Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: DestinySwagHope    09/08/2013    4 recensioni
Da piccola ho sempre creduto che ogni ragazza fosse una principessa destinata a vivere la sua favola con il suo bel principe.
Sfortunatamente col tempo ho capito che l’amore è una grande stronzata e che il principe azzurro è gay.
Ho sempre cercato di tenere l’amore alla larga da me, come se avessi costruito un muro attorno al mio cuore.
Non mi sono mai innamorata solo perché la paura di soffrire aveva totalmente condizionato la mia vita.
Stavo bene nel mio mondo fino a quando lui non è venuto a stravolgere tutto.
Che mi stia ritrasformando in una principessa?
Non lo so.
So solo che a lui il termine principe non è che gli si addica molto.
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Lui un criminale che non sa cosa significhi amare..
Lei una ragazza normale che dopo la separazione dei suoi ha smesso di credere nell’amore..
Tutto nasce grazie ad una storia, quella di Romeo e Giulietta.
Riusciranno Ronnie e Justin ad amarsi, o le loro paure prenderanno il sopravvento?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                      Yep Baby

Saaaaaalve genteee :33
Sono tornata xD
ve l'avevo detto che avevo approfittato della mancanza di internet per andare avanti con i capitoli.
Dopo questo capito non so se mi odierete, mi amerete o mi ucciderete.
Io sinceramente spero che mi amiate lol
Nel prossimo ci sarà il bacio tanto atteso..
*FaLaOlaaaaa*
Ah, ho cambiato il titolo della storia, questo mi sembrava più nadsatto :33
che dire, vedo che la mia storia ha una grandissima fan che ha commentato dal primo capitolo e che mi fa sorridere ogni volta che leggo un suo commento <3
Ringrazio tutte quelle che hanno commentato, nello scorso capitolo ho ricevuto due commenti e giuro, per me sono già tanti.
Ho sempre sognato scrivere e sentirmi fare dei complimenti per come lo faccio mi fa salire le lacrime agli occhi, sul serio.
VI ADORO.
Non ci sono altre parole per descrivervi, siete fantastiche <3
Ritorniamo alla storia se no mi perdo in chiacchiere xD
Spero che vi piaccia, perchè da qui Justin e Ronnie legheranno  tantissimo.
Perchè?
Bhè leggetelo e lo scoprirete u.u
Ah, supplico ancora qualcuna di farmi il banner o mi dia il sito per farlo, magari mi cimento io lol
Vi lascioooooo HAHAHAHHAHA
Un bacione bello Grosso
 xoxo R <3







                                                                                                                                                                  *Ronnie point of view*


Correvo, correvo il più velocemente possibile.
Le mie gambe correvano da sole, mi dicevano di scappare, di scappare da lui.
Mi aveva fatto una pura assurda, non lo avevo mai visto così.
Mi avevano detto facesse paura, di stargli alla larga, ma io personalmente non lo avevo mai visto arrabbiarsi in quel modo.
Almeno fino ad oggi.
Mi sentivo stupida, stupida perché avevo creduto che non mi avrebbe fatto del male.
Eppure posso giurare che  a casa sua, per un momento, ho visto la dolcezza nei suoi occhi quando mi incitava a parlare, ma forse quella dolcezza era solo frutto della mia immaginazione.
Mi ero fatta incantare come un’idiota dalla sua bellezza tanto da non vedere chi avevo davanti.
 Incominciai a correre più velocemente -volevo solamente ritornare a casa-  prendendo una via più corta, anche se sapevo fosse più pericolosa, e rischiando di inciampare a causa delle lacrime che mi offuscavano la vista.
Ero talmente impegnata a correre che non mi ero nemmeno accorta che stessi ancora piangendo.
Rallentai la quando notai di essere quasi arrivata a casa e mi fermai a prendere fiato mentre sentivo il cuore battere all’impazzata per la corsa.
Abitavo in un quartiere sicuro, mia madre aveva sempre voluto il meglio per me e mio fratello, ma bastava uscire dal mio quartiere per ritrovarsi nella via più famosa della città: quella dei pub e degli streep club.
Se fosse stato ancora giorno o vi fosse stata ancora un po’ di luce, non avrei avuto paura e passare per quella strada, ma essendo i primi di settembre le giornate finiscono prima e nonostante siano solo le nove c’è buio pesto come se fosse notte fonda.
Mi strinsi nel mio giubbotto  cercando di nascondermi come meglio potevo mentre superavo le zone dei pub.
Era la prima volta che passavo per quella zona sola e di notte, ed è inutile dire che restai sconvolta quando vidi ubriaconi accasciarsi sui marciapiedi, altri vomitare o persone losche che entravano con delle ragazze nei vicoli per fare solo Dio sa cosa.
Mi maledii mentalmente. Ero un asso a cacciarmi nei guai.
Potevo prendere la via principale, allungare un po’ ma arrivare tranquillamente a casa, e invece avevo preso la strada più pericolosa.
Credo di essere un’amante del pericolo.
Continuai a camminare mantenendo il passo più lento che potevo. Se mi avessero vista correre, sicuramente  non sarei passata inosservata.
Camminavo nascondendo il viso nel mio giubbotto, e tirai un sospiro di sollievo quando , dopo pochi minuti, potei incominciare a distinguere le case del mio quartiere.
Uscii la testa dal giubbotto  e accelerai nuovamente il passo convinta di essere ormai a casa, maa mentre camminavo sentii  qualcuno prendermi il polso
<< Lasciami! Justin, ho detto lasciami! – dissi convinta fosse lui, dato che l’avevo visto corrermi dietro dopo che ero scappata da casa sua- Non voglio più veder.. >> gridai cercando di liberarmi dalla presa e girandomi di scatto con la mano in aria pronta a dargli uno schiaffo, quando la mia mano venne bloccata.
Sgranai gli occhi mentre sentivo il respiro mancarmi e il cuore salire in gola.
Avrei preferito fosse stato veramente Justin.
 



