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Autore: mistressjane    10/08/2013    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Hermione Granger fosse sempre la stessa persona, sempre la stessa Grifondoro, ma se fosse nata 28 anni prima? Esattamente lo stesso anno di Lily, James, Sirius e di Bellatrix Black? Ecco la mia versione dei fatti in questa fanfiction! Alcuni personaggi saranno un po' OOC. Attenzione femmslash!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Hermione Granger, Lily Evans, Sirius Black
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Di nuovo un grande grazie a chi ha recensito, sentire che questa storia vi piace mi rende molto felice!

Come al solito se avete delle domande sentitevi liberi di chiedere!



Capitolo 7: Hogsmeade

Un’altra fantastica settimana con Bellatrix era quasi giunta al termine. Le ultime due settimane erano state fra le più felici della mia vita, non so come ho fatto a pensare di odiarla in tutti questi anni.

Certo non era una relazione facile. Eravamo costrette a vederci soprattutto di sera e di nascosto, e dovevo continuamente mentire ai miei amici. Non che loro sospettassero qualcosa, bastava dirgli che andavo in biblioteca, cosa che facevo anche gli altri anni e nessuno faceva domande scomode. Beh, a parte Sirius.

Non so cosa gli dava l’impressione che avessi qualcosa da nascondere, però le sue frecciatine erano sempre lì.

Remus e Lily si erano accorti della mia euforia ma preferivano godersi la “Nuova Hermione” piuttosto che tempestarmi di domande.

Anche Andromeda era molto sollevata, aveva notato che l’umore di Bellatrix era totalmente cambiato, ma che non era lo stesso degli altri anni. A volte lanciava qualche incantesimo ai Grifondoro, tanto per far vedere chi comandava, però non li tormentava più come prima.

Durante questa settimana io e Bellatrix avevamo discusso ed eravamo arrivate alla conclusione che c’era una persona che aveva il diritto di sapere, una persona che avrebbe capito e non avrebbe detto una parola a nessuno… Indovinate chi?

Rubeus Hagrid, il guardiacaccia. Era stato vicino a Bellatrix durante le settimane più difficili, si era preoccupato per lei e l’aveva aiutata. Il minimo che potevamo fare era dirgli la verità e fargli sapere che entrambe eravamo felici.

Così quella domenica mattina, mentre quasi tutti gli altri studenti erano a Hogsmeade , io e Bellatrix eravamo dirette alla sua capanna, mano nella mano.

Il giorno prima aveva nevicato e il terreno era ricoperto da un leggero strato di neve.

“Non vedo l’ora che siano le cinque…” sospirai guardando il cielo che quel giorno era azzurro pallido.

“Anch’io… Non c’è niente di meglio di una Burrobirra in una giornata così fredda”

L’inverno era ormai alle porte e anche se il sole splendeva, il vento era freddissimo e il calore non si sentiva per niente.

Ci fermammo davanti alla porta della capanna, dal camino usciva una scia di fumo che confermava la presenza del guardiacaccia.

Bellatrix alzò il pugno per bussare e mi guardò, annuii.

Toc-toc-toc.

Sentimmo Hagrid spostarsi all’interno mentre raggiungeva la porta:

“Arrivo, arrivo!” tuonò la sua voce.

La porta si aprì e il mezzo-gigante apparve. Sopra i vestiti indossava un grembiule e aveva le mani ricoperte da un paio di guanti da cucina.

“Ciao Bella! Che sorpresa, non sei a Hogs…” poi i suoi occhi si fissarono su di me “Hermione?”

Il suo sguardo continuava a fare avanti e indietro fra me, lei e le nostre mani e alla fine sembrò mettere insieme i pezzi.

“Forza entrate!”

Ci sedemmo al tavolo e Hagrid posò un vassoio di enormi biscotti davanti a noi.

“Stavo giusto facendo il the…”

Riempì tre tazze e si sedette.

“Allora?” disse “C’è qualcosa che dovete dirmi?”

“Ehm, beh… si” iniziò Bellatrix “Io e Hermione abbiamo avuto… l’occasione di parlare e…”

“E adesso stiamo insieme” conclusi prendendo la sua mano e stringendola forte.

“Ma questo è fantastico!” esclamò Hagrid alzandosi e stringendoci in un abbraccio schiaccia-ossa.

“Era ora, vero Bella?”

Bellatrix arrossì e la trovai adorabile.

“E come sta andando? L’avete detto a qualcuno?”

Scossi la testa:

“No, tu sei la prima persona a cui lo diciamo. Non vogliamo scatenare dei pettegolezzi per evitare che i genitori di Bellatrix vengano a saperlo….”

“Si capisco. Il vostro segreto è al sicuro con me!”

“Grazie Hagrid…” disse Bella.

