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Autore: Salice_    11/08/2013    5 recensioni
SEQUEL di "Il mio cuore è gelido come l'inverno."
Sono passati sei mesi dalla battaglia finale contro Deep Blue e, da quel giorno, Zakuro non ha mai più visto Kisshu, l'alieno del quale è perdutamente innamorata.
Ma il destino, burattinaio maldestro, li farà rincontrare, divertendosi a spezzare e riallacciare le vite dei due amanti.
Con un nuovo e potente nemico da fronteggiare, la storia d'amore tra la Mew Lupo e l'alieno dagli occhi dorati prosegue.
Kisshu sbatté violentemente la ragazza contro il muro, i suoi occhi dai tratti felini illuminati dalla rabbia e dal rancore.
- Come puoi far finta di nulla, Zakuro?! – urlò esasperato. – Sono sei mesi, sei fottutissimi mesi che non ci vediamo, sei sparita dalla mia vita, mi hai fatto star male come un cane e hai ancora il coraggio di guardarmi negli occhi dicendomi una cosa del genere?! Tu mi fai schifo! –
Zakuro, per tutta risposta, si sollevò dalla parete contro la quale era stata spinta, e assestò uno schiaffo secco sulla guancia dell’alieno; questo si portò una mano alla parte lesa, guardando Zakuro stupefatto.
- Sei solo un idiota, Kisshu. -
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maschere e pioggia.'
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E ritorno da te.

- Kisshu! – riuscì a mormorare Zakuro dopo alcuni istanti di smarrimento.
Kisshu era lì che la osservava, i capelli verdi scarmigliati raccolti nei suoi soliti codini; indossava gli abiti alieni e le labbra sottili erano stirate in una smorfia di preoccupazione. Gli occhi dorati, però, sembravano animati da un sentimento discordante: trafiggevano Zakuro come se volessero comunicare con l’anima della ragazza, la fissavano come se l’alieno non riuscisse a saziarsi della presenza della Mew Lupo e cercasse di assorbire quanto più poteva di lei.

Il resto della squadra si era rialzato dalle macerie e si avvicinava lentamente ai due, lasciandosi andare ad esclamazioni incredule sul ritorno del compagno.
Kisshu, però, aveva occhi solo per Zakuro. La aiutò a mettersi a sedere e rimase inginocchiato accanto a lei, accarezzandole il volto segnato dai graffi con la sua mano affusolata, senza mai distogliere lo sguardo da quei pozzi blu.
- Stai bene? – sussurrò Kisshu, lasciando le che sue dita si impigliassero fra i capelli viola di Zakuro.
- Ora che ci sei sì. –
D’impeto i due si strinsero in un abbraccio che voleva dire molte cose, che cercava di dar voce a tutte le domande inespresse poste in tutti quei mesi; quell’abbraccio era rassicurazione, gioia, tenerezza, e forse qualcosa di più. Kisshu strinse a sé Zakuro con forza, come se avesse paura di perderla per sempre se solo avesse allentato la stretta. I polmoni della ragazza si riempirono dell’odore di Kisshu, di quell’odore di pioggia, mare e libertà che tanto amava.
E le parole sgorgarono dalle sue labbra prima che lei se ne rendesse conto.

