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Autore: Kastania    19/02/2008    0 recensioni
L'aveva sognata di nuovo. Bellissima, triste e pallida, mentre si allontanava sempre di più da lui, le labbra aperte ma mute, in una silenziosa e accorata implorazione d'aiuto.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5: il ballo

Capitolo 5: il ballo

 

Vlad detestava i balli, ed in genere le occasioni mondane.

 

Generalmente gli toccavano aspri litigi con sua madre, per sottrarsi all'obbligo si apparire in società. Gli sembrava, in qualche misura, di ripagare minimamente il debito che sentiva di avere con la famiglia che lo aveva cresciuto.

 

Ma il fatto che questa volta lei non solo non avesse insistito per averlo al suo fianco, ma addirittura gli avesse sconsigliato di parteciparvi.. quale sintomo più evidente del disagio che l'aveva colpita? non faceva proprio parte del suo carattere arrendersi.

E invece di potersi riposare e curare, nei mesi successivi avrebbe dovuto prendersi cura di quella nipote, Mina.. una ragazzina che certamente non le avrebbe creato che problemi.


Sospirò. Decisamente, questa volta non poteva sottrarsi ai suoi doveri morali.

 

"Miss Cleave? Per favore, chiudete voi l'ufficio. Stasera ho un impegno."

 

***********************

 

Mina osservava con una sorta di imbarazzata reverenza tutti gli ospiti che le stavano sfilando davanti. Si sentiva impacciata nel vestito nuovo, con i capelli acconciati in alto e le scarpe con il tacco. Aveva paura di inciampare e fare una pessima figura davanti a tutta quella gente importante.

 

Non si allontanava mai più di qualche passo da Mrs Roberts. Aveva già rifiutato tre inviti a ballare, non perchè non le piacesse farlo, ma per timidezza.

 

Mrs Roberts sembrava divertita dal suo disagio, ma anche commossa. Quella ragazza conservava un riserbo decisamente d'altri tempi, rispetto alle sue coetanee.

Soprattutto era bruciante il contrasto con quella sfacciata della sua compagna di collegio.

 

Lucy infatti non era rimasta certo con le mani in mano: circondata da una moltitudine di giovanotti, tutti attratti dalla sua prorompente bellezza, non era ancora rimasta seduta per cinque minuti di fila, volteggiando leggiadra per tutta la sala, e attirando in ogni caso su di sè i pettegolezzi di tutte le signore presenti.

 

Questo però sembrava essere un sollievo per Mina: impegnate a criticare l'atteggiamento civettuolo dell'amica prediletta, avevano distolto l'attenzione da lei.

L'ultima arrivata. L'ereditiera improvvisata.

 

Senza farsi scorgere dalla tutrice, Mina gettò un'occhiata alla meravigliosa pendola che troneggiava nell'ingresso.

Erano solo le undici e mezzo. In collegio aveva sentito raccontare che queste soireè mondane potevano protrarsi fino al sorgere del sole.

Involontariamente, sbuffò per la noia.

 

I minuti passavano lenti, lentissimi.

Dinanzi a lei sfilava compunta tutta la migliore società londinese e non solo, e lei non provava il benchè minimo entusiasmo.

Anzi, cominciava a rimpiangere la sua insperata fortuna: se non fosse stata un'ereditiera, e per di più nubile, nessuna di quelle persone le avrebbe scoccato un solo sguardo.

 

Era fidanzata, ma nessuno ne sapeva ancora nulla. Del resto, il fidanzamento con un amico d'infanzia non avrebbe fatto notizia, quando fosse stato annunciato. Al limite avrebbe provocato qualche rimpianto alle madri di scapoli interessati.

 

Quando, con le altri collegiali e le monache, si recava in città in visita a qualche museo, oppure per la Messa, nessuno le guardava se non per semplice compatimento.

Ed ora la invidiavano.

 

Eppure, non era mai stata così felice come dentro le solide mura del collegio.

 

Circondata dal lusso, dalla ricchezza, dalle luci sfavillanti del bel mondo, provava vero e bruciante rimpianto ripensando alle quiete ore di raccoglimento nella piccola e modesta cappella del collegio, dove pregando e cucendo il proprio corredo aveva trascorso ore serene ed oneste.

 

La madre superiora era stata l'unica vera madre che avesse conosciuto. Quanto le sarebbe mancata.. si sentiva così sola, nonostante la gentilezza e la disponibilità di Mrs Roberts. Quella donna, nonostante i modi impeccabili, le suscitava una specie di paura immotivata, quasi ancestrale.

