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Autore: Dro    12/08/2013    3 recensioni
Donne e uomini che tra nascondere il volto o frustrare il corpo scelgono la seconda opzione.
Madri e padri che per proteggere i propri figli sono disposti ad abbandonarli.
Fratelli ed amanti che per stare insieme vengono divisi fisicamente e spiritualmente.
In un gioco delle parti che trova sempre il suo centro, tra coloro che sono stati costretti a scegliere la vita di traditori fedeli, Shun d’Andromeda deve decidere se accettare ciò che è realmente o continuare a nascondersi dietro le sue paure.
Saint ed amazzoni devono appianare le loro divergenza e formare un’alleanza per la battaglia decisiva.
Attenzione: i protagonisti dovevano essere Shun d’Andromeda, Ikki di Phoenix, Hyoga di Cingus, sorpresa e altro personaggio, ma sono imbranata e non sono riuscita a selezionarne più di uno… Quindi vi prego di non giudicare le mie capacità informatiche, ma di leggere la storia (è la prima che scrivo qui). Spero che vi piaccia…
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Phoenix Ikki
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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Il dovere
 
Le ragazze erano appena uscite dal bagno. Ikki aveva guardato con sospetto Seika quando lei aveva detto, impiegando la scusa più penosa che avesse mai sentito, “Ho mal di testa vado a prendermi una boccata d’aria”, si era già allontanata due volte. Almeno il ragazzo alto aveva detto la verità: “Vado a cercare le gemelle”.
C’era qualcosa di strano, non aveva perlato con nessuno quella sera, la conversazione con quella ragazza dai capelli rossi gli era bastata… Non aveva capito chi diamine fosse, e aveva rimediato un bel mal di testa.
 In quel momento stava tranquillamente fissando il vuoto, quando Argor gli si avvicinò.
- Ti stai divertendo? La rissa tra le ragazze è stata molto interessante.
Ikki non capiva cosa ci fosse di “interessante” in quelle manifestazioni di pura gelosia, e come si potesse essere gelosi di Seiya, poi… Si limitò a scuotere la testa.
L’altro bevve d’un fiato un calice di spumante. – Dovremmo riaffrontarci, prima o poi… sono curioso di sapere chi di noi due è il più forte…-
Il ragazzo dai capelli neri si irrigidì. Lo stava sfidando?
- Non abbiamo proprio gli stessi interessi…-
In quel momento il muro della sala che dava sulla villa si frantumò e irruppero decine di spectre e di donne che brandivano delle specie di lance. Erano guidati da un essere molto simile ad un fauno, da Hypnos, da Thanatos e da un altro dio che non conosceva.
I saint che erano contrari fin dall’inizio al ricevimento non si scomposero, anzi, se lo aspettavano. Istintivamente Ikki cercò Hades nel gruppo. Non lo vide. Subito il fauno aizzò le donne contro gli invitati. Un paio tentarono di aggredire Saori, ma l’accompagnatore della ragazzina di prima le fermò e con dei movimenti eleganti tolse di mano la lancia ad una di esse e così colpì l’altra, mentre la loro dea fissava la scena incredula, poi uno spectre lo aveva attaccato, ma prima che si potesse difendere, delle catene lo avevano avvolto, il rumore delle urla lo fece rabbrividire, improvvisamente tutta la sala era tappezzata da catene finissime argentee e nere da cui emergevano serpenti neri e figure femminili formate solo di catene.
Orfeo aveva portato vicino a loro Euridice… - Resta qui…- si era raccomandato.
Ikki la sentì bisbigliare a testa bassa qualcosa - … -mificami delfin- …-
In quell’istante il corpo della ragazza fu pervaso all’unisono da una luce con quelli di Mio e Shun Rei. Quando la luce sparì le ragazze indossavano dei chitoni verde, blu e rosso e brandivano lance. La cosa sorprendente era che sulla loro schiena erano spuntate ali dorate.
Radamantis le riconobbe – Nemesi, Eunomia e Dike…- le chiamò sorpreso - …angeli, dove sono le vostre dee?-
Nemesi (Euridice) lo attaccò senza esitare, ma fu bloccata dai pochi spectre non ancora sconfitti dalle catene.
In quel momento Earco colpì un altro muro vicino al bagno distruggendolo assieme alle catene che lo ricoprivano e dietro ad esso apparvero due figure scure. Indossavano la stessa god cloth, quella d’Andromeda. Solo che una era quella del saint, e l’altra quella del black saint. Indossavano entrambi la maschera, e nessuno riconobbe le voci che ne uscirono.
- Conoscete i tre segreti dell’armatura d’Andromeda? - domandò il primo, quello nero con una voce da maestrino.
- Ovvio che no…- rispose il secondo – Primo:…-
- …le catene non hanno poteri intrinseci, ciò significa che è il saint a saper percepire il nemico… Secondo:…-
Minosse li attaccò con i fili del burattinaio, ma quello con la vera armatura continuò - … il black cloth non è un’ombra, ma la proiezione di medusa, ciò significa che anche uno solo può controllare entrambe le armature… -
I corpi dei due saint si disfecero in catene minuscole che avvolsero Minosse uccidendolo.
Earco entrò nella breccia del muro e ne provocò un’altra trascinando per il collo fuori una della due ragazze dai capelli rossi.
- Terzo?- le chiese prima di darle il colpo di grazia.
La ragazza non lo guardava in viso e mormorò :- … l’armatura non è mai, in tutta la storia, appartenuta ad un uomo…-  alzò lo sguardo -… il primo saint della storia era un’amazzone… -. Lo spectre rimase pietrificato.
La ragazza si tirò su con un colpo di reni e riprese a combattere.
 
