Anime & Manga > Lovely complex
Segui la storia  |       
Autore: Clarrie Chase    11/08/2013    5 recensioni
La storia di Otani e Risa non resiste a causa dell'incompatibilità dei loro sogni, così i due si separano... ma lei gli nasconde un segreto.
Si incontreranno cinque anni dopo, in occasione del matrimonio di Nobu e Nakao.
Ci sarà un ritorno di fiamma? Il segreto di Risa verrà finalmente a galla?
**** Aggiornato al 2° Capitolo!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Atsushi Otani, Risa Koizumi, Sorpresa, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti! Questa è la mia prima storia in questo fantastic Fandom ^^ Adoro Otani, ma lo adoro di più con Koizumi, così mi è venuta in mente questa long fic ^^ Secondo i piani, conterà 11 capitoli! Certo, questo solo se mi dimostrate che siete abbastanza interessati a scoprire il continuo ^^

***

A Day to Remember.

 
 
You know you can’t give me what I need
And even though you mean so much to me
I can wait through everything
Is this really happening?
I swear I’ll never be happy again
And don’t you dare say we can just be friends
I’m not some boy that you can sway
We knew it’d happen eventually
 
***
 
16 Febbraio 2007
 

La porta dell’appartamento si aprì e si richiuse con una serie di sinistri cigolii; Risa Koizumi, seduta sulla tavoletta del bagno, si alzò di scatto – quasi inciampando nei suoi stessi slip – e fece scattare la serratura. « Otani? », chiamò poi, vagamente preoccupata.
Il ragazzo appena entrato posò sul tavolo della cucina alcune buste della spesa, quindi sospirò e rispose: « Koizumi, sono a casa. ».
Risa tirò lo sciacquone del gabinetto, si lavò le mani e mentre se le asciugava teneva gli occhi fissi sul piccolo bastoncino rosa – fresco di farmacia – posato in bilico sul lavandino.
« Non sei tornato presto, oggi? », gli domandò la ragazza, addossandosi con la schiena contro la porta chiusa, nel vano tentativo di sentirsi più vicina ad Otani.
Il ragazzo nel frattempo faceva spazio nel congelatore, in modo che ci fosse spazio per le varie vaschette di gelato appena acquistate. « Sì. Oggi in facoltà c’era un orientamento di matricole, quindi gli insegnanti delle ore pomeridiane erano tutti impegnati. ».
« Ah, ho capito. ».
« Ho comprato il gelato! », esclamò Otani, di buon umore, richiudendo lo sportello del congelatore.
« Grande! », rispose Risa, monocorde. Otani, dal salone, rimase un po’ interdetto nel cogliere il tono privo di allegria della fidanzata. Ciabbattò fino alla porta del bagno, posandovi contro la schiena: « … Koizumi, va tutto bene? ».
Risa strinse tra le mani il bastoncino su cui era comparso un “++” e, trattenendo le lacrime a stento annuì. « C-certo, che domande fai? ».
Otani inarcò un sopracciglio contrariato dal tono della ragazza ma non replicò, lanciando di sbieco uno sguardo al calendario posto sul frigo: erano i giorni del suo periodo, perciò il ragazzo pensò bene che fosse il caso di non replicare.
L’attese in soggiorno pazientemente per circa venti minuti, quando finalmente si decise ad uscire: la sentì attraversare il corridoio di fronte al salotto a passi felpati ed entrare nella camera da letto.
Otani inarcò le sopracciglia, sorpreso: « Koizumi? », la chiamò, incuriosito, stiracchiandosi sul divano. Risa, dalla camera da letto, trattenne il respiro: « Sì? ».
« Che cosa stai facendo? ».
« Sono a letto. ».
« Non ti senti bene? ».
« Sono solo un po’ stanca. ».
Otani la raggiunse, fermandosi sulla soglia della camera da letto e guardandola: era seduta sul materasso con la schiena contro il muro, e indossava camicia da notte azzurra. Aveva gli occhi lucidi. Il ragazzo attraversò la stanza a grandi falcate e si sporse verso Risa, posando la mano sinistra aperta sulla sua fronte. Lei arrossì istantaneamente, ribellandosi: « Ma che fai? », domandò in imbarazzo, senza tuttavia sottrarsi al tocco. Otani la guardò con fare apprensivo: « Hai qualche linea di febbre. » dichiarò, abbattuto.