“Certo che non deve essere facile per voi… Insomma, vedersi di nascosto e aver sempre paura che qualcuno vi possa scoprire”

“Non è facile, ma Hermione ne vale la pena” disse Bellatrix guardandomi, io le sorrisi dolcemente.

Hagrid guardò il nostro scambio di tenerezza, poi sorrise.

“Non andate a Hogsmeade?”

Da lì l’atmosfera divenne leggera e restammo con Hagrid fino all’ora di pranzo.

Verso le due lasciammo la capanna per andare in Sala Grande a pranzare. Era tardi, quindi oltre a noi c’erano altri quattro studenti. Bellatrix decise di sedersi insieme a me al tavolo dei Grifondoro e nessuno notò niente di strano.

“Ancora poche ore e saremo a Hogsmeade! Non vedo l’ora!” esclamò mentre mangiavamo “Mi sembra di poter già sentire il sapore della Burrobirra”

“Ahaha! Sai cosa mi piacerebbe fare?” dissi riempiendo i nostri bicchieri di succo di zucca.

“Qualunque cosa vuoi la faremo insieme” rispose prendendomi una mano sotto il tavolo.

Era una frase talmente dolce che se non fossimo state in mezzo alla Sala Grande l’avrei baciata all’istante.

I miei occhi si illuminarono di una luce misteriosa.

“Voglio entrare nella Stamberga Strillante” sussurrai.

Bellatrix abbassò gli occhi e si morsicò il labbro inferiore.

“Bellatrix…?” chiesi notando il suo cambiamento d’umore.

“Non lo so Hermione…”

“Ahahah!” risi “Non dirmi che hai paura?!”

“Ehi! È la casa più infestata di tutta la Gran Bretagna”

“Dai per favore! Lily non vuole entrare con me… ti prego!” le feci il muso buttando un po’ fuori il labbro inferiore.

“È una casa infestata molto rinomata nel mondo magico…”

“Dai Bella!” le strinsi forte la mano e attirai il suo sguardo “Insieme?”

Ci pensò ancora qualche secondo ma poi si arrese.

“E va bene!”

“Grazie!” le diedi un veloce bacio sulla guancia facendo attenzione a non farmi vedere “Che ne dici se andiamo sul ponte di legno?”

Il cortile fuori da quel ponte era diventato il nostro posto preferito dove vederci. Era tranquillo, si aveva una bella visuale e non passava mai nessuno.

Ci alzammo e iniziammo a incamminarci verso il ponte di legno.

“Uhff! Posso avere un bacio adesso?” chiese quando si fu seduta sul prato.

“Non c’è bisogno di chiedere” dissi sedendomi in braccio a lei e spingendola finché non fu sdraiata.

Le nostre labbra si unirono, all’inizio lentamente, poi con più passione. Dischiuse le sue labbra per accogliere la mia lingua e subito iniziammo una battaglia. Le sue mani si persero nei miei capelli, attirandomi sempre più vicina.

Dei passi interruppero il nostro scambio e immediatamente mi alzai e mi risistemai i capelli.

Era un gruppo di Tassorosso del quarto anno che tornava da Hogsmeade.

“Stanno già tornando?” chiese Bellatrix guardandoli “Che ore sono?”

Guardai il cielo e notai che il sole era basso e ancora più piccolo.

“Non lo so ma non deve mancare molto alle cinque… Quanto tempo abbiamo passato a limonare?” chiesi sorridendo.

Quando arrivammo al cortile dell’orologio scoprimmo che erano quasi le cinque.

“Come vola il tempo… Dai andiamo!”

Al villaggio tutto era tranquillo, come previsto la maggior parte degli studenti era già tornata al castello.

Nei Tre Manici di Scopa c’erano solo un gruppo di Serpeverde del settimo anno che stava uscendo e alcuni professori che parlavano con Madama Rosmerta.

“Ehi Black!” disse un Serpeverde quando ci passò in parte “Che ci fai in giro con una Mezzosangue?” si vedeva che probabilmente aveva bevuto troppe Burrobirre “Vieni con me invece…” disse mettendole una mano sulla spalla.

“Toglimi le mani di dosso Selwyn, prima che ti faccia pentire di essere strisciato fuori dal tuo buco” sibilò Bellatrix “Quello che faccio e con chi lo faccio sono affari miei e ora vattene”

“Mmm… qualcuno è agitato, molto bene…”

Selwyn fece per toccarle il viso ma uno dei suoi compagni lo fermò:

“Ti conviene ascoltarla Seltan. Credimi, non ci tieni a farti sconfiggere da lei in un duello e noi non ci teniamo a raccogliere i tuoi pezzi una volta che ha finito con te” disse il biondo.

Selwyn ritirò la sua mano.

“Bravo Malfoy. Vedo che in fondo qualcosa in testa ce l’hai” disse Bellatrix.