- Perché sei tornato? –
Non “Perché te ne sei andato?”, no; a Zakuro importava solo il motivo della sua presenza lì, sul campo di battaglia. Lì, fra le sue braccia.
- Non potevo sopportare che tu affrontassi la sfida più ardua della tua vita senza di me. Non potevo permettere che tu ti affidassi solamente al destino. –
E con quelle parole lo sguardo di Kisshu si spostò verso un punto imprecisato sopra alla spalla di Zakuro. Lei e il resto della squadra seguirono la direzione dettata da quegli occhi dorati, trovandosi davanti al corpo di Cordelia, esanime e apparentemente privo di  vita. L’aliena giaceva a terra in una pozza di sangue, uno dei Sai di Kisshu conficcato nella schiena.
- E’ morta? – mormorò Ichigo senza riuscire a distogliere lo sguardo dal corpo della sua nemica.
- Lo spero. – rispose Kisshu senza guardarla. Dopodiché tornò a fissare Zakuro: - Ero terrorizzato all’idea che dovessi andare incontro alla morte seguendo le parole di quella profezia; se l’Acqua Mew che ho consegnato a mia madre non avesse funzionato non sarei mai riuscito a perdonarmi. Per questo ho deciso di agire. –
Pie, Minto e Ichigo riportarono la loro attenzione su Cordelia, sdraiata a pancia in giù sull’asfalto, come se avessero paura che la ragazza potesse rialzarsi da un momento all’altro. Purin, Taruto e Retasu rimasero educatamente in disparte, sentendosi a disagio in un’atmosfera così intima com’era quella che circondava Kisshu e Zakuro in quel momento.
- Potrai mai perdonarmi per essermene andato? – mormorò Kisshu prendendo delicatamente il volto di Zakuro fra le mani.
- L’importante è che ora tu sia qui. Sono felice che tu abbia avuto la forza di tornare. –

- E di restare. –
Con quelle semplici parole era come se i due avessero appena firmato un contratto inviolabile; Zakuro sapeva che Kisshu non se ne sarebbe più andato, ed era altrettanto certa che lei sarebbe rimasta sempre al suo fianco, nonostante tutto.
Kisshu affondò il volto nell’incavo del collo di lei, stringendola nuovamente a sé, e sussurrò: - Non ti lascerò mai più. –
Zakuro si limitò ad annuire, dopodiché chiuse gli occhi e appoggiò la guancia ai capelli verdi di Kisshu, beandosi della sua presenza e del calore che il suo corpo le donava.
Un avvenimento improvviso però riuscì a distruggere quel momento di tenerezza: Cordelia si era mossa.

Gli occhi di tutti i presenti saettarono su di lei, mentre il panico si dipingeva sui loro volti. Cordelia, tremando da capo a piedi, si mise in ginocchio, alzando lo sguardo color ghiaccio sui suoi nemici. L’arma di Kisshu era ancora conficcata nella sua schiena e l’abitino blu era completamente imbrattato di sangue, ma l’aliena era viva e più furiosa che mai.
- Ma come è possibile? – mormorò Mew Purin indietreggiando di alcuni passi.
Negli occhi di Cordelia, oltre che la furia cieca, dimorava anche la sorpresa: non riusciva a spiegarsi come, dopo aver ricevuto un colpo mortale, potesse essere ancora in vita.
- Tu! – ringhiò incrociando lo sguardo dorato di Kisshu, che nel mentre si era posizionato di fronte a Zakuro per proteggerla, -
Hai cercato di uccidermi! –
- Ammetto di averci provato, sì. – rispose Kisshu recuperando il suo proverbiale sarcasmo.
- Ma non ci sei riuscito. – continuò Cordelia alzandosi in piedi – Voi sciocchi non potete niente contro di me, niente! Sono persino più forte della morte. –
Zakuro si rialzò e tentò di schierarsi assieme ai suoi compagni, ma Kisshu la teneva ostinatamente nascosta dietro di sé; evidentemente, anche lui aveva capito che, dopo quell’inutile tentativo, rimaneva soltanto un modo per uccidere Cordelia.
- Me la pagherete! – urlò ancora Cordelia, lo sguardo reso folle da una luce inquietante che le illuminava il volto, prima di lanciarsi su Kisshu.
L’alieno rispose all’attacco appena in tempo, richiamando l’ultimo dei suoi Sai, e gettandosi in un corpo a corpo.
- Presto, dobbiamo aiutarlo! – si fece sentire Minto, spiccando il volo verso i due combattenti. Il resto della squadra la seguì, fatta eccezione per due persone.
Zakuro incrociò lo sguardo roseo della sua leader, la quale pareva preda di un dolore invisibile.