Shun e Hyoga erano entrambi nascosti nella penombra del corridoio mezzo distrutto da Earco. Lei si era messa in piedi. Doveva andare ad aiutare l’amica e gli altri, le sembrava da vigliacchi combattere da lontano anche se aveva amplificato i poteri delle beta.
Hyoga, però, stese il braccio davanti per impedirle di passare. Lei lo guardò stupita.
- Stavolta no! Non ti intrometterai!- era scuro in volto – Me lo hai detto tante volte anche tu, no?- ora si era spostato verso il riverbero della luce che filtrava dalle brecce, e poteva vederlo bene in viso, le sembrò ancor più imponente di prima - … a te non piace combattere… perciò non portai mai essere un bravo guerriero… forse sei una dea, ma questo non cambia il fatto che stavolta con quegli dei tu non puoi competere, sei ancora una neodivinità, ti hanno applicato un sigillo… niente e nessuno ti costringe…-
Il ragazzo non pensava veramente quello che diceva, dopo averla vista diventare campionessa delle amazzoni sconfiggendo qualcosa di molto più potente di quelle divinità minori… Shun comunque non reagiva.
In fine le sorrise – Resta qui, ti prego…- supplicò e senza aspettare la risposta si buttò nella mischia.
Lei si appoggiò al muro. Le mani le premevano le tempie e gli occhi erano sbarrati.
Quelle parole, era vero, le aveva sentite e dette talmente tante volte che ormai erano diventate una tiritera per lei. Una filastrocca che i bambini imparano a memoria… Ora, però, dette da Hyoga le sembravano false…
No, che le piacesse combattere o meno  non c’entrava, anzi, il bravo guerriero, le avevano insegnato, era quello in grado di non farsi dominare dalla furia e di ragionare, quello capace d’eseguire e dare gli ordini giusti, quello col senso del sacrificio.
No, la battaglia poteva non chiamarla per diletto, ma la chiamava per dovere…  Lo sapeva, non era costretta a farlo, ma sapeva di doverlo fare… per tutto ciò in cui credeva e per tutti coloro che non potevano difendersi…
Si tolse le mani dalle tempie, le parole del russo avevano ottenuto l’effetto contrario a quello sperato, perché anche lui aveva sottovalutato una cosa… lei era un’amazzone.
Si rimise in posizione eretta, Esmeralda non era l’unica con una tasca segreta. Shun infilò la mano tra il primo ed il secondo strato della gonna e ne cavò un involto di stoffa nera spessa e ruvida. Lo aprì con attenzione cercando di non toccarne il contenuto. La mano sinistra in cui lo teneva quando lo scorse tremò leggermente, ma con la destra lo afferrò per la catenina e lo tirò all’altezza degli occhi. Il ciondolo di Hades, da quanto non lo vedeva… nella penombra lo contemplò un istante… ora i colori si erano invertiti, dentro era dorato e fuori argenteo, la scritta da “ Yours ever” era cambiata in “Never mine”. Non aveva fatto sapere a nessuno che lo aveva ancora…
Prese un respiro profondo, Hyoga aveva detto solo una cosa giusta… come neodivinità lei non aveva speranze di vincere, quindi non aveva scelta.
La mano destra lasciò la presa ed il ciondolo impattò con il palmo della sinistra.
Sentì prima il gelido del ciondolo poi tutto il braccio fu percorso da un dolore lancinante e dalla sensazione della calda umidità del sangue, mentre si sentiva avvolgere da una fredda oscurità.
 
