Disclaimers. I fatti
narrati non sono mai avvenuti. Le persone citate non mi appartengono,
per loro
fortuna, e lo scritto non è stato creato a scopo di lucro.
E dopo questo
rito obbligatorio... Buona lettura!
Abnegazione
Non
sei stato sicuro, fin da subito, che il progetto avrebbe
avuto un buon esito.
Sapevi che interpretare il Capitano Kirk sarebbe stato un
compito che avrebbe richiesto il massimo del tuo impegno e delle tue
capacità
recitative.
Eppure, però, non ti ci era voluto poi troppo prima di
accettare
la parte e firmare il contratto.
Ma non era solo il ruolo del Capitano a preoccuparti, quanto
più il rapporto da “costruire” col tuo
co-protagonista e Primo Ufficiale.
Avevi passato molto tempo, prima che le riprese iniziassero,
a visionare e revisionare
L’avevi vista talmente tante volte che se ti avessero citato
una battuta a caso tu avresti potuto tranquillamente riconoscere
l’episodio e
la serie da cui era stata tratta.
Ma ciononostante, c’era sempre “il fattore
Spock” che
continuava a preoccuparti
Avevi, infatti, il sacro terrore di non essere all’altezza
di poter accompagnarti ad un personaggio così enigmatico e
complesso; per
quanto fosse solo un interpretazione di un tuo collega, e non il
“vero” Spock.
Avevi paura di non riuscire a stabilire un legame di fiducia
e rispetto con quello che sarebbe dovuto essere uno dei tuoi migliori
amici, a
detta di molti, o il tuo compagno, a detta di altri.
Sebbene fossi preoccupato, eri anche estremamente eccitato
ed onorato di poter far parte di una produzione così
importante, e forse anche
rivoluzionaria.
Poi le riprese del primo film hanno avuto inizio, e tu hai
conosciuto tutto il cast.
Eri curioso di conoscere tutti, ma soprattutto, lui,
Zachary. Ovviamente.
L’avvicinamento fra voi due è stato graduale e
naturale.
All’inizio erano solo cene fra tutto il cast, giusto per
conoscersi meglio e
fare gruppo, o così aveva detto Abrams.
Poi erano cominciati gli incontri, da soli, per ripassare il
copione.
Appuntamenti che finivano sempre con tante risate e grosse
pacche sulle spalle al momento dei saluti.
Così eravate diventati amici.
Vi piaceva stare insieme, sia sul set che fuori. A ridere e
scherzare su tutto e niente, e passare il tempo l’uno con la
compagnia
dell’altro.
Il primo film era andato alla grande, e non avevate avuto
alcun problema ad interpretare i vostri ruoli.
Ma con Into Darkness si sono presentati i veri problemi.
Leggendo il copione avete subito capito che fra Spock e Kirk
le cose sarebbero cambiate. Certo, con la velocità di un
Vulcaniano, ma c’era
quell’ultima scena che vi aveva lasciato un po’
perplessi.
Far piangere Spock era impegnativo, ma soprattutto non si
doveva sottovalutare la scena, facendo si che le sue reazioni
sembrassero
troppo esagerate e non adeguate al suo carattere.
Così erano ritornati tutti i tuoi dubbi e timori.
Ne avevi parlato con Zach, ormai era vostra abitudine
confidarvi i vostri reciproci timori sui personaggi, ma anche lui si
era
mostrato turbato dalla scena.
Così avete deciso di lavorarci e vedere come sarebbe andata.
Il giorno prestabilito per la ripresa della scena, alfine,
arriva. Siete tutti agitati ma cercate di non mostrare la tensione.
Sul set non vola una mosca e sai che tutti hanno preferito
tacere per permettere a voi attori di raggiungere la massima
concentrazione.
Morire su un set non è mai una cosa facile, e questa volta
lo è ancora di più perché con la tua
morte, o meglio del tuo personaggio, verrà
scoperchiato e messo in luce uno dei legami più vecchi e
duraturi del mondo.
Il momento è carico di tensione, le macchine da presa sono
accese e il regista da il via alle operazioni.
Tu, da bravo capitano, corri verso la sala macchine
dell’Enterprise, litighi con il capo ingegnere Scott che non
ne vuole sapere di
farti rischiare la vita e alla fine, come previsto da copione, dopo
averlo
messo fuori gioco entri nel nucleo a curvatura
“assorbendo” tutte le
radiazioni.
Dopo aver fatto il tuo dovere, riallineando il nucleo,
aspetti che Zachary ti raggiunga e intanto ti avvicini a quella porta
che vi dividerà
per sempre.
E quando lo vedi correrti incontro, già preoccupato, capisci
che sì forse riuscirete a girare una buona scena.
Ti accasci sulla parete di vetro e fatichi a respirare,
fortunatamente al corso di teatro ti hanno insegnato le tecniche di
respirazione
adatte anche a questi casi.
Vedi le telecamere avvicinarsi sempre più lentamente a voi
due, e sai che il momento è arrivato.
Ora dovete dare il meglio di voi per far si che il tutto
sembri il più reale possibile.
Con il corpo quasi agguantato dalla morte, appoggi la tua
mano al vetro chiedendo, pregando il tuo Spock che faccia altrettanto,
che ti
conceda almeno questo ultimo saluto.
E poi inizi a fissarlo, in quelle sue pozze scure che via
via, mentre la scena procede, si fanno sempre più liquide,
piene di lacrime
trattenute.
Specchiandoti in quegli occhi cominci a vedere cose che mai
avevi scorto prima, non su di lui almeno.
Vedi dolore, molto. Vedi sofferenza, così straziante che
vorresti, per un attimo, fermate tutto e tutti correre
dall’altra parte del
vetro e buttargli le braccia al collo per consolarlo e dirgli che non
lo
lascerai.
Vedi affetto, quell’affetto che pian piano si sta
trasformando i qualcosa di più.
Ed infine vedi rimorso. Rimorso per quello che non potrà mai
essere, non finché lui rimarrà fidanzato.
E’ vedendo tutto questo e spirando lentamente che ti rendi
conto, finalmente, che siete veramente riusciti a creare quel legame
così
intenso e speciale che avere sempre invidiato ai vostri personaggi.
E’ così che capisci che, in barba a chi diceva che
non ce
l’avreste mai fatta, siete diventati.......
Capitano e Primo Ufficiale.
Note:
Ho
voluto
cimentarmi in questa cosa non so neanche perché.
Le parole
hanno cominciato a vorticarmi in testa qualche
notte fa, e dato che non ne volevano sapere di farmi dormire, ho deciso
che
forse era il caso di metterle nero su bianco.
Spero che vi
abbia fatto piacere leggere, e se volete
lasciare un segno del vostro passaggio fate pure.
Buon
Proseguimento!