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Autore: Aranil    12/08/2013    0 recensioni
Crescendo e navigando nasce come raccolta di storie tratte da sogni, storie vere, accadimenti o pensieri dell'autore.
Ogni storia è auto conclusiva, ma vedrà sempre come protagonista Leonardo Fulmini, ragazzo 24enne nerd e amante della musica.
Spero vi piacciano!!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano le 7 del mattino e Margherita era già sveglia. La sera prima Leonardo si era presentato di colpo a casa sua. Era stata una serata carica di emozioni. Erano andati al letto poco dopo. Leonardo era stanco, ma appena messi al letto, gli raccontò dell’accaduto: Sabina e Giacomo lo avevano tradito, ma lui non era arrabbiato. Si era sentito invece libero di andare da lei.
Avevano dormito tutta, la notte, abbracciati. Lo erano anche in quel momento. Leonardo dormiva supino e col braccio sinistro cingeva Margherita che dormiva appoggiata al suo petto. In quella posizione, la ragazza iniziò a pensare ai primi tempi, a quando incontro Leonardo per la prima volta.
 
Erano ormai passati 6 anni. Margherita era andata alla festa di Marco, un suo amico d’infanzia. Alla festa c’era tanta gente. C’era anche Leonardo. Lui e Marco si erano conosciuti all’università e scoperto una passione in comune: la musica. Così stavano cercando di creare un gruppo e si erano molto affiatati. Purtroppo, però, gli amici dell’università erano per lo più di fuori Roma e quindi, in quel giorno di fine luglio, molti erano partiti o in partenza. Risultato: Leonardo alla festa era l’unico amico dell’università e non conosceva nessuno.
Marco cercava di inserirlo in qualche discussione, fargli conoscere qualcuno, ma era la sua festa e spesso si doveva allontanare. E quando si allontanava, Leo non riusciva a seguire i discorsi. Marco e Leo avevano solo la musica in comune. Poi Marco era un ragazzo alla mano, mentre Leo era un nerd. E gli amici di Marco erano come lui.
Margherita, però, lo aveva notato. Anche lei non era molto in sintonia con gli altri amici di Marco, ma almeno li conosceva. Lo vide dirigersi al balcone, da solo e col bicchiere vuoto in mano. E decise di avvicinarsi.
 
“Bello il cielo stasera, vero?” chiese la ragazza per sciogliere il ghiaccio.
Leonardo si voltò di colpo. Poi sorrise e si rivoltò verso il cielo.
“Sì, molto bello! Soprattutto pulito.” Rispose.
“Posso sedermi qui con te?” chiese la ragazza. Leonardo annuì.
Rimasero un attimo seduti in silenzio. Il cuore di entrambi batteva forte.
“Ho portato della birra. Ho visto il tuo bicchiere vuoto ed ho portato una bottiglia.” Disse la ragazza, quasi vomitando le parole di corsa.
“Grazie! È un pensiero molto carino.” Esclamò Leonardo.
Entrambi si riempirono il bicchiere e iniziarono a parlare a vanvera. Leonardo tirava fuori il suo lato nerd, raccontandole le varie leggende legate alle costellazioni. Poi parlarono del cartone animato dei Cavalieri dello Zodiaco, poi dei cartoni preferiti e, infine, conclusero raccontandosi le peggiori esperienze avute da bambini.
Così passarono la serata a chiacchierare senza però conoscersi. Non sapevano niente l’uno dell’altro. Sapevano solo di aver passato una bella serata.
 
Col tempo, iniziarono a conoscersi meglio. Margherita non vedeva l’ora di parlare col ragazzo, per sentire nuove storie interessanti e passare dei momenti sereni e felici. Leonardo, dal canto suo, adorava la compagnia di Margherita e iniziava a provare qualcosa. Ma c’era un grande intoppo: Marco. Il suo amico gli aveva confessato di essere innamorato della ragazza e Leonardo non poteva fare un torto all’amico, nonostante Margherita non fosse ancora ‘sua’.
Se solo Margherita fosse innamorata di me!si ripeteva Leonardo ogni volta, non sapendo quanto quello fosse vero. Ma è risaputo che, per far capire a un ragazzo il proprio interesse, una ragazza deve scriverglielo a caratteri cubitali sulla macchina. E leggerglielo di persona.
Leonardo e Margherita portarono avanti questa amicizia mista ad amore platonico. Si dicevano cose romantiche, ma non confessavano i loro sentimenti. Passarono una completa estate così. Margherita ricordava quel periodo come quello più bello, ma più in bilico della sua vita.
Fino a quando non comparve Cristina.
 
