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Autore: kibachan    18/02/2008    2 recensioni
"Iniziò a camminare distrattamente…. Si sentiva sola…. Troppo sola…"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Claire Bennet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era arrabbiata….. era arrabbiata, furiosa, furibonda!

Claire stesa sul letto scalciò con forza uno degli orsetti di peluche che vi riposava sopra mandandolo contro la finestra e scattò in piedi come se il materasso pungesse.
Ogni minuto di più che passava in quella città, praticamente segregata in quella casa, contribuiva a farle salire la bile.

Odiava quella casa, odiava quella camera, odiava New York!

Ma perché avevano dovuto abbandonare non solo Odessa ma addirittura il Texas!?
Perché aveva dovuto di nuovo cambiare casa, cambiare scuola, cambiare nome, cambiare tutto???
Perché doveva vivere in fuga??
Perché non poteva avere una vita normale? ESSERE  normale… perché…

-ti odio papà…- disse sussurrando alla parete..

diceva che lo faceva per il suo bene, per la sua protezione… ma da cosa la voleva proteggere? Non si era neanche degnato di spiegarglielo (come al solito) e lei era a dir poco furibonda per questo!
Sylar, l’unico essere sulla faccia della terra che fosse in grado di farle del male, era sparito…. Quindi da cosa ancora stava scappando? Da cosa si stava nascondendo?

E in più era sola.
Maledettamente sola.
Lui era sempre alla compagnia, e tanto meglio così perché era arrivata a detestare il sorrisetto tenero costruito ad arte con cui deviava la conversazione appena lei cominciava a fare domanda su cosa diavolo stessero facendo lì.
Sua madre aveva trovato come unico rimedio per mantenere l’equilibrio psichico dopo il mare di notizie allucinanti (tipo: tua figlia è praticamente immortale) che le erano piombate addosso, quello di chiudersi ancora di più nel suo mondo dorato e infiocchettato e di dedicarsi anima e corpo a Mister Babbani…. Molto più di prima se mai la cosa fosse possibile..
Layl direttamente aveva smesso di rivolgerle le parola dopo il loro terzo trasferimento…. Ora si limitava a guardarla con odio di tanto in tanto considerandola la causa di tutti i suoi problemi
Infine c’era Peter… morto, esploso, disintegrato e….. non sapeva più come dirselo…
Continuava a perseguitarla il pensiero (o forse il desiderio) che lui fosse ancora vivo e questo la faceva infuriare ancora di più con se stessa…

-smettila! Smettila di attaccarti a lui!- si urlò guardandosi allo specchio
-è morto!!! È morto lo vuoi capire!!! Smettila di pensarlo! Non tornerà più… non verrà più a salvarti….- vide nel riflesso una lacrima che le attraversava il viso.... e con rabbia sferrò un pugno violento allo specchio mandandolo in frantumi…
gli schizzi di sangue dalla mano le arrivarono fino in faccia…

-Claire tesoro tutto bene? Ho sentito un rumore!- la voce della madre quasi non la raggiunse…

osservò con odio i tagli sulle sue nocche richiudersi i pezzi di vetro venir via da soli e cadere a terra… sbuffò stizzita e afferrò la giacca…
non ce la faceva più a stare chiusa lì dentro. Al diavolo suo padre sarebbe uscita.


Si buttò in strada di getto e respirò forte il profumo del freddo inverno di New York. Il vento le alzò i capelli in aria..
-un altro minuto in quella casa e mi sarebbe venuta un ulcera- sospirò….

Iniziò a camminare distrattamente…. Si sentiva sola…. Troppo sola…
Un ragazzo le sfrecciò davanti in bicicletta… e vedendolo… le venne in mente che solo un anno prima… quando aveva scoperto di non essere normale.. e si era sentita esattamente come adesso: sola e abbandonata…. C’era stata una persona..
Si una persona che come quel ragazzo di prima girava in bicicletta, e aveva perennemente le cuffie nelle orecchie, e si portava dietro una telecamera…
Una persona, che le era stata accanto… che l’aveva vista buttarsi da un impalcatura, rimettersi a posto le vertebre con le mani….e le aveva detto che non era anormale…. Ma speciale!
Sorrise tristemente tra se… si…. C’era stata una persona così…
E forse era quella che le mancava più di tutte.
Più del papà affettuoso che lavorava alla fabbrica di scatole
Più della mamma bizzarra con cui preparava i dolci
Più del fratellino dispettoso con cui si faceva gli scherzi
E forse…. Più del ragazzo, dello zio, che più adorava al mondo…
Si…. Più di tutti le mancava Zack….