                                                                                                                                                                                                                                 *Justin point of view*



Continuavo a correre a perdifiato. Sapevo già che Ronnie fosse abbastanza veloce a correre basta ricordare la notte nel bosco quando, nonostante avesse i tacchi, era riuscita a seminarmi.
Continuai a correre senza mai fermarmi  prendendo la strada che portava alla zona dei locali.Tutti in città conoscono questa zona. E’ famosa per i suoi ubriaconi, ed è una zona che io e i ragazzi conosciamo molto bene, visto le innumerevoli serate trascorse qui ad ubriacarci, ma era anche una scorciatoia per arrivare prima al quartiere di Ronnie.  Anche se avesse avuto del vantaggio su di me, prendendo questa strada le sarei sbucato davanti, tagliandole la strada principale  costringendola a parlarmi.
Non sarebbe mai stata così stupida da prendere questa strada, eppure avevo una strana sensazione,come un peso opprimente sullo stomaco.
Trattenni il respiro cercandola con lo sguardo, avevo paura le fosse successo  qualcosa, ma mi rilassai non appena vidi le luci del suo quartiere. Guardai anche la via principale, ma di lei nessuna traccia.
Sicuramente a quest’ora sarà già arrivata a casa.
Sospirai passandomi le mani tra i capelli, dandomi mentalmente del cretino per avere fatto scappare impaurita la ragazza che mi piaceva –ormai è inutile negarlo a me stesso. Mi piace Ronnie- e mi apprestai a tornare a casa, quando venni bloccato da delle grida strozzate che provenivano da un vicolo lì vicino.
Inizialmente non ci diedi importanza, pensai fosse stato sicuramente uno dei soliti ubriaconi che si divertiva con qualche puttanella, ma la voce  della ragazza mi era familiare.
Mi bloccai di colpo Sentendo un brivido percorrermi tutta la schiena quando pensai che quella ragazza potesse essere Ronnie.
Cercai di sentire meglio da dove provenivano le urla, e quando fui certo che provenissero da un vicolo alla mia destra, quasi vicino al quartiere di Ronnie, sentii il peso allo stomaco farsi più pesante.
Se le fosse successo qualcosa a causa mia non me lo sarei mai perdonato.
Iniziai a camminare verso il vicolo ed accelerai il passo sentendo l’ansia salire.
Speravo con tutto il cuore di sbagliarmi e che il mio presentimento fosse una cazzata.
Quando fui più vicino, potevo sentire oltre alle urla, i singhiozzi della ragazza e i commenti di quell’uomo su quanto grande fosse il suo seno.
Sentii il cuore battere all’impazzata e la morsa allo stomaco stringersi , e senza rendermene conto entrai correndo nel vicolo.
Quando fui dentro ad un tatto non sentii più nulla. Anche le urla che avevo sentito da fuori si erano affievolite.
Sicuramente l’uomo avrà sentito la mia presenza e avrà serrato la bocca della ragazza.
Passai la mano tra i capelli mentre camminavo a vuoto scrutando bene ogni angolo.
Stetti fermo per qualche minuto guardandomi intorno, alla disperata ricerca di qualche segnale che mi dicesse dove si fossero nascosti quell’uomo e la ragazza.
Sentii una lattina muoversi e mi voltai di scatto
<< Ronnie? Sei tu?.. >> domandai preoccupato mentre mi avvicinavo dove avevo sentito il suono.
Mi fermai  e contrassi i muscoli quando notai un’ombra avvicinarsi, ma mi rilassai quando vidi che era solo un gatto che aveva fatto cadere una lattina dal cassonetto dei rifiuti infondo al vicolo.
Stetti ancora un po’ fermo, ma poco dopo me ne andai  sbuffando.
Sarà stata solo la mia immaginazione.
Avrò pensato che quella ragazza fosse Ronnie solo perché ero preoccupato per lei.
Mi diedi mentalmente dello stupido, mentre calciavo una lattina li vicino.
Stavo quasi arrivando all’uscita del vicolo, quando mi bloccai di scatto.
Giuro d’aver sentito gridare il mio nome.