Il ragazzo annuì e il gruppo uscì dal locale. Prima che la porta si chiudesse però notai che l’ultimo Serpeverde, un ragazzo dai capelli castani, si girò per guardare Bellatrix, che intanto si stava avvicinando al bancone.

“Due Burrobirre, grazie”

Ci sedemmo a un tavolo e iniziammo a sorseggiare le nostre bevande.

“Chi erano quelli?” chiesi a Bellatrix.

“Solo alcuni del settimo anno… Due di loro capiscono qualcosa, ma gli altri sono solo delle capre…”

“Il biondo, Malfoy, è uno di loro?”

“Si” annuì “Lui non è male, a volte penso che mia sorella Narcissa abbia una cotta per lui… l’altro è Lestrange, quello con i capelli castani… tolti loro due gli altri sono degli imbecilli”

“Buonasera signorina Black, signorina Granger” ci salutò Lumacorno avvicinandosi.

La Mcgranitt era subito dietro di lui e ci stava lanciando delle occhiate dubbiose.

“Professore”

“Che bello vedervi insieme! Guarda Minerva, le mie cene funzionano. Immagino che siate qui in amicizia?”

“Si” rispose Bellatrix “Eravamo sedute vicine alla sua cena professore e abbiamo scoperto degli interessi in comune”

La McGranitt continuò a guardare male Bellatrix, lei eccelleva in Trasfigurazione, anche se la professoressa non le stava simpatica. La ragazza amava esibirsi.

Poco dopo i professori se ne andarono e noi finimmo le nostre Burrobirre.

Fuori dal locale l’aria era fredda, la luna nel cielo era piena e la notte era perfetta. Avevamo fatto un giro da Zonko e da Mielandia e adesso mancava solo un posto.

“Bella? Cosa mi avevi promesso oggi?” chiesi prendendo un ape frizzola e mettendogliela fra le labbra.

“Dobbiamo proprio?”

Ormai eravamo alla recinzione che circondava la Stamberga Strillante. Mi sedetti su una roccia e Bellatrix mi imitò.

“Sei pronta a entrare?” sollevai una mano e le spostai un ricciolo che le era caduto sugli occhi.

Bellatrix scosse la testa.

“Dai… Sai che non permetterei mai che qualcosa accadesse alla mia ragazza”

Appena le parole lasciarono le mie labbra mi coprii la bocca con la mano. Bellatrix invece si illuminò.

“Quindi io sarei la tua ragazza?” chiese con occhi scintillanti.

“Ehm… Beh, stiamo insieme da un po’ e… solo se tu lo vuoi essere” dissi guardandomi le scarpe.

Lei mi sollevò il mento con un dito.

“Mi piacerebbe moltissimo”

Mi diede un bacio e poi continuò:

“Allora entriamo in questa Stamberga Strillante o no?”

Mi alzai e le presi una mano, poi sotto la luna piena la guardai attentamente.

“Sei bellissima, lo sai?” dissi sfiorandole il viso.

“Anche tu Mione” mi diede un leggerissimo bacio.

“Bella ti ho mai detto che ti amo?”

“No, ma ti amo anch’io”

Ci baciammo di nuovo, trasmettendo nel bacio tutte le nostre emozioni.

Dopo quella che parve un’infinità iniziammo a camminare verso la Stamberga. La luna piena creava degli effetti strani e quando fummo vicine alla porta sentimmo un forte rumore provenire dall’interno, seguito da una specie di ululato.

“Oh Merlino…” sussurrò mettendo una mano sulla maniglia “Sei sicura di voler entrare?”

Annuii, sapevo di non aver niente da temere. Accanto a me c’era Bellatrix Black, non uno studente mediocre che non sapeva da che parte prendere la bacchetta. Eravamo due delle studentesse migliori.

“Ok allora. Tira fuori la bacchetta”

La estrassi e subito feci un po’ di luce:

“Lumos”

Bellatrix aprì la porta. All’interno c’era un corridoio sul quale si affacciavano diverse stanze. Le pareti e i pavimenti erano rovinati, come se fosse passato un branco di centauri inferociti.

All’improvviso sentimmo il rumore di qualcosa che si rompeva e un cane abbaiare.

“Veniva dal piano di sopra…” sussurrai prendendole la mano per avvicinarla a me.

Entrambe guardammo verso le scale. Erano strette e alcuni gradini erano rotti. Prendemmo qualche passo avanti e la porta sbatté dietro di noi, chiudendo fuori la luce della luna.

Ci fermammo davanti al primo gradino e mi voltai a guardarla:

“Bellatrix, qualsiasi cosa ci sia di sopra, io ti amo”

“Anch’io Hermione. Non dimenticarlo mai”

Mi avvicinai al suo viso e la baciai ancora. Subito però sentimmo il ringhiare di un cane.