Hyoga era appena uscito ed aveva già sconfitto due menadi con due belle gomitate in faccia, quando Euridice gli si era avvicinata preoccupata : - Ehi, secondo in carica…-
Il ragazzo si irrigidì, sapeva che alle amazzoni non andava giù il fatto che il braccio destro della delfina delle amazzoni fosse un argonauta. – Sì?-
- Dov’è la delfina?-
- Le ho detto di non intervenire… per una neodivinità è meglio starsene ad aspettare che sia tutto finito…- spiegò lui.
La gemella lo raggiunse colpendo uno spectre minore che stava dietro di lui…
- Hai davvero detto ad un’amazzone di aspettare a bordo campo?-
- Lei non è un’amazzone come le altre, capirà…- provò a giustificarsi.
Improvvisamente tutte le catene caddero a terra e si ritirarono. Nella confusione i gemelli Saga e Kanon sconfissero Radamantis che si era distratto. Un nuova breccia si formò nel muro, ma stavolta sembrava fossero gli stessi atomi a dividersi, e come se fosse solo sabbia il materiale cadde a terra come una cascata. Un gran polverone di sottilissimi granelli invase la stanza, a terra scariche di linfa divina fecero sparire gli spectre. Qualcuno aveva rotto l’incantesimo che li aveva fatti tornare. Il polverone si diradò. Accovacciata con una mano a terra la ragazza che aveva presentato la Galaxy War fissava i quattro dei rimasti. Gli occhi, però, non erano del solito verde, erano divenuti gialli e percorsi da una pupilla verticale finissima e pagliuzze nere.
Esmeralda diede uno scappellotto fortissimo al fratello : - Se sopravviviamo ti ammazzo! -
La ragazza si rimise in posizione eretta con calma sul braccio le cicatrici procuratesi nell’Ade si erano ritramutate in ferite nelle quali passava la catena del ciondolo che era ben saldo al centro del palmo.
Non appena la videro  le menadi rimaste cominciarono ad impazzire ed ha uccidersi tra di loro.
Pan le guardò con superiorità – Avevo detto a Dioniso di dar loro più carattere… queste alla prima emozione forte impazziscono…-
- Sai chi è? – chiese Hypnos al fratello.
- Non ne ho idea… ma possiede una linfa divina molto simile a quella del sommo Hades…- osservò Thanatos.
- Ragazzi, non preoccupatevi…- fece il dio dagli occhi completamente bianchi - … noi siamo dei, lei invece… non vedete che sanguina? Non sarà che all’inizio della fase di proto divinità…-
- Ci penso io… voi pensate agli altri…- sorrise maligno il dio della morte.
- Come vuoi…- gli rispose il fratello – …non sottovalutarla… io penso ai saint…-
- Io voglio giocare un po’ con quegli angioletti…- fece il satiro.
- Quindi a me restano il ragazzo riccio, l’uomo coi capelli neri e l’altra ragazza…- terminò il dio sconosciuto.
 
