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Autore: _Mollica_    12/08/2013    5 recensioni
Arya è sola. E' passato più di un secolo da quando lei è diventata la regina degli elfi e Cavaliere dei Draghi. E' passato più di un secolo anche da quando Eragon ha lasciato Alagaesia. Adesso lei si chiede se forse ha sbagliato,se forse ha perso per sempre la sua occasione di amare ed essere amata. Un nuovo pericolo sta per arrivare in Alagaesia e con esso una nuova minaccia. Qualcuno sta tornando a casa per chiedere aiuto. Nuovi legami e vecchi sentimenti verranno rivelati. Arya ed Eragon alla fine troveranno il loro momento per amarsi?
Spero che entrerete per leggere questa mia storia, ci conto!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2.



Ritrovarsi.

 

La rupe era come la ricordava.

Non era più tornata al capanno di Oromis da quando era diventata Regina e non perché aveva dimenticato quel luogo, anzi, ma aveva sempre desistito, per paura di sentirsi ancora più sola e desiderosa di persone che non poteva più avere al suo fianco. Fìrnen atterrò vicino al basso capanno, stranamente però non riuscivano a scorgere nessun drago ed era impossibile visto che le squame luminose dei draghi non poteva passare inosservato nella radura. Arya si girò intorno confusa, non sentiva presenze attorno a sé, che il messaggero si fosse sbagliato? Intorno a lei c'era solo erba e piccoli animali, però sentiva una strana sensazione che la faceva stare all'erta, la rendeva inquieta. Odiava essere all’oscuro di qualcosa e l’atmosfera che percepiva la preoccupava. Stava per tornare da Fìrnen quando un rumore la fece girare di scatto con la spada sguainata. La porta del capanno cigolò e si aprì dall'interno, la figura di un uomo si stagliò davanti alla porta. Era alto, muscoloso, con due larghe braccia, il viso era coperto dal cappuccio del  lungo mantello rosso che gli svolazzava attorno. L'uomo scese i gradini del capanno e le si avvicinò con le braccia alzate, Arya si ricordò solo allora che teneva ancora la spada puntata verso di lui. L'abbassò subito e guardò curiosa l'uomo. Non aveva sentito nessuna presenza prima e non la sentiva neanche adesso, la mente del Cavaliere era invisibile.

Lui s'inchinò si toccò le labbra e torse la mano destra portandola al centro del petto, nel gesto formale di saluto degli elfi.

-Arya Drottning. Atra esternì ono thelduin. - la voce dell' uomo era forte, sicura, con una nota di dolore nella voce e Arya sapeva a chi apparteneva.

-Atra du evarìnya ono varda. - la sua voce era rotta, non riusciva a controllarla.

-Un atra mor'ranr lìfa unin hjarta onr.-

- Qual’ è il tuo nome Cavaliere? - la domanda cadde nel vuoto e Arya chiuse a lungo gli occhi nell'attesa della risposta.

-Nam iet er Eragon Sundavar-Vergandì sonr abr Brom. - mentre diceva questo si abbassò il cappuccio e le sorrise. Arya lo fissò emozionata,cercando inutilmente di nasconderlo. Rivedere quel viso, quegli occhi, era lui...uguale all'ultima volta che l'aveva visto. Era Eragon. Davanti a lei, ancora una volta uno di fronte all’altro insieme al capanno di Oromis. Le sembrava di sognare. Non poteva essere vero.

- Cosa ci fai qui? - una volta che ebbe detto quelle parole si morse la lingua ma insomma quanto poteva essere stupida. Lui tornava dalle terre sconosciute, dove era impegnato in qualcosa di ben più importante di lei e la prima cosa che faceva era venire da lei, l'unica cosa che sapeva chiedergli e cosa ci faceva lì? Era un caso disperato.

Per fortuna Eragon non sembrava turbato molto probabilmente non si aspettava nient'altro ma un lampo di delusione nei suoi occhi, Arya lo aveva potuto leggere lo stesso per un piccolo istante. Era così cambiato dall’ultima volta che lo aveva visto , il suo volto sembrava felice di averla davanti ma un ombra lo oscurava. Arya sapeva cosa voleva dire. Nuovi problemi per loro ed Alagaesia.

- Sono qui perché un nuovo problema minaccia tutti noi e ho bisogno del tuo aiuto e di quello di Fìrnen. - la voce di Eragon era seria e preoccupata. Arya adesso era davvero spaventata,  se c'era qualcosa che riusciva a spaventare Eragon che era il Cavaliere e l'uomo più forte di tutte le terre conosciute, non doveva essere un piccolo problema.

