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Autore: BRUNOMARSISMYIDOLBITCHES    11/08/2013    5 recensioni
"Ho incominciato a chiudermi con me stessa,non esco più di casa,non mangio più, esco dalla mia stanza solo per andare in bagno,non rispondo a messaggi e chiamate, mi sento persa e senza un punto di riferimento. "
"'Summer,sorridi sempre,promettimelo' questa promessa non sono riuscita ancora a mantenerla ma ci sto provando in tutti i modi, ci riuscirò un giorno. "
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12.
Le mie guancie si colorarono di un rosso accesso mentre Peter continuava a lasciarmi umidi baci.
Rimasi immobile, volevo uscire da quella situazione, ma non riuscivo a muovermi. 
Presi coraggio e mi spostai, guardandolo in faccia. 
- B-b-eh sì, t-tranquillo.. - dissi balbettando - ..non fa niente! Allora, a che ora si parte domani?
Scoppiò subito a ridere.
Dannazzione Summer, potevi inventartene una migliore. 
- E scusami anche per averti messo in imbarazzo, ma amo quando diventi tutta rossa e non sai cosa fare. - disse ridacchiando. 
- Fanculo, Hernandez. - dissi a braccia conserte. 
- Dai, vieni qua! - disse prendendomi e abbracciandomi. 
Amavo quando faceva così: mi prendeva di sorpresa e mi abbracciava forte, fino a quasi togliermi il fiato. 
Mi sentivo terribilmente bene tra le sue braccia, mi sentivo come al sicuro, come amata. 
Quando mi lasciò ci furono alcuni secondi di silenzio e poi guardandomi mi disse - Domani ritornerai a stare da quello squilibrato di Philip? 
Philip? Non lo avevo mai chiamato così. 
- Sì.. - dissi. 
Fece un smorfia di disgusto e si buttò sul letto, facendo finta di guardare il cellulare. 
Non capivo cosa era successo, si vedeva che ci stava malissimo, e avevo paura a chiedergli spiegazioni. 
Potrei chiedere a Phil, ma penso che riceverei la stessa reazione. 
 