 

Per fortuna aveva potuto portare Lucy con sè. L'amica, nonostante il carattere bizzoso e fatuo, era dolce e protettiva nei suoi confronti.

E poi, naturalmente, c'era Jonathan.

 

Lo aveva conosciuto durante le visite al collegio, dal momento che lui veniva spesso a trovare la sorellina Katie, di soli 12 anni. I loro genitori erano morti, lui lavorava come praticante avvocato in uno studio e aveva sistemato la sorella in collegio perchè provvedessero alla sua educazione.

 

Mina, una delle collegiali più grandi, era la sorvegliante della classe di Katie.

Si erano conosciuti così, in modo innocente. E in maniera altrettanto innocente era nato il loro casto amore: Jonathan, vero gentiluomo, aveva espresso le sue intenzione alla madre superiora quando ancora non era nota ad alcuno l'immensa ricchezza che le sarebbe toccata in dote. Se ne era innamorato, semplicemente.

 

La buona Madre era stata felice di vedere i buoni e onesti sentimenti di quel giovanotto, e aveva più volte raccomandato a Mina di confidargli il proprio amore, anche quando quest'ultima si era dimostrata tentata dalla vita monastica.

 

Sorseggiò distrattamente il calice di vino che le avevano offerto. Fece una smorfia: decisamente quella bevanda non era adatta a lei, non era neppure a metà bicchiere e già si sentiva girare la testa.

Si avvicinò alla finestra aperta, ed inspirò profondamente l'aria frizzante della notte.

 

Il portone d'ingresso si aperse rumorosamente.

"Chi saranno mai i ritardatari?" si scoperse a chiedersi. Altri nobili, senza alcun dubbio.

 

Gettò un'occhiata incuriosita all'uomo che le si stava avvicinando, e quasi immediatamente perse i sensi.

 

E' lui... riuscì soltanto a pensare, prima che il buio inghiottisse la sua coscienza.

 

**********************

 

Vlad non era neppure ancora entrato nella sala, gravida di facce conosciute ma poco apprezzate, quando vide una donna, accanto alla finestra, che si stava accartocciando al suolo.

Rapido e preciso, riuscì a coprire in pochissimi secondi la distanza che li separava, e l'afferrò appena in tempo fra le braccia, impedendole una rovinosa caduta.

 

Ma appena lo sguardo gli cadde sul viso esangue di lei, provò un brivido gelido e strano.

 

I lineamenti fini e regolari, i capelli scuri e lucidi, la bocca piccola e perfetta..

E'identica alla donna del mio sogno, pensò allibito.

 

Poi d'improvviso la giovane sconosciuta spalancò gli occhi su di lui.

E improvvisamente, lui si vide, riflesso nella profondità di un disarmante specchio verde smeraldo.

 

Non era mai riuscito a provare qualcosa fissando lo sguardo delle donne che lo avevano amato, che aveva desiderato e in alcuni casi posseduto.

Ed ora.. quegli occhi lo avevano improvvisamente spogliato di ogni freddezza, di ogni distanza che aveva cercato continuamente di erigere fra sè stesso ed il sesso femminile.

Si sentì turbato dall'intimità che provava nei confronti di quella ragazza mai vista prima.

 

La ragazza, del resto, era più turbata di lui. Non appena ebbe compreso cosa era accaduto, si staccò rapidamente dal petto del suo salvatore, arrossendo violentemente ed abbassando istintivamente lo sguardo, in un attacco di timidezza improvviso.

 

"Vi ringrazio molto, signore.. io non sono abituata.. al vino, credo, e ho molto caldo.."

Alzò il suo sguardo intenso sul viso di lui.

"Perdonate, signore, ma.. noi ci conosciamo?"

 

Vlad non riusciva ad aprire bocca, completamente ammaliato.

Prima che potesse formulare un pensiero coerente, alle sue spalle arrivò la madre adottiva.

 

"Mia cara, ma cos'è successo? ti senti meglio ora? per fortuna Vlad sembra essere arrivato giusto in tempo.." aggiunse turbata.

 

Mina le sorrise, ravviandosi una ciocca sfuggita all'acconciatura e riprendendo un colorito normale.

"Molto meglio, grazie.. oh, che sciocca sono! la mia prima sera in società e mi sento male come una scolaretta.."

 

Mrs Roberts, compunta, si voltò verso Vlad.

"Vedo che, a modo tuo, hai già conosciuto mia nipote Mina. Mina, questo è Vlad, tuo cugino."

 

La pendola battè dodici rintocchi, profondi e gravi.

Quell'incontro avrebbe spalancato le porte dell'Inferno.

 

  
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