- Io e Fìrnen siamo sempre pronti ad aiutarvi. A proposito dov' è Saphira? - le sembrava strano che la dragonessa avesse lasciato Eragon da solo ad aspettare il loro arrivo. Forse, però, era occupata nella caccia.

- Saphira non è più con me. La minaccia di cui ti parlavo l'ha rapita. - la voce di Eragon era triste ma anche minacciosa. Non doveva essere facile accettare che Saphira non era più al suo fianco. Quelle parole l'avevano costretta involontariamente a controllare Fìrnen, che vicino a lei aspettava notizia proprio sue notizie, ruggì deluso e aggressivo, la sua mente era piena di pensieri di vendetta, voleva solo saperne di più. Una piccola parte di lui c’è l’aveva anche con Eragon perché non l’aveva protetta. Lui era lì, Saphira no.

- Com' è possibile rapire un drago? Tra l'altro Saphira è la più grande della sua specie e il suo Cavaliere è il più forte. Cosa dobbiamo aspettarci noi? -

- Non è stata propriamente rapita, la minaccia che ci sovrasta è ben più pericolosa di un esercito immenso o di Galbatorix stesso.-

Arya lo guardò scioccata, cosa stava accadendo? Una minaccia più pericolosa dello stesso Galbatorix?

- Non so come ma dopo averci riflettuto a lungo sono giunto alla conclusione che molto probabilmente nelle terre che abbiamo esplorato, nel valle dove abbiamo costruito la nuova città ,abbiamo risvegliato qualcosa. Come se lo avessimo profanato. Non è magia, è qualcosa che va ben oltre. Per questo non sono riuscito a capire. Abbiamo risvegliato creature che non vengono influenzate dalla magia e che sono capaci di impadronirsi dei nostri corpi e delle nostre menti. - Eragon respirò a fondo e poi con gli occhi lucidi la guardò. - E' quello che è successo a Saphira e ad altri tre draghi. Una sera,lei e i suoi tre allievi si erano allontanati dal villaggio per il loro allenamento, quando sono tornati non erano più loro stessi. Ci hanno attaccati e io non riuscivo a parlare con Saphira, lei non era più nel suo corpo. Non c'era più, Arya. Era scomparsa. Il suo corpo era posseduto da qualcosa,qualcuno, che non avevo mai incontrato fino ad allora. Non sono riuscito a fare niente. Ho combatutto contro di lei ma era impossibile. Mi sono accorta che qualunque magia io cercassi di lanciare non faceva effetto. Non solo dovevo combatterla, ma non avevo neanche le armi per farlo. Non riuscivo a capire, anche contro gli altri due draghi la nostra magia era inutile. Ho manipolato il vento in modo di allontanarli e poi ho evacuato il villaggio. Non sapevo che cosa fare, io, Blodhgarm e i nostri compagni abbiamo discusso e abbiamo deciso di tornare qui, in Alagaesia, dai nostri amici per farci aiutare e per vedere se quelle creature avevano colpito anche voi. Ho lasciato i miei amici e i draghi a Ilirea. Lì saranno al sicuro, ho parlato con il giovane Ajhiad, ci ha accolti nei migliori dei modi  e ci ha aiutato, adesso sta richiamando tutti i Cavalieri di Alagaesia. Io mi sono preso il compito di informare te Arya Drottning, perché volevo vederti da molto e perché ho bisogno in questo momento di un' amica.  Sei un Cavaliere anche tu, puoi capire. Non mi sento più me stesso e come se una parte di me stesso mi fosse stato strappato. E’ peggio che se l’avessero uccisa, si sono impadroniti di lei. - Eragon si prese la testa fra le mani e si sedette su un ceppo. Si vedeva che era disperato e sofferente, Arya si chiese come avesse fatto anzi a restare così tranquillo. Il suo dolore doveva essere immenso e anche lei si sentiva male per la sorte di Saphira. Si avvicinò a lui esitante, non sapeva come dimostrargli che lei era partecipe al suo dolore e che voleva stargli vicino. Passare tutta  la vita a nascondere i suoi sentimenti non l'aiutava adesso.

Gli poggiò una mano sulla spalla con una piccola carezza e si sedette vicino a lui. Eragon non si muoveva, adesso che le aveva spiegato tutto sembrava che avesse perso tutte le sue energie.

- Troveremo un modo per aiutare Saphira, Eragon ne sono sicura. -

Erano l'uno affianco all'altra. Fìrnen sbuffava fumo in una collina lontano da loro. Rabbioso, vendicativo e triste. Aveva aspettato a lungo Saphira e non si aspettava questo. Tutto il suo animo era pronto alla vendetta e alla rabbia. Alla vista del dolore di Eragon poi, aveva lasciato perdere le sue accuse. Poteva capire che lui non avesse potuto fare niente, ma questo faceva lo irritava comunque. Non aveva un nemico fisico da combattere e di certo non voleva combattere contro Saphira. Si sentiva pieno di frustrazione, aveva voglia di sradicare l’intera foresta!