- Zakuro… - cominciò Mew Ichigo, ma la Mew Lupo la interruppe.
- Sapevamo da subito che sarebbe dovuto succedere. – affermò con decisione – Il tentativo di Kisshu non poteva funzionare, non finché una parte di Deep Blue vive in me. So quello che devo fare. –
Ichigo non sembrava convinta delle parole di Zakuro, ma non ebbe tempo di replicare: la battaglia si era spostata a terra e la Mew Neko fu costretta ad intervenire.
Zakuro avanzò qualche passo vacillante, ma subito Kisshu le fu addosso e la bloccò per le braccia.
- Zakuro, lascia fare a me! – gridò, ma una nota di panico nella voce dell’alieno tradì la sua disperazione.
Sembrava che Kisshu fosse deciso a fare di tutto pur di evitare il sacrificio di Zakuro.

- Kisshu, hai sentito la profezia! – urlò di rimando la ragazza divincolandosi dalla stretta dell’alieno – Finché io non anniento ciò che rimane di Deep Blue, qualsiasi attacco non sarà in grado di uccidere Cordelia! –
Zakuro si voltò in modo da guardare negli occhi Kisshu, che lasciò cadere la sua arma a terra.
- Ho l’Acqua Mew che mi hai dato, è tutto studiato nei minimi dettagli! – spiegò lei, forse più per convincere se stessa che Kisshu. Il momento della verità era vicino.
- No Zakuro! – si impuntò l’alieno rafforzando la presa sulle braccia della ragazza. – Non rischierò di perderti di nuovo! –
- Lasciami! – urlò Zakuro, mentre la disperazione cominciava a sopraffarla. Si voltò e vide i suoi compagni cercare di tenere testa a Cordelia, che sembrava più forte che mai. Mew Minto era a terra, esausta, e Taruto era appena stato colpito al volto dal gatto a nove code di Cordelia. Qualsiasi cosa cercassero di fare Mew Mew e alieni insieme non era sufficiente di fronte alla furia omicida della sovrana di Edren.
“Devo farlo.”

Zakuro avvertì la stretta di Kisshu sulle sue braccia allentarsi, fino ad abbandonarla del tutto; evidentemente, l’alieno aveva creduto di essere riuscito a farla desistere dal suo obiettivo. La Mew Lupo richiamò mentalmente tutto il suo coraggio e le sue forze, mentre attendeva il momento migliore per agire. La sua mano sinistra corse inconsciamente alla tasca dei pantaloncini viola, dove si trovava il contenitore con una singola goccia di Acqua Mew.
Cordelia, il Sai di Kisshu ancora piantato nella schiena, continuava a menare fendenti sul Mew Team, i lineamenti del suo bel volto deturpati dall’ira.
Kisshu si portò al fianco di Zakuro, ipnotizzato dall’immagine della loro nemica che dimostrava una forza e una capacità di combattimento invidiabili.

La Mew Lupo attese. Non poteva permettersi di compiere passi falsi, non in quel momento.
Cordelia se la stava vedendo con Mew Ichigo e, nonostante la leader delle Mew Mew le stesse dando del filo da torcere, la superiorità dell’aliena era troppo evidente.
Zakuro attese che Kisshu fosse completamente rapito dalla battaglia che infuriava attorno a loro prima di agire.