giorno seguente, 21.00 pm. 
Ed eccomi ancora qua, all'aereoporto di Honolulu.
Niente più gente che corre tra quelle strade affollate, niente più rumore, niente più miliardi di negozi, solo aria di mare, solo rumore delle onde, solo pace e tranquillità. 
- Starai ancora da me Summer? - disse Phil sorridendomi. 
Non feci in tempo a rispondere che mi arrivò un messaggio, era di Seth. 
"Ricordati che tra dieci minuti ti aspetto in spiaggia. Seth." 
- Mi dovete accompagnare subito in spiaggia, mio fratello mi sta aspettando. Su, muovetevi! - dissi. 
- Summer.. - disse Phil mettendosi una mano tra i capelli - ..sai come sono fatti i miei, sono già incavolati per il ritardo e..
Lo interruppi e gli dissi - Oh, tranquillo, mi accompagnerà Peter, vero?
- Ai suoi ordini, madame. - disse Peter ridacchiando. 
Saltai in macchina e salutai Phil che ricambiò, mentre lui e Peter non si rivolsero nemmeno la parola. 
- Ok, siamo arrivati. E' quello tuo fratello? - disse guardando mio fratello che mi aspettava ansioso. 
- Emh..sì! Beh, ci vediamo domani allora, grazie del passaggio! 
- Di niente, piccola. La valigia non la prendi?
- No, portala da Phil se no mio fratello si accorgerà di tutto. 
- Va bene, grazie di tutto! - disse facendomi l'occhiolino. 
Gli sorrisi e chiusi la portiera alle mie spalle correndo in contro a Seth, abbracciandolo.  
- Mi sei mancato tantissimo. - dissi. 
- Anche tu.. - disse freddo. 
Lo guardai in faccia e notai che c'era qualcosa che non andava, il suo sguardo era cupo e senza un minimo di entusiasmo. 
- Cos'hai Seth? E' successo qualcosa? 
- Dove sei stata? - dissi incominciando a camminare sulla riva del mare. 
- H-ha casa di un mio amico, p-p-perchè? 
- Dove sei stata, Summer? 
- Te l'ho già detto, a casa di un mio amico. 
- Va bene, ma questi ultimi tre giorni dove sei stata? 
Non risposi, il cuore si bloccò per alcuni secondi, era venuto a sapere tutto, incominciai a tremare. 
Si girò subito di scatto, chiuse forte i pugni e mi urlò in faccia - Allora? Mi vuoi dire dove cazzo sei stata, Summer? 
Non mi aveva mai parlato così, non mi aveva mai urlato addosso. 
- L'hai detto a p-p-papà? - dissi quasi in lacrime. 
- Non saresti viva se l'avessi detto a papà. 
- Scusa. 
- Scusa? Ma ti rendi della gravità della cosa? Sei andata a Los Angeles senza chiedere e dire niente a nessuno, porca puttana. 
- L-l-lo so.. 
- E per di più sei andata con un ragazzo, hai dato sfogo ai tuoi ormoni per bene? 
A quelle parole mi si gelò il cuore, non potevo crederci, gli occhi si fecero più pesanti e piano piano il mio viso si riempì di lacrime. 
Quello non era mio fratello, non poteva essere lui, non mi aveva mai detto nulla di simile prima d'ora. 
Capivo quanto era arrabbiato, e aveva ragione, ma non avrebbe mai dovuto dirmi una cosa del genere. 
Subito girai le spalle e incominciai a correre verso casa di Phil. 
Mio fratello e mio papà non erano più gli stessi, non sapevo cosa gli stava succedendo, ma avevo paura. 
Mamma, dove sei? Ho bisogno di te, ritorna da me, desidero soltanto tornare a casa e trovarti davanti la porta pronta ad abbracciarmi e tenermi al sicuro, come hai sempre fatto. 
Tutto ad un tratto mi ritrovai Seth davanti, che impediva di farmi passare. 
- Lasciami a-a-andare Seth, te lo chiedo per favore. 
- Scusami. - disse con gli occhi lucidi. 
- Mi hai appena dato della p-p-puttana, ti rendi conto? 
- Scusami, sono andato fuori di me. Ti prego, perdonami. 
- Lo pensi veramente, Seth? 
- Certo che no, non potrei mai pensarlo. 
Non so il perchè ma mi buttai tra le sue braccia piangendo, lui mi strinse forte e mi sussurrò più volte un 'scusami'.
- Andiamo a casa.. - disse Seth. 
- Sai che non voglio tornarci..
- Come vuoi.. 
- Ora sono stanca, voglio tornare a casa del mio amico. 
- Avremo mai tempo di parlare io e te? 
- Ti prometto che parleremo, ma non ora, ti prego. 
- Va bene, vuoi che ti accompagno? 
- Sì..grazie!
Mi riaccompagnò a casa di Phil, e subito mi precipitai nel letto, ero stanchissima. 
La settimana che stava per iniziare era finalmente l'ultima, poi sarebbero iniziate le vacanze di Natale. 
Erano già passati tre mesi da quando ero qui, sembravano esseri passati in un secondo, e la maturità si faceva sempre più vicina. 
Mi tolsi il più velocemente possibile quei pensieri dalla testa per non farmi salire l'ansia e mi addormentai. 
 
