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Autore: saretta_    18/02/2008    9 recensioni
[Venezia non è mai stata così bella]
- Tu come chiamare? -
La bionda si girò completamente verso Shikamaru, mentre gli altri due osservavano i palazzi.
- Shikamaru -
- Io Ino! -
Shikamaru sospirò: che nomi strambi che avevano. Ino. Cosa dovrebbe stare a significare?
Meglio il suo nome, tipico italiano: Shikamaru. Non era favoloso?
[...]
InoShika | accenni SasuSaku | TenNeji | TemCho
Ultimo capitolo!
Genere: Romantico, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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[Venezia non è mai stata così bella]


Tourists




1. Tristezza made in America


- Buon giorno, Shikamaru -

- ‘ngiorno -


Shikamaru ricambiò pigramente il saluto al compagno di lavoro, sbadigliò, e si grattò il sedere, cercando in ogni modo di muoversi e distrarsi per non addormentarsi di colpo.


Il sole intanto sorgeva lentamente, illuminando magicamente Piazza San Marco, riempita a quell’ora solamente da spazzini e da un paio di turisti mattinieri.


Shikamaru sbadigliò di nuovo, attraccò la gondola e strinse la corda al palo con mani sicure: fin da piccolo aveva accompagnato il padre e il nonno, entrambi esperti gondolieri, e quel lavoro non aveva segreti per lui, anche se aveva deciso di continuare quella tradizione di famiglia più per la pigrizia di cercarsi un altro lavoro.


Il compagno di lavoro, un ragazzo paffuto e gentile anche lui figlio di un gondoliere, balzò fuori dalla sua gondola, vicino a quella di Shikamaru, e aspettò che l’amico fece lo stesso.


Poi si diressero insieme al bar più vicino, a bere come d’abitudine un buon caffè.


- Allora, che hai fatto ieri sera? -


- Bah, a casa da solo. Temari pensa che io sia il suo ragazzo, e quando le ho fatto notare che non era proprio così mi ha mandato… a un paese ben lontano da qui. Che ragazza seccante -


- Bè, ha ragione… insomma, non per venirti contro, ma passi da lei più notti la settimana e… -


- …e questo non vuol dire niente. Choji, sai quanto voglia bene a Temari, ma le donna sanno essere terribilmente scoccianti: dagli un dito, e ti divorano tutto il braccio. Prima, ovviamente, mettono una bella fedina a quel dito, e così non puoi più tornare indietro -


- Non te l’ho mai detto, Shika, ma credo che tu abbia una visione distorta del mondo femminile -


Choji Akimichi rise, scuotendo la testa.


- L’avresti anche, se avessi avuto una madre come la mia. Una vera strega -

borbottò cupo Shikamaru.

Uscirono dal bar e si diressero nuovamente alle loro postazione.
Finalmente qualche altro turista metteva fuori il naso dai comodi alberghi o dagli economici bed & breakfast, ammirando entusiasti le caratteristiche gondole.


Nel corso della giornata Shikamaru portò un gruppo di cinesi petulanti, tre grasse signore con false pietre agli anelli e una famiglia spagnola, di cui l’avvenente e mora figlia ci provò spudoratamente con lui.

Peccato che avrà avuto sì e no tredici anni.

Shikamaru fece pressione, affondando il remo nell’acqua alta, e abbassando la testa per non colpire un basso ponticello bianco.


- Ehi! Ehi! -


Il ragazzo si girò svogliatamente, e notò una bionda agitare un braccio.

Si avvicinò alla riva, e vide dietro la bionda altri due ragazzi.

- Quanto costare? -


Domandò la bionda, indicando la gondola.

Americani, pensò subito Shikamaru. L’accento era così marcato che per un attimo arricciò il naso, ma poi rispose con la sua voce più profonda:

- Quaranta - e tirò su quattro dita della mano destra - a persona - e gli segnò tutti e tre.


La bionda sorrise, si girò dagli amici e parlò fitto fitto.


Erano evidentemente americani: la ragazza bionda aveva una svolazzante maglietta fluorescente, shorts colorati e orribili scarpe da ginnastica chiuse con il classico fiocco, che si sarebbe guadagnate un’occhiataccia da qualsiasi modaiolo italiano.


Ma nel complesso era una bellissima ragazza, con pelle chiara, capelli biondo platino stretti in una coda alta, un sorriso dolce e occhi color rugiada.


Vicino a lei, un’altra ragazza dagli sfavillanti occhi verdi tirava fuori un portafoglio, mentre una ciocca di capelli le cascava sul viso. Shikamaru guardò meglio: sì, i capelli erano proprio rosa.


L’unico ragazzo del gruppetto avevo uno sguardo cupo e misterioso, ribelli capelli corvini e jeans a vita alta vissuti.


Tutti e tre erano armati di macchine fotografiche appese al collo, che dondolarono sul petto mentre saliva sulla gondola. Shikamaru intascò i soldi e prese a remare.


- Noi americani - la ragazza bionda si girò da Shikamaru, con evidente voglia di parlare, e un giocoso ciuffo scappato dalla coda alta oscurò una parte del suo viso - noi in vacanza! -


Shikamaru annuì, poco convinto, e continuò a navigare.


- Lei my best friend - la bionda abbracciò la ragazza dai capelli rosa, che sorrise imbarazzata - e lui, my boyfriend! - trillò, indicando il ragazzo; questo fece un sorriso che non si allargò ai bei occhi scuri.


- Tu come chiamare? -


La bionda si girò completamente verso Shikamaru, mentre gli altri due osservavano i palazzi.


- Shikamaru -


- Io Ino! -


Shikamaru sospirò: che nomi strambi che avevano. Ino. Cosa stava a significare?