Mi girai e, fermo sulla soglia di una delle stanze, c’era un enorme cane nero. I suoi occhi erano grandi e, con la fioca luce delle nostre bacchette, riuscii a vedere che erano concentrati su di me e sulla mia mano che teneva vicina Bellatrix.

“B-Bella… pensi che quello sia il… il Gramo?” sussurrai per non agitare il cane che stava ancora ringhiando.

“Il Gramo non esiste…”

Il cane abbaiò e subito dopo iniziò a correre verso di noi, mostrando le zanne.

“Attenta!” urlò Bellatrix.

Mi diede una spinta proprio prima che il cane mi colpisse e caddi a pancia in giù poco più in là. Sentii il legno del pavimento tagliarmi una guancia ma non ci feci molto caso.

“AAAHHH!”

Mi voltai e con orrore vidi che il Gramo aveva morsicato Bellatrix e ora la sua coscia stava sanguinando.

“NO!” urlai al cane che stava per attaccarla di nuovo.

Il mio urlo non lo fermò ma diede tempo a Bellatrix di alzare la bacchetta:

“PROTEGO!”

Il cane rimbalzò all’indietro ma fu di nuovo sulle zampe in meno di un secondo.

Mi alzai e raccolsi la mia bacchetta, poi corsi da Bellatrix e le feci da scudo.

“STUPEFICIUM!”

Il cane evitò con un balzo il mio incantesimo e fu subito pronto ad attaccare.

“EXPULSO!” urlò Bellatrix da dietro di me.

Questa volta lo colpì ma non fu sufficiente a farlo desistere.

Stava per saltare nuovamente ma prima che potesse raggiungerci urlai:

“IMPEDIMENTA!”

L’incantesimo colpì il Gramo in pieno petto e lo spedì direttamente contro al muro, dal rumore che fece dedussi che la sua zampa anteriore sinistra si fosse rotta. Questa volta rimase a terra e ne approfittammo per fuggire.

Quando fummo abbastanza distanti dalla Stamberga Strillante feci sedere Bellatrix sul terreno e mi inginocchiai davanti a lei. La neve si riempì di liquido rosso, il suo sangue.

“Oh Dio…”

Misi una mano sopra la ferita e Bellatrix si irrigidì.

“Scusami, Bella. Scusami tanto” dissi con le lacrime agli occhi “Avrei dovuto ascoltarti, è stata una bruttissima idea”

Ormai avevo iniziato a piangere, la vista della sua ferita sanguinante e sapere che era colpa mia, mi aveva spezzato il cuore. Era chiaro che le stava facendo male, anche se cercava di non darlo a vedere.

“Hermione” mi chiamò “Hermione guardami”

Alzai lo sguardo e lei mi sorrise debolmente.

“Non è colpa tua, non potevi sapere ciò che c’era dentro quella casa. Non do la colpa a te, non potrei mai. Ricordi cosa ti ho detto prima? Ti amo, non dimenticarlo”

Si irrigidì di nuovo e più sangue uscì dalla ferita.

“Devo fermare il sangue” dissi guardando la sua gamba “Brucerà un po’. Sei pronta?”

Lei annuì e si morsicò il labbro inferiore.

Facendo attenzione strappai i pantaloni della sua divisa, la pelle intorno alla ferita era candida, ma adesso non avevo tempo per pensare a queste cose. presi la bacchetta e la appoggiai delicatamente sul taglio.

“Vulnera Sanentur” Bellatrix strinse forte la neve con le mani “Vulnera Sanentur”

Pian piano il sangue smise di uscire e la ferita si richiuse.

“Farà ancora un po’ male, ma almeno il sangue ha smesso di uscire… scusami ancora” mi alzai e le tesi una mano “Ce la fai ad alzarti?”

Lei annuì e prese la mia mano per aiutarsi ad alzarsi da terra.

“Come stai?”

“Beh, a parte il fatto che il morso brucia e che i miei vestiti sono pieni di sangue, direi bene”

Sentii le lacrime rigarmi il viso e subito dopo le sue dita le asciugarono.

“Ehi, non è colpa tua… forza, torniamo al castello”

Dopo un bel po’ di tempo riuscimmo ad arrivare al castello. Bellatrix zoppicava leggermente, ma per il resto stava bene.

“Sei sicura di riuscire a camminare da sola?” le chiesi quando entrammo.

“Si non ti preoccupare, non sto morendo!”

“Ti amo Bellatrix” le diedi un bacio leggerissimo.

“Ti amo anch’io Mione” mi accarezzò una guancia “Ci vediamo domani”

Annuii e andammo nei nostri dormitori, fuori intanto aveva ricominciato a nevicare.

Angolo Autrice:

Questo capitolo è leggermente più lungo degli altri. Spero vi sia piaciuto, fatemelo sapere!
 
  
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