccio spazio e lui si infila nel mezzo tra me e la mamma. Probabilmente avrò ingerito babbo natale ricoperto di zucchero filato, perché la dolcezza ha preso il sopravvento. O magari sarà la vicinanza con Niall, chissà. “Bel ragazzo.” Mi sussurra la mamma nell’orecchio. Spalanco gli occhi e arrossisco, anche in questo caso le mie guance si infiammano. 
 
Sono sveglia alle 8am. Ultimamente sono diventata mattiniera. Scendo le scale sbadigliando e una volta in cucina mi accorgo di Cameron stravaccato sul divano, sembra mi stia aspettando da parecchio. “Finalmente sei sveglia.” Comincia a rompere già di prima mattina. “Voglio scambiare qualche parola con te.” lo stai già facendo imbecille. “Cosa c’è?” si alza e gira intorno al tavolo. “Dì la verità, hai fatto il lavaggio del cervello a tua madre?” per caso fai uso di sostanze stupefacenti? “Che intendi dire?” si appoggia con i gomiti sul tavolo sistemandomisi di fronte e fissandomi mentre faccio colazione. Non mi piace essere guardata con insistenza mentre mangio, specialmente mentre mastico. “Ieri sera non ha fatto altro che alludere ud un mio possibile tradimento, tu le hai detto qualcosa?” ecco dove vuoi andare a parare, essere inutile. “Mi ha semplicemente chiesto cosa penso di te.” socchiude gli occhi per focalizzarmi meglio. “E cosa pensi di me?” “Non sono affari che ti riguardano.” Si avvicina. “Si che me mi riguardano.” “Invece no. E smettila di fissarmi mentre mangio.” Giuro che se non cessa di farlo diventerà incapace di procreare altri esseri simili a lui. “Non fare la bambina e rispondi, hai diciotto anni.” “Certo, quando ti conviene sono maggiorenne. Le ho detto chiaramente che penso che tu la tradisca.” Alza le sopracciglia e guarda altrove. Atteggiamento più che sospetto. Si agita. “Sei solo una ragazzina.” Si alza e puntandomi l’indice contro dice: “Non intrometterti in faccende che non ti riguardano. E stai ben attenta a cosa dici a tua madre.” “Mi stai minacciando?” non ti conviene, troglodita. “Ti sto solo avvertendo.” “Quello che hai detto non mi sfiora minimamente, sono solo parole buttate al vento. Anzi, stai attento perché se mi accorgo di qualcosa di sospetto farò in modo che il vostro matrimonio finisca.” Non sa cosa dire, respira impacciato e dopo poco va via di casa. Ma chi si crede di essere! Ciò che ha appena fatto ha dato la conferma a tutti i miei sospetti. Per il momento mia madre non saprà niente della discussione, ma al primo sgarro caro Cameron troverai le valigie davanti alla porta. 
Esco dalla doccia e vado in camera mia. Indosso le prime cose che mi capitano sotto gli occhi e dopo aver asciugato i capelli esco a fare una passeggiata. Beh, l’intento vero e proprio sarebbe quello di perdermi chissà dove e realizzare di essere nel paese delle meraviglie per scappare da ciò che mi circonda. “Anche da me?” sento un respiro caldo dietro l’orecchio, è chiaro mi sta dietro. Mi volto e gli sorrido. “Io ti potrei accompagnare.” Alzo entrambe le sopracciglia. “Sai dove si trova?” annuisce sicuro di sé. “Bene, ti seguo.” Mi tende un braccio e lo afferro. Iniziamo ad incamminarci e dopo un po’ mi accorgo del posto magnifico in cui mi ha portata. Sembra quasi una piccola montagna: erba alta al punto giusto, qualche fiore colorato di qua e di là, un albero maestoso che con la sua folta chioma fa una grande ombra. Il panorama è spettacolare, si riesce a vedere il sole ben alto e la città praticamente sotto i nostri piedi. Solo dopo essermi girata mi accorgo che ha qualcosa che lo fascia lungo il petto. Mi siedo sull’erba, mentre lui si distende tenendo la chitarra tra le mani. 
  “Volevo farti sentire una cosa.”



Ehilà gente! c: 
Eccoci al quinto capitolo, le cose si stanno surriscaldando un po' khgas non vedo l'ora di arrivare ai capitoli successivi così potrete capire molte cose, eheh! 
Anyway spero tanto vi sia piaciuto questo capitolo, e ovviamente che vi stia piacendo la storia c: 
Volevo ringraziare tanto chi sta seguendo la storia e chi la sta recensendo capitolo dopo capitolo e anche chi la sta solo leggendo, grazie di cuore <3 
Adesso mi dileguo lol, se volete lasciate una recensione così potrò sapere cosa ne pensate, al prossimo capitolo!
Cià belle djasvg :3 
Baci x 
  
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