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Autore: Aagainst    10/08/2013    4 recensioni
Due strani omicidi apparentemente senza alcuna spiegazione. Tre ragazzini rimasti orfani. Una di loro potrebbe sapere, ma non parla.
Un passato che ritorna, un presente da vivere e un futuro da scoprire.
Curiosi? Leggete e scoprirete!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 16
-Passami un po’ di Pita, per favore.- disse Ziva a Rivka. La ragazza le passò il pane. –Ehi, tutto a posto?- le chiese l’agente dell’NCIS, notando che c’era qualcosa che non andava. –Sì, sì. Sono contenta che tu e Rabi mi stiate svaligiando la dispensa.- rispose ridacchiando. -Ehi, non esagerare. E poi di solito mi faccio portare del cibo d’asporto, per una volta che posso mangiare decentemente ne approfitto.- si schermì Rabi. –Questo è sicuro.- asserì Rivka, notando che l’uomo si era praticamente mangiato tutto. Diede un’occhiata all’ora e si incupì. –I-io… Io vado un attimo in cucina che prendo un po’ di formaggio.- annunciò. Ziva si alzò e la seguì. La prese dal braccio e la bloccò. –Che c’è?- le chiese l’amica. –Rivka, che cosa ti succede? Di me ti puoi fidare.- -Sei tu che non ti puoi fidare di me!- gridò la ragazza. Ziva si trovò spiazzata. –C-che cosa intendi dire?- chiese l’agente. Rivka abbassò lo sguardo e scoppiò a piangere. –Ehi!- la richiamò Ziva, con dolcezza. –Ho incontrato Gibbs, il tuo capo di Washington. Non volevo, Ziva, non volevo! Ma lui mi ha detto che rischiavi di morire e che rischiava di finire ammazzata anche tua nipote e un’altra ragazzina. Mi ha puntato una pistola! Io non… Io non sono forte come me!- confessò lei. Ziva l’abbracciò, sorprendendola. –Perché mi abbracci? Io… Io ti ho tradita!- le chiese Rivka. –Perché ora mi hai detto la verità. E poi, l’hai fatto per proteggermi. Ma ora devi aiutarmi ad andarmene via da qui. Quanto tempo abbiamo io e Rabi?- -Cinque minuti. Gibbs è praticamente qui.- rispose la ragazza. Ziva si precipitò in sala da pranzo e spiegò a Rabi in poche parole ciò che era successo. L’uomo cadde nel panico. –Dovremmo ammazzarla!- esclamò. Rivka si appiattì contro la parete, spaventata. –Non dire assurdità! E’ stata praticamente costretta! Ora aiutami a radunare le cose e poi filiamocela!- ordinò Ziva. Rivka, intanto, controllava che Gibbs non arrivasse. –Sta arrivando! Ci sono anche gli altri due!- esclamò. –Gli altri… Due?- chiese Ziva. –Sì, ci sono anche l’agente McGee e quell’altro, DiNazo, DiNizo…- -DiNozzo?- completò l’agente. –Esatto!-confermò Rivka. Ziva chinò il capo. Si sentiva maledettamente in colpa. –Ehi, David! Andiamo, muoviti!- la spronò Rabi. Ziva fece un bel respiro e aprì la porta. Uscirono dal retro, per non farsi scoprire. Ma i tre uomini non erano stati sprovveduti: così Ziva e Rabi si trovarono Tony davanti, con la pistola in mano. –Fine della corsa!- esclamò. –Tony, fammi passare!- intimò Ziva. –Mi dispiace Zee, ma non posso. Non fare sciocchezze e seguimi. Vedrai che si sistemerà tutto. Fidati di me.- disse DiNozzo. Ziva lo guardò, dritto negli occhi. Una lacrima le scese lungo il viso. Ma lei non se ne curò. Non troppo, almeno. –No. Perdonami.-. Estrasse dalla giacca una pistola e sparò, colpendolo alla spalla. Poi si mise a correre, seguita da Rabi.

-DiNozzo, che diamine è successo?- chiese Gibbs, preoccupato. Era stato richiamato dagli spari. –Non posso mentire. Ziva mi ha sparato.- rispose lui. –Stai scherzando?- domandò McGee, incredulo. –Vorrei, credimi, McPivellino. Vorrei.- dichiarò. Rivka li guardava, tenendosi a distanza. Jethro si voltò. E lei volle sparire. –Perché mi hai tradito?- le chiese. La ragazza lo fissò, senza indugiare. –Perché non potevo tradire me stessa e la mia storia. Mi dispiace, ma Ziva è mia amica. Lei invece ha saputo solamente usare una pistola, ingannandomi. Se cerca un colpevole, quello è lei! Ci sono mille modi per affrontare una situazione. E lei ha usato quello meno indicato. Lei ha usato la paura, Gibbs! E invece Ziva mi ha dato il coraggio.- rispose, tutto d’un fiato. Jethro annuì. Gli costava ammetterlo, ma Rivka non aveva poi tutti torti. –Comunque, posso aiutarvi a medicare la ferita del vostro amico. Se andiamo in ospedale farebbero troppe  domande. Invece ho un’amica che sa ricucire molto bene le ferite.- -Fa l’infermiera?- chiese McGee. –No, fa la sarta. Ma sa cucire anche le ferite.-. I tre uomini si guardarono, spaesati. “Se esisti, basta divertirti” pensò tra sé e sé Gibbs.