Margherita ricordava quel periodo. Ricordava bene i pianti fatti.
Ricordava bene anche la faccia di Leonardo quando, dopo essersi messo con Cristina, aveva sentito la sua amica dirgli “mi mancherai”. Ovviamente non aveva capito il verso senso di quelle parole. Così spiegò a Margherita che, nonostante si fosse fidanzato, si sarebbero potuti vedere comunque. Sciocco pensò Margherita E proprio un uomo. Ma quella sera, Leonardo le disse la frase più bella che gli avessero detto.
“Tra poco è il tuo compleanno Marghi!” promise Leonardo “Come regalo, ti porto a guardare le stelle cadenti. Decidi te se al mare o in montagna. E andremo soli, cantando a squarciagola E il cielo è sempre più blu! Te lo prometto. E prometto di farlo ogni tuo compleanno.”
Margherita lo abbracciò piangente. Tu si che mi conosci. Tu si che mi capisci. Queste parole le si bloccarono nella testa, senza che riuscì mai a dirle.
 
Passarono 2 anni da allora. Margherita si laureò in storia dell’arte, mentre Leonardo aveva lasciato gli studi per andare a lavorare dentro la libreria della Stazione Termini. Ogni volta che si vedevano, lui le portava un libro nuovo, di quelli belli, ma poco conosciuti.
Lui stava ancora con Cristina e Margherita aveva iniziato a farsene una ragione. In una delle varie uscite di gruppo, Leonardo le presentò Giacomo, il suo ex compagno delle superiori. Leo e Giacomo avevano frequentato entrambi il liceo classico. Giacomo poi era entrato all’università per fare Lettere Moderne, ma, al contrario di Leo, aveva portato avanti gli studi.
Giacomo e Margherita iniziarono a conoscersi. Giacomo si invaghì subito di lei: in fondo Margherita era una bella ragazza, oltre ad essere interessante dal punto di vista caratteriale. Magari non era perfetta, ma poteva essere quella giusta. Per Margherita ci volle più tempo. Inconsciamente, vide in Giacomo una sorta surrogato di Leonardo. Una cosa brutta da dire, soprattutto quando ci sono in mezzo i sentimenti. Solo conoscendolo pian piano, scoprì che Giacomo aveva una personalità dolce e affettuosa, la personalità che lei desiderava. Così, dopo qualche mese di travaglio, si misero insieme.
Comunque, quell’anno fu il primo in cui Leonardo non portò Margherita a vedere le stesse.
 
Un anno dopo, Cristina tradì Leonardo. I due si lasciarono e Leo cadde in una lieve depressione. Non amava parlarne con gli altri, tranne che con Margherita.
Era una fresca giornata di primavera, Marghi e Leo erano seduti su una panchina, davanti al lago. Il ragazzo le aveva appena raccontato come era successo: torni a casa, la trovi al letto con un altro, il cuore ti esplode e te ne vai piangendo.
“Cosa vorresti fare, ora?” chiese Margherita dopo un po’ di silenzio.
“Non lo so! Forse me ne vado a Londra per un po’!”
“Beh, sarebbe una bella esperienza.”
“Scusa!” disse improvvisamente Leo.
“Di cosa?”
“L’anno scorso non ti ho portata a vedere le stelle, quando ti avevo promesso di portartici ogni anno.”
“Non ti scusare, ora!” lo tranquillizzò la ragazza “Anzi, ora pensa a te: prendi e vai a Londra per un po’. Svagati, pensa a te e poi torna! Più bello di prima!”
Leonardo si mise a piangere e l’abbracciò. Margherita si sentì impietrire da quell’abbraccio. Quell’abbraccio improvviso, le aveva smosso quei sentimenti che aveva lasciato posare sul fondo del suo cuore. Soprattutto quando lui le sussurrò all’orecchio “Non potrei vivere senza di te!”. Per qualche giorno si maledì d’aver consigliato a Leo di partire. Ma poi si convinse che quel suo gesto era dettato dall’amicizia.
Si sbagliava.
 
Leonardo partì per Londra dove fece molte esperienze. Ne tornò cambiato sei mesi più tardi, ma trovò la situazione uguale a prima. Così diede una scossa anche alla sua vita a Roma. Aprì il suo negozio di fumetti, cambiò la sua vita radicalmente. Iniziò a divertirsi e ad essere contento di quello che faceva. Aveva anche iniziato a scrivere pezzi nuovi per il suo gruppo (che, fino ad allora, aveva fatto solo cover di altri gruppi). Così la band cambiò nome e genere, diventando gli Storytellers.
Alla fine, ad un anno dalla sua partenza, Leonardo si ritrovò con un nuovo lavoro, un ‘nuovo’ gruppo e una nuova ragazza. Sì, conobbe Sabina, la ragazza di una gelateria di Anguillara. Era una ragazza dolce e premurosa. Anche se non avevano molte cose in comune, lei aveva quella dolcezza e quelle attenzioni che Leo bramava. In più, lui si era preso casa da solo e, ben presto, si ritrovarono a convivere.
Invece Margherita e Giacomo viaggiavano sull’onda della loro storia e anche loro andarono a convivere. Ovviamente ebbero qualche problema all’inizio, ma riuscirono ad appianarlo. Nessuno dei due lo notò subito, ma i problemi terminarono proprio quando Leo e Sabina si misero insieme. Ormai avevano la loro vita di coppia fissa.
Una situazione che andò avanti per qualche mese, fino a quando qualcosa in Margherita si accese. Fu una semplice frase sentita da un collega di lavoro di Giacomo: “Ormai convivete da parecchio. Quand’è che vi sposate?”.
Quella semplice domanda fece scaturire una serie complessa di pensieri. Voglio davvero passare la mia vita con Giacomo? È davvero lui l’uomo della mia vita? È davvero con lui con cui voglio guardare le stelle ogni anno? Stelle. Perché dovrei guardare le stelle con Giacomo? Quella era prerogativa di Leonardo.
Anche se la soluzione poteva sembrare tanto facile, dentro alla testa di Margherita la faccenda si faceva sempre più complicata. Fino a che, durante l’ennesima stupida litigata classica da coppia, lei prese la palla al balzo e se ne andò via.
 