Risa gli sorrise appena quando lui ritirò la mano, e il viso del ragazzo si illuminò: « E’ arrivata della posta, oggi? », chiese, improvvisamente emozionato. Risa lo guardò incuriosita: « Non ho controllato, perché? ». Il sorriso di Otani si allargò: « Vedrai! », promise, prima di fiondarsi alla cassetta della posta e tornare con alcune buste in mano. Si sedette sul letto accanto a lei, e posò le lettere tra di loro. Risa le guardò distrattamente: nel mucchio c’erano una bolletta, una newsletter di un sito a cui si era iscritta alcuni mesi prima, una lettera verde proveniente dall’università di Hokkaido e una busta che recava a caratteri stilizzati le parole “Tickets Bonus”. Otani agguantò immediatamente quella busta, e l’aprì sotto gli occhi curiosi di Risa, che già aveva intuito qualcosa: ne estrasse due biglietti in carta spessa, lunghi quanto la busta, che indicavano fila e numero della poltrona per assistere al nuovo concerto di Umibozu che si sarebbe tenuto il 20 marzo prossimo.
« Otani! Come ti sei procurato questi biglietti? Questo concerto aveva fatto soldout un’ora dopo la messa in vendita dei biglietti! », esclamò Risa, ammirata e ebbra di felicità allo stesso tempo.
Otani le fece l’occhiolino: « E’ un segreto! », replicò lui, sorridendole.
« E questa cos’è? », chiese lei, indicando la busta dell’università di Hokkaido. Otani seguì lo sguardo della fidanzata e spalancò gli occhi, sorpreso. « Mi hanno risposto! », esclamò, rivolto a nessuno in particolare. Risa lo guardò come se fosse matto, quindi afferrò la busta e l’aprì.
« Oh, non leggerla! », la supplicò Otani, nervoso, tentando di togliergliela dalle mani. Risa allontanò la lettera dal volto del ragazzo e prese a leggerla ad alta voce: « Gentilissimo Otani Atsushi, abbiamo preso visione dei suoi eccellenti risultati accademici e siamo lieti di comunicarle che la sua candidatura per il Tirocinio che verrà attivato nell’anno scolastico 2008/2009 è stata accettata. ». Risa posò la lettera sulle sue gambe, quindi alzò lo sguardo sul ragazzo che ascoltava attento e un po’ imbarazzato. « Mi hanno preso! », balbettava incredulo, come se non ci credesse. Risa lo abbracciò con slancio, posando la testa sulle sue spalle: « Otani! Sono così orgogliosa di te! ». Otani ricambiò l’abbraccio con espressione stralunata, ancora diviso tra la sorpresa e la felicità.
« Cos’altro dice la lettera? », chiese a Risa, liberandosi dall’abbraccio per agguantare la lettera e poter leggere quelle parole con i suoi occhi. Mentre leggeva, il sorriso di Otani si spense lentamente: « Che c’è? Non sei contento? », gli domandò Risa, confusa. Lui non fiatò, ma le tese la lettera, così la ragazza riprese lì da dove aveva lasciato: « … Tale Tirocinio si terrà presso la nostra facoltà di Scienze della Formazione con sede in Hokkaido, ed avrà la durata di quattro anni. ».
Risa batté le palpebre lentamente e rilesse daccapo, come se temesse di aver capito male.
Otani sarebbe dovuto andare ad Hokkaido per quattro anni??
Solo in quell’istante, Risa si rese conto che Otani la stava scrutando pensieroso. Quando intercettò il suo sguardo, il ragazzo sospirò e si lasciò cadere con la schiena sul morbido materasso sopra di loro. Risa si stese accanto a lui, ed Otani le posò un leggero bacio sulla spalla lasciata scoperta dalla camicia da notte. « Non ci andrò. », affermò, convinto.
A Risa prese un accidente: « Che cosa? », esclamò, quasi spaventata. « Non intendo andarci. », scandì con lentezza esasperante Otani, perché Risa avesse il tempo di assimilare bene il concetto.
« E perché mai? ». « Quattro anni? Ad Hokkaido? E’ troppo tempo. ».
Risa si morse la lingua, quando ripensò a quello che aveva da dirgli. « Ma è per il tuo sogno, Otani. Non vuoi più diventare insegnante? ». Otani si passò la mano destra fra i capelli, scompigliandoli tutti. « Certo che lo voglio. », ribatté lui, seriamente combattuto. Risa gli sorrise dolcemente. « Allora, verrò ad Hokkaido con te. » dichiarò, tranquilla. Otani la guardò sorpreso, poi dubbioso. « E come farai con il corso professionale? Non vuoi più diventare stilista? », le ricordò lui, improvvisamente stanco.
La verità? Da quando aveva scoperto di aspettare un bambino, appena pochi minuti prima, Risa non si sentiva più capace di capire che cosa aspettarsi dal futuro. Così non rispose, e la camera venne occupata da un silenzio pesante e angoscioso.
 
