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Autore: BazookaChest93    09/08/2013    2 recensioni
Ritsuko Harada è una ragazza di appena 20 anni, figlia di un operaio e una casalinga costantemente preoccupati per lei poiché essa è sempre stata considerata una calamita per i guai. Sin da piccola, infatti, Ritsuko sembrava cacciarsi in pericoli molto più grandi di lei ma, nonostante tutto, riusciva sempre a cavarsela con le sue forze. Andando avanti con il tempo, in lei venne riconosciuto il dono innato di maneggiare le Armi. Tutto ciò fece sì che la ragazza, per il suo ventesimo anno di vita, si iscrisse a un'Accademia surreale; là gli studenti avevano il compito di svolgere delle missioni per migliorare le loro tecniche e, con esse, anche di potenziare le proprie e fidate Armi.
Ritsuko dovrà ambientarsi al luogo e adattarsi alle rigide regole dell'Accademia, affrontando ogni giorno prove sempre più difficili. Non considerata dai compagni di classe, riuscirà comunque a farsi delle amicizie, anche se qualcosa di strano sta per accadere...
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Kyle, l’altro giorno non ho potuto spiegarti meglio quello che ho scoperto…»
Coma e l’altro si trovavano in uno dei viali principali e frontali dell’accademia; si dirigevano a passo lento verso l’entrata dell’istituto lasciando intorno gli altri studenti che urlavano e ridevano tra di loro.
«Sì, hai ragione. Dimmi tutto.»
I due si fermarono e si spostarono dalla confusione, percorsero il viale che si trovava alla loro destra per arrivare a una panchina situata sotto un grande albero, ormai secco per via del profondo inverno. Kyle si sedette e mise le mani nelle tasche dei pantaloni, abbassò la testa e si guardò i piedi, probabilmente assunse questa posizione per via del freddo pungente che lo tormentava. Coma, dal canto suo, rimase in piedi sistemandosi gli occhiali e mettendo le braccia conserte.
«Non ho scoperto né il nome, né i membri dell’associazione, ma ho una mezza idea di quello che hanno intenzione di fare.»
«Coma, non possiamo andare avanti a ipotesi o a mezze idee…», disse frustrato Kyle mentre si alzava dalla panchina di legno e camminava agitato, ogni tanto dava anche dei calci a dei sassi della ghiaia più grossi degli altri.
«Ma questa volta so che siamo vicini alla soluzione!»
Il ragazzo dai capelli indaco alzò il volto e lo guardò inespressivo, poi sospirò e riprese a muoversi quasi freneticamente.
«Spero per te che sia qualcosa di nuovo… altrimenti non andremo mai avanti.»
Coma annuì prima di proferire di nuovo; dalla tasca estrasse un foglio bianco piegato quattro volte, lo aprì e lo porse al compagno.
«Da quanto c’è scritto qui, qualcuno dei loro sta cercando di irrompere nell’Accademia per rubare qualcosa.»
«Bene, ma cosa?!»
«Non ne ho idea… Kyle, tuo padre fa parte dell’organizzazione studentesca, giusto? Potresti chiedergli se qui vi è stato nascosto qualcosa. Però vedi di non fare il coglione come al tuo solito e farti scoprire.»
Kyle lasciò fuggire un lieve sorriso dalle sue labbra, piegò nuovamente il foglio e lo consegnò nelle mani di Coma.
«Ci proverò.»
I due tornarono verso la parte principale del giardino, entrambi con le mani in tasca; Kyle leggermente più ricurvo verso il basso e con un’espressione decisamente sofferente, Coma nella sua postura era impeccabile, poiché non era solito piegare la schiena o anche solo lasciar intravedere i suoi sentimenti.
«Oh, Coma, c’è la tua amica…»
Gli disse l’amico distrattamente; l’altro sorrise appena e Kyle rimase sconcertato, ancora una volta.
«Mi stai facendo paura, lo sai?»
«Non ci vedo niente di male, mi trovo bene con lei e lo ammetto. A differenza tua che…»
«Ah, ma sta’ zitto! Me ne vado…»
Irritato e sempre ricurvo se ne andò per la direzione opposta, affrettandosi a entrare nell’Accademia. Coma rimase lì a osservarlo e sorridere per la sua reazione; poi si voltò e, senza il bisogno di alzare la mano per salutare la ragazza, Shadow già si trovava di fronte a lui. Si sorrisero e presero a parlare del loro argomento preferito: pistole, mitragliatori, lanciarazzi, bazooka e chi più ne ha, più ne metta! Attirarono l’attenzione degli altri studenti, ma non se ne curarono, non dovevano dare spiegazioni a nessuno e nessuno avrebbe mai voluto chiedergliele.
