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Autore: caith_rikku    18/02/2008    10 recensioni
Una lettera, l'incontro con una Ravenclaw..la vita di Sirius, al settimo anno, sta per cambiare...E non può mancare la presenza di James Potter, l'Eroe, alle prese con la sua amata Lily
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Faron aveva captato la situazione non appena Alison era entrata nel dormitorio

16.

Faron aveva captato la situazione non appena Alison era entrata nel dormitorio.

Sentiva distintamente che qualcosa la faceva preoccupare, anche solo guardando la sua espressione offuscata di quando rimuginava troppo.

Per questo, stiracchiandosi, si diresse subito verso di lei, miagolando, per farsi prendere tra le braccia.

Subito lei lo strinse protettiva e bisognosa di lui.

Alison si accoccolò sul letto, sistemando meglio Faron, e aprì il libro di incantesimi.

Era classico della Ravenclaw: ogni volta che qualcosa la faceva soffrire, si rifugiava nel suo piccolo mondo fatto da Faron e dai libri; per lei, era il modo più semplice per sfuggire alla realtà.

Faron aumentò il volume delle fusa, tentando di placare l’irrequietezza della ragazza, che continuava ad esibirsi in sospiri fin troppo profondi.

Lei abbassò lo sguardo, ad incontrare gli occhi del micio. –Sono solo una bambina viziata che piagnucola vero, micio?- Domandò, sconfortata.

Faron si strusciò maggiormente contro la sua mano.

Alison ricacciò indietro le lacrime che le avevano appena offuscato la vista.

No, non era il caso di piangere. Era solo una stupida.

Avrebbe solo voluto sfogarsi accoccolata tra le braccia di Sirius, cercando conforto ed attenzioni, cercando la certezza che lei valesse qualcosa. Voleva la certezza che anche se non era riuscita a fare nulla, lei per lui era fondamentale.

Ma Alison aveva lasciato Sirius e gli altri Gryffindor appena fuori la Sala Grande, subito dopo la colazione, con una scusa palese sussurrata tra i denti.

Quello non era certo il momento per i piagnistei.

Perché di quelli si trattava, se ne rendeva benissimo conto.

Piagnistei da bambina viziata.

Sirius le stava facendo andare in fumo il cervello.

D’altronde, cosa aveva sperato?

Non conosceva Sirius da così tanto tempo, come James.

Non era sicuramente un’eroina, come James.

E sapeva cavarsela solo con le parole, al contrario di James.

Alison scosse il capo, cominciava veramente ad ammattire se arrivava ad invidiare James.

Ricominciò a focalizzare l’attenzione su un incantesimo di grado avanzato, sperando utopicamente che il malumore se ne andasse.

-Em…Balck…Scusa…-

Sirius distolse lo sguardo dal fuoco del camino, voltandosi verso la sua piccola interlocutrice. Una ragazzina dei primi anni lo guardava con emozione, le guance arrossate.

-Dimmi?- La incoraggiò lui, abbozzando un sorriso stanco.

Forse non era stata la mossa migliore, perché lei arrossì maggiormente.

-Em…Il…Il Preside ti vuole…- mormorò imbarazzata.

Sirius si alzò con un lungo sospiro: non poteva dire che non se l’aspettava.

Superò la ragazzina, scrollandole teneramente i capelli.

–Grazie mille piccola-.

-Jamie…sono preoccupato per Sirius…Credi che abbiamo fatto bene a lasciarlo da solo in Sala Comune?- Remus stiracchiò le gambe sull’erba fresca, senza distogliere lo sguardo dal libro che teneva tra le mani. Non vi fu risposta alla sua frase.

-Forse avremmo fatto bene a stare con lui…Sirius non è mai stato poi così bene da solo, ed in un momento del genere credo dovremmo stargli vicino anche fisicamente…- Remus rilesse per la quarta volta la stessa riga.

Di nuovo, le sue parole non ebbero risposta.

-Insomma, Jamie, mi stai ascoltando?- Domandò con un minimo di irritazione nella voce, voltandosi di scatto verso il cercatore dei Gryffindor.

James momentaneamente non era raggiungibile, preso com’era a rimirare la sua Lily, addormentata sull’erba accanto a lui. Potter sospirò pesantemente, estatico, giocando con un ciuffo di quei capelli rossi sparsi attorno al volto candido.

Remus sorrise appena, bloccando prontamente una fitta di gelosia.

Si stava quasi rassegnando.

-Jamie?- Provò ancora.

James, come uscito da un sogno, si voltò sussultando. –si?- domandò, gli occhi luminosi di chi stava piano piano raggiungendo la propria felicità.

-Non credi dovremmo andare da Sirius?- Domandò Remus.

James si scosse appena i capelli, corrucciandosi appena. –Lasciamolo stare solo ancora po’…- Mormorò pensoso, prima di tornare a concentrarsi sulla sua Dea personale.

-Credo tu già sappia che non ti ho convocato solo per porgerti le mie più sentite condoglianze…-

Silente, come sempre seduto compostamente dietro la propria cattedra, guardava Sirius attraverso i suoi occhiali a mezzaluna. Sembrava sentitamente dispiaciuto per lui, cosa che faceva sentire a disagio il Gryffindor.