Eragon alzò lo sguardo e la guardò, una piccola scia umida bagnava la sua guancia, liscia come quella degli elfi. Era difficile mantenere il suo sguardo, anche per lei, tutto quel dolore la schiacciava e la faceva sentire inutile. Voleva aiutarlo ma non sapeva come...niente di quello che lei poteva dire o fare poteva allievare la perdita di Eragon. Si chiedeva, anzi, come non fosse ancora impazzito. Nella sua stessa situazione non aveva idea di come avrebbe reagito.

-Mi sento così strano senza di lei. Respingerla è stata la cosa più difficile che ho mai fatto. Non avevo mai usato la magia contro di lei. E' stato come cercare di colpire me stesso. Anzi, peggio. - la sua voce era vuota. Si alzò all'improvviso e cominciò a camminare agitato.  - Dobbiamo trovarla Arya, dobbiamo salvarla. Ho bisogno di lei!- l'eco del suo grido si perse intorno a loro, disturbando gli animali. Arya si alzò e con dolcezza lo abbracciò, cullandolo come un bambino. Solo allora Eragon si abbandonò e pianse come non aveva mai pianto in vita sua. Pianse e si strinse ad Arya come se fosse l'unica cosa che ancora lo manteneva in vita.

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Eragon dormiva. Il suo sonno però era agitato e Arya non poteva far altro che restargli vicino. Gli cantava qualcosa nell'antica lingua nella speranza di confortarlo almeno nel sonno. Saphira rapita e la minaccia di questi "esseri" che si impadronivano della mente e del corpo delle altre creature, agitava anche lei. Era preoccupata come non lo era mai stata neanche durante la guerra contro Galbatorix. Galbatorix, alla fine, era un nemico di cui conoscevano tutto e di cui sapevano le sue potenzialità e quello che dovevano fare per ucciderlo. Questi nemici, invece, si nascondevamo nei corpi di altre persone e, secondo Eragon, la magia non aveva effetto su di loro. Era impossibile! Avevano perso in partenza.

-Mi ero scordata di quanto fosse bella la tua voce. - Arya interruppe il canto e lo guardò imbarazzata. Da quando aveva capito i sentimenti per lui, era più difficile stargli vicino. Si sentiva così bene quando lui gli era vicino, sopratutto quando gli sorrideva come adesso, era un sorriso così aperto, genuino e innocente che le faceva tremare il cuore.

-Grazie, Eragon. Come ti senti? -

-Mi sento meglio, ora che sei vicino a me. - i suoi occhi non l' abbandonavano un attimo ed erano pieni di un calore e di una consapevolezza che lei non gli aveva mai visto. Era dai suoi occhi che si vedeva quanto fosse cresciuto dall'ultima volta che si erano visti. Quella frase la spiazzò e lo guardò spaesata, non era pronta. Non sapeva se lo sarebbe mai stata. Aveva paura. Ne aveva sempre avuta dei suoi sentimenti, ma aveva avuto più di un secolo per pensare ai suoi sentimenti per lui e adesso non poteva più tirarsi indietro. Eragon aveva bisogno di chiarezza e di una decisione da parte sua. Aveva bisogno di lei. E lei non voleva più tirarsi indietro.

- Sono felice di essere vicino a te, Eragon. -

 

 

 

 

 

NOTE

Mi scuso per il ritardo ma sono stata molto impegnata con il mio lavoro . Non sono molto soddisfatta di questo capitolo perché a causa dei miei impegni non ho avuto tempo per rivederlo ma non potevo più tardare perché ci tengo a rispettare i tempi, quindi ho cercato di postarlo il prima possibile, che è ADESSO ! eheheheh.  Spero che questo capitolo anche se piccolo vi piaccia. Fatemi sapere che cosa ne pensate mi raccomando ! Sono le vostre opinioni che mi aiutano a scrivere. Che dire spero di pubblicare la prossima settimana ma non vi prometto niente. Mi dispiace! 

un bacio enorme a tutti. Elrun ono.

Qui sotto il dizionario dell'antica lingua. 

Drottning = regina
Atra esternì ono thelduin = che la fortuna ti assista.
Atra du evarìnya ono varda = che le stelle ti proteggano.
Un atra Mon'ranr lìfa unin hjarta onr = E che la pace regni nel tuo cuore

Nam iet er Eragon Sundavar-Vergandì sonr abr Brom = il mio nome è Eragon Ammazzaspettri , figlio di Brom
Elrun ono =  Grazie

  
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