 
 
Ritsuko si trovava nel grande Atrio, nei pressi della bacheca degli annunci. Quando gli ultimi due ragazzi se ne andarono, lei si avvicinò a questa marea di fogli e prese a leggere con l’intento di scegliere una missione da compiere. “Una mi sembra abbastanza ragionevole: ai piedi del Monte abita un uomo dall’Arma potentissima, ma è cordiale con chiunque lo vada a trovare, specialmente a chi gli offre del cibo. Se lo fate arrabbiare, scappate… però c’è scritto che ci vogliono un minimo di due studenti. Nessuno vorrà accompagnarmi.
«Hai finalmente deciso di metterti alla prova?»
La ragazza sobbalzò e urlò quasi per lo spavento, si voltò appena e si trovò a poca distanza il volto di Kyle. Egli era appoggiato alla bacheca degli annunci con l’avanbraccio sinistro, mantenendo la sua posizione ricurva portò una gamba di fronte all’altra finché non si intrecciarono. Osservava Ritsuko con un sorriso divertito e lei reggeva il suo sguardo scrutandolo in malo modo.
«Non penso possa interessarti quello che faccio io. Lasciami stare.»
«Ah, sbagliato, ragazzina… fino a prova contraria conto come un tuo insegnante, quindi mi interessa sapere a quali missioni parteciperai.»
Cazzo che palle! Non viene mai a parlarmi all’infuori delle nostre lezioni, che diavolo ci sta facendo qui?!”. Irritata, strappò il foglio della missione che aveva appena letto e glielo porse proprio di fronte agli occhi.
«Eccoti accontentato. Adesso smettila di rompere e lasciami in pace!»
La ragazza fece per andarsene ma Kyle la trattenne per il braccio; si voltò e notò che il ragazzo non aveva mai distolto lo sguardo dal foglio.
«Qui dice che servono un minimo di due partecipanti. Hai un compagno di missione?»
«Ovviamente no… se mi lasci andare, vado a cercare Shadow.»
Kyle abbassò leggermente il foglio e la osservò con un’aria molto pensierosa.
«Lasciala a Coma, ti accompagno io. Aspettami qui.»
Il ragazzo se ne andò lasciandola lì da sola e con una profonda aria di stupore. “Ma che gli salta in mente, si può sapere?!”, pensò mentre si andò a sedere in uno dei gradini delle scale che portavano al piano superiore.
Dopo svariati minuti Kyle tornò da lei con quel suo solito sorriso divertivo e ironico che Ritsuko odiava tanto.
«Ho ottenuto il permesso dal Signor Koichi, sono proprio curioso di vedere come ti comporterai!»
«Magari, invece di portargli da mangiare, posso dirgli che sarai tu il suo pranzo. Così la smetti di darmi fastidio.», gli rispose con un sorriso simile a quello del ragazzo.
 
 
Qualche ora più tardi i due erano di fronte a una specie di casetta situata proprio alla valle del Monte. Era completamente fatta in legno con una canna fumaria in pietre, sembrava molto accogliente. Era su due piani, aveva una grande veranda con una grande catasta, molto ordinata, di legna messa lì per il fuoco.
«Sembra non esserci nessuno.», disse Kyle saltando giù dal piano della veranda, superando, così, la ringhiera con la quale era recintata.
«Come può non esserci nessuno se dal camino esce del fumo? Secondo me sta dormendo…»
«Tu credi? Va’ a controllare.»
Il ragazzo le indicò la finestra del piano superiore, non era difficile raggiungerla: bastava solo arrampicarsi sul tetto della veranda. Ritsuko deglutì e passò lo sguardo dal ragazzo alla finestra; prese un gran respiro e si arrampicò su per la ringhiera, ma era troppo bassa per poter arrivare al tetto. Si alzò in punta dei piedi con molta fatica, poiché non era facile stare in equilibrio su di un piano così stretto; Kyle si sbatté forte la mano sulla faccia per assistere alla scena, questo fece innervosire la ragazza che, nel voltare la testa e guardarlo male, perse l’equilibrio e cadde. Per sua solita sfortuna, andò a sbattere proprio sul cumolo di legna; questi, a poco a poco, scivolarono giù causando un gran rumore.