Il ragazzo si limitò ad annuire.

-Anche se con grande malavoglia, Cygnus mi ha detto di consegnarti questa lettera…Di cui, non ti nascondo, sono quasi sicuro di saper già il contenuto…- Mormorò- il Preside, con una luce di divertimento onnisciente negli occhi.

Cercando di bloccare un tremolio leggero della mano, Sirius prese la busta, aprendola.

La lesse velocemente, rimanendo sempre più sgomento.

Alzò gli occhi verso il preside.

-Complimenti, Sirius…-.

-Grazie Signore…-.

Un silenzio imbarazzato calò nella stanza, poi, dopo una manciata di secondi, Silente sospirò. –Beh, visto che sei qui, ti preannuncio che la settimana prossima convocherò te, Potter, Lupin, Minus e qualche altro studente…Devo parlarvi…-.

Sirius si corrucciò appena, -abbiamo fatto qualcosa, Signore?-.

Silente sorrise, enigmaticamente, -No, a parte sembrar promettere di rivelarvi estremamente utili per la guerra…-.

-Alison! Alison!- Due sue compagne di casa irruppero nel suo dormitorio, facendola sussultare.

-Che c’è?- Doamndò, stranita.

Le due ragazze cinguettavano come uccellini fastidiosi. –C’è Sirius che ti aspetta appena fuori alla Sala Comune!-.

Alison si sentì avvampare. Sarebbe riuscita a mantenere un po’ di contegno davanti a lui, senza scoppiare a piangere come una bambina?

Doveva almeno provarci.

Lionel vide sua sorella uscire dal proprio dormitorio seguita da due ragazzine esagitate che stavano dicendo qualcosa di incomprensibile…Ma da cui lui riuscì a trarre la parola “Sirius”.

Il Ravenclaw si corrucciò appena: da quando sua sorella frequentava Sirius, la vedeva sempre più spesso in preda a balzi d’umore. Anche quel giorno, lei era sicuramente preoccupata per qualcosa.

Prima dell’arrivo del Gryffondor nella sua vita, sua sorella era sempre stata sorridente e senza troppe preoccupazioni che non centrassero con il prossimo compito di Storia della Magia.

Mentre Alison usciva dal ritratto, sicuramente per tuffarsi fra le braccia del suo cavaliere, Lionel si corrucciò maggiormente, arrivando alla conclusione che doveva fare assolutamente qualcosa.

Sirius aveva gli occhi grigi più torbidi del solito.

Appena lei gli si avvicinò abbastanza, ancor prima di potergli chiedere come stava, lui la prese tra le braccia, stringendola come lei aveva stretto prima Faron: protettivo e bisognoso di lei.

Ed Alison, a quell’abbraccio ed al bacio che ne seguì, sentì tutte le proprie difese cedere. Cominciò a piangere, sfogandosi di tutto quello che le era vorticato dentro, sollevata da quelle attenzioni che ora Sirius le stava dando.

Il ragazzo non chiese spiegazioni, limitandosi a baciare ogni lacrima che le scendeva dalle guance, continuando a stringerla a sé, ad accarezzarle dolcemente la schiena.

Mentre la mano di Sirius disegnava sulla sua schiena, attirando ogni sua attenzione, Alison sentì la sofferenza placarsi, ed un inizio di passione farsi largo nel suo corpo, facendola avvampare.

Gettò le breccia al collo di Sirius, ricambiando i suoi baci focosi con altrettanta foga ed amore, fino a sentire le gambe cominciare e tremarle.

Sirius la allontanò leggermente, sospirando pesantemente. Era accaldato, gli occhi intorpiditi da quella che sicuramente non era preoccupazione.

-Alison…Ti prego…Vuoi venire con me?- domandò, con la voce arrochita.

Alison sentì il cuore sussultare. –Dove?- Chiese.

Una domanda così insensata, visto che in quel momento l’avrebbe tranquillamente seguito all’inferno.

Ma Sirius non le rispose, mostrandole solo un sorriso enigmatico carico di promesse.

***

Grazie veramente per tutte le recensioni…Ho superato le sessanta!! *_*

Sono così felice ç_ç

Credevo di essere rimproverata per la lunga pausa (a ragione!) ed invece mi avete accolto con tale enfasi ç_ç

Vi voglio bene! (non ho tempo di ringraziare uno ad uno, mi dispiace, ma devo fuggire a studiare per domani ç_ç)

Solo altre due cose:

  1. indico una specie di sondaggio: questo capitolo, come qualcuno avrà notato, non ha nome…Perché non so trovarglielo! In realtà da solo questo capitolo non sta in piedi, mi mi serviva per preannunciare sia il prossimo che quelli ancora più futuri…Indi per cui: perché, se avete voglia, non proponete un titolo? (badate bene, non voglio recensioni solo con suddetto titolo, dai!! XD)

  1. Piccolo piccolo spoiler (ed avvertimento)…Dal prossimo capitolo il dovrò modificare il rating ad arancione…hihihihi…

A presto *--*

Baci a tutti!

  
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