“E’ il momento.”
Con estrema rapidità la ragazza si abbassò e raccolse il Sai di Kisshu da terra, dopodiché balzò alcuni metri più in là. Questa azione non durò che pochissimi secondi, ma furono più che sufficienti per permettere a Zakuro di allontanarsi da Kisshu. L’alieno si era accorto con un impercettibile ma imperdonabile ritardo delle mosse dell’amata e non era riuscito a fermarla. In quel momento la fissava ad occhi sgranati senza avvicinarsi, come se avesse paura che un suo minimo gesto potesse scatenare un’azione irreversibile. Tese una mano leggermente tremante verso Zakuro, prima di esclamare: - Zakuro, ti prego, metti giù quell’affare e torna qua! –

Ma la ragazza non rispose; si limitò a guardarlo negli occhi, con uno sguardo che aveva tutta l’intenzione di chiedere perdono per le sue azioni, prima di alzare l’arma che brandiva in mano.
- Zakuro, non farlo! –
L’urlo di Kisshu aveva raggiunto le orecchie di Pie che, nel bel mezzo della battaglia, si voltò, rendendosi conto di quello che, di lì a poco, sarebbe accaduto.
Mew Zakuro scoccò un’ultima occhiata a Kisshu, prima di afferrare l’impugnatura dell’arma con entrambe le mani.

- NO, ZAKURO! –
Lei affondò il Sai nel torace, all’altezza del cuore. Sgranò gli occhi in preda al dolore, mentre una macchia scarlatta si allargava nel punto in cui la lama spariva nella carne. Zakuro cadde sulle ginocchia; rantolando si accasciò in avanti e il suo corpo venne scosso da spasmi involontari, prima che la luce della vita abbandonasse quegli occhi blu come il mare.

 

L’urlo straziante di Kisshu squarciò l’aria.
La battaglia si arrestò; il Mew Team fissava disperato la figura priva di vita di Zakuro, mentre Cordelia mostrava solamente una macabra curiosità, non riuscendo a spiegarsi il perché di un suicidio.
Kisshu urlò ancora, prima di cominciare a correre in direzione della Mew Lupo. Si gettò accanto a lei e sollevò il suo corpo inerte, prestando attenzione ad un qualsiasi segnale che gli facesse pensare che fosse ancora viva. Il suo cuore, però, aveva smesso di battere, e dalle labbra carnose non fuoriusciva alcun respiro.
- Zakuro… - mormorò Kisshu, gli occhi dorati resi lucidi dalle lacrime che insistevano per essere versate dopo tanto tempo.
La mano diafana dell’alieno andò a cercare quella pallida della ragazza ed intrecciò le dita alle sue. Con l’altra abbassò le palpebre di Zakuro, e Kisshu ebbe il bizzarro pensiero di una persiana che si abbassa su due finestre dal quale si vede il cielo notturno.

Il resto della squadra si era portato alle spalle di Kisshu e attendeva che accadesse qualcosa, che l’Acqua Mew facesse il suo effetto, ma invano; il corpo senza vita di Zakuro giaceva nella braccia di un Kisshu che, versando lacrime silenziose, aveva preso ad accarezzarne il viso.
Mew Minto cadde a sua volta in ginocchio, il viso nascosto tra le mani guantate.
Il resto della squadra si accorse con difficoltà del grido di dolore di Cordelia; l’aliena, infatti, si era piegata in due portandosi una mano al petto, il volto contratto in una smorfia di sofferenza. Quando abbassò lo sguardo sulla mano che si era portata al cuore, notò con un sussulto che era sporca di sangue. Cordelia era stata ferita nello stesso identico punto in cui il Sai di Kisshu aveva penetrato la carne di Zakuro.

- Che sta succedendo? – la sentirono ruggire, prima che uno spasmo la fece cadere a terra.
Cordelia rotolò su un fianco, la sofferenza impressa sul volto. Il gesto estremo di Zakuro aveva dato i suoi frutti.
Kisshu quasi non si accorse del fatto che la loro nemica fosse finalmente vulnerabile; per lui la battaglia era terminata con la morte di Zakuro, così come tutta la sua vita.

“Non sono riuscito a salvarla. Nulla di quello che ho fatto è servito.”
Kisshu avvertì il corpo di Mew Zakuro diventare improvvisamente freddo, quasi ghiacciato, e poi di nuovo caldo. Con il cuore in gola, avvicinò di più il viso a quello della ragazza, cercando di capire che cosa stesse succedendo.