«Ehi, tutto bene?!», il ragazzo balzò di là con grande agilità e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi.
«Sta’ zitto!», gli urlò con le lacrime agli occhi allontanando la mano che le aveva porto.
Prima che lui potesse ribattere, la terra iniziò a tremare lasciando i due ragazzi spiazzati.
«CHI OSA DISTURBARE IL MIO MERITATO RIPOSO?! LO UCCIDERÒ!!!»
«Brava, Frana… l’hai fatta grossa!»
Prontamente Kyle la tirò su, anche se lei non avesse accettato il suo aiuto, e la portò fuori dalla veranda, a una distanza meno pericolosa da dove si trovavano in quel momento. La fece scendere dalle sue braccia ed entrambi osservavano la casa; il boato che proveniva proprio da lì si fece molto più esteso, accompagnato da un urlo di rabbia.
«K-Kyle…? S-Si sa q-qualcosa riguardo a q-questo m-mostro…?», gli domandò lei impaurita, tremante e con gli occhi ancora lucidi.
«Cosa vuoi che ne sappia io?! Sul foglio non c’era scritto niente e non so che tipi di mostri abitino le valli. Comunque, grazie a te, lo scopriremo! Avremmo potuto ucciderlo nel sonno se solo tu…»
Improvvisamente si bloccò e fissò con gli occhi completamente sbarrati quella “cosa” che vedeva correre verso di loro. Si trattava di una specie di uomo, solamente aveva una statura decisamente molto più grande di un comune essere umano; sembrava essere più un gigante. Il ragazzo trasalì e d’istinto portò il suo braccio destro davanti a Ritsuko, come se volesse proteggerla; non distolse mai lo sguardo dal mostro, avanzò di un passò e si mise di fronte alla ragazza. Ella rimase quasi completamente immobile, stava morendo dalla paura: era paralizzata.
Subitamente Kyle, passandosi la mano sul suo bracciale dalla gemma rossa, evocò l’Arma e la tenuta da combattimento; aprendo le braccia verso l’esterno e leggermente tendenti verso il basso, poté impugnare meglio le sue spade corte e coprire ancora di più il corpo della ragazza.
«Ascoltami bene, Ritsuko! Io lo distraggo, tu devi dargli il colpo di grazia. Hai capito?! Non avere paura, ci sono io qui con te, non ti accadrà niente. Devi fidarti!»
La ragazza rimase dietro di lui, ancora tremante con le lacrime che le rigavano il viso, le sue parole  riecheggiavano nella sua testa, ma ancora non riusciva a muoversi.
…devi fidarti… devi fidarti… devi fidarti… AL DIAVOLO, RITSUKO! FA’ QUELLO CHE DICE SE VUOI SALVARTI IL CULO!
Poco a poco, la ragazza si mosse e puntò lo sguardo sulla schiena di Kyle, scosse appena la testa per riprendersi dalla paura e annuì.
«Sì! Cosa devo fare?»
Il ragazzo sorrise malizioso mentre attendeva il suo avversario.
«Guarda quell’albero là, sulla sinistra… salici sopra. Lo porterò lì sotto e, quando ti dirò di attaccare, tu sferrerai il tuo colpo più potente saltando giù. Non devi assolutamente sbagliare!»
A quelle parole Ritsuko esitò, non sapeva se ne era in grado e non sapeva nemmeno se avrebbe funzionato.
«Mi fido di te…»
La ragazza spalancò gli occhi in un’espressione di stupore, mentre Kyle le diede un’ultima occhiata voltando appena la testa, le sorrise e si lanciò all’attacco anticipando il mostro.
«SEI STATO TU A DESTARMI?!», disse il gigante non appena il ragazzo gli arrivò di fronte, lo scrutò dall’alto al basso con un’espressione estremamente furiosa; sbuffava e non pensava ad altro. «Quasi, quasi ti mangio!»
Scoppiò in una rumorosa risata mentre Kyle stava all’erta, nonostante tutto, non tolse mai quel suo sorriso così sicuro e malizioso dalle labbra.
«Sono parecchio indigesto, amico…», senza aggiungere altro, il ragazzo scattò verso il mostro colpendolo con veloci pugnalate alle gambe; questo bastò per far indietreggiare il gigante, ma poi passò al contrattacco: con lui aveva un enorme bastone e, in quel momento, lo stava agitando cercando di colpire il suo avversario.