***
 
19 Marzo 2007
 

Otani passeggiava lentamente lungo la via di casa; anche quel giorno, le sue lezioni pomeridiane erano saltate per via degli orientamenti delle matricole.
Non che ne fosse troppo rattristato, comunque. Passava più tempo in facoltà che con Koizumi.
E le cose nell’ultimo mese parevano anche essere peggiorate: ultimamente, la ragazza sembrava preferire la compagnia di Nobu alla sua. Anche quel giorno, lei gli aveva mandato un sms in cui gli diceva di non aspettarla sveglio, perché avrebbe dormito a casa di Nobu.
Il ragazzo dai capelli castani sospirò pensieroso e un po’ angustiato: Koizumi lo stava deliberatamente evitando. Scosse appena la testa, tentando di scacciare via il fastidioso pensiero che lei volesse lasciarlo. Oh, non era possibile.
Dopo tutto quello che aveva passato solo per stare con lui!
Giunto ormai sulla soglia di casa, Otani entrò e si chiuse la porta alle spalle. Indugiò un momento, nella speranza di sentire i soavi toni di Koizumi provenire dal salone, dalla cucina o – perché no – dalla camera da letto, ma in realtà non ricordava più l’ultima volta in cui l’aveva sentita canticchiare. O l’ultima in cui l’aveva sentita ridere.
Otani abbandonò la tracolla di fianco al divano e si stese su di esso senza togliersi le scarpe.
Anche se cercava di non preoccuparsi, la verità era che si sentiva davvero terrorizzato.
Per quale motivo Koizumi si comportava in quel modo?
Quasi senza rendersene conto, Otani afferrò il cellulare e compose rapidamente il numero di Koizumi.
« Otani, dimmi. », rispose Koizumi a bassa voce, come se fosse stanca.
« Torna a casa. », disse chiaramente Otani.
« … Arrivo. ».
La conversazione si chiuse così velocemente che lasciò Otani del tutto senza parole: era sorpreso dal fatto che Koizumi avesse accettato la sua imposizione senza nemmeno ribattere o tentare di ribellarsi.
Si ritrovò improvvisamente assetato, così si alzò barcollante dal divano e si recò in cucina, dove versò dell’acqua in un bicchiere di carta. Lo vuotò troppo velocemente e l’acqua gli andò di traverso: oh, quanto era nervoso!
Non aveva nemmeno pensato a che cosa avrebbe detto a Koizumi non appena se la fosse ritrovata di fronte. Da quando era diventato difficile parlare con lei?
Sconfortato da questi pensieri, Otani aprì lo sportello sotto il lavandino, e gettò il bicchiere di carta nella spazzatura. Questo, si scontrò contro qualcosa e cadde sul pavimento: il ragazzo, scocciato, si chinò a raccoglierlo e lo rigettò ancora nella spazzatura, quando all’improvviso la sua attenzione venne catturata da una busta delle lettere ancora sigillata, schiacciata sotto una buccia di banana e una confezione di ramen. La prese con due dita e la estrasse dalla spazzatura: sul lato, portava la dicitura “Casa di Moda Shitsuji”. La aprì:
« Gentiliss.ma Koizumi Risa, con la presente la informiamo che è stata accuratamente selezionata per prendere parte ad un nuovo corso di perfezionamento con sede a New York, al quale accedono ogni anno solamente le giovani menti più talentuose e fortunate del Giappone. Se deciderà di prendervi parte, la preghiamo di renderci nota la sua partecipazione entro il 31 Marzo. In caso di sua risposta affermativa, le verrà riservato un alloggio nel Plesso in cui si terrà il corso ed ogni mese riceverà una borsa di studio a sostegno delle spese che incontrerà in qualità di studente fuori sede.  ».