Tornò a casa da sua madre e non vi uscì per 3 giorni. Non rispose alle chiamate di nessuno. Chiuse tutti i ponti con l’esterno. Lei ora doveva pensare e capire.
Dopo tre giorni, aveva capito. E andò dalla prima persona che voleva veramente vedere.
“Benvenuta all’Antr… ehi, Margherita come stai?” Leonardo quasi scavalcò il bancone per andare verso la ragazza.
“Oh… ehm.. diciamo bene!” rispose, facendo uno dei suoi classici sorrisi tirati.
“Ho sentito Giacomo, sta una merda.” Raccontò Leo “Sta spesso con me e ho saputo tutto da lui. Ma vorrei sapere anche la tua versione.”
“Ho capito che non è Giacomo l’uomo col quale voglio passare la mia vita.” Rispose seccamente Margherita.
“Per niente?” chiese Leo.
“No, soprattutto perché ho capito di provare qualcosa per un altro.”
“Davvero?” chiese Leo. “Ami un altro?” l’enfasi serviva per sapere se la sua era una cotta o una vera convizione.
"Sì, in effetti. Amo un altro!" confessò Margherita.
"Come ami un altro? E da quando?" chiese Leo esterrefatto. La cosa gli dava fastidio, ma non capiva perché.
"Da sempre, credo!" rispose lei con un sorriso triste "Solo che Giacomo, per un po', me l'aveva fatto dimenticare e pensavo che me l'avrebbe fatto dimenticare per sempre! Invece ho scoperto di non averlo mai dimenticato!"
"Quindi questo è anche uno stronzo che ti ha fatto male! Dimmi chi è, così vado lì e gli tiro un pugno sul naso!" disse Leo per tirarla su di morale, anche se voleva davvero picchiare quell’amante ipotetico e non capiva perché.
"Non potresti farlo!" rispose lei.
"Perché?"
"Perché non ti picchieresti da solo!" e, raccogliendo una buona dose di coraggio, lei lo baciò per poi andarsene lasciandolo lì di sasso.
 
Per altri due giorni, Margherita rimase a casa pensando a tutte le volte in cui avrebbe potuto avere quel coraggio ed evitare di ferire altra gente. Pensava a tutte quelle volte che avrebbe potuto dire quel “ti amo” maledetto.
Alla radio davano un programma che lei sentiva a malapena. Lo speaker stava parlando in modo molto soffuso ‘…se in fondo ci credi, i tuoi sogni potranno avverarsi davvero, o almeno ci sp…’
DRIIN!
Suonò il campanello. Lei si diresse verso la porta. E vide Leo davanti a se. Era sudato e ansimava. Probabilmente aveva corso. Ma il suo volto era stranamente illuminato.
“Leo, ma che cos..”
“Anch’io!” la interruppe lui per poi cingerla di colpo e baciarla. Si baciarono per un po’ davanti all’uscio della porta. Lei piangeva, ma stavolta era felice.
Poi lui prese il suo volto nelle mani e la guardò dritta negli occhi.
“Non ti porterò più a vedere le stelle al tuo compleanno. Ti ci porterò tutti i giorni, se vorrai!”
Lei pianse di nuovo, abbracciandolo
 
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Note dell’Autore:
 
Ho creato questa storia voglioso di dare una seconda vista alla storia presentata in La mia “cosa del genere”. Soprattutto quando ho ascoltato, anzi RIascoltato la canzone Chiedimi di Jacopo Ratini (che vi consiglio di andare ad ascoltare).
Soprattutto ho voluto giocare sulla prima frase, ovvero “Come regalo ti porto a guardare le stelle che cadono giù. D'estate o d'inverno, al mare o in montagna, fai tu.” che reputo una delle frasi più belle che si possano mai dire per amore.

PS: Mi sono accorto, dopo averla letta una seconda volta, che alcuni pezzi possono sembrare fatti realmente accaduti e qualcuno potrebbe fuorviare. A quelle persone, spiego che è un racconto e non ha nulla a che vedere con l'autore.
Peace!
   
 
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