Kyle era davvero veloce e anche il mostro, pur essendo molto grande, riusciva a percepire i suoi movimenti. Ritsuko rimase sbalordita dalla sua abilità e non riusciva a distogliere lo sguardo, come non riusciva a non pensare alle parole che il ragazzo le proferì appena prima di combattere: “mi fido di te”. Prese coraggio e forza, ora sul suo viso si poteva leggere determinazione, e non paura; passò delicatamente la sua mano sul bracciale per sfiorare appena la gemma violacea, un bagliore del medesimo colore ed ecco che anche lei evocò la propria spada e la propria Armatura. Si diresse velocemente verso l’albero che Kyle le indicò poco prima, non era molto distante; appena vi fu sotto, cercò di escogitare un modo per salire fin sulla cima e attendere il segnale del compagno. “Come faccio… come faccio… come faccio?! Calmati e pensa… non ci sono rami molto bassi, devo farmi leva con qualcosa. Ma cosa posso usare?!”, pensò mentre si guardava attorno, ma quello che vide era solo la propria Arma. Alzò lo sguardo e notò che il ragazzo stava portando il mostro in quel preciso punto: si muoveva velocemente e continuava a colpirlo alle gambe, in quel modo il gigante riusciva a fare qualche passo, sfruttò questa sua tendenza per farlo muovere verso l’albero. Astuto il ragazzo.
Va bene, sbrighiamoci! Come posso… TROVATO!”
Senza pensarci oltre, Ritsuko conficcò la propria spada nel tronco dell’albero, vi saltò sopra e, saltando ulteriormente, raggiunse con le mani un ramo basso.
Sì! Ce l’ho fatta! Ora saliamo.
Si arrampicò abbastanza velocemente e, una volta raggiunta la cima, tese la mano verso la spada; vi fu un altro bagliore violaceo e, magicamente, l’Arma tornò dalla ragazza. Non passò molto tempo che Kyle si trovava sotto al grande albero, la ragazza si alzò in piedi, pronta a colpire.
«Tieniti pronta!»
«Ci sono!», rispose lei convinta. Il gigante fece un passo indietro, ma il ragazzo lo anticipò facendosi trovare proprio dietro di lui; gli diede un forte colpo, costringendolo ad avanzare.
«ORA!»
Anche se il mostro non si trovava precisamente sotto l’albero, Ritsuko si lanciò brandendo con entrambe le mani la sua spada. Kyle, in quel brevissimo lasso di tempo, lanciò una delle due lame conficcandola proprio nella gamba dell’avversario. Questo lo fece avanzare ancora, cosicché la ragazza poté tagliargli di netto il braccio sinistro, con il quale impugnava il bastone. Il mostro urlò dal dolore e, nel mentre in cui stava per cadere, Ritsuko saltò e gli staccò la testa. Un bagliore viola avvolse sia il gigante che la ragazza, andò tutto a concentrarsi sulla spada e, debolmente, scomparve.
Un silenzio surreale si creò allo sparire dell’eco provocato dalle urla e gli gemiti di dolore; la ragazza rimase a guardare la sua spada, ancora incredula per quello che aveva fatto. Kyle si avvicinò alla gamba dell’ormai abbattuto nemico e vi estrasse la propria Arma; con un bagliore rosse fece scomparire tutto e, nel frattempo, si mosse in direzione della compagna.
«È stato difficile, ragazzina?»
Ritsuko si voltò appena prima di girarsi completamente con calma, lo guardò sconcertata; poi sorrise molto e fece comparire Arma e Armatura.
«Sono riuscita a completare una missione!», urlò alzando entrambe le braccia verso l’alto. «Ma ti rendi conto? Ho guadagnato dei punti! Adesso il Signor Koichi dovrà ricredersi… e tutto grazie a te!»
In brevissimo tempo la ragazza si lanciò tra le braccia del compagno e l’abbracciò forte senza mai smettere di sorridere. Kyle rimase parecchio spiazzato dal suo gesto, rimase immobile a fissare il vuoto con aria sorpresa, senza avere il coraggio di chiudere gli arti e stringerla come lei stava facendo con lui.
«Te ne sono davvero grata…», gli disse poi con il suo stesso sorriso staccandosi da lui. Si voltò e fece qualche passo mentre canticchiava felice ma, come la stessa mattina, Ritsuko venne bloccata dal ragazzo. Egli la tirò a sé tenendola per un polso, quando gli fu abbastanza vicina, portò l’altro suo braccio a cingerle la vita; la diresse violentemente sempre più vicina a lui e, stringendola forte, la baciò intensamente.
  
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