In quel momento, però, Zakuro venne avvolta da una luce azzurra. Kisshu rafforzò la presa sulle braccia della Mew Lupo, come se avesse paura di vederla scomparire, ma questo non accadde; il corpo privo di vita venne pervaso dall’energia scaturita da quella singola goccia di Acqua Mew che Kisshu aveva donato a Zakuro, compiendo il suo miracolo.
Quando il bagliore azzurro si fu disperso, Kisshu abbassò lo sguardo dorato sul corpo di Mew Zakuro, stretto fra le sue braccia.

Il suo petto aveva ripreso ad alzarsi e abbassarsi ritmicamente.
Kisshu guardò sbalordito il bellissimo viso di Zakuro, sporcato dalla polvere e dal sangue rappreso, quando il suo sguardo venne catturato da quello color del mare della sua amata.
Zakuro schiuse le labbra in un mezzo sorriso, prima di carezzare la guancia di Kisshu, che continuava a sorreggerla e a fissarla come si fa solamente con la propria ragione di vita.
- Kisshu. – mormorò Zakuro con un filo di voce.
- Bentornata da me, dolce tesoro. –

 

 

Angolo Autrice:

Ciao a tutti lettori e lettrici!
Lo so, sono nuovamente in un ritardo imperdonabile, ma vogliate perdonarmi: è estate anche per me alla fine!
Ho deciso di scrivere un capitolo bello lungo per farmi perdonare del ritardo e spero sia di vostro gradimento.

Vi voglio anche annunciare che il prossimo capitolo sarà l’ultimo! La cosa mi intristisce parecchio, ma prima o poi anche questa fanfiction doveva terminare.

Allego ora lo stato che ho pubblicato sulla mia pagina Facebook, sperando che possa piacervi e che vi faccia capire l’importanza che ha per me questa storia.

 

 

Per me la mia Fanfiction "Il mio cuore è gelido come l'inverno" e il suo sequel "Il lato oscuro della luna" non sono solamente semplici storielle nel fandom Tokyo Mew Mew.
Questa serie rappresenta il mio unico stereotipo di amore. Un amore discordante, assurdo, tormentato. Perché le storie d'amore che vale la pena ricordare non sono tutte rose e fiori. La realtà è fatta di persone che, per quanto ti abbiano amato, sono destinate ad andarsene; è fatta di lontananza, disperazione, fuga dal compagno e da se stessi. Nella realtà devi essere consapevole del fatto che chi credevi fosse più vicino ti ferirà. La realtà non è facile.
Zakuro rappresenta me, in tutto e per tutto.
Una ragazza fredda e distaccata, che cerca di alienarsi dal mondo circostante per non rischiare di essere ferita, una persona che attacca per non essere attaccata. Zakuro descrive perfettamente il modo in cui io mi trovo ad affrontare la vita, con sangue freddo e meticolosità, tentando di avere il controllo su ogni mia azione. Zakuro è la figura che, meglio di qualunque altra, rispecchia la difficoltà che incontro nell'aprirmi all'altra persona, a lasciarmi amare, e come io sappia distruggermi e auto ripararmi in silenzio.
Kisshu rappresenta l'amore per me.
Perché l'amore è follia, possesso, rabbia, ossessione, ma anche paura e desolazione. E' un qualcosa che ti riempie lasciandoti
però con l'amaro in bocca, qualcosa che, molte volte, ti spinge a battere in ritirata nel tentativo di capire quanto sia vero il sentimento che provi. L'amore ti brucia dentro come un fuoco dannato, ti dà alla testa, ti rende completamente schiavo dell'istinto. 
Zakuro e Kisshu non potrebbero essere più diversi come personaggi, ma il loro bizzarro accostamento è del tutto voluto.
Loro sono la dimostrazione di come amare una persona riesca a farci sentire vulnerabili, folli e vivi allo stesso tempo.
Kisshu e Zakuro sono complementari.

 Salice_

   
 
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