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Autore: HoneyFLW    18/02/2008    1 recensioni
Cosa accade se Hazel, tranquilla diciassettenne di Belleville, si scontra letteralmente con cinque ragazzi fuori dal comune?.. Una serie di racconti dedicata al complicato rapporto fra Lei e i My Chemical Romance, raccontato a colpi di musica e.. caffè.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Quando riapro gli occhi non posso non notare due cose. Uno: c’è il sole che sbuca da qualche parte, vuol dire che ormai la notte è passata. Due: so dove sono. Certo, mi ci vuole un po’ perché i miei occhi si riabituino a vedere, ma ogni cosa che incontrano non è una sorpresa, riconosco tutto. Sono in camera mia e il sole mi acceca dalla finestra. E il mio cordless sta anche squillando. “Pronto?”

“Oh, grazie la cielo! Allora sei viva!”. So con chi sto parlando, sto riacquistando pezzi della mia vita “Marty? Cosa..” non mi lascia neanche finire “Non sai che sollievo che è sentire la tua voce, Hazel! Ma dove diamine sei finita ieri sera?”. Ed ecco che arriva il buco nero, l’unica parte dei miei diciassette anni e mezzo che non ricordo. Buio totale. È in silenzio, Marty, aspetta che parli, vuole che le dica che è tutto ok, solo un bicchiere di troppo e via. Potrebbe anche essere stato così per quello che (non) so.. mi concentro così tanto che mi fa malissimo la testa, è come se.. “AHIA!” frigno nella cornetta “Cosa! Cosa c’è!” mi urla in rimando Marty. “Non lo so..” dico io, sorpresa dell’allucinante dolore. “Hazel, sono stata in pena tutta la notte.. perché non vieni qui e ne parliamo?”

“Qui?” ripeto a pappagallo, cercando di capire che ora è: la radiosveglia è muta sotto il peso dei miei calzini preferiti. “Cazzo! Le nove e mezza! La mia sveglia non ha suonato e.. cazzo, sto facendo tardi per la scuola!”

Corro frenetica per tutta la stanza, cercando i miei vestiti “Calmati Hazy! Oggi non c’è scuola!” “No? Ma.. che giorno è?” la sento ridere, ma non è del tutto rilassata, lo so. “È domenica, Hazel.. avanti, preparati e vieni subito a casa mia.. Hazel? Hazel, ci sei?”. Sono immobile, davanti all’immagine che lo specchio mi mostra: non ho vestiti addosso, sono in mutande e canottiera; neanche se mi fossi soltanto ubriacata sarei riuscita a cambiarmi.. e poi ci sono Loro. Sono ovunque su di me, segnano le mie braccia, la mia fronte, sono centinaia. E oltre a quei minuscoli tagli fini e già cicatrizzati, ho i gomiti graffiati e un polpaccio squarciato da una fenditura un po’ troppo profonda. Ma ciò che mi shocca è la riga sulle mie labbra; sembra rossetto, se non lo osservi bene, ma alla fine capisci cos’è effettivamente: sangue. “M-martina io.. io NON posso uscire. Vieni tu qui, ti prego..” so che la farò agitare da morire con questo tono di voce tartagliante e incerto, ma non riesco a calmarmi “Ti prego..” ripeto, nel caso non avesse capito bene. “Ok Hazel, ok! Non ti muovere, sono subito da te!”. Sento i passi veloci che compie già prima di buttare giù il telefono.

Mi aggiro furtiva per la mia stanza; è bianca, maledettamente piena di bianco, come del resto ogni singola stanza di questo stramaledetto appartamento elegante. Bianco e soffocante. Mi riguardo allo specchio, cercando altri segni: non ho né lividi né.. bè, non sono stata violentata, almeno quello! I miei capelli profumano, ma non del mio shampoo. Ho fatto la doccia? Dove? Perché? Il tempo scorre e sono così presa che non sento neanche Marty che piomba in camera mia come una furia e, con gli occhi sbarrati, esclama “Ma che diavolo..” le corro incontro e l’abbraccio forte, facendo pizzicare un paio di quei taglietti che la notte appena passata mi ha lasciato in dono. Bel regalo, non c’è che dire!