Aveva sparato all’unica persona a cui non avrebbe mai pensato di fare del male. Aveva ferito l’unica persona che aveva amato più di sé stessa, in tutta la vita. Le veniva da vomitare. E sì che aveva sparato a così tanta gente in vita sua. Ma a lui non doveva sparare. Lui non c’entrava. Lui l’amava. E ora l’avrebbe odiata per sempre. –Zee, vedrai che tutto si risolverà.- provò a rassicurarla Rabi. –Lo diceva anche lui. E poi io l’ho colpito.- affermò, mesta. –Capisco. Ma, in che rapporti siete tu e lui?- chiese l’uomo. –Lo amavo. E lui amava me. Belo schifo, eh?-. Rabi la guardò. Erano in macchina che stavano andando a cercare un luogo in cui poter passare la notte. –Lui… Lui mi ha molto aiutata in questi ultimi anni. Mi è sempre stato vicino. E io l’ho sempre dato per scontato.- singhiozzò lei. –Vedrai che ti ha già perdonata. In fin dei conti, era ovvio che non ti saresti fermata.- affermò Rabi.

-Era ovvio che non si sarebbe fermata, Gibbs!- esclamò Tony. Erano tornati in albergo da poco, dopo essere andati dall’amica di Rivka a medicare DiNozzo. Jethro se ne stava seduto, con la testa appoggiata al braccio. –Ti poteva ammazzare!- sbraitò, furioso. McGee capì che per lui era arrivato il momento di andarsene. Così si alzò e uscì dalla stanza, lasciando Gibbs e DiNozzo soli. Tony sospirò. –Non mi avrebbe mai ammazzato. Ha mirato alla spalla. Capo, abbiamo sbagliato noi.- -No, ho sbagliato io.- ammise Jethro. –C-come?- balbettò DiNozzo. –Ho sbagliato. Non sono riuscito a capire che lei fa tutto questo perché non vuole coinvolgere altre persone. Non vuole che noi ci finiamo in mezzo. E anche con quella ragazza, Rivka… Ho agito impulsivamente. Ho sbagliato anche con Rachel, Alex e Mitch: non dovevo permettere che Jenna li portasse via. Ho sbagliato, Tony. Ho sbagliato perché credevo di essere sempre perfetto. Non ho calcolato una cosa.- -Cosa?- chiese DiNozzo. –Che sono un uomo. E l’uomo non è perfetto. Ho peccato d’ego. Credevo di avere tutto sotto controllo. Ma non era così.- dichiarò. Tony sorrise: era strano sentire Gibbs ammettere i suoi errori, figurarsi poi parlare così a lungo di non avere tutto sotto controllo. Guardò fuori dalla finestra. E l’unica cosa che riuscì a pensare fu che l’amava ancora, nonostante ora avesse un buco nel braccio proprio per causa sua.

Ziva e Rabi erano arrivati nel rifugio segreto di quest’ultimo: un enorme capanno, pieno zeppo di armi. –Ma questo è un kalashnikov!- esclamò la donna, prendendo un fucile in mano. –Già. Lì ho delle granate, se ti servono.- disse l’uomo, con nonchalance. Ziva rimase sorpresa. E anche un po’ spaventata. –Da quando hai un arsenale privato?- gli chiese. –Beh, da quando tu te ne sei andata sono cambiate un bel po’ di cose qui. La mia ragazza mi ha mollato, i miei sono morti… E io mi sono rifiutato di lavorare per alcune persone. Così ho imparato ad arrangiarmi.- spiegò. –Comunque ora ti mostro dove dormirai.- le disse. Ziva lo seguì: vicino al capanno c’era una casetta. Entrarono. –Io dormirò sul divano, tu sul letto. Ehi, perché ridi?-. Ziva aveva gli occhi umidi. E pensava solo a una cosa: lui l’avrebbe perdonata di sicuro, perché loro erano una cosa sola. Erano un cuore solo.

Angolo dell'Autrice

Salve a tutti! Con questo capitolo è successa una cosa strana: non riuscivo a fermarmi! Sul serio, ho fatto fatica a smettere di scrivere! Ma sono più di 1200 parole, veniva troppo lungo altrimenti! Che ne pensate? Come nel capitolo 11 ho provato a scrivere seguendo vari punti di vista. In particolare ho voluto creare un Gibbs che scende fra gli umani e si accorge di non essere perfetto. Poi c'è Ziva, costretta a fare una cosa orribile e Tony la perdona. Anzi, fa ragionare Jethro! Insomma, mi sono impegnata, dai! Spero vi piaccia perché mi sa che è uno dei miei preferiti! 
Ringrazio
  • Alex995
  • Scrittrice In Canna
per le recensioni e poi tutti quelli che leggono. Un saluto particolare a chi ha inserito la storia nelle seguite/preferite/ricordate e anche a chi legge e non esprime mai la propria opinione. Vi invito a farlo, in modo che possa rendermi conto di come sta diventando questo mio lavoro.
Ciao, al prossimo capitolo :)
   
 
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