8.00 am. 
Come sempre, era venuto Phil a svegliarmi e sua mamma ci accompagnò a scuola. 
Quando arrivammo vidi Peter in mezzo a molte ragazze, e subito mi salì il nervoso a mille. 
Non so cos'era, forse gelosia, ma non sopportavo che tutte quelle stronze gli girassero intorno. 
Quando mi vide, salutò tutte le ragazze e corse verso di me e Phil, che subito se andò lasciandomi sola con lui. 
- Buongiorno! - disse Peter con un sorriso a tremila denti. 
- Ciao Peter! - dissi ridacchiando. 
- Come stai? Dormito bene? 
- Abbastanza.. - dissi abbassando lo sguardo e pensando al giorno precedente. 
- Ehi, è successo qualcosa? 
- No, no.. tranquillo! 
- Non sembri convinta.. 
- Sì, lo sono.. - dissi nervosa - ora devo andare perchè se no arrivo in ritardo in classe.
- Aspetta - disse fermandomi - oggi pomeriggio andiamo a fare quella roba di fotografia? 
- Sì, va bene. - dissi sorridendo. 
Me ne andai con un sorriso stampato in faccia, era strano che voleva venire, aveva sempre odiato i corsi pomeridiani. 
So che era obbligato ma avrebbe sicuramente evitato di chiedermelo, lasciando tutto il lavoro a me. 
'Basta Summer, basta complessi mentali', dissi tra me e me. 
Prima di andare in classe decisi di andare due minuti in bagno, questa mattina ero di fretta e non ebbi avuto tempo di andarci. 
Appena entrai mi trovai davanti Jessica e la sue amiche galline. 
Feci finta di niente, le sorpassai e quando feci per entrare mi bloccarono. 
- Ma buongiorno, sfigata! - disse Jessica, guardandomi disgustata. 
- Buongiorno stronza. Ora, se permetti, devo andare in bagno, grazie. 
- Mi chiedo io come uno come Peter possa rivolgerti la parola. 
- A volte me lo chiedo pure io, sai? Io non sono una puttanella come te che la da in giro come il pane, magari ha aperto gli occhi. 
- Come ti permetti? Stai attenta piccola sciagurata, non la passerai liscia. 
- Oh, me la sto facendo sotto dalla paura! 
Un secondo dopo sentii una voce dietro di me che disse - Oh Jessica, fattene una ragione, Peter non ti vuole più, non prendertela con le persone che hanno un cervello, a differenza tua. 
Jessica rimase a bocca aperta e se ne andò. 
Mi girai e vidi una ragazza bellissima , con un sorriso da far invidia, che mi ricordava quello di Peter. 
- G-g-grazie.. - dissi abbassando lo sguardo. 
- Oh, non c'è di che, quella fa sempre così! 
- Non la sopporto più.. 
- E chi la sopporta più ormai! - disse ridacchiando - E così tu sei Summer Stoner? 
- Emh sì.. tu chi sei?
- Piacere, Tahiti Hernandez. 
La guardai confusa, era forse la sorella di Peter? 
- Sì, e sono la sorella di quel coglione di Peter! - disse come se mi avesse letto nel pensiero. 
- E' un piacere conoscerti! - dissi con un enorme sorriso. 
- Sai, mio fratello non fa altro che parlare di te! 
- Di me? - dissi arrossendo - No, è impossibile..
- Fidati, ormai non lo si sopporta più.. Chissà, magari è la volta buona che mette la testa a posto. 
A quelle parole, il mio cuore si riempì di gioia, non potevo essere più felice. 
Non credevo Peter fosse così 'interessato' a me, ne rimasi molto sorpresa.
- Beh, ora devo andare in classe - disse Tahiti sentendo il suono della campanella - è stato davvero un piacere conoscerti Summer, sono sicura che diventeremo buone amiche! 
Non feci in tempo a rispondergli che scomparì tra la folla dei corridoi. 
Presi i miei libri, e con un sorriso a tremila denti, andai in classe. 
 
 
 
Ciao meravigliee c: 
Scusate per il ritardo, ma ce l'ho fatta. 
Allora, questo capitolo è un pò noioso, lo so, ma prometto che nel prossimo ci sarà molta più azione! 
Ora aspetto soltanto un vostro parere gohfohgfosjhoifsh. 
Ringrazio tutte quelle che hanno recensito nei capitoli precedenti, grazie di cuore, davvero. 
Ora me ne vado, adìos ofhoshfos c:
  
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