Otani lasciò ricadere la lettera sul tavolo come se si fosse scottato. Quella testona di Risa era stata selezionata per un Corso di Perfezionamento tutto pagato a New York?
Per quale motivo non gliene aveva parlato? E perché la busta si trovava nella spazzatura?
Con mano tremante, Otani guardò sul retro della busta: era arrivata il 20 Febbraio, quasi un mese fa. Quasi in contemporanea con la lettera che era arrivata a lui dall’Università di Hokkaido.
Da allora, Koizumi aveva preso a comportarsi in modo strano.
La verità lo colpì come un pugno in faccia: che Risa avesse deciso di rinunciare al suo sogno solo perché lui aveva rinunciato ad andare ad Hokkaido?
« Stupida Koizumi. », sbottò Otani, stringendo la busta fino a stropicciarla.
Koizumi poteva anche essere stupida, ma Otani sapeva che se aveva deciso in quel modo, era solo a causa sua, e dei sentimenti che provava per lui. Ma era giusto permetterle di rinunciare ad un’occasione del genere? Otani non dovette nemmeno pensarci, per capire che una cosa così non le sarebbe capitata mai più. Il ragazzo prese a camminare avanti e indietro per l’appartamento, pensieroso. Avrebbe potuto seguirla a New York – ma come avrebbe fatto poi con l’università? E poi, chi avrebbe sostenuto i costi della vita a New York? No, questa possibilità era da scartare.
Potevano avere una relazione a distanza, e rimanere insieme.
La porta di casa si aprì proprio in quell’istante, e una Koizumi bagnata fradicia dalla testa ai piedi comparve sulla soglia. Nel vederlo in corridoio, la ragazza quasi sobbalzò dalla sorpresa.
« Che cosa è successo? », le domandò Otani, sconvolto nel vedere i suoi vestiti gocciolare sul pavimento. Solo dopo si accorse che Koizumi stava piangendo.
« Otani, dobbiamo parlare. » affermò lei, con voce tremante, stringendosi le braccia in grembo con aria infreddolita. Il ragazzo sospirò pesantemente, mentre ogni preoccupazione riguardo il futuro scompariva, sostituita dalla preoccupazione per quella ragazza barcollante di fronte a lui.
« Aspetta, prima togliti quei vestiti o ti prenderai un raffreddore. », le suggerì andandole incontro per aiutarla a togliere il giaccone. Le aveva appena sfiorato le spalle quando Koizumi si sottrasse al suo tocco bruscamente: « No, Otani, dobbiamo parlare adesso! », replicò lei, prendendo a singhiozzare copiosamente. Otani si irrigidì di fronte alla risolutezza presente nella voce della ragazza, nonostante sembrasse sconvolta. « Che ti succede, Koizumi? », le chiese, con un filo di voce. « Noi dobbiamo lasciarci. ».
 
 
Sai che non puoi darmi quello che mi serve
E anche se per me tu significhi così tanto
Posso aspettare che passi ogni cosa
Sta succedendo davvero?
Giuro che non sarò più felice di nuovo
E non osare dire che possiamo essere soltanto amici
Non sono un ragazzo che puoi raggirare
Sapevamo che alla fine sarebbe successo
 
***
 
Non disperate, i due si incontreranno nuovamente già nel prossimo capitolo, ma saranno trascorsi cinque anni… Sapete quante cose possono cambiare in così tanto tempo?
A presto, spero J
L. L. 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lovely complex / Vai alla pagina dell'autore: Clarrie Chase