Una nuova lacrima le bagnò il viso
Anche lui lo aveva abbandonato ad Odessa…. Insieme alla sua vecchia vita
E probabilmente… come Layl, si sentiva tradito…. E la odiava anche lui…
Un’altra lacrima…
Alzò lo sguardo per meglio asciugarsi gli occhi….. e rimase come pietrificata…
Davanti a lei…
A forse… 10 metri…
Un ragazzo non troppo alto, forse troppo magro, con i capelli castani, le cuffie del walkman appese intorno al collo e una telecamera attaccata alla cintura dei jeans che glieli tirava leggermente verso il basso scoprendogli l’elastico dei boxer, si rigirava in mano una cartina più grossa di lui….. tentando di dargli un senso leggibile…
Claire spalancò la bocca stupefatta in un’espressione anche un po’ ridicola.
Era un brutto scherzo della sua immaginazione?
O era vero?
Quello era….. era Zack!!! Si! Era proprio Zack non c’era dubbio!!!!

-ma….ma cosa… cosa ci fa…- balbettò confusa non riuscendo ad impartire ordini ai suoi piedi…

Zack accartocciò la cartina con un gesto di stizza e si grattò la testa come per cavarne fuori un idea… poi si voltò… e la vide…
Dopo un breve istante di sorpresa un sorriso da orecchio a orecchio si allargò sul suo viso e le si avvicinò con una breve corsetta

-Claire! Dio mio sei tu! quanto tempo!- esclamò
-che fortuna incontrarti per strada, non ci avrei mai sperato!! Sono una frana con le partine, mi stupisco di essere riuscito ad arrivare fin qui da solo!- l’aveva travolta con un fiume di parole…. Come faceva sempre… ma poi si accorse che la ragazza non accennava a dare cenni di vita e rimaneva immobile con la bocca aperta a fissarlo…

Claire era sconvolta…. Il suo cervello non mandava alcun impulso…
Zack a quel punto arrossì vistosamente…
- Claire… chiudi quella bocca ti ci entreranno le mosche…- la prese timidamente in giro…
la ragazza si ridestò improvvisamente dal torpore…. Sorrise incredula…
-Zack…. Sei proprio tu…. cosa ci fai qui…?- chiese

-come sarebbe a dire che ci faccio qui?! Sono venuto a cercarti no?? Sei sparita!- esclamò lui piccato…. Poi tossicchiò vedendola arrossire e assumere la sua adorabile espressione imbronciata da “non è stata colpa mia”
-e poi…. Si insomma… nel caso in cui avessi bisogno di una mano… sai…. Come ai vecchi tempi- le sorrise sornione…

Claire non riusciva a crederci…. Se quello era un sogno sperava di non svegliarsi mai… era lì… davanti a lei… e non la odiava…

Ma come…. Cioè come hai fatto a…- balbettò

-trovarti??- le venne in aiuto lui

Claire annuì con forza… non riusciva a pensare che sua padre avesse dimenticato in giro tracce così evidenti da permettere a un normalissimo ragazzo di rintracciarli

-bhè…- rispose Zack
-ti ricordi quello strano caccia spiriti che ti aveva regalato quel tipo che lavorava con tuo padre a Odessa?...... bhè lo hai dimenticato attaccato alla finestra…. Così… bhè l’ho usato io…. E l’ho chiamato- ammise con un sorrisetto bastardo
-lui si ricordava di me…. Diceva di avermi cancellato la memoria una volta… bhè comunque…. Mi ha spifferato il tuo indirizzo di New York…. Ed eccomi qui!- concluse entusiasta…

Claire rilasciò un sospiro. Aveva chiamato l’haitiano… aveva rischiato così tanto…. Solo per venire da lei… abbassò la testa di scatto per cercare di trattenere le lacrime… questa volta di gioia… che minacciavano di scendergli…

Zack la guardò con un sopracciglio inarcato
-bhè? Non sei neanche un po’ contenta di vedermi?- le disse
-credevo…- ma Claire non gli lasciò terminare la frase e praticamente gli si gettò tra le braccia stringendolo intorno al torace con tutta la forza che aveva.
Zack rimase un attimo immobile, con le braccia leggermente alzate, a guardarla un po’ sorpreso.
Poi sorrise e ricambiò l’abbraccio.
Claire premette ancor di più il viso contro il suo petto, e sospirando sulla sua maglietta sorrise…
Era incredibile….. meraviglioso….
E impensabile quella mattina…
Eppure ora, lì, tra le braccia di Zack, si sentiva finalmente a casa….




  
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