Thanatos si gettò contro la ragazza lanciandole lampi di luce , lei saltò per schivare il primo, evitò il secondo rotolando sul fianco e bloccò il terzo col palmo sinistro. Il dio arretrò. Come poteva un neodivinità bloccare il suo colpo, il colpo della morte, con una sola mano? Qualcosa non andava…
La ragazza si mosse più veloce della luce, i sui piedi lasciavano una scia dorata e raggiungendolo la sua linfa divina, senza neppure toccarlo, gli crepò l’armatura e lo sbalzò contro un altro muro. In quel momento la catena del ciondolo segnò un nuovo taglio sul braccio della ragazza. Il dio sorrise, la morte non può essere sconfitta.
 
Hypnos cadde nell’errore che aveva raccomandato al fratello di non fare e sottovalutò i saint… I primi che attaccò furono Seiya, Jabu e Shiryu. Tutti e tre finirono a terra addormentati, ma prima che potesse colpire anche Ikki, Saga prese l’aspetto di Polluce, Kanon di Castore e Camus d’Ulisse. I dioscuri mostrarono subito d’essere immuni ai suoi colpi e gli risposero con “Earth and Heaven” il dio rimase intontito, ma ovviamente non si scoraggiò.
 
Pan urlò agli angeli :-Ehi! Charly’s angels, vi va di cambiare datore di lavoro?-
Per tutta risposta Dike lo accecò mentre Eunomia lo colpiva con la lancia… Il dio cadde a terra, ma si rialzò subito. Il satiro riprese la vista mentre Nemesi lo colpiva coi il “Revenge” la sua lancia completamente illuminata emise un raggio che però il fauno schivò perdendo solo un corno. Gridò con rabbia :- Io sono già morto una volta, belle!!!-
Pan le prese la gamba e la buttò a terra. Nemesi restò un istante senza fiato e lui tentò di incornarla, lei si spostò così che il dio le trafisse solo l’ala. La ragazza urlò di dolore…
- Ora siamo pari dolcezza…-
 
Intanto i gemelli russi ed Aiolaos fronteggiavano il dio albino. Per ora aveva usato solo colpi fisici.
– Vai ad aiutare i civili!!!- urlò Hyoga ad Aiolaos.
- Siete sicuri?-
Entrambi i ragazzi annuirono, il dio rise, ma lo lasciò andare.
– Tanto nessuno può sfuggirmi!!!- dichiarò.
- Ah, sì?- chiese la ragazza cercando di dargli un calcio, ma lui schivò.
In quel momento si sentì l’urlo straziato di Euridice, Hyoga si girò ed il dio ne approfittò – Phobia!!!- .
Il ragazzo fu raggiunto da un colpo molto simile al fantasma diabolico e cadde a terra contorcendosi.
 
Ora era in Siberia, sulla barca che lo aveva portato in salvo quattordici anni prima. Si sporse sull’acqua e qualcosa gli afferrò il bavero. Nell’acqua vide il cadavere di sua madre che con le dita ossute lo ghermì, poi lo girò verso un altro punto sulla superficie dell’acqua. Il corpo senza vita della gemella galleggiava sul mare ghiacciato e sembrava rivolgergli un’occhiata di biasimo.
La donna fece per torcergli il collo e girando la testa la vide. Shun affondava lasciando dietro di sé la scia del suo stesso sangue, i suoi occhi non ancora del tutto spenti gli indirizzavano uno sguardo supplice. Era impotente, si sentiva in trappola nessun muscolo reagiva… - C…chi sei?- chiese.
- Sono la Paura…-

 
  
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