Poi scoppio a piangere.

“Davvero non ti ricordi di niente?”.

Siamo nella mia bianca cucina; come al solito ogni membro della mia famiglia non è in casa. Ho superato lo shock iniziale e sto rilassando gran parte dei muscoli. O almeno spero. “Te l’ho già detto Marty: niente! Zero assoluto! È come se.. uffa!” mi accovaccio sulla sedia, i pugni stretti sulle tempie: loro non sembrano aver subito dei danni. La mano di Martina afferra dolcemente la mia e la fa distendere sul ripiano dove abbiamo posato le tazze; tra poco il mio tè/tisana/camomilla/bevanda rilassante sarà pronto. Infatti la teiera fischia e io, da brava padrona di casa, sono già pronta per servirlo, ma la mia amica mi precede “Tranquilla..” mi dice, afferrando il contenitore e versando l’infuso. Si siede. Non è tranquilla. Mi fissa. “Insomma Marty, cos’è successo di così eclatante ieri sera che io non mi ricordo?” sbotto all’improvviso “Avanti, Marty!”.

“Bè, eravamo alla festa di Patty Higgins, te lo ricordi questo?”

“No.”

“E ci aveva accompagnato Greg, te lo ricordi?”

“No.”

“E poi c’erano tutti, te lo ric..”

“Non mi ricordo niente, capito?! N.I.E.N.T.E!!!”

“Ok.. bè, andava tutto bene, noi ci stavamo isolando su un divanetto del Cubik’9, quando poi tu ti sei alzata e.. sì, insomma..” si blocca. Cosa posso aver fatto di così orribile? “.. hai rotto con Logan. Io non so se poi era tutto vero o no, ero già al secondo giro e poi c’era anche Robert, quello carino dell’ultimo anno e..” non la sto più ascoltando. Di solito presto attenzione a ciò che dice Marty, ma soltanto aver sentito pronunciare il suo nome mi provoca una fitta al cuore, aggiungendo la scoperta di una nuova ferita. “Regina..” lo dico a denti stretti, il più serrati possibile. Questa parte ora me la ricordo: stavo cercando Logan per chiedergli se gli andava di fare qualcosa assieme ad un'altra coppietta felice di liceali. Ed è stato allora che l’ho beccato a pomiciare con Regina Higgins, sorella della festeggiata. Me ne ha combinate troppe, sul serio. Le loro pose succinte e viscide risalgono la mia memoria nel modo più doloroso possibile; poi i ricordi si fanno confusi: non gli ho urlato contro, credo. Me ne sono andata con non calanche, credo. A testa alta, spero. Una bottiglia di Bailey’s.. Logan che mi rincorre.. gli ho forse sputato in faccia? “Uhm..” dopo il mio cervello mi impedisce di ricordare, non mi fa scavare oltre in quell’assurda girandola di emozioni che è stata la notte scorsa. “Tutto ok Hazel?” Marty mi è vicina, lo sento. È una ragazza fantastica, per essere capitata in un giro di snob e figli di papà come il mio. Ma io non l’ho scelto. No, io ci sono nata, dentro a quel giro. Non ho potuto cambiare genitori o fratello, così mi sono dovuta adeguare a bugie e tradimenti, a falsità e assurdi sproloqui su creme per il corpo e abiti firmati. Certo, lo Swarovski le mi penzola dal collo potrebbe sembrare una contraddizione, ma è un regalo di mio padre. Non ho potuto rifiutarlo.

“L’ho lasciato, vero? L’ho piantato in asso per bene?” chiedo. Non posso sopportare l’ennesima figura patetica nel finto e tanto odiato mondo di barbie in cui vivo. “Non lo so Hazy! Dopo che hai lasciato il divanetto non ti ho più vista.. sei letteralmente sparita dalla faccia della terra!”. Sbuffo. Appoggio il mento sulla spalla della mia migliore amica e rifletto sulle sue parole.

Sparita dalla faccia della terra.. mi piace come suona.

Ringrazio becky cullen e RiceGrain per aver commentato prontamente il primo capitolo, sono contenta sia piaciuto! (me tutta rossa.. ^_^ ). Spero la storia continui ad appassionare voi, Girls, e non solo n_n

  
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