Mi guardai ancora intorno, ma non vidi nulla.
Sarà stata nuovamente colpa della mia immaginazione.
Ricominciai a camminare, e stavo quasi per uscire quando venni fermato da un altro urlo.
Mi bloccai nuovamente e ritornai indietro. Qualcuno aveva gridato nuovamente il mio nome e questa volta era troppo forte per essere frutto della mia immaginazione.
Continuai a camminare fino alla fine del vicolo quando nuovamente delle urla attirarono la mia attenzione
<< Stai zitta sgualdrinella, ho solo voglia di divertirmi un pochino.. – disse l’uomo mentre io mi avvicinavo sempre di più alla zona dove sentivo le voci-  E’ inutile che gridi il suo nome. Il tuo amichetto se ne è andato, non c’è più.. siamo solo io e te, bambolina. >>
Serrai i pugni e la mascella mentre correvo a perdifiato dietro il cassonetto della spazzatura.
Ormai non avevo più dubbi, non mi ero immaginato nulla. Era Ronnie che aveva gridato il mio nome.
Lei era in pericolo.
Arrivai dietro l’angolo e mi bloccai davanti alla scena che si presentò ai miei occhi.
Ronnie era di fronte a me in un mare di lacrime, mentre cercava di coprirsi disperatamente il seno con la sua maglietta completamente strappata mentre un uomo le guardava  avido il seno, coperto ormai solo dal reggiseno, mentre cercava di allungare una mano per toccarglielo.
Non ci vidi più dalla rabbia.
Sentivo il cuore pompare all’impazzata sangue al mio corpo mentre serravo le mani in due pugni, talmente forte, da far diventare le nocche bianche.
Passarono pochi secondi prima che mi scagliassi con violenza contro l’uomo.
<< Brutto figlio di puttana! >> gridai, mentre mi lanciavo con forza contro di lui e gli assestavo un pugno sulla mascella.
Vidi l’uomo barcollare e cadere a terra mentre si teneva la faccia.
Sentii un singhiozzo e poi un altro, mentre mi giravo verso Ronnie che si era rannicchiata ancora di più verso il muro. Cercai di avvicinarmi a lei per darle coraggio mentre sentivo un dolore allo zigomo che mi fece girare la faccia di lato.
Mi voltai dolorante,tenendomi la faccia, mentre vedevo l’uomo, che avrà avuto circa una quarantina d’anni, guardarmi male mentre si teneva il labbro sanguinante.
Cercò di colpirmi un’altra volta, ma io fui più veloce e lo schivai mentre gli assestavo vari pugno al viso e calci allo stomaco.
La mia rabbia era talmente tanta che non riuscivo a controllarmi.
L’avrei ucciso immediatamente, le immagini di lui che si avvicinava a Ronnie e cercava di toccarla erano nella mia testa e si ripetevano a nastro continuo non facendo  altro che aumentare la mia rabbia.
I gemiti di dolore dell’uomo riempirono tutto il vicolo, e avrei continuato a colpirlo, se non fossi stato bloccato da Ronnie
<< JU-JUSTIN, TI P-PREGO, BASTA, C-COSÌ LO UCCIDI! >> mi gridò allontanandomi dal corpo dell’uomo steso a terra e  tirandomi indietro per la spalla mentre scoppiava a piangere
Mi voltai verso di lei e la vidi coprirsi come meglio poteva, mentre cercava di tenermi fermo.
Dopo aver visto più da vicino lo stato in cui era ridotta, sentii il cuore battere ancora più  velocemente.
La voglia di ritornare da quell’uomo e colpirlo ancora era troppo forte.
Non meritava di vivere. Non dopo aver ridotto così Ronnie.
<> mi chiese abbracciandomi e bloccandomi, prima che io potessi avventarmi nuovamente sui suo aggressore.
Ricambiai l’abbraccio stringendola a me più forte che potevo.
Mi sentivo in colpa, era colpa mia  se le era successo tutto questo.
Se solo non avessi dato di matto, l’avrei accompagnata io e a quest’ora sarebbe a casa sua tranquilla e non qui, in questo vicolo squallido.
<< Perdonami Ronnie, perdonami.. >> le sussurrai in un orecchio stringendola ancora più forte a me, mentre la sentivo scoppiare nuovamente a piangere.
Non era così che mi ero immaginato andasse a finire la serata.

 
  
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