Meglio il suo nome, tipico italiano: Shikamaru. Non era favoloso?

Ma qualcosa turbò i suoi pensieri. Mentre la bionda continuava a ciarlare in un italiano strascicato, i due amici si rivolsero un’occhiata ambigua dietro di lei.


Il moro allungò una mano, che si insinuò sotto il vestitino estivo della rosata: questa arrossì, e guardava preoccupata l’amica.


Il ragazzo si avvicinò le rubò poi un bacio appassionato, al quale la rosata non si tirò indietro, ed erano ancora avvinghiati quando Ino finì di parlare a Shikamaru e stava per girarsi.


- NO! -


Ino aggrottò le sopracciglia, rivolgendosi nuovamente a Shikamaru.


- No? Cosa? -


Il castano non sapeva perché avesse urlato in quel modo: d’un tratto si era accorto che non voleva far soffrire la bionda.


- No, mi sono dimenticato di farvi vedere il Ca’ d’Oro. Scusate -


Mormorò, con la prima scusa che gli venne in mente. I realtà ci erano appena passati, ma fece un bel giro dell’oca e riuscì a cavarsela.


- Grazie! -


Biascicò Ino, salutando con la mano. I due amici l’affiancavano con espressione innocente.


- Buona vacanza -


Shikamaru si allontanò, passandosi una mano sul volto.

Ecco un altro aneddoto da raccontare a Choji quella sera.
Un aneddoto terribilmente triste.

*

Shikamaru guardò il tramonto, e non vide altro che una pozza di sangue immersa a metà nella laguna.

Due sere prima, quando aveva raccontato a Choji dell’avventura con i tre ragazzi americani, si era accorto della propria voce tremolante: che gli prendeva?

Quella vicenda lo aveva particolarmente scosso, perché significava che non ci si poteva proprio fidare di nessuno.

Avanzò stanco verso casa sua, ansioso di attraccare e andare a mangiare, ma una figura seduta attirò la sua attenzione: dietro di lei, i turisti ansiosi di qualche buona tavola calda camminavano veloci senza considerarla, e questo la rendeva in qualche modo staccata di questo mondo, unica presenza distinguibile in quell'ammasso colorato di persone frenetiche.


Si avvicinò alla riva, mentre la ragazza faceva dondolare infantilmente le lunghe gambe, una di queste scoperta da un lungo spacco dell’abito blu.

La ragazza si asciugò con il polso alcune lacrime, lasciando tracce scure di trucco sulle guance.
Il ciuffo giocoso era intrappolato da alcuno mollatine argentate nell’alto chignon, ma la ragazza americana era comunque riconoscibile.

- Mmh.. Ino? -


Azzardò Shikamaru.

La ragazza tirò su di scatto la testa, e gli arrossati occhi si persero un attimo prima di riconoscere Shikamaru.

- Oh, Shi… Shikamaru -


Singhiozzò,sfregandosi imbarazzata le mani davanti al succinto corpetto dell’abito. Cercò di ripulirsi il trucco nero dalle guance, poi sorrise tirata.


- Come andare? -


- Come… andare? Con la gondola, perché? -


Ino esplose in una risata sincera.


- No! Come andare a te! -


- Ah! - disse Shikamaru, leggermente arrabbiato per aver fatto una figuraccia - bene, bene. Te? -


La bionda alzò le spalle - my boyfriend scappato con my best friend. Sasuke detto che non amare più me, e andato via con Sakura. Io rimasta sola qua, loro tornati in America -


- Mi dispiace... tu non puoi tornare in America? -


- Io devo rimanere, per studi. Stasera volevo festeggiare nostro arrivo, ma loro andati via -


- Cosa studi? -


- Uhm, non so come dire in italiano. Io… arte… ehm… -


Si guardò intorno, poi indico entusiasticamente un bel palazzo immacolato.


- Studio come è fatto palazzo dentro, i dipinti… -


- Sei una pittrice? -


- No, no! Io faccio… io salvo dipinti… -


- Restauratrice? -


- SÌ! -


Trillò contenta Ino, battendo le mani.


- Ti va di venire a mangiare? Io già prenotato ristorante, e non voglio mangiare sola -


Propose lei, rintanadosi fra le spalle e azzardando un sorriso poco sicuro.

Shikamaru pensò al piatto caldo già pronto in tavola, alla partita a scacchi da finire con suo padre, al letto che lo aspettava, al pezzo di pizza che gli aveva già offerto Choji, al suo abbigliamento non proprio adatto a un ristorante.


- Sì, perché no -




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Wow! Mia prima LongFic!!
Uhm, non è un granchè in realtà, ma tutte le mie storie non sono un granchè, intendiamoci ^^'
Sarà lunga sì e no tre, forse quattro capitoli, non di più.

Allora, volevo ringraziare Checca94 [che nick originale!], Mimi18 [che ha recensito anche la storia su Digimon *.* me ti adoraaaa] Queen_of_Sharingan_91 [grashie, me onorata ^^] Sakura03, Himawaru [è una parola giapponese? Cosa significa?] ryanforever [ben due recensioni *.*], Hipataya [già, con il lieto fine non c'è gusto xD], celiane4ever, Kokky, inochan, e Kaho_chan [due recensioni da parte tua! Sono graditissime e dettagliate, come potrebberlo essere quelle di un sensei all'allieva. Grazie mille, sei la mia scrittrice preferita assieme ad AtegeV e Coco Lee! Questo per farti intendere quanto ti stimi!] per le recensioni di Happy Ending? e Bionda vs Bionda.

Vi adoro, siete tutte bravissime!
sa
  
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